L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Verdi apre la Scala

 

Inaugurazione Stagione 2018~2019

4*, 7, 11, 14, 18, 21 dicembre 2018;

2, 5, 8 gennaio 2019

ATTILA

Dramma lirico in un prologo e tre atti

di GIUSEPPE VERDI

Libretto di Temistocle Solera e Francesco Maria Piave

(Edizione critica della partitura a cura di Helen M. Greenwald,

University of Chicago Press e Casa Ricordi, Milano)

Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 17 marzo 1846

Prima rappresentazione al Teatro alla Scala: 26 dicembre 1846

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttore RICCARDO CHAILLY

Regia DAVIDE LIVERMORE

Scene GIÒ FORMA

Costumi GIANLUCA FALASCHI

Luci ANTONIO CASTRO

Video D-WOK

Personaggi e interpreti

Attila ILDAR ABDRAZAKOV

Ezio GEORGE PETEAN

Odabella SAIOA HERNÁNDEZ

Foresto FABIO SARTORI

Uldino FRANCESCO PITTARI

Leone GIANLUCA BURATTO

 

CORO E ORCHESTRA DEL TEATRO ALLA SCALA

Con la partecipazione del CORO DI VOCI BIANCHE DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Maestro del Coro e del Coro di Voci Bianche BRUNO CASONI

*Anteprima dedicata ai giovani

DATE:

Martedì 4 dicembre 2018 ~ ore 18

Anteprima dedicata ai giovani

LaScala UNDER 30

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Venerdì 7 dicembre 2018 ~ ore 18

Inaugurazione della Stagione d’Opera e Balletto 2018 ~ 2019

Prezzi 7 dicembre 2018

Platea - 2.500 euro

Palco - da 2.500 a 500 euro

Galleria - da 350 a 50 euro

più prevendita

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Martedì 11 dicembre 2018 ore 20 ~ abbonamento Prime Opera

Venerdì 14 dicembre 2018 ore 20 ~ turno B

Martedì 18 dicembre 2018 ore 20 ~ turno A

Venerdì 21 dicembre 2018 ore 20 ~ turno C

Mercoledì 2 gennaio 2019 ore 20 ~ turno E

Sabato 5 gennaio 2019 ore 20 ~ turno N

Martedì 8 gennaio 2019 ore 20 ~ turno D

Prezzi: da 250 a 15 euro più prevendita

Infotel: 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Riccardo Chailly dirige Attila,

il 7 dicembre torna verdiano

Attila inaugura la Stagione 2018/2019 in un allestimento di Davide Livermore

con scene di Giò Forma, video di D-WOKe costumi di Gianluca Falaschi. Cantano Ildar Abdrazakov nel ruolo del titolo, Saioa Hernández come Odabella,

Fabio Sartori come Foresto e George Petean come Ezio. Anche quest’anno il 7 dicembre è in diretta su Rai1 e su Radio3 e nei cinema di tutto il mondo ed è preceduto in città dal fitto calendario di eventi di Prima Diffusa.

Il 7 dicembre 2018 alle ore 18 Attila di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione d’Opera 2018/2019 del Teatro alla Scala. Sul podio il Direttore Musicale Riccardo Chailly, che prosegue la sua ricognizione del repertorio italiano ripercorrendo gli anni giovanili di Verdi: Attila segue Giovanna d’Arco , che aprì la Stagione 2015/2016, e prelude a Macbeth. L’allestimento è affidato a Davide Livermore, che dopo il debutto scaligero con Tamerlano di Händel ha già collaborato con il M° Chailly nei mesi scorsi per DonPasquale di Donizetti. Con lui la squadra formata daGiò Formaper le scene, arricchite dai video diD-WOK e illuminate daAntonio Castro, e daGianluca Falaschiper i costumi.

In scena Ildar Abdrazakov, al suo terzo 7 dicembre, veste i panni del protagonista; Saioa Hernández, che invece debutta alla Scala, è Odabella; Fabio Sartori è Foresto e George Petean Ezio. FrancescoPittari eGianluca Buratto rivestono i ruoli brevi ma non secondari di Uldino e Papa Leone. Il Corodel Teatro alla Scala e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala sono diretti dal Maestro Bruno Casoni. L’opera viene presentata per la prima volta alla Scala nell’edizione critica curata nel 2012 da Helen Greenwald per University of Chicago Press e Casa Ricordi, Milano.

Dopo Giovanna d’Arco , Madama Butterfly e Andrea Chénier, Riccardo Chailly apre la Stagione dirigendo per la prima volta Attila e confermando l’impegno a riscoprire il repertorio italiano nella sua interezza. Le direttrici di questo progetto culturale vanno prendendo forma nel corso degli anni: accanto all’approfondimento dei primi anni di formazione del percorso teatrale verdiano (Giovanna d’Arco , Attila,Macbeth), il belcanto (La gazza ladra di Rossini eDon Pasquale di Donizetti) e il Verismo(Andrea Chénier), tutti titoli che trovano eco in altre proposte di Stagione affidate ad altri artisti, sempre con un’attenzione particolare alle opere presentate alla Scala per la prima volta. In evidenza rimane il progetto pucciniano con cui il Direttore Musicale riporta al Piermarini le opere del compositore di Lucca in letture che tengono conto delle ricerche più aggiornate: dopo Turandot, La fanciulla del West e Madama Butterfly sarà la volta della prima versione diManon Lescaut (dal 31 marzo 2019) fino allaprossima inaugurazione di Stagione con Tosca.

Attila

Nona opera di Giuseppe Verdi, Attila va in scena al Teatro la Fenice di Venezia il 17 marzo 1846. Nel 1845 erano andate in scena Giovanna d’Arco alla Scala e Alzira al San Carlo di Napoli, nel 1847 sarebbe stata la volta di Macbeth al Teatro della Pergola di Firenze, I masnadieri al Her Majesty’s Theater di Londra e Jérusalem all’Opéra di Parigi. L’opera si colloca quindi in un punto nodale dello sviluppo di un Verdi che aveva già alle spalle oper e come Nabucco o Ernani e si preparava a debuttare sulla scena europea; anni di sperimentazione e ricerca sui soggetti come sulla forma drammaturgica. Fonte del libretto è la tragedia Attila, König der Hunnen (1809) di Zacharias Werner, singolare figura di poeta romantico che divenuto sarcerdote cattolico infiammò con i suoi sermoni le platee del Congresso di Vienna. Verdi, venutone a conoscenza attraverso le citazioni contenute in De l’Allemagne di Madame de Staël (che susciterà nel compositore anche l’int eresse per Don Carlos di Schiller), incarica dapprima Francesco Maria Piave e quindi Temistocle Solera di trarne un libretto, che però non lo soddisfa: inol tre Solera, riparato a Madrid in un nuovo capitolo della sua esistenza rocambolesca, tarda a consegnare la versione definitiva. Verdi richiama allora il Piave che rivede tutti i versi e stende per intero l’ultimo atto. Rispetto al dramma di Werner il libretto definitivo, radicalmente semplificato, attenua (ma non elimina) il contrasto tra la brutale integrità di Attila e l e moralità contraddittoria dei suoi avversari itali ani. Verdi sbalza sullo sfondo storico le interazioni tra i personaggi su cui si concentra ricercando sotto lo slancio eroico un sottotesto di fragilità o ambiguità psico logica. Così dopo la celebre entrata che prefigura i furori di Lady Macbeth, Odabella mostra nel corso dell’opera tratti di lirismo e vulnerabilità, e ugualmente la hybris spavalda di Attila è destinata a fare i conti con gli incubi e la forza del sovrannaturale. Del tutto inedita l’ambiguità di Ez io, valoroso generale romano che si scopre più che disponibile al compromesso, mentre più convenzionale risulta il solo Foresto. Per lui esistono due arie raramente eseguite per l’ultimo atto: Verdi scrisse infatti la romanza “Sventurato! Alla mia vita” per il tenore Ivanoff (amatissimo da Rossini) che la eseguì a Trieste nell’autunno 1846 e “Oh dolore!” per Napoleone Moriani in occasione della prima scaligera: quest’ultima tornerà nel presente allestimento, insieme ad alcune battute scritte scherzosamente da Rossini per l’inizio del III atto e oggi conservate nella collezione del Museo Teatrale.

Attila rappresenta un punto nodale anche per quanto riguarda il coinvolgimento diretto del compositorenelle scelte riguardanti l’allestimento. Verdi indicò l’inserimento di particolari effetti di luce in corrispondenza della scena della tempesta e sorgere del sole nel Prologo e dedicò particolare attenzio ne alle grandi scene di massa, forse anche in vista di una possibile ripresa di Attila all’Opéra di Parigi. La descrizione del succedersi in scena di differenti condizioni metereologiche fu ispirata a Verdi dall’ode sinfonica Le désert di Félicien David che dopo aver furoreggiato a Parigi approdava a Milano, alla Canobiana, nella traduzione del Solera.

La prima assoluta, il 17 marzo 1846 a Venezia (città lusingata da Verdi con la scena della tempesta e levar del sole a Rialto, anzi Rio Alto), fu un successo cui seguirono riprese a Trieste (città ancora più vicina ad Aquileia, dove si finge l’azione) e a Milano, dove il 26 dicembre 1846 aprì la Stagione di Carnevale. L’entusiasmo del pubblico garantì ben 31 rappresentazioni e il ritorno tre anni più tardi in un nuovo allestimento, sempre per l’inaugurazione, che si inseriva in un clima accesamente patriottico dopo l’abdicazione di Carlo Alberto a Novara il 23 marzo e la resa di Venezia all’assedio austriaco (22 agosto).

Riccardo Chailly

Il suo debutto alla Scala risale al 1978 con I masnadieri di Verdi: con le recite di Attila il Maestro conclude dunque i festeggiamenti per i suoi 40 anni di attività scaligera, nel corso dei quali ha dire tto opere di Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini, Giordano, Musorgskij, Offenbach, Stravinskij, Prokof’ev e Bartók. Con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007, con Giovanna d’Arco la Stagione 2015/2016, con Madama Butterfly la Stagione 2016/2017 e con Andrea Chénier la Stagione 2017/2018. Il suo impegno con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul repertorio italiano secondo un progetto culturale volto a valorizzarne la ricchezza e la complessità, dal Belcanto al Verismo. Proseg uirà anche il ciclo di opere di Puccini iniziato nel maggio 2015 con Turandot, evento inaugurale di Expo e proseguito nel maggio 2016 con La fanciulla del West. Un’attenzione particolare è rivolta alle opere presentate alla Scala in prima assoluta: è il caso de La gazza ladra, tornata alla Scala con la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla prima, e di Andrea Chénier. Il Maestro Chailly ha intensificato l’attività con l’Orchestra scaligera creando con i musicisti un sodalizio artistico sempre più stretto: nel 2018 ha guidato la Filarmonica in tournée per la terza estate consecutiva; in questi anni l’Orchestra è tornata regolarmente nelle principali sedi concertistiche europee tra le quali il Festival di Lucerna, i Proms il Festival di Edimburgo e la Philharmonie di Berlino. Il 2018 segna anche i 40 anni di collaborazione del maestro milanese con Decca: un percorso artistico che ha prodotto oltre 160 registrazioni e che viene festeggiato con una serie di nuove uscite: dal 30 novembre saranno disponibili in Italia il box ‘The Symphony Edition’ che raccogl ie in 55 cd l’attività sinfonica del Maestro con le sue principali orchestre, la Messa per Rossini e dal 7 dicembre il dvd e blu-ray di Madama Butterfly di Giacomo Puccini che ha aperto la Stagione 2016/2017 con la regia di Alvis Hermanis.

Lo spettacolo

Dopo il clamoroso successo del debutto scaligero con l’allestimento di Tamerlano di Händel nel settembre 2017, Davide Livermore è tornato al Piermarini firmando Don Pasquale diretto da Riccardo Chailly nell’aprile 2018. Con Attila la collaborazione tra regista e direttore, inaugurata nel 2012 con Labohème a Valencia, si rinnova su un titolo complesso, in cui Verdi sperimenta soluzioni drammatiche emusicali nuove a partire da un libretto con diverse debolezze. Livermore non precisa il tempo dell’azione, che si colloca tra gli orrori di una terra d’occupazione del secolo scorso, e punta a illuminare gli snodi psicologici del desiderio di vendetta di Odabella e la fragilità che mina il sens o di onnipotenza del protagonista. Ma Livermore si confronta anche con l’urgenza di Verdi di trovare nuove soluzioni scenografiche per creare un allestimento suggestivo e spettacolare: le grandi scene della tempesta e dell’alba a Rio Alto e del sogno di Attila diventano occasione di impiegare le risorse tecnologicamente più avanzate del teatro di oggi, così come il compositore cercava le soluzioni più avanzate del teatro del suo tempo. Per questo al fianco di Livermore torna lo Studio Giò Forma (Florian Boje e Cristiana Picco), la cui esperienza ormai consolidata nel campo del teatro d’opera affonda le radici in un’attività multiforme che att raverso l’allestimento di grandi eventi come Expo o dei palcoscenici del pop e del rock ha assimilato tutte le tecnologie dello spettacolo del nostro tempo. La scenografia, illuminata da Antonio Castro, si avvale dei video di d-Wok, agenzia guidata da Paolo Gep Cucco e specializzata in projection mapping e in warping, ovvero distorsione digitale delle immagini.

I costumi sono firmati da Gianluca Falaschi, già apprezzatissimo alla Scala per i fantasiosi e spettacolari figurini per Don Pasquale e nel 2012 vincitore del Premio Abbiati per Ciro in Babilonia al Festival Rossini di Pesaro.

I protagonisti

Ildar Abdrazakov è al suo terzo 7 dicembre. Dal debutto neLa sonnambulanel 2001 ha cantato allaScala ne La forza del destino, Macbeth, Samson et Dalilah, Iphigénie en Aulide, Fidelio, Moïse etPharaon,Carmen,Lucia di Lammermoor,Les contes d’Hoffmann ,Le nozze di Figaro,Don Carlo eErnani oltre che in numerosi concerti. Dotato di una tenica vocale e di qualità sceniche che glipermettono di affrontare un vastissimo repertorio, Abdrazakov nel solo 2018 è stato Figaro ne Le nozze e Assur in Semiramide al Metropolitan (che lo ha recentemente festeggiato per le sue 150 rappresentazioni), Attila al Liceu, Boris in Boris Godunov all’Opéra di Parigi e Mustafà ne L’italiana inAlgeri al Festival di Salisburgo prima di tornare come Silva e Attila alla Scala.

Saioa Hernández,Odabella, è al debutto al Teatro alla Scala. Nata a Madrid, ha studiato tra l’altro conFrancesco Galasso, Vincenzo Scalera, Renata Scotto e Monsterrat Caballé. Si è concentrata dapprima sui grandi ruoli belcantistici con titoli come Norma a Trieste e in diversi teatri italiani, Il pirata a Rio, Guillaume Tell a Ginevra,Zaira di Bellini a Martina Franca. Più recenti le affermazioni verdiane: nel2017 è stata Leonora a Napoli, Amalia a la Coruna e Aida a Muscat con i complessi del Regio di Torino, mentre gli impegni del 2018 hanno incluso Francesca da Rimini a Strasburgo, La Gioconda nei teatri dell’Emilia Romagna e Tosca a Parma. Nel 2019 sarà Maddalena in Andrea Chénier nei teatri dell’Emilia, Leonora ne La forza del destino a Pechino e Abigaille in Nabucco a Dresda.

Voce di riferimento tra i tenori verdiani di oggi, Fabio Sartori ha stabilito con il Teatro alla Scala un legame saldissimo fin dal suo debutto, nel novembre 1997, nel Requiem verdiano diretto da Riccardo Muti in San Marco. Poche settimane dopo, il 7 dicembre, era Malcolm in Macbeth, sempre con Muti, cui hanno fatto seguito La bohème diretta da Dudamel nel 2008 (poi con Pidò nel 2017 ), I due Foscari diretti da Ranzani nel 2009, Simon Boccanegra (con Barenboim nel 2010, Ranzani nel 2014), Attila nel 2011 con Luisotti, e nel 2013 ben tre titoli verdiani: Oberto con Frizza, Aida con Dudamel e Don Carlo con Luisi. Come Radamès torna con Zubin Mehta nel 2015, anno in cui è anche Cavaradossi con Carlo Rizzi. Tra i prossimi impegni I masnadieri a Valencia e alla Scala, Macbeth con Barenboim a Berlino e, nel 2020, Otello a Firenze con Fabio Luisi.

Attila segna il debutto scaligero anche perGeorge Petean, baritono rumeno che dopo il debutto in patriacome Don Giovanni è oggi regolarmente presente nelle stagioni dei maggiori teatri, dal Covent Garden alla Wiener Staatsoper. Negli ultimi mesi Petean è stato impegnato come Rigoletto al Massimo di Palermo e Conte di Luna alla Lyric Opera di Chicago, mentre il 2019 lo vedrà alla Wiener Staatsoper (Lucia di Lammermoor, Pagliacci, Macbeth), a Montecarlo (Otello), alla Bayerische Staatsoper (Unballo in maschera) e all’Opernhaus Zürich (La forza del destino). Nel 2020 sarà Jago accanto all’Otellodi Fabio Sartori all’Opera di Firenze.

Rai Cultura trasmette la Prima su Rai 1

Il 7 dicembre 2016 Madama Butterfly, trasmessa da Rai Cultura in diretta su Rai 1, ha battuto tutti i record di ascolti per l’opera lirica sulla televisione italiana con una media di 2.600.000 spettatori, corrispondenti al 13.48 % di share medio. Nel 2017 Andrea Chénier, titolo sicuramente meno popolare, si è imposto con 2 milioni 77 mila spettatori e uno share medio dell’11,1%. La decisione della Rai di trasmettere la Prima scaligera in diretta sulla prima rete, con la regia di Patrizia Carmine, è confermata anche per il 2018, proseguendo una collaborazione inaugurata da Paolo Grassi il 7 dicembre 1976 per Otello di Verdi con la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco Zeffirelli. Da allora la Rai e ilTeatro alla Scala hanno collaborato per far conoscere sempre meglio agli italiani lo straordinario patrimonio del melodramma.

Venerdì 7 dicembre la prima di Attila sarà trasmessa in diretta da Rai Cultura in esclusiva su Rai1 dalle ore 17.45. La regia televisiva è di Patrizia Carmine. Lo spettacolo è trasmesso in diretta anche su Radio3 e su Rai1 HD canale 501.

Oltre che su Rai 1 e Radio 3, Attila sarà trasmesso anche all’estero: in diretta/near l ive su ARTE (Francia, Germania e relativi territori linguistici), su Ceska Televize nella Repubblica Ceca, su Mtva in Ungheria e su Rsi in Svizzera, e in differita su Nhk in Giappone, su Il Media in Corea del Sud e su Rtp in Portogallo. L’opera sarà trasmessa in diretta da 17 emittenti radiofoniche internazionali host della piattaforma Euroradio, dalla Russia all’Australia.

Rai Com distribuirà inoltre l’opera in diretta in s ala cinematografica: oltre ai circa 30 cinema italiani, l’evento live di Attila raggiungerà le sale di Spagna, Svizzera, Germania, Nord Europa, Ungheria e Russia. Nel 2019 l’opera sarà replicata in differit a nelle sale di Australia, America Latina e sarà og getto di successive repliche europee.

Per il mercato dell’audiovisivo è prevista per il 2019 l’uscita di un DVD dell’ Attila.

Si avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai le 37 sedi coinvolte nei cinquanta eventi dell’iniziativa Prima Diffusa” promossa da Comune di Milano e Edison insieme al Teatro alla Scala - tra cui il Carcere di San Vittore - e il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la Prima ai cittadini.

foto Brescia Amisano


L'opera in breve

di Claudio Toscani

Dalla tragedia Attila, König der Hunnen di Zacharias Werner, un dramma ispirato dal nazionalismo germanico, Verdi trasse il soggetto di una delle sue opere giovanili più infuocate: un’opera che di lì a poco avrebbe infiammato le platee risorgimentali, pronte a interpretarla come un invito esplicito alla rivolta contro l’oppressione straniera. Quello trattato da Werner era un tipico soggetto romantico, ambientato in quel Medioevo barbarico che scatenava la fantasia dei letterati coevi e che non mancò di stimolare anche quella di Verdi. Sulla scelta del maestro esercitò, a quanto pare, un forte influsso la lettura di De l’Allemagne di Madame de Staël, in cui è riassunto il dramma di Werner. Incaricato Temistocle Solera della preparazione del libretto, Verdi ricevette gran parte del lavoro, tanto che nell’autunno del 1845 poté stendere la partitura di buona parte dell’opera. Ma Solera, che nel frattempo era emigrato a Madrid, non tenne fede agli impegni: poiché tardava a inviare le ultime scene, Verdi fu costretto a chiedere la collaborazione di Francesco Maria Piave, che effettuò modifiche importanti e stese per intero l’ultimo Atto. L’intervento di Piave, alla fine, si rivelò così radicale da provocare il disappunto di Solera e la fine del suo sodalizio con Verdi.

Sul dramma originale, il libretto preparato per l’opera di Verdi interviene con decisione. Come di norma nel melodramma italiano, i personaggi sono semplificati nel numero e nella loro dimensione psicologica; il libretto inoltre accentua la componente affettiva con l’esaltazione dei sentimenti di amore, odio e vendetta, e sottopone l’intreccio a una forte drammatizzazione. Anche per entrare subito in medias res e per instaurare subito un’alta temperatura drammatica, Verdi decide, dopo aver scritto due sinfonie, di eliminarle limitandosi a un breve preludio.

Verdi si prende molta cura nel delineare i personaggi. Un’importanza centrale spetta alla figura di Odabella, responsabile di buona parte dell’attrazione esercitata dal soggetto su Verdi. La sua doppia personalità – guerriera indomita e al tempo stesso fanciulla sensibile agli affetti – assicura l’interesse drammatico del personaggio, senza contare che i sentimenti dai quali è dominato il suo forte temperamento, il desiderio di vendetta e l’amor filiale, sono entrambi spiccatamente melodrammatici. Verdi concepisce la parte per Sofia Loewe (che già era stata la prima Elvira in Ernani), un soprano dotato di estensione e agilità: si spiegano così brani come la sua cavatina d’esordio, eccezionalmente sviluppata e vocalmente impegnativa, che scardina più d’una convenzione melodrammatica facendo già pensare a quella che sarà la vocalità di una Lady Macbeth. Ma il personaggio stimola la fantasia di Verdi anche in altri modi, ad esempio con la strumentazione straordinariamente raffinata che accompagna la sua romanza nel primo Atto, “Oh! nel fuggente nuvolo”. Anche gli altri personaggi, del resto, sono tratteggiati con cura. Attila è personaggio non meno complesso, diviso tra la sete barbarica di conquista e il terrore ispiratogli dal soprannaturale; così la scena del sogno e poi l’incontro col vecchio Leone raggiungono una straordinaria concentrazione emotiva. Più convenzionale, semmai, è il tenore Foresto, che incarna lo stereotipo dell’innamorato languido, passivo e ben poco eroico: i suoi interventi corrispondono all’espressione codificata (e convenzionale) del dolore, del rimpianto di una felicità perduta. Della romanza che Foresto intona nell’ultimo Atto esistono due versioni alternative, la prima scritta da Verdi per il tenore Nicola Ivanoff (“Sventurato! Alla mia vita”) che la eseguì al Teatro Grande di Trieste nell’autunno del 1846, la seconda (“Oh dolore! Ed io vivea) per Napoleone Moriani, che la intonò alla Scala nel dicembre dello stesso anno: entrambe corrispondono allo stereotipo dell’amante tradito che si lamenta dell’amata infedele.

Nella partitura verdiana non mancano, comunque, altri motivi di interesse. Tra le pagine più notevoli è la lunga scena che precede la cavatina di Foresto nel Prologo: è pura musica descrittiva (ispirata, a quanto pare, dall’ode sinfonica Le Désert di Félicien David), nella quale vengono raffigurati il temporale a Rio Alto, poi il sorgere del sole e le barche cullate dalle onde della laguna; il tutto era accompagnato, secondo le precise indicazioni di Verdi, da effetti di luce accuratamente studiati. Più in generale, l’enfasi posta da Verdi sugli effetti scenicospettacolari, l’insistenza sulle ampie scene di massa, costituiscono aspetti innovativi nel suo stile e nella sua concezione drammaturgica, e si spiegano – almeno in parte – con il progetto di esportare Attila adattandolo per l’Opéra di Parigi.

L’esito della prima rappresentazione, il 17 marzo 1846 al Teatro La Fenice di Venezia, non fu del tutto soddisfacente, malgrado Verdi nutrisse alte aspettative. Le prime parti, pare, non erano in perfetta forma e la loro interpretazione lasciò parecchio a desiderare. L’opera, nondimeno, divenne presto molto popolare, dal momento che interpretava i fermenti che agitavano ampi strati della società italiana e che di lì a poco si sarebbero concretizzati nella rivoluzione del 1848 e nelle guerre risorgimentali. Così, per tutti gli anni Cinquanta dell’Ottocento Attila fu sulla breccia nei teatri della Penisola, anche per motivi estranei al suo valore puramente drammatico-musicale. In seguito, anche se l’opera non uscì mai del tutto di repertorio, le rappresentazioni di Attila subirono una forte contrazione, seguendo il destino di tutte le altre opere verdiane precedenti Rigoletto. Spetterà alla renaissance novecentesca restituire all’opera il posto che giustamente le spetta.


Il soggetto

Prologo

Quadro I. Piazza di Aquileia.

Sul finir della notte Attila, re degli Unni, compare su un carro tra le rovine di Aquileia, acclamato dalle sue orde. Viene condotto davanti a lui un gruppo di donne prigioniere, malgrado il suo ordine di non risparmiare nessuno. Uldino gli dice che si tratta di un omaggio al re, dato che le vergini italiche hanno difeso con le armi i loro fratelli. Attila chiede loro la ragione di tanto valore: Odabella, figlia del defunto signore di Aquileia, gli risponde che il motivo è l’amor di patria. Colpito dal coraggio della giovane, Attila le concede una grazia: Odabella rivuole la sua spada ed egli le porge la sua. La giova-ne esulta all’idea di potersi un giorno vendicare proprio con quell’arma. Attratto da Odabella, il re le ordina di rimanere presso il suo campo. Accoglie poi il generale romano Ezio, che gli propone l’Impero di Oriente e di Occidente in cambio del dominio sull’Italia. Attila rifiuta sdegnato, Ezio ha un moto d’orgoglio.

Quadro II. Rio Alto nelle lagune adriatiche.

Dalle capanne escono alcuni eremiti che si avviano all’altare, dove ricordano la triste notte e pregano il Signore. Approdano in laguna alcune navicelle, da cui scendono i fuggiaschi di Aquileia guidati dal giovane cavaliere Foresto. Questi rivolge il pensiero all’amata Odabella, che sa prigioniera. Il coro lo esorta alla speranza.

Atto primo

Quadro I. Bosco presso il campo d’Attila.

Gli Unni, alle porte di Roma, si preparano ad assalire la città. È notte; Odabella sfoga il suo dolore e crede di scorgere tra le nuvole le immagini del padre e di Foresto. Questi compare all’improvviso, in abiti barbari, accusandola di tradirlo con il nemico; ma la giovane si discolpa e lo mette al corrente dei suoi propositi di vendetta.

Quadro II. Tenda d’Attila.

Un sogno turba il sonno del capo degli Unni: mentre sta per attaccare Roma, un vecchio gli ordina di tornare indietro e di non violare il luogo sacro. Attila, spaventato, racconta il sogno a Uldino, che lo esorta a fugare i timori; ordina quindi ai capi del suo esercito di muoversi subito alla conquista di Roma. Ma agli squilli di tromba fanno eco voci lontane che intonano un canto sacro.

Quadro III. Il campo d’Attila.

Da lontano avanza una processione di vergini e fanciulli guidata da Leone e da sei anziani, che intimano ad Attila di arretrare da Roma. Il re è sopraffatto dal terrore: il sogno premonitore si è avverato.

Atto secondo

Quadro I. Campo d’Ezio.

Ezio legge sdegnato l’ordine dell’imperatore Valentiniano che gli impone la tregua con gli Unni. Mentre il generale romano sogna la riscossa della patria, arriva un gruppo di schiavi di Attila per invitarlo al campo dei barbari. Ezio accetta l’invito. Uno di loro gli rivela di essere Foresto: gli confida che Attila sta per essere ucciso e gli chiede di piombare, a un segnale convenuto, sul campo nemico. Ezio esulta, malgrado l’esito incerto del futuro scontro.

Quadro II. Campo d’Attila.

Il campo degli Unni è pronto per il solenne convito. Mentre i guerrieri barbari intonano canti, Attila va a sedersi al suo posto; Odabella gli è accanto. Uno squillo di tromba annuncia l’arrivo di Ezio e degli ufficiali romani, tra i quali c’è anche Foresto in abiti militari.

I druidi avvertono invano Attila che i presagi sono nefasti; mentre le sacerdotesse intonano un canto lieto, un vento improvviso spegne le torce, tra lo spavento generale.

Attila ed Ezio rinnovano i loro intenti bellicosi. Quando i fuochi vengono riaccesi, Foresto indica a Odabella la coppa con il veleno destinata al re dei barbari. Ma la giovane, che rivendica solo per sé la vendetta, avverte Attila dell’inganno e gli chiede di graziare Foresto. Il re acconsente e le impone di sposarlo. Odabella esorta Foresto a fuggire, mentre gli Unni incitano il loro capo a riprendere le stragi.

Atto terzo

Bosco che divide il campo di Attila da quello di Ezio.

Foresto apprende da Uldino che stanno per aver luogo le nozze tra Attila e Odabella; avverte le schiere romane che si tengano pronte a invadere il campo nemico e, rimasto solo, rimpiange il suo amore perduto. Dall’accampamento romano giunge Ezio, pronto all’attacco. Foresto smania di gelosia, ma Ezio lo placa; arriva Odabella, fuggita dal campo degli Unni, e supplica Foresto di credere alla sua fedeltà. I tre vengono sorpresi da Attila che, vedendosi tradito, rinfaccia a Odabella la sua ingratitudine, a Foresto la grazia ricevuta e a Ezio l’aver congiurato per la salvezza di Roma. I Romani danno intanto l’assalto al campo degli Unni. Foresto si lancia per colpire Attila, ma Odabella lo ferma e trafigge lei stessa il capo dei barbari, vendicando così il padre e il suo popolo.


Riccardo Chailly

Direttore d’orchestra

Direttore musicale del Teatro alla Scala dal gennaio 2017, dal novembre 2015 è Direttore principale della Filarmonica della Scala, con cui ha programmato un denso calendario di tournée internazionali e incisioni discografiche.

Nato a Milano, ha compiuto gli studi musicali nei Conservatori di Perugia, Roma e Milano, perfezionandosi all’Accademia Chigiana di Siena ai corsi di Franco Ferrara. Il primo incarico da Direttore musicale gli è stato conferito dalla Radio- Sympho-nie-Orchester di Berlino dal 1980 al 1988. Nel 1988 ha assunto la carica di Direttore principale dell’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, incarico mantenuto per sedici anni. Nello stesso tempo è stato Direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna e dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. Nel 2016 si è concluso, dopo 11 anni, il suo impegno come Kapellmeister del Gewandhausorchester di Lipsia, la compagine sinfonica più antica d’Europa.

Dall’agosto 2016 ha assunto l'incarico di Direttore musicale dell’Orchestra del Festival di Lucerna, succedendo a Claudio Abbado.

Dirige regolarmente le maggiori orchestre sinfoniche europee: Wiener Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, London Symphony Orchestra, Orchestre de Paris. Negli Stati Uniti ha collaborato con la New York Philharmonic, la Cleveland Orchestra, la Philadelphia Orchestra e la Chicago Symphony Orchestra.

In campo operistico ha collaborato regolarmente con i maggiori teatri: oltre alla Scala, il Metropolitan di New York, la Lyric Opera di Chicago, l’Opera di San Francisco, il Covent Garden di Londra, la Bayerische Staatsoper di Monaco, la Staatsoper di Vienna, l’Opera di Zurigo. È presente con regolarità nei principali festival internazionali tra cui Salisburgo, Lucerna e i Proms di Londra.

Da trent’anni è artista esclusivo della casa discografica Decca. La rivoluzionaria incisione delle Nove Sinfonie di Beethoven con il Gewandhaus gli è valsa il prestigioso premio “Echo Klassik” come Miglior Direttore del 2012. Nel 2013 sono stati pubblicati tra l’altro l’integrale delle Sinfonie di Brahms con il Gewandhaus, che ha vinto il Gramophone Award come Disco dell’Anno, e “Viva Verdi”, realizzato con la Filarmonica della Scala in occasione del bicentenario verdiano.

E' Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana e membro della Royal Academy of Music di Londra. Nel 1998 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana; nello stesso anno la Regina dei Paesi Bassi lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine del Leone d’Olanda. Nel 2011 è stato nominato Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura francese Frédéric Mitterrand.


Davide Livermore

Regista

Torinese di nascita, è attivo come regista d’opera e di prosa dal 1999; nella sua brillante ed eclettica carriera ha lavorato inoltre come scenografo, costumista, light designer, coreografo, sceneggiatore, attore e insegnante, oltre a esibirsi come cantante nei più importanti teatri del mondo accanto ad artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, José Carreras, Mirella Freni o Zubin Mehta, con registi quali Luca Ronconi, Andrei Tarkovsky o Zhang Yimou. Ha lavorato per la Televisione della Sviz-zera Italiana come attore, sceneggiatore e regista per il film W Verdi, Giuseppe e nella serie Livermore sciò, in concorso per la Rosa d’oro di Montreux nel 1998. Dal 2002 è Direttore artistico del Teatro Baretti di Torino, avamposto di militanza culturale. Allievo di Carlo Majer, è un convinto sostenitore del teatro pubblico e della funzione di promozione sociale della cultura.

Nel 2013 è stato nominato Direttore artistico del Centre de Perfeccionament Plácido Domingo al Palau de Les Arts di Valencia, teatro di cui diviene, nel gennaio 2015, Sovrintendente e Direttore artistico.

E' creatore e realizzatore di Les Arts Volant, un teatro mobile in tour su un camion che ha portato gratuitamente l’opera nella Comunidad Valenciana a oltre 50.000 persone. Tra le sue regie più significative, Billy Budd di Britten per il Teatro Regio di Torino, il Don Giovanni che ha inaugurato la stagione 2005-2006 del Teatro Carlo Felice di Genova, I quatro rusteghi di Wolf-Ferrari alla Fenice di Venezia, La Cenerentola per l’Opera di Philadelphia, La gazza ladra al Bunka Kaikan di Tokyo, Mefistofele di Arrigo Boito per il Seoul Arts Center di Seoul; per il Teatro Regio di Torino in coproduzione con il Teatro Baretti: Bure baruta di Dejan Dukovski, La vergine della tangenziale, favola in musica di Silvio Cocco, e Canti dall’Inferno di Ramón Sampedro (da Lettere dall’Inferno), Beatriz de Dia (XII sec.), Luigi Chiarella e Roberta Cortese; Peter Pan diJames M. Barrie al Teatro Due di Parma e L’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni per lo Stabile di Torino.

Nel 2009 ha inaugurato la Biennale di Venezia Teatro con Le Sorelle Brönte.

Al Palau de les Arts ha allestito, tra l’altro, La bohème diretta da Riccardo Chailly in coproduzione con la Academy of Music di Philadelphia (2012), Otello (2013) e Laforza del destino (2014, Premio Campoamor), entrambe dirette da Zubin Mehta alPalau des Arts di Valencia per l’inaugurazione del Festival del Mediterraneo. Sempre nel 2014 ha firmato Carmen per il Carlo Felice di Genova, Falstaff per il Teatro Municipal de São Paulo e Narciso di Scarlatti diretto da Fabio Biondi per le Festwochen der Alten Musik di Innsbruck.

In Spagna ha collaborato con il Teatro Real di Madrid, il Gran Teatro del Liceu di Barcelona, l’Ópera de La Coruña, il Teatro Arriaga di Bilbao e il Teatro de la Zarzuela di Madrid. Il suo allestimento dei Vespri siciliani al Regio di Torino, che ha inaugurato le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è entrato nella classifica dei Top Ten Musical Events del 2011 per la rivista “Musical America”. Sua anche la regia dello spettacolo per il bicentenario della prima del Barbiere di Siviglia, allestito nel 2016 all’Opera di Roma e trasmesso in diretta su Rai 5. Ha inaugurato il Rossini Opera Festival nel 2013 con Ciro in Babilonia, nel 2014 con LItaliana inAlgeri e nel 2016 conIl turco in Italia.

Tra i suoi lavori più recenti: Idomeneo diretto da Fabio Biondi al Palau de les Arts, Unballo in maschera al Teatro Bol’šoj di Mosca eManon Lescaut al San Carlo di Napoli.Nel 2017 ha firmato una nuova produzione di Tamerlano, la sua prima regia per la Scala, a cui è seguita quella di Don Pasquale, diretta da Riccardo Chailly, nel marzo 2018; mentre la produzione di Aida sempre nell’anno in corso alla Sydney Opera House ha dato inizio a una prossima lunga collaborazione con il teatro australiano. Con Adriana Lecouvreur ha inaugurato la stagione dell’Opéra de Monte-Carlo del 2017-18 ed è stato insignito del Prix de la Critique de l’Europe Francophone.

Nel 2016 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. È Direttore artistico di Prodea Group.

Nel 2017 crea e firma la regia per la Royal Opera House Muscat (Oman) di The Ope-ra!, il primo musical sull’opera. L’11 ottobre 2018 è uscito il suo primo romanzo scritto a quattro mani con Rosa Mogliasso: 1791. Mozart e il violino di Lucifero.

Giò Forma

Scenografi

Studio di designer, artisti e architetti guidato da Cristiana Picco, Florian Boje e Claudio Santucci, è nato nel 1998 a Milano e spazia dal teatro d’opera ai grandi eventi nazionali e internazionali, occupandosi di mostre, musica, musei e moda.

Tra i lavori più importanti realizzati dallo studio, l’Albero della Vita e Palazzo Italia per Expo 2015, oltre ai grandi concerti per Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Jovanotti, la struttura architettonica del palco per la messa celebrata da Papa Francesco a Monza nel 2017 e il Padiglione Cartier per la design week 2018 a Milano.

Lo studio è anche autore del progetto della Leosphere, una gigantesca sfera percorribile, al tempo stesso museo dinamico e monumento teatrale, per celebrare il 45° anniversario del gemellaggio tra Chicago e Milano (2018).

Le opere liriche realizzate in collaborazione con Davide Livermore comprendono Otello a Valencia,Norma a Madrid,Falstaff a São Paulo eThe Opera! alla RoyalOpera House di Muscat (Oman), Tamerlano e Don Pasquale alla Scala. La collaborazione continua nella stagione 2017-2018 con Manon Lescaut al Teatro di San Carlo di Napoli, Adriana Lecouvreur all’Opéra de Monte-Carlo, Un ballo in maschera al Teatro Bol’šoj di Mosca,Aida e la “Trilogia Tudor” di Donizetti alla Sydney Opera House.

Claudio Santucci, Cristiana Picco e Florian Boje.

Gianluca Falaschi

Costumista

Nato a Roma, lavora per il teatro, lirico e di prosa, e per il cinema.

Debutta nella lirica firmando i costumi del Trittico di Puccini per la regia di Cristina Pezzoli. L’incontro con Davide Livermore avviene in occasione dell’allestimento del Don Giovanni, titolo inaugurale della stagione 2005-06 del Carlo Felice di Genova, opera chesegna l’inizio di un felice sodalizio proseguito con La fille du régiment al Verdi di Trieste, L’Italia del destino di Luca Mosca in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino, L’italiana in Algeri,Il turco in Italia eCiro di Babilonia al Rossini Opera Festival di Pesaro,per quest’ultimo titolo vince il Premio Abbiati 2013 per i migliori costumi.

Tra le altre opere realizzate in collaborazione con Livermore: Falstaff al Municipal di San Paolo, Carmen e Tosca a Genova, Il barbiere di Siviglia al Teatro dell’Opera di Roma nel bicentenario della prima esecuzione del titolo rossiniano e Tamerlano alla Scala. E poi ancora Adriana Lecouvreur, che ha inaugurato la stagione 2017-18 dell’Opéra de Monte-Carlo, e Aida all’Opera House di Sidney (luglio 2018).

Tra le varie produzioni a cui ha collaborato, suoi i costumi della Donna serpente di Casella per la regia di Arturo Cirillo al Teatro Regio di Torino; di Lucia di Lammermoor al Carlo Felice e in Oman con la regia di Dario Argento; Roberto Devereux e Maria Stuarda dirette da Alfonso Antoniozzi ancora a Genova; Miseria e nobiltà di Marco Tutino, lavoro tratto dalla commedia di Edoardo Scarpetta, debutto assoluto per la regia di Rosetta Cucchi; Cardillac di Paul Hindemith con la regia di Valerio Binasco al Maggio Musicale Fiorentino.In Germania debutta con Perelà, uomo di fumo di Pascal Dusapin, regia di Lydia Steier, segnalato dalla rivista “Opernwelt” per i migliori costumi della stagione 2015. Sempre per la Steier realizza i costumi del recente Les Troyens di Berlioz alla Semperoper di Dresda, Armide di Gluck allo Staatstheater di Mainz eAlcina di Händel al Teatro di Basilea; anche perquesti titoli è stato menzionato da “Opernwelt” come miglior costumista del 2017.

Per la danza nel 2012 realizza le scene e i costumi del Mago di Oz, coreografia di Francesco Ventriglia allestita al Royal Ballet della Nuova Zelanda.

E' docente di Costume presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico a Roma.

Antonio Castro

Light designer

Nato a Cambil, in Andalusia, ha iniziato la sua carriera di light designer dopo aver studiato ingegneria elettrica e aver lavorato come tecnico luci presso il Teatro Cánovas di Málaga. Dopo la laurea, ha prestato la sua collaborazione come tecnico luci presso diverse compagnie teatrali e in seguito ha lavorato come light designer per spettacoli di teatro e di danza e concerti dal vivo. Ha collaborato con la Escuela de Arte Dramática, con il Conservatorio di Danza di Málaga e con Escénica, il Centro di Studi scenici dell’Andalusia. Dal 2006 lavora come light designer in residenza per il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, dove ha potuto collaborare con light designer quali Laurent Castaingt, Albert Faura, Peter van Praet, Bruno Poet, Felice Ross e Eduardo Bravo, e con registi quali Pier’Alli, Henning Brockhaus, Carlos Saura, Jonathan Miller e Davide Livermore, oltre che con compagnie come La Fura dels Baus o La Veronal. Ha firmato le luci, tra l’altro, per The Telephone,Amelia al ballo,Le nozze di Figaro,Dido and Aeneas,Così fan tutte,L’incoronazione di Dario,Juditha triumphans,Lucio Silla,Café Kafka,Norma,Idomeneo eLa forza del destino. Il suo lavoro perLa forza del destino è statopremiato nel 2014 con il Premio Campoamor nella categoria “miglior spettacolo d’opera in Spagna”.

Al Teatro alla Scala ha realizzato le luci di Tamerlano nella produzione di Davide Livermore.

D-WOK

Video design

E' una società di entertainment design che sviluppa creatività visiva, format innovativi per eventi e sistemi esclusivi di video design per grandi show e live.

Crea e sviluppa performance interattive, show, e nuove tecnologie per l’entertainment.

Scenografie virtuali e videomappate hanno permesso di innovare il concetto di scena attraverso l’utilizzo del video e delle tecnologie per l’entertainment.

La collaborazione con Davide Livermore nel mondo dell’opera lirica, grazie alla direzione creativa di Paolo Gep Cucco, ha cambiato profondamente la percezione dello spazio scenico.

L’utilizzo della tecnologia unita al senso cinematografico delle riprese ha permesso di creare Aida, la prima opera con scenografia digitale in movimento, per l’Opera House di Sydney, o un grande videomapping sulle Terme di Caracalla per Labohème dell’Opera di Roma, o ancora ambienti virtuali per Un ballo in maschera al Teatro Bol’šoj, per Tamerlano e Don Pasquale al Teatro alla Scala, e per decine di altre produzioni in giro per il mondo.

www.d-wok.it


 

Attila, re degli Unni (basso)

Ildar Abdrazakov

Basso. È nato nel 1976 da madre pittrice e padre regista a Ufa (Russia), dove si è diplomato presso la Scuola delle Arti per poi unirsi alla compagnia di Opera e Balletto del Teatro Bashkirian. Nel 1990 ha vinto il premio Irina Arkhipova e i Concorsi Glinka, Rimsky-Korsakov e Obraztsova e nel 1998 ha debuttato al Teatro Mariinskij nel ruolo eponimo delle Nozze di Figaro. Ma è nel 2000, dopo aver vinto il V Concorso Internazionale Maria Callas – Nuove voci per Verdi, che inizia una brillante carriera internazionale e debutta nella Sonnambula al Teatro alla Scala, diventandone ospite regolare. Oltre a numerosi recital e concerti, ha interpretato La forza del destino,Macbeth,Samson et Dalila,Iphigénie en Aulide,Fidelio,Moïse et Pharaon,Carmen,Lucia di Lammermoor,Les contes d’Hoffmann,Le nozze di Figaro,Don Carlo ed Ernani. Nel 2004 ha debuttato nel ruolo eponimo del Don Giovanni al Metropolitan di New York, dove poi ha preso parte a Le nozze di Figaro, Il principe Igor’, Anna Bolena, Carmen,Chovanšcˇina,Attila eSemiramide. Nel 2009 ha esordito alla Royal Opera House di Londra con laMessa da Requiem di Verdi e ha poi interpretatoIl barbiere di Siviglia eDon Carlo. Ha inoltre collaborato con direttori del calibro di Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Valerij Gergiev, James Levine, Gianandrea Noseda, Bertrand de Billy, Riccardo Frizza e Antonio Pappano. Nel 2017 all’Opéra di Parigi ha ricoperto il ruolo di Filippo II nel Don Carlos e di Boris Godunov nell’opera omonima di Musorgskij, trasmessa in diretta nei cinema di tutto il mondo. Sono stati anche realizzati DVD di alcune delle sue interpretazioni: Moïse et Pharaon alla Scala, Oberto a Bilbao, Norma a Parma, Lucia di Lammermoor al Metropolitan e Attila al Mariinskij. Dal 2007 è ambasciatore dell’iniziativa filantropica Zegna & Music; dal 2014 è Direttore artistico della Elena Obraztsova International Academy of Music.

www.ildarabdrazakov.com

Ezio, generale romano (baritono)

George Petean

Baritono. Nato in Romania, si è diplomato al Conservatorio in pianoforte e trombone. Ha studiato canto presso l’Accademia di Musica Gheorghe Dima, a Cluj-Napoca, e in seguito con Vicente Sardinero e Giorgio Zancanaro. Nel 1997 ha debuttato come protagonista nel Don Giovanni al Teatro dell’Opera di Cluj-Napoca, dove ha successivamente interpretato Malatesta nel Don Pasquale, Silvio nei Pagliacci, Figaro nel Barbiere di Siviglia, Valentin nel Faust, Ford nel Falstaff e Marcello nellaBohème. Nel 1999 ha vinto il primopremio al Concorso Hariclea Darclée, in Romania. Nel 2000 ha debuttato in Italia, al Teatro dell’Opera di Roma, nel ruolo di Marcello. Dal 2002 al 2010 ha fatto parte dell’ensemble della Staatsoper di Amburgo. Ha interpretato numerose opere quali Il barbiere di Siviglia, Pagliacci, Il trovatore, La bohème,Don Carlo,Lucia di Lammermoor,L’elisir d’amore,L’amico Fritz,Un ballo in maschera,La traviata,Faust,Rigoletto,Attila,I puritani e ha cantato nei più importanti teatri del mondo. Recentemente si è esibito nel Simon Boccanegra a Roma e a Sydney; nell’Otello a Madrid e a Dresda; nel Trovatore a Parma, Barcellona e Berlino; nella Traviata al Metropolitan di New York e alla Royal Opera House di Londra e nell’Andrea Chénier a Monaco. Tra i suoi prossimi impegni La forza del destino e La traviata a Zurigo, Un ballo in maschera a Monaco,Lucia di Lammermoor,Pagliacci eMacbeth a Vienna eOtello a Monte-Carlo.

Odabella, figlia del signore d’Aquileja(soprano)

Saioa Hernández

Soprano. È nata a Madrid e ha studiato canto con Santiago Calderón, Vincenzo Scalera, Renata Scotto e Montserrat Caballé e attualmente con Francesco Pio Galasso. Ha vinto diversi premi, tra cui il Primo premio al Concorso Internazionale Manuel Ausensi nel 2009 e al Concorso Jaume Aragall nel 2010, il secondo premio al Concorso Internazionale di Bel Canto Vincenzo Bellini di Puteaux e il terzo premio al Concorso Internazionale di Logroño. Molto apprezzata per le sue doti interpretative oltre che per la tecnica vocale che ricorda le grandi voci del passato, si esibisce nei teatri più importanti del mondo. Durante la scorsa stagione è stata Leonora nel Trovatore al Teatro di San Carlo a Napoli, Amelia nel Ballo in maschera a La Coruña e protagonista di Aida nella tournée del Teatro Regio di Torino alla Royal Opera House Muscat. È anche stata protagonista della Wally di Al-fredo Catalani a Piacenza, Modena e Reggio Emilia. In Francia, ha debuttato nel ruolo principale di Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai all’Opéra National du Rhin di Strasburgo. Il suo repertorio comprende numerosi ruoli, tra cui Norma, Luisa Miller, Violetta, Zaira, Tosca, Imogene, Mimì, Madama Butterfly e Fiordiligi. Prossimamente canterà in Andrea Chénier a Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Ravenna, nelBallo in maschera a Napoli e nellaForza del destino a Pechino. Inoltre debutterà in Germania, alla Semperoper di Dresda, nel ruolo di Abigaille (Nabucco) al fianco di Plácido Domingo.

www.saioahernandez.net

Foresto, cavaliere aquilejese (tenore)

Fabio Sartori

Tenore. Nato a Treviso, ha debuttato nel 1996 con La bohème al Teatro La Fenice di Venezia. Nel 1997 ha debuttatoalla Scala nella Messa da Requiem di Verdi e nel Macbeth diretto da Riccardo Muti, titolo inaugurale della Stagione 1997-98. Nello stesso anno ha inaugurato anche la Stagione del Teatro La Fenice e del Comunale di Bologna, rispettivamente con Simon Boccanegra e Don Carlo. Nel 1999 è stato ancora protagonista del Simon Boccanegra sotto la direzione di Claudio Abbado in occasione del suo debutto a Berlino, titolo ripreso poi a Vienna e a Chicago.

Negli anni successivi ha consolidato la sua carriera e ha arricchito il repertorio con i più celebri ruoli tenorili fino a Pagliacci, passando attraverso i grandi titoli donizettiani e senza mai trascurare il suo amore per i grandi capolavori verdiani a cui, quattro mesi orsono, si è aggiunto il debutto nel Trovatore e che nel 2020 culminerà conOtello.

Lavora con i più grandi direttori d’orchestra ed è ospite dei principali teatri di tradizione italiani e internazionali. Con la Scala ha un sodalizio artistico molto intenso e ne ha calcato il palcoscenico in numerose occasioni: La bohème (2008 e 2017), I due Foscari (2009), Simon Boccanegra (2010, 2014 e 2018), Attila (2011), Oberto conte di San Bonifacio (2013, in occasione delle celebrazioni verdiane), Aida (2013, 2015 e 2018),Don Carlo (2013) eTosca (2015) oltre che in tournée conMessa da Requiem di Verdi aTokyo nel 2000 e Buenos Aires nel 2013 e Simon Boccanegra a Seoul, Shanghai e Mosca, nel 2016. Tra i suoi prossimi impegni Don Carlo, Pagliacci e Simon Boccanegra a Vienna; Tosca a Berlino; Otello a Firenze e I masnadieri al Teatro alla Scala e in tournée a Savonlinna, in Finlandia.

www.fabio-sartori.com

Uldino, giovane bretone, schiavo d’Attila(tenore)

Francesco Pittari

Tenore. Dopo aver studiato violino e composizione, si è diplomato in canto presso il Conservatorio di Salerno. Nel 2006 ha debuttato nel Macbeth a Salerno e da allora si esibisce nei più importanti teatri d’opera tra cui l’Arena di Verona, il Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, l’Israeli Opera, il Festival Pucciniano di Torre del Lago, la Royal Opera House di Muscat, l’Opera House di Guangzhou, l’Art Center di Seoul. Ha interpretato numerosi ruoli e collaborato con direttori del calibro di Daniel Oren, Nello Santi, Vladimir Jurovskij, Stefano Ranzani, Bruno Aprea, Marco Armiliato, Pier Giorgio Morandi e con registi quali Franco Zeffirelli, Gianfranco De Bosio, Andreas Homoki, Francesca Zambello, Stefano Mazzonis, Mario Pontiggia e Damiano Michieletto. Recentemente, ha interpretato Adriana Lecouvreur di Cilea al Teatro Massimo di Palermo,Turandot al Teatro Verdi di Salerno,La traviata a Salerno e aNapoli, Otello a Verona, Norma (in tournée con l’Opéra di

Rouen) e Pagliacci (in tournée con l’Opera di Roma) a Muscat, Falstaff al Teatro Olimpico di Vicenza con la direzione di Iván Fischer. Ha debuttato alla Scala nel 2018 con Il pirata. Prossimamente interpreterà Rigoletto a Salerno, I masnadieri alla Scala e in tournée a Savonlinna (Finlandia),Mefistofele a Verona,Lakmé a Muscat,Pagliacci a Napoli.

www.francescopittari.com

Leone, vecchio romano

(basso)

Gianluca Buratto

Basso. Si è diplomato al Conservatorio G. Verdi di Milano e ha seguito diverse masterclass. Ha debuttato al Teatro Verdi di Trieste in occasione della prima mondiale di Il carro e icanti di Alessandro Solbiati. È stato poi interprete dellaVirginia di Mercadante e dellaBohème al Wexford FestivalOpera, della Betulia Liberata sia di Jommelli che di Mozart al Festival di Salisburgo con la direzione di Riccardo Muti e si è esibito nel suo primo recital solistico alla Wigmore Hall di Londra. È stato protagonista di diverse opere, tra cui Amleto di Franco Faccio e Turandot al Festival di Bregenz; Le ducd’Albe di Donizetti e Salvi a Londra;Maria Stuarda,La bohème eIl cappello di paglia di Firenze al Maggio MusicaleFiorentino; Guglielmo Ratcliff di Mascagni ancora al Wexford Festival Opera; Don Giovanni a Bilbao. Ha collaborato con il direttore John Eliot Gardiner per il concerto e la registrazione del Magnificat di Bach a Londra, per l’Orfeo di Monteverdi, per il Vespro della Beata Vergine in tournée negli Stati Uniti, a Londra e Versailles, e per il tour mondiale “Monteverdi 450”, nel 2017. Si è esibito nei teatri più prestigiosi e nei festival più famosi e ha collaborato con direttori del calibro di Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Paolo Arrivabeni, Alan Curtis e Christophe Rousset. Ha debuttato al Teatro alla Scala nel Macbeth del 2013. Tra i suoi prossimi impegni, Sparafucile nel Rigoletto al Teatro Regio di Torino; Claudio nell’Agrippina a Monaco, Parigi, Londra e Amsterdam; Bellone ne Les Indes galantes di Rameau a Ginevra; Rocco nel Fidelio al Festival di Glyndebourne; Cadmus/Somnus nell’oratorio Semele di Händel in tour con il Monteverdi Choir and Orchestra e il direttore John Eliot Gardiner. Inoltre, sarà interprete del Magnificat di Vivaldi.


I Partner della Serata Inaugurale, accanto alla Scala

nella nuova Stagione e nei progetti speciali

Con Attila il Direttore Musicale Riccardo Chailly riporta Giuseppe Verdi alla Serata Inaugurale di Stagione, proseguendo un percorso di riscoperta iniziato nel 2015 con Giovanna d’Arco e destinato a compiersi con Macbeth.Attila, che ebbe la sua prima scaligera nel dicembre 1846 a pochi mesi dalla prima assoluta allaFenice, fu un successo travolgente con 31 rappresentazioni: ma le melodie della nuova opera risuonavano in tutta la città portando con sé i nuovi valori estetici del Romanticismo e nuovi fermenti civili.

Il 7 dicembre 2018 Attila torna nel nostro Teatro con la direzione del Maestro Chailly - che giunge così alla sua ventunesima opera alla Scala nel corso di 40 anni di assidua presenza - e un allestimento del regista Davide Livermore, realizzato insieme agli scenografi Cristiana Picco e Florian Boje (Studio Giò Forma) , con i video di Paolo Gep Cucco (D-WOK) e i costumi di Gianluca Falaschi. L’autorevole Attila del basso russo Ildar Abdrazakov calca il palcoscenico insieme a Saioa Hernández, al debutto scaligero nella parte di Odabella, Fabio Sartori che nella parte di Foresto canterà anche l’aria alternativa “Oh dolore” scritt a da Verdi per la Scala, e George Petean come Ezio.

Il ciclo dedicato alle giovanili opere belliche di Verdi si inserisce in un più vasto progetto culturale del Teatro alla Scala per la valorizzazione dell’immenso patrimonio dell’opera italiana nella sua integralità. All’importante progetto pucciniano con cui Riccardo Chailly restituisce alle scene il catalogo d’autore finalmente in veste fedele dal punto di vista musicologico (nel 2019 ascolteremo Manon Lescaut) si aggiungono la nuova luce accesa sul periodo Verista e sul Belcanto. La Stagione che si apre con Attila si presenta particolarmente ricca, con 15 titoli, nove dei quali sono nuove produzioni e due sono prime per la Scala: nell’ambito del repertorio internazionale si segnala il ritorno dell’opera russa con Musorgskij , mentre Richard Strauss è presente con due titoli, il Barocco torna con Händel e la programmazione di opere it aliane si estende fino ai nostri giorni con Luca Francesconi.

Ringraziando i suoi Partner in occasione del loro decisivo sostegno alla Serata Inaugurale, il Teatro alla Scala desidera riconoscere il valore di un sostegno che dal 7 dicembre si estende all’intero arco della Stagione e alle molteplici attività che ogni giorno rendono vivo il nostro Teatro. Alcune di queste attività sono frutto di una progettualità comune che evidenz ia il patrimonio di idealità e di eccellenza condiv iso dalla Scala con i suoi Partner, fondato su valori di qualità, condivisione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico italiano, proiezione internazionale e investimento sul futuro attraverso il coinvolgimento delle giovani generazioni.

Desideriamo ricordare nel dettaglio alcune di queste collaborazioni.

Prosegue e si rafforza il più che quarantennale rapporto tra il Teatro alla Scala e la Rai. Rai Cultura proporrà Attila in esclusiva in diretta su Rai1 il prossimo 7 dicembre a partire dalle 17.45. Lo spettacolo, con la regiatelevisiva di Patrizia Carmine, è trasmesso in diretta anche su Radio3 e su Rai1 HD canale 501.

Nel 2017 oltre due milioni di telespettatori avevano seguito su Rai1 Andrea Chénierdi Umberto Giordano per l’apertura della scorsa Stagione.

Oltre che su Rai 1 e Radio 3, le riprese di Attila saranno trasmesse anche all’estero: in diretta/near live su ARTE (Francia, Germania e relativi territori linguistici), su Ceska Televize nella Repubblica Ceca, su Mtva in Ungheria e su Rsi in Svizzera, e in differita su Nhk in Giappone, su Il Media in Corea del Sud e su Rtp in Portogallo. L’opera sarà anche trasmessa in diretta da 17 emittenti radiofoniche internazionali host della piattaforma Euroradio, dalla Russia all’Australia.

Rai Com distribuirà inoltre l’opera in diretta in s ale cinematografiche: oltre ai circa 30 cinema italiani, l’evento live di Attila raggiungerà le sale di Spagna, Svizzera, Germania, Nord Europa, Ungheria e Russia. Nel 2019 l’opera sarà replicata in differita nelle sale di Australia e America Latina e sarà oggetto d i successive repliche europee.

Per il mercato dell’audiovisivo è prevista per il 2019 l’uscita di un DVD dell’ Attila.

Dal 2010 Edison, che nel 1883 portò per la prima volta la luce ele ttrica al Teatro alla Scala, illumina la Serata Inaugurale, di cui è Main Partner, con l’energia prodotta da fonti rinnovabili: l’intero fabbisogno energetico è infatti soddisfatto da energia proveniente da fonti pulite. Nei nove anni in cui Edison ha illuminato la Prima è stata evitata l’immissione nell’atmosfera di 550 tonnellate di anidride carbonica. Dal 2017 inoltre Edison illumina il Museo Teatrale alla Scala, che dal 4 dicembre ospita la mostra “La mag nifica fabbrica”, un racconto dei 240 anni di storia del T eatro.

Ha inoltre raggiunto l’ottavo anno consecutivo “Pri ma Diffusa”, un progetto del Comune di Milano - Assessorato alla Cultura - in collaborazione con Edison, che dal 1° al 10 dicembre 2018 porta l’energi a dell’opera in tutti i Municipi della città di Milan o con oltre 50 eventi gratuiti in 37 luoghi, inclusi gli edifici penitenziari.

Rolex, orologio esclusivo del Teatro alla Scala dal 2006, conferma il suo ruolo di Partner Ufficiale dellaSerata Inaugurale del 7 dicembre. L’impegno di Rolex a fianco del Teatro si rinnova anche in occasione del Concerto di Natale, di cui è Partner Principale, e delle serate “Grandi Artisti alla Scala” cui nel 20 19 si aggiunge il Gala Ambasciatori Rolex con i Wiener Philharmoniker.

Il tradizionale sostegno di Rolex agli artisti risale al tempo del fondatore Hans Wilsdorf agli inizi del XX secolo e si è sviluppato fino a includere, oltre al Teatro alla Scala, il Covent Garden di Londra, il Metropolitan di New York, l’Opéra di Parigi, il Festival di Salisburgo e i Wiener Philharmoniker.

La partnership tra BMW e il Teatro alla Scala si è consolidata in oltre 15 anni e si rinnova anche per questo 7 dicembre, in cui BMW si conferma “Partner della S erata Inaugurale”. BMW Italia è Partner del Teatro alla Scala dal 2002 in qualità di “Fornitore Ufficiale” e dal 2005 come “Partner Ufficiale della Serata Inaugurale”, mentre dal 2016 la filiale italiana è diventata “Fondatore Sostenitore del Teatro alla Sc ala”. Sempre dal 2016, la BMW i3, la più innovativa vettura elettrica presente sul mercato, è stata adottata dal Teatro alla Scala come vettura della flotta ufficiale. Inoltre, dal 2014, BMW è Main Partner del progetto “Grandi Opere per Piccoli”, che mira a formare nuov e generazioni di pubblico per l’opera e ha già port ato al Piermarini oltre 200.000 bambini con le loro famiglie.

JTI Italia (JT International Italia) è al fianco del Teatro alla Scala sostenendo in qualità di PartnerUfficiale la Serata Inaugurale del 7 dicembre. Il sodalizio tra JTI e il Teatro alla Scala ha preso il via nel 2009 in occasione della tournée in Giappone del Teatro e si è consolidato nel 2010 con l’inizio della partnership istituzionale con il Museo Teatrale alla Scala. La collaborazione con il Museo si è rafforzata con il Progetto Accessibilità che, nato 2015, ha reso a ccessibili le sale anche a categorie fragili come gli anziani e le persone con disabilità attraverso oltre 80 visit e guidate gratuite cui hanno partecipato finora oltre 1000 persone.

Il Teatro alla Scala ringrazia la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Fondatore Permanente della Fondazione Teatro alla Scala dal 2008 e dal 2012 “P artner Ufficiale della Serata Inaugurale” nonché membro del nostro Consiglio di Amministrazione. Già 10 ann i fa la Fondazione, particolarmente sensibile ai temi della formazione dei giovani, sosteneva il “Progett o Under30”, che vive proprio in questi giorni il su o culmine con le anteprime degli spettacoli inaugurali delle Stagioni d’Opera e di Balletto. Inoltre a partire dal 2014 la Fondazione ha sostenuto il nuovo progetto “ Grandi spettacoli per piccoli” in una linea di prom ozione della cultura musicale presso le giovani generazioni.

E' con particolare piacere che ringraziamo alcuni de i Partner e Fornitori ufficiali che affiancano il Teatro alla Scala in tutti i momenti più importanti della Stagione: Bellavista, Partner e Fornitore Ufficiale dal 2004, è Vino d’Onore per questa Prima con il Franciacorta dedicato al Teatro alla Scala Millesimo Brut 2013.

Si rinnova la collaborazione con Ferrarelle, con la sua acqua 100% effervescente naturale, insieme per il secondo anno ad Amedei, marchio di eccellenza nel settore del cioccolato.

Il pregiato marchio italiano Caffè Borbone è nuovo Partner e Fornitore Ufficiale del Teatro alla Scala e sarà servito al termine della cena di gala.

Per la cena si ringrazia inoltre Riso Gallo, che prosegue la sua partnership con il Teatro, scegliendo di omaggiare il risotto, espressione della cultura enogastronomica italiana nel mondo, con l’eccellenza del Gran Riserva.

CULTI Milano sarà presente alla cena di gala con i suoi diffusor i insieme a raffinate candele cheillumineranno le sale della Società del Giardino.

Un sentito ringraziamento a Caffè Scala Banqueting, che curerà presso la Società del Giardino la cena di gala concepita dallo Chef Daniel Canzian. L’allestimento sarà curato dall’event designer VincenzoDascanio. Al termine della cena gli ospiti riceveranno in omaggio da parte degli Amici della Scala il volume“Strehler e i suoi scenografi” di Vittoria Crespi Morbio.


 

RAI: IN ESCLUSIVA LA PRIMA DELLA SCALA

Il 7 dicembre la diretta di Rai Cultura su Rai1 e Radio3. Previsti oltre due milioni di spettatori tra pubblico televisivo, radiofonico e cinematografico per l'ATTILAdi Giuseppe Verdi

E' l'evento culturale più importante dell'anno, e vedrà protagonisti il direttore d'orchestra Riccardo Chailly, il regista Davide Livermore, le grandi voci di Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, George Petean, Fabio Sartori e naturalmente uno dei più grandi compositori di tutti i tempi: Giuseppe Verdi. È la prima del Teatro alla Scala, che quest'anno inaugura la sua Stagione con Attila e che Rai Cultura propone in diretta in esclusiva su Rai1 il prossimo 7 dicembre a partire dalle 17.45. Lo spettacolo, con la regia televisiva di Patrizia Carmine, è trasmesso in diretta anche su Radio3 e su Rai1 HD canale 501.

Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare Attila nelle case degli Italiani, perché la grande musica è di tutti, come hanno dimostrato gli oltre due milioni di telespettatori che il 7 dicembre 2017 hanno seguito su Rai1 Andrea Chénier di Umberto Giordano per l'apertura della scorsa Stagione della Scala.

Anche quest’anno grande attenzione è stata riservata alla ripresa audio e video dello spettacolo, curata dal Centro di Produzione Tv Rai di Milano, con 14 telecamere in alta definizione, 40 microfoni nella buca d’orchestra e in palcoscenico, 20 radiomicrofoni dedicati ai solisti e al coro che serviranno per la trasmissione stereofonica e per la radiocronaca in diretta in onda su Radio3, con audio surround per le sale cinematografiche e per la Tv. Uno staff di 50 persone tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video sarà impegnato per le tre ore di trasmissione, culmine di una preparazione che vede lo staff di regia seguire fin dalle prime prove la messa in scena dello spettacolo, e un numero crescente di addetti lavorare nelle due settimane precedenti la Prima.

Oltre a trasmettere l'opera, come di consueto la Rai racconterà anche ciò che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai 1, Antonio Di Bella e Milly Carlucci, con collegamenti di Stefania Battistini dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell'inizio e durante l'intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Nicola Pedone, mentre in studio a Roma ci sarà Oreste Bossini. Saranno coinvolti anche il canale Rai News e la Testata giornalistica Regionale con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in studio e dal foyer della Scala.

Si avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse da Rai le 37 sedi coinvolte nell’iniziativa “Prima Diffusa” del Comune di Milano e il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che offre la Prima ai cittadini. Oltre che su Rai 1 e Radio 3, le riprese dell’Attila saranno trasmesse anche all’estero: in diretta/near live su ARTE (Francia, Germania e relativi territori linguistici), su Ceska Televize nella Repubblica Ceca, su Mtva in Ungheria e su Rsi in Svizzera, e in differita su Nhk in Giappone, su Il Media in Corea del Sud e su Rtp in Portogallo. L’opera sarà trasmessa in diretta da 17 emittenti radiofoniche internazionali host della piattaforma Euroradio, dalla Russia all’Australia.

Rai Com distribuirà inoltre l’opera in diretta in sala cinematografica: oltre ai circa 30 cinema italiani, l’evento live di Attila raggiungerà le sale di Spagna, Svizzera, Germania, Nord Europa, Ungheria e Russia. Nel 2019 l’opera sarà replicata in differita nelle sale di Australia e America Latina e sarà oggetto di successive repliche europee. Per il mercato dell’audiovisivo è prevista per il 2019 l’uscita di un DVD dell’Attila.


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