L’Ape musicale

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BOLOGNA FESTIVAL 2019

È curioso che un capolavoro come il Solomon di Händel non sia mai stato ripreso in Italia. È un oratorio imponente nella vigoria dei cori dai forti accenti teatrali, in cui si afferma la vicenda biblica di Salomone rivissuta con epica drammaticità. Un eccezionale complesso di Colonia ha preparato questa produzione sinfonico-corale espressamente per Bologna Festival.

Il concerto della Budapest Festival Orchestra, una delle maggiori formazioni sinfoniche europee, è diretto da Iván Fischer, un direttore di fine cultura mitteleuropea che propone una impaginazione originale accostando Rossini a Schubert e a Mozart. Può sembrare strano ascoltare in un concerto tradizionale ouvertures della Gazza ladrae dell’Italiana in Algeri, ma in tal modo si mettono in evidenza le forti incidenze viennesi nel “Tedeschino”. A mezzo del programma il Concerto K.453 affidato a un penetrante interprete intimista come Emanuel Ax.

La Chamber Orchestra of Europe, l’orchestra storica di Abbado, è diretta dall’intenso e comunicativo Antonio Pappano, mentre la grande violinista Janine Jansen presenta il Concerto per violino di Szymanowski dal sottile estetismo; in chiusura le trascinanti Danze slavedi Dvořák. Nel cuore della stagione, in esclusiva per Bologna, il Requiemdi Mozart preceduto da una Messa per coro a cappella di Johann Caspar Kerll. Vi figura il Balthasar Neumann-Choir, uno dei più agguerriti cori tedeschi fondato e diretto da Thomas Hengelbrock; forse per questo il maestro, di solida formazione barocca, ha voluto includere un’opera del tardo Seicento monacense.

Ritornano due pianisti molto apprezzati dal nostro pubblico. Arcadi Volodos accosta a Schubert Rachmaninov e Skrjabin, un modo forse per sentire i “suoi” autori alla luce delle sorgenti europee. Grigory Sokolov concilia l’analisi miniaturistica con la grandiosità sinfonica.

Martha Argerich ritorna annualmente a Bologna Festival, quasi un’artista in residenza. Il concerto è singolare anche per il programma: la pianista dialoga con il Quartetto Quiroga, uno dei migliori complessi spagnoli, nel Quintetto per pianoforte e archi di Schumann e si impegna solisticamente in una Partita di Bach: quanto dire la classicità e l’ardore di un’artista lucidamente moderna.

Forse gli appassionati di melodramma gradiranno di ascoltare al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sotto la direzione di Fabio Luisi, La Stranieradi Bellini, la premessa all’effusione cantabile propria dei lavori successivi.

Come al solito ritorna la presentazione di nuovi talenti anche in formazioni cameristiche (trio e quartetto con pianoforte). Dopo la pausa estiva, la rassegna Il Nuovo l’Antico: da un lato il rapporto Bach-Händel, in connessione all’esecuzione del Solomon, con la proposta di alcune Cantate e dei liricissimi duetti italiani di Händel con Roberta Invernizzi e La Venexiana; dall’altro un ciclo dedicato al Quartetto per archi del Novecento, dalle avanguardie storiche ai giorni nostri: Apologia del Quartetto. Figurano la Scuola di Vienna e Bartók, Hindemith e Šostakovič, Kurtág, Lachenmann e altri ancora. Con questo progetto si intende dimostrare la vitalità della nuova scuola del quartetto in Italia, con giovani formazioni tecnicamente e musicalmente preparate. Continua l’iniziativa riservata ai carteggi musicali – Debussy, Wagner e Mozart – con la partecipazione di alcuni musicologi-pianisti. Sempre intensa l’attività didattica e per le famiglie con Note sul RegistroBaby BoFe’.

Mario Messinis


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