L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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CATS

di Andrew Lloyd Webber

Il poeta e drammaturgo Thomas Stearns Eliot (autore di Assassinio nella cattedrale e La terra desolata) raccolse, nel Libro dei gatti tuttofare del 1939, le buffe filastrocche inviate ai nipotini. Dieci anni dopo un altro bimbo, il futuro compositore inglese Andrew Lloyd Webber, ascoltò quei versi a mo’ di ninna-nanna e la loro musicalità gli rimase talmente impressa che nel 1978 decise di trarne uno show, con cui sfidò tutti i pregiudizi. Il primo musical britannico tutto ballato, messo in scena in un teatro ‘iellato’, con l’infortunio della protagonista poco prima del debutto, lo scetticismo dell’ambiente teatrale londinese (“Un musical sui gatti? Non funzionerà mai”), l’assenza di finanziatori (chi rifiutò di investire, ancora si mangia le mani; alla fine il compositore dovette ipotecare la tenuta di campagna) e perfino un allarme bomba la sera della prima. Risultato? Un successo strabordante, che sancì l’egemonia europea su Broadway e aprì a Lloyd Webber l’olimpo dello show business. Dal debutto, che ebbe luogo al New London Theatre nel 1981, fu tutto un susseguirsi di record. Tradotto in 15 lingue e visto da più di 73 milioni di spettatori in una trentina di produzioni mondiali, compresa quella italiana di Saverio Marconi, Cats arriva al Teatro Regio dopo un restyling della partitura, a eccezione dell’intoccabile Memory (i versi, ispirati alla Rapsodia in una notte di vento di Eliot, sono del regista Trevor Nunn), già interpretata da centinaia di grandi voci, dalla Streisand a Carreras. Un festoso rito teatral-circense in cui il pastiche si fa cornucopia di ritmi e melodie, un capolavoro per i grandi travestito da kolossal per famiglie, di una modernità ancora tutta da scoprire.

ATTO I

Le luci notturne e i suoni urbani di una discarica accolgono l’annuale ritrovo dei Gatti Jellicle, tribù felina acrobatica e misteriosa che spiega agli spaesati umani quanto sia complesso dare un nome ai gatti. Sta per avere inizio il rito della Scelta: il Jellicle più meritevole ascenderà al paradisiaco Heaviside Layer. Tra i candidati incontriamo Jennyanydots, anziana dalla doppia vita: se di giorno poltrisce, di notte si dedica febbrilmente alla rieducazione di topi e scarafaggi; e Rum Tum Rugger, idolo delle micette, bastian contrario e ‘combina-guai’ professionista. L’atmosfera si fa cupa e nostalgica quando appare Grizabella, diva sul viale del tramonto respinta da tutti, ridotta a bazzicare i bassifondi. Più elegante e solare Bustopher Jones, amante della bella vita e del buon cibo, mentre i funamboli trasformisti Mungojerrie e Rumpleteazer sublimano l’arte della rapina. Le presentazioni si interrompono per salutare l’arrivo del saggio Old Deuteronomy, leader Jellicle dall’anzianità quasi mitica: a lui spetterà la Scelta. Rievocata la buffa battaglia canina dei Pechinesi e dei Pollicle, prendono il via le danze, ma il Jellicle Ball viene interrotto da Grizabella, che canta alla luna il suo desiderio di riassaporare la giovinezza (Memory).

ATTO II

Deuteronomy fornisce indizi sulla Scelta riflettendo sulla felicità, quando si fa avanti Gus, anziano mattatore del teatro che fu, che rievoca con una canzone – suo cavallo di battaglia – la storia del pirata Growltiger, terrore dei sette mari sorpreso dal nemico mentre amoreggia con la sua gattina. L’ultimo a presentarsi è Skimbleshanks, the Railway Cat (il gatto della ferrovia), solerte assistente di bordo che si prende cura dei viaggiatori. La serenità felina viene turbata dall’intervento di Macavity,il genio del crimine, che fa sparire Deuteronomy. La prosecuzione del rito è in pericolo, ma il gatto prestidigitatore Mr. Mistoffelees, in seguito a una esibizione mozzafiato, farà riapparire il leader Jellicle, giusto in tempo per il ritorno di Grizabella. La sua appassionata voglia di riscatto convince Deuteronomy: sarà lei a salire a nuova vita. La tribù Jellicle coinvolge nuovamente gli umani ricordando le regole di rispetto e deferenza da osservare nel rivolgersi a un gatto.

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