L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

la traviata

Note di regia di Alice Rohrwacher

L’impossibile altrove

Abbiamo studiato a fondo la figura di Violetta: a partire da quella di AlphonsineDuplessis, realmente esistita, morta giovanissima, una ‘meteora’ che ispirò la MargueriteGautier protagonista de La signora delle camelie, romanzo scritto da Alexandre Dumas figlio, che ne realizzò anche un dramma teatrale. Giuseppe Verdi vi assistette durante il suo soggiorno a Parigi e decise che quello sarebbe stato il soggetto dell’opera che avrebbe debuttato alla Fenice di Venezia. Lo decise perché quel giorno sul palco del teatro non vide una storia avventurosa che lo trasportava altrove, ma vide una storia che lo riportava alla sua vera vita, alla relazione con la cantante Giuseppina Strepponi di cui tutti nella provincia mormoravano, alla lotta tra la vita, con i suoi desideri, e il destino, con le sue leggi, naturali e sociali. Traviata,quindi, non è un viaggio verso un altrove, ma un viaggio verso dentro, verso il vicino, l’aderente, il personale.  

Anche noi quindi andando a ritroso in queste storie, abbiamo ricostruito la vita vera di una giovane, Alphonsine, con un’esistenza piena di disavventure, che dalla campagna finisce a Parigi ed il cui talento nello scegliere come presentarsi, come essere, è talmente evidente che in due anni diventa la mantenuta più ricercata di Parigi. Addirittura scrive Dickens nel suo soggiorno a Parigi: “Da diversi giorni i quotidiani hanno lasciato perdere tutte le questioni politiche, artistiche ed economiche. Ogni cosa impallidisce al cospetto di un incidente assai più importante: la morte romantica di una gloria del demi monde, la bella e famosa Marie Duplessis<” (Parigi, 1847).

Dalla vita vera al romanzo, al dramma teatrale, all’opera abbiamo compiuto questa strada a ritroso: abbiamo cercato dimantenere l’immagine di una giovane, che costruisce un suo mondo, e quando cerca di lasciarlo per un vero amore, per Alfredo, non se ne va verso un altrove, ma sradica quello che aveva costruito, prova a tornare indietro. Ma si può? Soprattutto, è in grado Alfredo di sostenerla in questo delicato momento?

Abbiamo lavorato su un paesaggio dell’anima, con riferimenti concreti ma al tempo stesso posizionati in un luogo irreale. Abbiamo creato uno spazio scenico dove non vi è possibilità di andarsene, lo spazio del “popoloso deserto che appellano Parigi”, una valle in cui si sta girando un film e Violetta è la protagonista, la star. È lei l’unica che abita un altro tempo, il suo, quello dell’Ottocento, mentre coro e solisti sono i lavoratori del set. Sono in camice (il camice è dei dottori, ma è anche, fino alla seconda metà del Novecento, un attributo di chi lavora in teatro o al cinema). Anche Alfredo è parte di questi lavoratori e Violetta è sola con tutti o sola contro tutti, creatura che tutti celebrano e che tutti usano. Quindi sono partita da uno spazio – il set cinematografico – che conosco bene, ma è una sorta di set astratto, il set dell’anima appunto, dove Violetta ha costruito il proprio mondo.

E l’incontro con Alfredo fa sì che ella rinunci a quel che ha costruito. La mia Violetta non va altrove, ma fa a meno: torna in campagna, alle origini. Ma il suo passato non si può eliminare, incombe su di lei e infatti le ricadrà addosso. Così come quando sradichi una pianta, poi non puoi più rimetterla nel buco che prima occupava, per Violetta non c’è più modo di rimettere le cose come erano prima.Di fatto, abbiamo cercato di raccontare la storia di una bambina, diventata famosa, che cerca di tornare indietro, ma in questo modo sradica quello che aveva costruito e, come un albero, si secca, viene abbandonata.

Alfredo è un giovane che viene portato in questo set e a differenza di altri, che sanno adorare Violetta, non ne è capace: è goffo, cresciuto all’ombra del padre, una figura che può ispirare tenerezza con quel suo essere impacciato di fronte a una situazione in cui tutti sanno cosa fare, meno lui. È un ruolo chiave, perché è colui che provocherà lo sradicamento di Violetta. Verdi, in quest’opera, colloca la felicità dei due amanti fuori campo. Non li vediamo mai felici insieme nella vita quotidiana. Le famose «tre lune d’amore» di cui ci parla Alfredo restano negate al nostro sguardo. Si innamorano e subito cominciano i problemi. Da una parte Violetta, dall’altra Alfredo che, una volta abbandonato, entra nelsuo incubo, popolato da tutto ciò che egli si immagina che Violetta possa fare mentre lui non c’è. Alfredo non ce la fa ad amare Violetta e, pian piano, si trasforma nell’ancor più odiosa figura del padre, nonostante i suoi tentativi di liberarsi da quest’ombra.

Traviataè un’opera il cui racconto, rispetto ad altre opere, decide di essere semplice, umano e che scandaglia l’animo di un personaggio, più che raccontare un’avventura: ed è questo ciò che lo rende non contemporaneo, ma fuori del tempo. Pertanto, per me non è possibile ambientare Traviata in un’epoca storica altra: mi pare che questa vicenda possa o venire ambientata letteralmente nell’epoca a cui appartiene o è una vicenda che va al di là delle epoche. Anche il set cinematografico è una sorta di astrazione, non a caso i lavoratori indossano camici, copiati dalla realtà: quando gli operatori li indossavano sopra i propri abiti. L’unica che vive a modo suo e nel suo mondo è Violetta, con il suo costumeottocentesco, di cui, pian piano, si libererà.

Vi saranno nel primo atto alcune proiezioni, che riproducono le scene che si girano sul set: mentre quelle successive saranno più intime e familiari, come se la mamma di Violetta, da piccola, le avesse girato un filmato.

L’immagine scelta per rappresentare l’opera evoca le mani di una bambina che sta facendo m’ama non m’ama con una margherita. Il gesto che ha reso famosa Violetta e ci ha permesso di dire che lei è sì Violetta ma è anche una bellissima bambina – come la ha definita Lella Costa – che fa i gesti di una bambina. Si trovaperòa dovere vivere in una società così crudele, dove lei oscilla tra gioco e violenza. E solo una bambina è capace di tali estremi.E in un momento dell’opera riusciremo a vedereattraverso di lei anche quella bambina che è stata.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.