L’Ape musicale

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L'Ottocento: Verdi, opera e non solo

Giuseppe Verdi esordisce al Teatro alla Scala nel 1839 con l’Oberto, conte di San Bonifacio, ottenendo grande apprezzamento da parte del pubblico che gli garantisce ulteriori commissioni; nel 1840 fa in scena con poco successo Un giorno di regno, mentre nel 1842 è la volta di Nabucco, che consacra il compositore di Busseto anche in virtù di quel patriottismo che il pubblico riconoscerà anche in opere come Giovanna d’Arco e I Lombardi alla prima crociata.

Quello che sembra essere un rapporto idilliaco continuativo è, però, destinato a un brusco arresto: controversie artistiche ed economiche fra Verdi e gli impresari teatrali insorte in occasione della rappresentazione della Giovanna d’Arco del 1845 spingono il compositore a interrompere i rapporti col Teatro alla Scala, che, orfano di Verdi, sembra attraversare un periodo non facile. Tuttavia, se può avvalersi solo di sporadiche apparizioni di titoli rossiniani, il teatro vanta comunque un’assidua presenza di opere belliniane e donizettiane. Dopo l’Unità d’Italia permane il prestigio del teatro milanese, fra difficoltà più o meno grandi e memorabili successi, nonché ritorni: nel 1869 Giuseppe Verdi ripropone La forza del destino, rivista dopo la prima versione che aveva esordito a S. Pietroburgo. In quegli anni vi è anche il debutto scaligero di Richard Wagner: nel 1873 abbiamo la rappresentazione del Lohengrin e la varietà di linguaggi, con l'attenzione al dibattito fra scuola italiana e novità tedesche, offerta dalla Scala garantisce sempre il successo e l'interesse del pubblico. In seguito al suo rientro, Verdi fece udire per la prima volta al pubblico milanese ed europeo l’Aida nel 1872, la nuova versione del Simon Boccanegra nel 1881, l’Otello nel 1887 e Falstaff nel 1893. Un altro grande nome per il Teatro alla Scala è quello di Ponchielli: la prima assoluta della Gioconda avviene nel 1876 proprio nel tempio (non solo) verdiano.

Celebri compositori hanno portato le loro opere alla Scala, ma, al compiere del primo secolo di attività, il Teatro alla Scala, nato per l’opera e il balletto, annovera anche numerose esecuzioni di musica sinfonica. Il 28 ottobre 1813 il trentunenne Nicolò Paganini, virtuoso violinista , si presenta al Teatro alla Scala: fra il 1813 ed il 1827 darà undici concerti e non sarà l’unico solista a esibirsi durante le stagioni concertistiche scaligere. Ricordiamo anche Alessandro Rolla, primo violino della Scala che si esibiva in coppia col figlio Antonio, anch’egli violinista, e Charles-Philippe Lafont, primo violino alla corte di Luigi XVIII, che tra l’altro sostenne una celebre sfida con Nicolò Paganini. Nel 1838 Franz Liszt porta le sue doti pianistiche a Milano contribuendo alla diffusione del repertorio cameristico. Anche il pianista Sigismund Thalberg e il contrabbassista Giovanni Bottesini hanno calcato le scene della Scala; grandi compositori ed esecutori hanno consacrato il proprio talento a questo magnifico teatro, dove compaiono anche i primi grandi direttori d'orchestra, a partire da Antonio Mazzucato, concertatore dal 1854 e il primo a salire sul podio con la bacchetta all'uso moderno nel 1866 per L'africana di Meyerbeer,  a Franco Faccio fino alla figura emblematica di Arturo Toscanini. [segue]


 

 

 
 
 

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