L’Ape musicale

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Raiders of the Lost Ark – I predatori dell'Arca perduta

(Steven Spielberg, 1981. Musica di John Williams)

Il ritorno della grande avventura”

Pubblicizzato ai tempi della sua uscita con lo slogan “The Return of the Great Adventure”, Raiders of the Lost Ark è il primo capitolo della serie di avventure cinematografiche del Dr Henry Jones Jr., – in “arte” Indiana Jones, professore universitario e archeologo avventuriero part-time – una saga che già annovera quattro film, una serie televisiva e un quinto episodio in vista per il 2019. La leggenda vuole che nel maggio 1977, su una spiaggia delle Hawaii, Steven Spielberg e George Lucas – amici di lunga data e reduci rispettivamente da Incontri ravvicinati del terzo tipo e Guerre Stellari – stessero costruendo un castello di sabbia. Lucas si era rintanato là fuggendo da Los Angeles – dove Guerre Stellari stava uscendo nelle sale – temendo che il film fosse una disfatta commerciale. Sulla spiaggia, George parlò di una sua vecchia idea. Era la storia – anzi una serie di avventure – con protagonista un impavido archeologo che girava il mondo in cerca di tesori. Spielberg convinse l'amico ad affidargli la regia, entusiasta di poter finalmente dirigere un film come quelli di James Bond.

Ma il mondo di Indiana Jones è quanto più lontano possa esserci dall'immaginario tecnologico e contemporaneo caratteristico dei vari film dell'agente segreto britannico. Le avventure di Indiana Jones sono ambientate negli anni '30 – almeno le prime tre – e sono impregnate di un immaginario vintage. Raiders e i successivi episodi sono soprattutto un affettuoso omaggio al cinema di genere della Hollywood classica. E l'intenzione nostalgica di omaggiare apertamente e di recuperare non solo quei generi ma anche quello stile è stato il principio guida di tutti quelli che hanno contribuito al film. George Lucas – che del film è produttore e ideatore – ha ammesso che “l'essenza di Raiders è un ritorno a un tipo di cinema più antico. Si tratta di un film d'avventura vagamente simile ai vecchi serial che davano nei cinema il sabato pomeriggio. A dire il vero, i serial erano dei film di serie C, mentre direi che Raiders è un film di serie B all'antica. Ciò che mi ha spinto a fare Raiders è stato il desiderio di rivedere questo tipo di film.” Spielberg si è preparato studiando i classici d'avventura della vecchia Hollywood: “Mi sono messo a riguardare i miei film preferiti degli anni '30 e '40 e ho riflettuto su quanto rapidamente ed economicamente fossero girati”. Infatti, rispetto a Lo squalo o Incontri ravvicinati del terzo tipo, lo stile in Raiders è più sobrio e funzionale, e guarda alla cosiddetta “regia invisibile” del periodo classico. E proprio in virtù di questi consci e palesi recuperi stilistici e omaggi al cinema della Hollywood classica, Raiders of the Lost Ark si può considerare un film neo-classico.

Altrettanto affettuosamente legata ai modelli musicali della Hollywood degli anni '30 e '40 è la funambolica partitura composta dal musicista di fiducia di Spielberg e Lucas, il pluripremiato John Williams. Nel 1981 Williams descriveva così il suo lavoro sul film: “Si tratta di un magnifico film d'avventura nello stile degli anni '30 – come un film di Bogart e la Bacall ambientato nel medio-oriente. Ha una partitura di 80 minuti che ho composto tra dicembre e gennaio e che ho registrato a febbraio con la London Symphony Orchestra. È tutto nello stile di Max Steiner, cose come il tema dell'eroe e il grande tema d'amore”. Max Steiner – compositore della Hollywood classica conosciuto per le musiche di King Kong (1933), Via col Vento (1939) e Il tesoro della Sierra Madre (1948), per citare solo tre tra le centinaia di film su cui ha lavorato – ben rappresenta quello stile “antico.” La musica del cinema classico di Hollywood era basata sul turgido idioma musicale tardo-romatico ereditato da Wagner, Puccini, Rachmaninov, Richard Strauss; su tecniche operistiche quali il leitmotiv – ogni personaggio o situazione narrativa ha un proprio motivo musicale che viene ripreso ogni qualvolta tale personaggio o situazione si presenta, e rielaborato a seconda delle esigenza drammaturgiche; su una strettissima sincronizzazione tra gesti musicali e azioni visive – il cosiddetto “mickey-mousing”, dove se un personaggio cade da una scala, l'orchestra accompagna l'azione mimandola con una rapida scala discendente. E Williams recupera tutte queste caratteristiche, creando una sapiente partitura che ben esibisce sia l'affetto per quegli illustri capisaldi della musica per film, sia una rielaborazione ironica – e a tratti benevolmente caricaturale – all'insegna del divertissement: “I film di Indiana Jones sono stati molto divertenti da fare. Non c'era nulla che dovessi prendere troppo sul serio dal punto di vista musicale. Erano film spettacolari e sopra le righe. Voglio dire, c'erano i nazisti e l'orchestra sparava questi accordi drammatici come si usava negli anni '40, sapete, con la settima in basso, che sono una specie di vecchio segnale per i personaggi militareschi o malvagi. Abbiamo fatto queste cose senza ritegno, solo per il divertimento di farle”.

Il tema cardine del film è la Raiders March,il leitmotiv associato al personaggio di Indiana Jones. Dal punto di vista armonico si nota la semplice alternanza di I grado e V grado – tonica, dominante, con gli stilemi williamsiani dell'aggiunta dell'undicesima e l'eliminazione della sensibile – rotta solo nell'ottava misura dall'accordo costruito sul secondo grado abbassato, una specie di sesta napoletana in ambito maggiore. Rispetto alla progressione I-IV-I che caratterizza altri temi eroici williamsiani come Guerre Stellari o Superman, quella di I-V-I che caratterizza la Raiders March è più diatonica e meno modale, quindi suona più popolare. E rispetto a Guerre Stellari o Superman, il tema di Indiana Jones presenta sì dei tratti eroici, ma la loro natura suona meno risoluta e più ironica, e il tono generale è un po' sbruffone – perfettamente in linea col personaggio.

C'è poi un tema d'amore, come vuole la tradizione Hollywoodiana, il leitmotiv associato al personaggio di Marion. Richiamando i classici love themes è eseguito dai violini o dal flauto – strumento “femminile” – ed è smaccatamente “romantico” grazie all'effetto del nostalgico salto di sesta maggiore d'apertura sulla semi-breve, al languore della dilatazione ritmica provocata dalla terzina di semiminime – tre note su due tempi – e allo “stiramento” della linea melodica. Dice Williams: “Amavo quei vecchi temi romantici nei film della Warner Bros. come Now Voyager. Per la storia d'amore tra Indiana Jones e Marion ho pensato che la musica potesse essere come uno di quei temi degli anni '30, e che avrebbe creato un buon contrasto con l'umorismo e i momenti sciocchi.”

Infine, altro leitmotiv che spicca è quello associato all'Arca dell'Alleanza. Si tratta di un breve motivo il cui tono misterioso e inquietante è dato sia dall'armonia instabile in modo minore che oscilla tra tonalità distanti, sia dalla presenza dell'intervallo di quarta eccedente – il tritono – un intervallo dissonante “proibito” che la trattatistica medievale chiamava “diabolus in musica”, e che nella storia della musica è stato tipicamente associato a manifestazioni nefaste – come nel tema per tromboni che si sente all'inizio della fantasia per orchestra Una notte sul monte calvo di Modest Musorgskij, che infatti descrive un sabba di streghe. Come l'Arca si rivelerà una trappola letale a chi credeva di trovarvi un tesoro magnifico da usare per i propri scopi, così il suo leitmotiv ne anticipa la natura pericolosa e la minaccia che si nasconde al suo interno.

A detta di molti il migliore film della serie, Raiders è esempio da manuale di una sceneggiatura che bilancia mirabilmente azione, humour, mistero, orrore, amore, fanta-storia, mito, e un film che andrebbe studiato per la perfetta regia di Spielberg che, con un'economia di mezzi rara nel cinema d'azione/avventura spesso frastornante dei giorni nostri, scandisce con precisione e sapienza un ritmo che non perde un colpo. Il film è impensabile senza la musica di Williams e l'indimenticabile marcia di Indiana Jones, che è ormai diventata l'identificativo sonoro della grande avventura. Sentire questa magistrale partitura suonata dal vivo permette di vedere (e ascoltare) Raiders of the Lost Ark con un coinvolgimento sensoriale mai provato prima, e di apprezzare appieno il genio drammaturgico e musicale di John Williams e la perfetta simbiosi tra la sua arte e quella di Steven Spielberg.

Introduzione del Dr Emilio Audissino (University of Southampton, UK), autore diJohn Williams's Film Music. 'Jaws,' 'Star Wars,' 'Raiders of the Lost Ark,' and the Return of the Classical Hollywood Music Style (University of Wisconsin Press, 2014).


 

 

 
 
 

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