L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Le forme dell'anima

di Roberta Pedrotti

Mentre nella città alta, nella casa natale di Donizetti, i ragazzi della Bottega, l'accademia formativa del festival bergamasco, sciorinano il repertorio d'affetti e bozzetti della musica vocale da camera, in città bassa il cartellone prevede anche uno spettacolo off in discoteca. Due diversi aspetti del potere pervasivo dell'opera nella vita come veicolo universale di un'educazione emotiva e sentimentale.

BERGAMO, 16 novembre 2023 - Primi anni '90. Immaginate una ragazzina di terza media in gita scolastica, una di quelle settimane bianche confezionate un po' fantozziane per le scuole in località sperdute dove è un'utopia perfino comprare una cartolina. Immaginate che si prenda pure la febbre e quindi si rintani nel buio e nel tepore della camera con il conforto del walkman e di qualche audiocassetta: Don Giovanni diretto da Giulini con Ghiaurov e Bruscantini, una raccolta di sinfonie rossiniane dirette e suonate da non si sa chi, Ermione con Antonacci Blake e Merritt. Febbricitante, vorrebbe solo ascoltare Mozart e Rossini e riposare per i fatti suoi, i professori (in primis quello di musica) pensano sia preda di qualche oscuro nembo adolescenziale. In realtà, al netto dell'influenza e della gita da incubo, il suo principale problema era non riconoscersi nei problemi che gli schemi educativi volevano attribuire a quell'età, lo posso garantire perché ero io e per fortuna avevo la mia musica, e dopo qualche mese anche l'inizio del ginnasio.

Bergamo, 2023, un locale qualsiasi. Lu è nata (usiamo il femminile, ma nel corso della serata non si scioglie in maniera netta la definizione di un'identità) anatomicamente come ragazzo da genitori che vogliono vederla solo come un maschio, un maschio “vero”, anche se quel figlio è un po' strano, va corretto, pensano, guarito, è confuso, bisogna trovagli una ragazza e convincerlo a fare il suo dovere e dar loro dei nipotini. E Lu ne muore. Lu (David Blank), appassionata d'opera, consuma la sua esistenza parallelamente al titolo del suo cuore, Lucia di Lammermoor e sarebbe facile far spallucce e parlar di stereotipo, della solita associazione fra mondo queer e mondo melomane. Sarebbe facile, ma troppo sbrigativo, specie se ci si può ricordare di un momento della propria vita in cui ci si e accoccolati da soli palpitando con un personaggio di Mozart o Puccini, di Rossini, Verdi o Donizetti. L'opera è una delle più grandi scuole di educazione sentimentale, emotiva, una lezione di empatia e consapevolezza, nelle nostre piccole, semplici esperienze personali e non solo in casi estremi come quello di Lu, ma i casi estremi – esattamente come in un libretto d'opera – sono quelli davvero esemplari, capaci di diventare universali. E, quindi, si possono declinare in vari modi: LuOpeRave non è una tentativo di commistione dei generi, un esperimento divulgativo; è uno spettacolo a sé, una narrazione teatrale e musicale articolata in episodi che irrompono in una serata apparentemente come tante in un locale. Sviluppato da un team di qualità, il linguaggio è coerentemente eclettico: canzoni dal sapore di musical, techno, un violino elettrico (HER) e un soprano (Laura Ulloa) che fa echeggiare note donizettiane in uno stile necessariamente, significativamente alieno e seduttivo. Il pubblico di avventori, peraltro, non è nemmeno catalogabile: ragazzi che fanno bisboccia senza rinunciare a quattro chiacchiere in un angolo più tranquillo, gente più matura che racconta esperienze di teatro d'avanguardia e si butta in pista scatenata; incontri senza sballi, disimpegno impegnato.

BERGAMO, 19 novembre 2023 - Dopotutto, arrampicandoci invece una domenica mattina là dove Donizetti è nato (anzi, pochi metri più in su, dato che il concerto si svolge in una bella saletta panoramica nella palazzina in cui Gaetano vide la luce nell'oscurità dei piani interrati) il recital Casa & Bottega non è che un'altra faccia di questa medaglia, con le ottime giovani voci, appunto, della Bottega del Festival a intonare il panorama di immagini e il repertorio di affetti delle pagine cameristiche, dalle Soireés d’automne à l’Infrascata e dalle Nuits d’été à Pausillippe. Musica nata per accompagnare situaizoni intime e conviviali sciorinando una casistica espressiva e sentimentale che diventa una sorta di dizionario emotivo. I soprani Floriana Cicìo e Sabrina Gárdez, il mezzosoprano Maria Elena Pepi, il tenore Davide Zaccherini e il baritono Eduardo Martínez mostrano tutti buona emissione, ottima dizione e bell'affiatamento, a rafforzare le impressioni positive sortite ascoltandoli in piccole parti nelle tre opere principali. Al pianoforte Hana Lee si conferma una delle colonne portanti del festival e della sua divisione formativa, guidata da Giulio Zappa.

Passeggiando dalla città bassa alla città alta, dai sotterranei underground ai limpidi panorami sugli orizzonti più lontani, l'opera non è solo ostensione sul palco in un teatro. È vita, in tutte le sue forme.


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