L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Il primo dei due lavori in DVD che andiamo ad analizzare fu messo in scena a Trieste nel 1966, per poi essere trasmesso dalla Rai, in un'epoca in cui spettacoli del genere, che ancora sarebbero notevolmente apprezzati, avevano una diffusione mediatica maggiormente conforme alla loro meritata fama. Purtroppo l'edizione triestina soffre tutti i vizi del periodo degli anni sessanta: il libretto viene più volte edulcorato da allusioni troppo apertamente trasgressive, il principe russo Orlowsky (sic) acquista decisa virilità, essendo interpretato da un basso, anziché dal consono mezzosoprano en travesti, ma, soprattutto, viene inopinatamente tagliata la celeberrima Tritsch-Tratsch-Polka, del grande finale del secondo atto, per essere sostituita dall'esecuzione di An der schönen blauen Donau e altri balli d'alta società, che, certo, rendono alla perfezione l'atmosfera di un salotto viennese della seconda metà dell'ottocento, ma indeboliscono la vicenda, mossa dalle trame del Doctor Falke, nei suoi propositi di vendetta nei confronti di Gabriel von Eisenstein. Il grande baccanale, ambientato nella dimora, del ricco aristocratico russo perde di mordente e quelle del possidente viennese appaiono più innocenti scappatelle, che non vere e proprie fughe perversamente erotiche. L'ambientazione registica è d'epoca e casa Eisenstein è il tipico appartamento d'un ricco borghese austriaco: sfarzoso e ben arredato. I dettami del libretto sono rispettati minuziosamente, nel solco di una tradizione semplice e niente affatto manierata. Punto debole della regia, ma - lo ribadiamo - dovuto alle convenzioni degli anni sessanta del XX secolo, è il secondo atto: le danze sono certamente ben eseguite, tuttavia viene resa solo l'immagine oleografica e iconografica dell'Austria felix, con una concezione piuttosto stereotipata e macchiettistica dell'ambiente. Il terzo atto riporta lo spettacolo su un buon livello visivo, grazie anche all'ottima prova drgli interpreti. Astro della compagnia di canto fin dal principio è Alvinio Misciano, cantante raffinato e moderno, nel miglior senso del termine. Il suo Gabriele di Eisenstein è ammiccante e malizioso nella giusta misura; la recitazione è di altissimo livello, la presenza scenica nobile e consona al personaggio. Nel corso di tutta la rappresentazione compensa ampiamente le pecche delle convenzioni censorie che si dicevano ed entra perfettamente nel personaggio straussiano, cogliendo appieno lo spirito dell'operetta. Va reso un plauso a un interprete di tal livello, il quale avrebbe certamente meritato maggiori riconoscimenti per la sua arte. Ottima anche l'Adele di Edith Martelli, abilissima nel trasferire l'impostazione dal registro parlato al cantato, è attrice spigliata dalla notevole tecnica canora e un bel timbro scuro, sicura nell'offrire una prova ampiamente apprezzabile. Sullo stesso livello la prima ballerina Ombretta de Carlo, bella e brava Ida, cui viene omessa l'intera parte cantata, ma le viene data opportunita di mettere in mostra tutte le sue grazie e abilità nel corso di ogni danza nel palazzo di Orlofsky. Enrico Dezan era un Ranocchio apprezzabile, con una punta interpretativa nel monologo del terzo atto, che gli da modo di offrire una rimachevole prova da consumato caratterista. Un gradino al di sotto degli altri protagonisti la Rosalinda di Edda Vincenzi, corretta tecnicamente, ma dall'interpretazione piuttosto insipida, considerando che in un'operetta si richiederebbe un brio maggiore in accenti e atteggiamenti. Come si diceva, il principe Orlofsky (Claudio Giombi) viene qui intepretato da una voce maschile, scelta non razionalmente condivisibile nell'economia della composizione, benché la prova resa siapiacevole e di buon livello. Carlo Franzini è un Alfredo divertente e divertito, capace di prodursi in una gran varietà di accenni al repertorio lirico italiano. Il dottor Falke (vero motore dell'intera vicenda) è un efficace Guido Mazzini; degno di nota anche il Frank, direttore delle carceri, di Renato Cesari. Completa il cast Walter Artioli nel ruolo dell'azzeccagarbugli Blind. La regia di Vito Molinari risulta, benché edulcorata, sufficientemente accattivante e coinvolgente. Qualità di scene e costumi, a cura di Giorgio Veccia, sono eccellenti. Belle e ben eseguite le coreografie di Gira Geert. Forse per motivi legati alla registrazione d'epoca non appare eccelso il suono dell'orchestra diretta da Hans Walter Kaempfel. Il maestro del coro è Giorgio Kirschner, i complessi quelli del teatro Verdi di trieste, la versione ritmica italiana di G.Trampus. Peccato per la qualità della veste grafica del DVD, priva di qualunque informazione, se non assolutamente generica, relativa allo spettacolo. Resta, ad ogni modo, un documento importante da conservare gelosamente nella propria videoteca. Si consiglia anche l'attenta visione dei contenuti extra, specialmente il dietro le quinte dell'edizione 2005 e quello relativo al museo dell'operetta “Carlo Schmidl” di Trieste.


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