L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Le parole del canto

di Roberta Pedrotti

Alexey Tatarintsev in un recital con Giulio Zappa al pianoforte conferma ottime qualità che emergono soprattutto nel repertorio russo.

PESARO, 14 agosto 2021 - Che Alexey Tatarintsev, nato nel 1981 e quasi sconosciuto fuori dalla Russia (in Italia si ricordano tre recite come Lensky a Torino nel 2013), fosse un tenore interessante l'avevamo notato già nel Moïse et Pharaon in cui interpreta Éliziér. Che fosse poco per conoscerlo era altrettanto chiaro e dunque è stato più che mai benvenuto il recital di belcanto che lo ha visto protagonista il 14 agosto al Teatro Rossini.

Di primo acchito, bisogna ammetterlo, alcuni dubbi già sospesi ritornano a rovellarci: la voce è senz'altro bella e naturalmente estesa; non scende come un baritenore, ma il grave ha una sana, virile brunitura, mentre l'acuto ha smalto e squillo. Tuttavia, talora pare non perfettamente salda nella tecnica, cede alla tentazione di spingere senza mantenere sempre l'esatto controllo del suono. Potrà essere l'emozione? Certo, in una sala tendenzialmente secca come quella del Rossini, trovarsi a debuttare come solista nel vuoto della platea con l'unico appiglio del pianoforte non aiuta. Il repertorio, poi, inizialmente è delicatissimo: arie da camera di Rossini e Bellini. Pagine in cui, al di là dell'indubbia cura nella pronuncia a dispetto di qualche fonema esotico, anche cantanti madrelingua tendono a ragionare verso per verso senza abbracciare senso e sintassi nel complesso. L'approccio è comprensibilmente cauto, mentre la voce si scalda e l'artista prende confidenza con la sala e il pubblico, da subito affettuoso. Giulio Zappa, peraltro, lo sostiene al meglio, con fraseggio sensibile e giusto piglio, vuoi nelle atmosfere salottiere vuoi in quelle operistiche, in cui anche Tatarintsev sembra più disinvolto. Come Don Ramiro fa sentire la franchezza del timbro e dell'emissione, seppur con qualche semplificazione nella coloratura; come Edgardo soprattutto si apprezza per l'espansione lirica, il fraseggio sensibile e deciso. Insomma, man mano che il concerto procede quell'interesse destato nel Moïse si consolida: ci troviamo di fronte a un tenore dai mezzi pregevoli e con una buona base tecnica e musicale. Però manca qualcosa. Vorremmo sentirlo nella sua lingua madre.

Detto, fatto: il programma ufficiale si chiude con due romanze di Rachmaninov, Non cantare, mia bella e Acque di primavera. L'atmosfera si accende subito. L'interprete è lo stesso, ma quel che sentiamo è la dimostrazione che il canto viene dalla parola e che la confidenza con il testo e la fonetica fa la differenza. I colori, il legato, la fluidità d'emissione, il controllo dinamico, l'omogeneità dei registri e la facilità d'emissione conquistano un pubblico già caloroso. Arrivano i bis: imprescindibile, “Kuda Kuda” da Evgenij Onegin convince senz'ombra di dubbio, sincero, malinconico, sfumato, a contrasto con l'esuberante canzone del giovane zingaro da Aleko di Rachmaninov, dallo squillo ben tornito. E, se inizialmente ci eravamo interrogati sul controllo del suono, gli applausi suscitati da queste arie russe impongono un ultimo fuori programma provvidenziale: un canto popolare a cappella sempre dalle terre natale del tenore. Intonazione perfetta, filati e messe di voce. Non ci sono più dubbi, Tatarintsev è un artista di valore. Ma non ci sono nemmeno dubbi sull'importanza dell'idiomaticità nel canto. Per contro, Zappa come solista attraversa le atmosfere fra XIX e XX secolo con la Petite valse di Mario Tarenghi, la Romanza di Cilea e la Romance op. 44 di Rubinstein: un bergamasco nato nel 1870, un calabrese del 1866 e un polacco del 1887 uniti dal linguaggio comune del melos senza parole attraverso le virtù di un pianista che del canto ha fatto il suo pane quotidiano.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.