L’Ape musicale

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Gli spiriti di Bly

Un'altra donna si trova a vivere tragicamente sospesa fra due dimensioni, a contatto con un soprannaturale sulla cui origine ed effettiva consistenza continueremo a interrogarci. La religione non entra nelle sue vicende, non attraversa la superstiziosa Francia medievale battuta dalla guerra dei Cent'anni, né la Germania rinascimentale degli alchimisti, bensì nell'idillio apparente della tenuta di Bly, nell'Inghilterra vittoriana. L'Istitutrice narrata da Henry James e messa in musica da Benjamin Britten in The turn of the screw ha abdicato a tal punto alla sua individualità e alla sua sessualità da essere priva di un nome che non sia semplicemente quello del suo ruolo sociale, della posizione conquistata con l'istruzione. È una donna giovane, sola e anonima, che, per un'inconfessata ma evidente attrazione nei confronti del misterioso, fascinoso e assente tutore dei piccoli Miles e Flora, pone al centro della sua vita una missione, cui si vota con la stessa dedizione di Giovanna alla causa di Carlo VII: l'educazione e la difesa dei due ragazzi. Una missione totalizzante, sublimazione di una maternità virginale, che diviene ossessione, culminante con un estenuante confronto che sarà fatale al piccolo Miles.

Nella novella, l'ambiguità è data dal non detto, ma soprattutto dalla focalizzazione del racconto, desunto dalla testimonianza in prima persona dell'Istitutrice, la quale è l'unica a percepire la presenza degli spettri di Peter Quint e Miss Jessel, l'unica a intuire le allusioni nelle parole e nei comportamenti dei ragazzi. L'unica perché ha la sensibilità per vedere oltre o perché la dimensione soprannaturale altro non è che un'emanazione della sua mente? Certo, nell'opera gli spiriti hanno corpo e voce, almeno Miles sembra interagire con Quint, se non altro quando sottrae la lettera destinata al tutore. Tuttavia, non hanno forse un'altrettanto precisa caratterizzazione musicale, non cantano chiare parole anche le ammonizioni e le tentazioni di Giovanna, anche i tormenti di Renata (che, pure, arrivano a farsi intendere da Ruprecht)? L'Istitutrice vede quel che vuole negare: tutto ciò che è connesso alla sessualità e al peccato, tutto ciò che contraddice l'ideale e idealizzata innocenza dei fanciulli. Vuole affermare il suo mondo perfetto, l'idillio di Bly come si presenta al suo arrivo, e perciò lo vede corroso dall'imperfezione fino alla catastrofe.

Bly è un paradiso perduto al pari della foresta in cui Giovanna trova pace, nonostante la sua fama sinistra, o dell'infanzia in cui Madiel' visitava Renata. Ciascuno è corrotto dai sensi: dalla percezione delle perversione identificata in Quint e Jessel, dal contatto con un mondo pieno di tentazioni, come quella dell'amore del Re, dal desiderio della completezza carnale nell'unione con l'angelo.

"Peter Quint, You Devil!" sono le ultime parole di Miles, prima di crollare esanime, stremato dalla lotta dell'Istitutrice contro i (suoi?) fantasmi. Tu sei il demonio: la stessa accusa scagliata dalle monache contro l'Inquisitore nell'Angelo di fuoco. L'ottocentesca Giovanna mette a tacere le tentazioni sensuali che la tormentano rifiutandole, il prezzo per conciliarsi con l'autorità paterna affermando la sua volontà autonoma d'azione è identificare l'amore terreno, in ogni sua forma, con il demonio, alienare desideri e pulsioni in un'entità esterna e cacciarla negli inferi, abbracciando definitivamente la morale imposta dal padre. Per l'Istitutrice e Renata il problema rimane aperto. Soccombono, ma continuano a combattere fino alla fine, e la fine è ambigua, aperta, non scioglie il dubbio su chi sia il vero demone. Resta la certezza che la pace cercata da Giovanna nella conciliazione del suo spirito con i confini morali e sociali imposti da religione e famiglia sia solo illusoria e che le voci torneranno a parlare alle sue sorelle.


 

 

 
 
 

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