L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Trasfigurazione

di Michele Olivieri

In diretta streaming sulla WebTV del Teatro Teatro Massimo di Palermo il coreografo Vincenzo Veneruso ha portato in scena le fragilità e le contraddizioni della società contemporanea con il corpo di ballo diretto da Jean-Sébastien Colau. Sul podio dell’orchestra il compositore Paolo Buonvino, autore delle musiche. Ideazione e coordinamento televisivo Gery Palazzotto con la regia firmata da Antonio Di Giovanni.

PALERMO, 1° ottobre 2023 - La nuova creazione di danza contemporanea per il corpo di ballo diretto da Jean-Sébastien Colau (con Maître de ballet Guido Sarno) porta la firma del coreografo Vincenzo Veneruso che, ispirandosi a una vicenda realmente accaduta, mette in scena il dramma della violenza sulle donne. Il significato che ciascun gesto porta con sé costituisce immediatamente la chiave di lettura per lo spettatore di Anna nell’esprimere ciò che ciascuno di noi sente. Le parole possono riuscire a rappresentarci e a descriverci, ma il movimento ancor meglio delinea lo stato d’animo e i sentimenti, sia felici sia dolorosi.

L’uso di un codice corporeo preciso fa emergere ciò che è rimasto sepolto nell’anima della protagonista, qui interpretata dall’intensa Francesca Bellone al fianco di Michele Morelli, entrambi con spiccate doti. Per riuscire a rendere empatica la storia nel suo intimo, è necessario sollevare quel velo che rassicura ma che al tempo stesso cela frammenti di un passato ormai in frantumi. Le vere protagoniste di questa moderna creazione - dapprima di esaltante bellezza nei colori e nelle atmosfere di un caldo Sud e poi via via nelle tinte grigio/scure e neutrali - sono le lacrime di gioia e di disperazione che non si spegneranno mai per testimoniare la presenza di una cicatrice. Le lacrime diventano così uno dei mezzi espressivi di un’emozione che idealmente favorisce un altro linguaggio da Veneruso impastato di sentori, nostalgie e soprattutto di assenza dopo l’iniziale luce. La narrazione nella prima parte mostra un rapporto gratificante, Anna, la futura vittima, è felice delle attenzioni che riceve da Luca, si sente amata, voluta, si fida. Pian piano il futuro per lei incomincia a mutare in un microcosmo privato che si fa desolato, spingendola a rifugiarsi all’esterno di sé. Malgrado ciò Luca continua a essere l’unico punto di riferimento, considerato ancora parte del proprio sogno. Fino a quando la consapevolezza pone la protagonista di fronte a una nuova realtà per ricostruire un percorso, nonostante tutto. Il silenzio spesso inaridisce e fa morire la vita interiore nonostante quella esteriore. Anna è una storia dei giorni nostri. E, giustamente, anche la danza entra nelle pieghe del presente come spesso è accaduto negli storici balletti classici accademici del grande repertorio. Ottima la preparazione del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di cui fanno parte i due interpreti protagonisti, accanto a Alessandro Cascioli (fratello di Anna), Lucia Ermetto (madre), Andrea Mocciardini (padre), Alessandro Casà, Giovanni Traetto (cognati), Yuriko Nishihara, Michaela Colino (sorelle) Francesca Davoli, Annalisa Bardo Diego Mulone, Riccardo Riccio (personale della Clinica), Stefania Maria Carlotta, Fabiola Galati, Valentina Ingrassia, Alessandra Urrata (voci).

Capitolo a sé per la scelta musicale che attinge ad alcune tra le più significative colonne sonore cinematografiche del compositore siciliano Paolo Buonvino che ha diretto l’orchestra del Massimo, ben riuscendo a sottolineare i punti salienti della drammaturgia. La danza contemporanea proposta da Veneruso è ricca di tecnicismi per singolarità nello studio e nella ricerca. Le dinamiche vengono costruite e ridefinite costantemente sulla base di una serie di assestamenti che abbracciano schemi morbidi e all’apparenza liberi, con particolare cura al “passo naturale”. Volendo connotare in poche battute il balletto “è un respiro in cui rifugiarsi per ascoltare i propri impulsi”.


Michele Olivieri


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