L’Ape musicale

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laverdi, indiana jones, milano

Promozione speciale per i lettori dell'Ape Musicale

Indiana Jones, è tornato
per una nuova avventura all’Auditorium di Milano!

Mercoledì 28 giugno 2017, ore 20.30
Giovedì 29 giugno 2017, ore 20.30

Auditorium di Milano, largo Mahler

Indiana Jones - I predatori dell’arca perduta

Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Ernst van Tiel

Il primo dei quattro film dedicati all’avventuroso archeologo interpretato da Harrison Ford viene riproposto in lingua originale con sottototitoli in italiano sul grande schermo dell’Auditorium, con la colonna sonora di John Williams eseguita dal vivo e in sincrono dall’Orchestra Verdi diretta Ernst van Tiel. Il film di Steven Spielberg, del 1981, è stato campione di incassi in tutto il mondo. Siamo nel 1936, e il professore di archeologia Indiana Jones (Harrison Ford) è incaricato dell'esercito americano di recuperare la leggendaria Arca dell'Alleanza prima che cada nelle mani dei nazisti. Con il suo inseparabile cappello e armato di frusta e coraggio, durante la ricerca che lo porta in Nepal e in Egitto, Indy ritroverà un vecchio amico (John Rhys-Davies), un vecchio nemico (Paul Freeman) e un'ex fiamma (Karen Allen). Guarda il video


Un’occasione imperdibile!

BIGLIETTI di Platea a prezzo ridotto riservati ai primi 10 che si prenotano entro il 9 giugno a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. facendo riferimento a questa promozione esclusiva (APE MUSICALE), comunicando il giorno scelto e i propri dati. I biglietti vanno acquistati tramite bonifico o presso la biglietteria dell’Auditorium entro il 23 giugno .

N.B. questa promozione è valida solo ed esclusivamente prenotando all’ufficio promozione.

Massimo 2 biglietti a testa.

 


Raiders of the Lost Ark – I predatori dell'Arca perduta

(Steven Spielberg, 1981. Musica di John Williams)

Il ritorno della grande avventura”

Pubblicizzato ai tempi della sua uscita con lo slogan “The Return of the Great Adventure”, Raiders of the Lost Ark è il primo capitolo della serie di avventure cinematografiche del Dr Henry Jones Jr., – in “arte” Indiana Jones, professore universitario e archeologo avventuriero part-time – una saga che già annovera quattro film, una serie televisiva e un quinto episodio in vista per il 2019. La leggenda vuole che nel maggio 1977, su una spiaggia delle Hawaii, Steven Spielberg e George Lucas – amici di lunga data e reduci rispettivamente da Incontri ravvicinati del terzo tipo e Guerre Stellari – stessero costruendo un castello di sabbia. Lucas si era rintanato là fuggendo da Los Angeles – dove Guerre Stellari stava uscendo nelle sale – temendo che il film fosse una disfatta commerciale. Sulla spiaggia, George parlò di una sua vecchia idea. Era la storia – anzi una serie di avventure – con protagonista un impavido archeologo che girava il mondo in cerca di tesori. Spielberg convinse l'amico ad affidargli la regia, entusiasta di poter finalmente dirigere un film come quelli di James Bond.

Ma il mondo di Indiana Jones è quanto più lontano possa esserci dall'immaginario tecnologico e contemporaneo caratteristico dei vari film dell'agente segreto britannico. Le avventure di Indiana Jones sono ambientate negli anni '30 – almeno le prime tre – e sono impregnate di un immaginario vintage. Raiders e i successivi episodi sono soprattutto un affettuoso omaggio al cinema di genere della Hollywood classica. E l'intenzione nostalgica di omaggiare apertamente e di recuperare non solo quei generi ma anche quello stile è stato il principio guida di tutti quelli che hanno contribuito al film. George Lucas – che del film è produttore e ideatore – ha ammesso che “l'essenza di Raiders è un ritorno a un tipo di cinema più antico. Si tratta di un film d'avventura vagamente simile ai vecchi serial che davano nei cinema il sabato pomeriggio. A dire il vero, i serial erano dei film di serie C, mentre direi che Raiders è un film di serie B all'antica. Ciò che mi ha spinto a fare Raiders è stato il desiderio di rivedere questo tipo di film.” Spielberg si è preparato studiando i classici d'avventura della vecchia Hollywood: “Mi sono messo a riguardare i miei film preferiti degli anni '30 e '40 e ho riflettuto su quanto rapidamente ed economicamente fossero girati”. Infatti, rispetto a Lo squalo o Incontri ravvicinati del terzo tipo, lo stile in Raiders è più sobrio e funzionale, e guarda alla cosiddetta “regia invisibile” del periodo classico. E proprio in virtù di questi consci e palesi recuperi stilistici e omaggi al cinema della Hollywood classica, Raiders of the Lost Ark si può considerare un film neo-classico.

Altrettanto affettuosamente legata ai modelli musicali della Hollywood degli anni '30 e '40 è la funambolica partitura composta dal musicista di fiducia di Spielberg e Lucas, il pluripremiato John Williams. Nel 1981 Williams descriveva così il suo lavoro sul film: “Si tratta di un magnifico film d'avventura nello stile degli anni '30 – come un film di Bogart e la Bacall ambientato nel medio-oriente. Ha una partitura di 80 minuti che ho composto tra dicembre e gennaio e che ho registrato a febbraio con la London Symphony Orchestra. È tutto nello stile di Max Steiner, cose come il tema dell'eroe e il grande tema d'amore”. Max Steiner – compositore della Hollywood classica conosciuto per le musiche di King Kong (1933), Via col Vento (1939) e Il tesoro della Sierra Madre (1948), per citare solo tre tra le centinaia di film su cui ha lavorato – ben rappresenta quello stile “antico.” La musica del cinema classico di Hollywood era basata sul turgido idioma musicale tardo-romatico ereditato da Wagner, Puccini, Rachmaninov, Richard Strauss; su tecniche operistiche quali il leitmotiv – ogni personaggio o situazione narrativa ha un proprio motivo musicale che viene ripreso ogni qualvolta tale personaggio o situazione si presenta, e rielaborato a seconda delle esigenza drammaturgiche; su una strettissima sincronizzazione tra gesti musicali e azioni visive – il cosiddetto “mickey-mousing”, dove se un personaggio cade da una scala, l'orchestra accompagna l'azione mimandola con una rapida scala discendente. E Williams recupera tutte queste caratteristiche, creando una sapiente partitura che ben esibisce sia l'affetto per quegli illustri capisaldi della musica per film, sia una rielaborazione ironica – e a tratti benevolmente caricaturale – all'insegna del divertissement: “I film di Indiana Jones sono stati molto divertenti da fare. Non c'era nulla che dovessi prendere troppo sul serio dal punto di vista musicale. Erano film spettacolari e sopra le righe. Voglio dire, c'erano i nazisti e l'orchestra sparava questi accordi drammatici come si usava negli anni '40, sapete, con la settima in basso, che sono una specie di vecchio segnale per i personaggi militareschi o malvagi. Abbiamo fatto queste cose senza ritegno, solo per il divertimento di farle”.

Il tema cardine del film è la Raiders March,il leitmotiv associato al personaggio di Indiana Jones. Dal punto di vista armonico si nota la semplice alternanza di I grado e V grado – tonica, dominante, con gli stilemi williamsiani dell'aggiunta dell'undicesima e l'eliminazione della sensibile – rotta solo nell'ottava misura dall'accordo costruito sul secondo grado abbassato, una specie di sesta napoletana in ambito maggiore. Rispetto alla progressione I-IV-I che caratterizza altri temi eroici williamsiani come Guerre Stellari o Superman, quella di I-V-I che caratterizza la Raiders March è più diatonica e meno modale, quindi suona più popolare. E rispetto a Guerre Stellari o Superman, il tema di Indiana Jones presenta sì dei tratti eroici, ma la loro natura suona meno risoluta e più ironica, e il tono generale è un po' sbruffone – perfettamente in linea col personaggio.

C'è poi un tema d'amore, come vuole la tradizione Hollywoodiana, il leitmotiv associato al personaggio di Marion. Richiamando i classici love themes è eseguito dai violini o dal flauto – strumento “femminile” – ed è smaccatamente “romantico” grazie all'effetto del nostalgico salto di sesta maggiore d'apertura sulla semi-breve, al languore della dilatazione ritmica provocata dalla terzina di semiminime – tre note su due tempi – e allo “stiramento” della linea melodica. Dice Williams: “Amavo quei vecchi temi romantici nei film della Warner Bros. come Now Voyager. Per la storia d'amore tra Indiana Jones e Marion ho pensato che la musica potesse essere come uno di quei temi degli anni '30, e che avrebbe creato un buon contrasto con l'umorismo e i momenti sciocchi.”

Infine, altro leitmotiv che spicca è quello associato all'Arca dell'Alleanza. Si tratta di un breve motivo il cui tono misterioso e inquietante è dato sia dall'armonia instabile in modo minore che oscilla tra tonalità distanti, sia dalla presenza dell'intervallo di quarta eccedente – il tritono – un intervallo dissonante “proibito” che la trattatistica medievale chiamava “diabolus in musica”, e che nella storia della musica è stato tipicamente associato a manifestazioni nefaste – come nel tema per tromboni che si sente all'inizio della fantasia per orchestra Una notte sul monte calvo di Modest Musorgskij, che infatti descrive un sabba di streghe. Come l'Arca si rivelerà una trappola letale a chi credeva di trovarvi un tesoro magnifico da usare per i propri scopi, così il suo leitmotiv ne anticipa la natura pericolosa e la minaccia che si nasconde al suo interno.

A detta di molti il migliore film della serie, Raiders è esempio da manuale di una sceneggiatura che bilancia mirabilmente azione, humour, mistero, orrore, amore, fanta-storia, mito, e un film che andrebbe studiato per la perfetta regia di Spielberg che, con un'economia di mezzi rara nel cinema d'azione/avventura spesso frastornante dei giorni nostri, scandisce con precisione e sapienza un ritmo che non perde un colpo. Il film è impensabile senza la musica di Williams e l'indimenticabile marcia di Indiana Jones, che è ormai diventata l'identificativo sonoro della grande avventura. Sentire questa magistrale partitura suonata dal vivo permette di vedere (e ascoltare) Raiders of the Lost Ark con un coinvolgimento sensoriale mai provato prima, e di apprezzare appieno il genio drammaturgico e musicale di John Williams e la perfetta simbiosi tra la sua arte e quella di Steven Spielberg.

Introduzione del Dr Emilio Audissino (University of Southampton, UK), autore diJohn Williams's Film Music. 'Jaws,' 'Star Wars,' 'Raiders of the Lost Ark,' and the Return of the Classical Hollywood Music Style (University of Wisconsin Press, 2014).


John Towner Williams: Note Biografiche

1932 – John Towner Williams nasce a Flushing, Queens (New York), l’8 febbraio. Il padre è John Francis Williams, percussionista nella CBS Radio Orchestra e membro del celebre “Raymond Scott Quintette.” John inizia a suonare il pianoforte a sette anni, studiando anche il trombone, il clarinetto, la tuba, il violoncello e il fagotto.

1948 – Si trasferisce a Los Angeles con la famiglia. Dirige e arrangia per le orchestre studentesche fin dai tempi del liceo. Diventa allievo del pianista e orchestratore hollywoodiano Robert Van Epps e in seguito del compositore Mario Castelnuovo Tedesco. Frequenta anche i corsi di musica della University of California at Los Angeles.

1952/54 – Svolge il servizio militare in aeronautica, arrangiando e dirigendo musica per la banda militare. Si trasferisce poi a New York, dove viene ammesso alla prestigiosa Juillard School of Music. Contemporaneamente lavora come pianista jazz nei locali della città.

1956 – Si trasferisce a Los Angeles e viene assunto dalla Columbia Pictures and Records come pianista. Attivo come compositore cinematografico dall'inizio degli anni '60 – con il nome di “Johnny Williams” – riceve la prima nomination all’Oscar per Boon il saccheggiatore (The Reivers, 1969).

1972 – Vince il primo dei suoi cinque Oscar per la direzione e gli arrangiamenti musicali di Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof).

1974 – Sugarland Express segna l'inizio di un lungo e fruttuoso sodalizio artistico con Steven Spielberg, che con Lo squalo (Jaws, 1975) darà enorme visibilità a entrambi, facendo vincere a Williams il suo secondo Oscar (ma il primo per musiche originali).

1977 – Inizia il lungo percorso a fianco di George Lucas nella saga di Star Wars e vince il terzo Oscar. Williams continuerà a lavorare alla saga di Star Wars per i successivi quarant'anni.

1980 – Viene nominato direttore della Boston Pops Orchestra (l'orchestra più famosa d'America). Nel 1985 compie la prima tournee americana con i Boston Pops e nel 1987 la prima tournee in Giappone. Alla fine del 1993 lascia la carica e diventa direttore emerito, mantenendo un'attiva collaborazione con l'orchestra.

1984 – Viene chiamato a scrivere il tema ufficiale delle Olimpiadi di Los Angeles (Olympic Fanfare and Theme), primo dei numerosi pezzi scritti per il Comitato Internazionale Olimpico: nel 1987 We're Looking Good per le Paralimpiadi; nel 1988 Olympic Spirit per i giochi di Seul, e nel 1996 il tema ufficiale del centenario delle Olimpiadi moderne (Summon the Heroes). Nel 2002, nel giorno del suo settantesimo compleanno, dirige in mondovisione Call of the Champions, per le Olimpiadi invernali di Salt Lake City. Williams è stato insignito dell'Ordine Olimpico.

2006 – È candidato all'Oscar per due film– cosa non inusuale per lui – e sorpassa così le 43 nomination del compositore Alfred Newman, diventando la seconda persona con più candidature nella storia, dopo Walt Disney. Ad oggi, Williams ne ha accumulate 50.

2014 – Inizia a lavorare sul primo film della nuova trilogia di Star Wars (The Force Awakens,J. J. Abrams, 2015).

2015 – Prolifico compositore anche di molta musica concertistica, Just Down West Street…On the Left, è la più recente di molte commissioni ricevute negli anni da importanti orchestre e istituzioni musicali, eseguita lo scorso 5 luglio a Lenox (Massachusetts, U.S.A.) per il 75° anniversario del Tanglewood Music Center.

2016 – Realizza le musiche del nuovo film di Steven Spielberg, Il Grande Gigante Gentile (The Big Friendly Giant), tratto dall'omonimo libro di Roald Dahl. Il 19 aprile è stato insignito del “Ordre National des Arts et Lettres”, la più importante onorificenza del governo francese nel campo delle arti. Il 9 giugno ha ricevuto il premio alla carriera dell'American Film Institute, la prima volta per un musicista.

2017 – A 85 anni è ancora attivissimo, al lavoro sull'ottavo capitolo della saga di Star Wars (The Last Jedi, Rian Johnson, 2017) e sul nuovo film di Steven Spielberg, Ready Player One (2018). In estate, al festival di Tanglewood (Massachusetts, U.S.A.), ci sarà la premiere di Markings, pezzo da concerto commissionato dalla violinista Anne-Sophie Mutter.


 

 

 
 
 

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