L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Variazioni di felicità

di Sergio Albertini

Splendida serata, al Lirico di Cagliari, con due interpreti di grandi qualità tecniche, artistiche e comunicative come Ettore Pagano, vero e proprio prodigio del violoncello, e l'ottima direttrice Alevtina Ioffe.

CAGLIARI, 10 giugno 2023 - Ci sono serate a teatro che restano nella memoria. Ci sono concerti che ti danno talmente tanto in termini di qualità, di potenza interpretativa, di stupore che non riesci a non urlare di gioia al termine. Accade. Non di frequente, ma accade. Questo dimostra, se mai qualcuno avesse dubbi, che oggi la scena offre artisti capaci di continuare una lunga tradizione di eccellenza. Questo significa che il pubblico, spesso prodigo di applausi immeritati, sa riconoscere il vero talento ed esplode, oltre il formale consenso.

Metti una sera al Lirico di Cagliari. Il debutto di un vero e proprio 'mostro' come Ettore Pagano. Un inizio calmo e romantico, con il Notturno op.19 n.4(Ноктюрн) per violoncello e orchestra di Čajkovskij. Nato come quarto dei Sei pezzi per pianoforte, il brano venne una prima volta trascritto per violoncello e pianoforte da Wilhelm Fitzenhagen, tedesco di nascita ma titolare di cattedra al Conservatorio di Mosca, solista della Società Musicale Russa e direttore della Unione musicale e orchestrale moscovita. Qui nasce la sua amicizia con Čajkovskij, di cui esegue in prima esecuzione tutti e tre i quartetti, il Trio, ed è dedicatario delle Variazioni su un tema rococò. Čajkovskij riprende questa sua pagina pianistica del 1870 e, diciotto anni dopo, partendo dalla trascrizione di Fitzenhagen, a Parigi la orchestra per il violoncellista Anatolij Andrevic Brandukov. La tonalità viene trasportata da do diesis a re minore, agli archi vengono aggiunte coppie di legni (flauti, oboi, clarinetti e fagotti) e due corni. In questo vero e proprio pezzo lirico, Ettore Pagano incanta immediatamente già dall'esposizione del tema, impostato sul registro alto dello strumento, mentre avvolge con un canto di estrema morbidezza nel secondo episodio (che Stravinskij utilizzerà anni dopo all'interno del suo balletto Le baiser de la fée). In bella evidenza anche l'elegante controcanto al flauto di Riccardo Ghiani.

Alevtina Ioffe dirige la pagina di Čajkovskij senza bacchetta, bacchetta che arriva invece per il pezzo successivo, il Concerto-Rapsodia per violoncello e orchestra di Aram Khachaturjan, pannello di una trilogia di concerti-rapsodia accanto a quelli per violino (1961) e per pianoforte (1968).

La partitura, dedicata a Rostropovich, che la eseguì in prima nel 1964, si avvia a diventare il cavallo di battaglia attuale di Ettore Pagano. Il ventenne violoncellista romano, primo premio assoluto in oltre 40 concorsi nazionali ed internazionali, proprio a Yerevan (giugno 2022) ha vinto il Concorso Aram Khachaturian (dove nella doppia prova finale con orchestra ha eseguito prima il Concerto di Elgar e poi proprio il Concerto-Rapsodia di Khachaturian). Nell'esecuzione cagliaritana ha dominato la scena per la maturità espressiva – nonostante la giovane età -, per una esecuzione infuocata di una pagina che già per scrittura è tagliente, caleidoscopica nel continuo avvicendarsi dei temi, che sfiorano ora la liricità, ora il rimando folclorico; la tecnica assolutamente funambolica di Pagano, l'indubbio talento, l'energia sprigionata nell'esecuzione hanno fatto letteralmente esplodere la sala, che ha richiamato più e più volte il violoncellista, abbracciato con slancio sincero da Alevtina Ioffe, ideale compagna dal podio. Il primo dei due bis, come quasi di rito nei concerti di Pagano, è la Lamentatio per voce e violoncello di Giovanni Sollima; una pagina che fonde echi balcanici e un uso pressoché totale dell'intera gamma di possibilità sonore dello strumento, dalle corde battute con l'archetto ai glissandi, su cui si innesta un canto sommesso, 'lamentoso'. Di suo, ho colto nell'esecuzione di Pagano una malinconia aggiunta, una simbiosi corpo/strumento che ne amplificava e 'fisicizzava' ulteriormente il valore.

Nella seconda parte, con il Concerto per orchestra di Bartók, vede protagonisti assoluti la compagine del Lirico in forma smagliante, ma soprattutto la direttrice, Alevtina Ioffe. Già dall'attacco dell'Introduzione lenta, con quel pianissimo dei violoncelli e dei contrabbassi, seguito dall'impalpabile fremito dei violini s'è intuito che quel gesto netto, quella precisione nella gestione delle sezioni apparteneva a una grande direttrice. La Ioffe ha iniziato relativamente da poco (dal 2018) la sua attività internazionale, partita dalla Germania (con la Bayerusche Staatsoper è disponibile in dvd la sua edizione della Iolanta di Čajkovskij associata a Mavra di Stravinsky) e che ha toccato tutta l'Europa ed anche gli Stati Uniti. L'orchestra ha mostrato un controllo dinamico da antologia, dal pianissimo a mo' di fanfara del tema breve iniziale eseguito dalle trombe (meritano l citazione: Matteo Cogoni, Dari Zara, William Castaldi) al procedimento fugato dei tromboni, di luminosa irruenza (Luca Mangini, Salvatore Cantali, Antonello Congia, Massimiliano Coni). Legni e trombe sono guidati dalla Ioffe nell'Allegro scherzando del secondo movimento in una grottesca dimensione che ci lascia la speranza di poterla riascoltare ancora a Cagliari magari in un tutto Šostakovič o Prokof'ev. Nel Presto finale la Ioffe si lancia, quasi fisicamente, in una girandola vertiginosa (menzione speciale per i corni: Lorenzo Panebianco, Federico Mauri, Alessandro Piras, Alessandro Cossu) in cui il massiccio organico orchestrale riesce quasi a danzare in un unisono di complessa bravura. Fino alle ovazioni trionfali che accolgono l'orchestra e la direttrice, chiamata più volte, visibilmente felice e commossa, l'abbraccio col primo violino, gli occhi brillanti di felicità. La stessa felicità che si respirava in platea e nelle due balconate, in un applauso che sembrava non voler terminare mai.

Grandissima serata.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.