L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Davide Livermore

Regista

Torinese di nascita, è attivo come regista d’opera e di prosa dal 1999; nella sua brillante ed eclettica carriera ha lavorato inoltre come scenografo, costumista, light designer, coreografo, sceneggiatore, attore e insegnante, oltre a esibirsi come cantante nei più importanti teatri del mondo accanto ad artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, José Carreras, Mirella Freni o Zubin Mehta, con registi quali Luca Ronconi, Andrei Tarkovsky o Zhang Yimou. Ha lavorato per la Televisione della Sviz-zera Italiana come attore, sceneggiatore e regista per il film W Verdi, Giuseppe e nella serie Livermore sciò, in concorso per la Rosa d’oro di Montreux nel 1998. Dal 2002 è Direttore artistico del Teatro Baretti di Torino, avamposto di militanza culturale. Allievo di Carlo Majer, è un convinto sostenitore del teatro pubblico e della funzione di promozione sociale della cultura.

Nel 2013 è stato nominato Direttore artistico del Centre de Perfeccionament Plácido Domingo al Palau de Les Arts di Valencia, teatro di cui diviene, nel gennaio 2015, Sovrintendente e Direttore artistico.

E' creatore e realizzatore di Les Arts Volant, un teatro mobile in tour su un camion che ha portato gratuitamente l’opera nella Comunidad Valenciana a oltre 50.000 persone. Tra le sue regie più significative, Billy Budd di Britten per il Teatro Regio di Torino, il Don Giovanni che ha inaugurato la stagione 2005-2006 del Teatro Carlo Felice di Genova, I quatro rusteghi di Wolf-Ferrari alla Fenice di Venezia, La Cenerentola per l’Opera di Philadelphia, La gazza ladra al Bunka Kaikan di Tokyo, Mefistofele di Arrigo Boito per il Seoul Arts Center di Seoul; per il Teatro Regio di Torino in coproduzione con il Teatro Baretti: Bure baruta di Dejan Dukovski, La vergine della tangenziale, favola in musica di Silvio Cocco, e Canti dall’Inferno di Ramón Sampedro (da Lettere dall’Inferno), Beatriz de Dia (XII sec.), Luigi Chiarella e Roberta Cortese; Peter Pan diJames M. Barrie al Teatro Due di Parma e L’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni per lo Stabile di Torino.

Nel 2009 ha inaugurato la Biennale di Venezia Teatro con Le Sorelle Brönte.

Al Palau de les Arts ha allestito, tra l’altro, La bohème diretta da Riccardo Chailly in coproduzione con la Academy of Music di Philadelphia (2012), Otello (2013) e Laforza del destino (2014, Premio Campoamor), entrambe dirette da Zubin Mehta alPalau des Arts di Valencia per l’inaugurazione del Festival del Mediterraneo. Sempre nel 2014 ha firmato Carmen per il Carlo Felice di Genova, Falstaff per il Teatro Municipal de São Paulo e Narciso di Scarlatti diretto da Fabio Biondi per le Festwochen der Alten Musik di Innsbruck.

In Spagna ha collaborato con il Teatro Real di Madrid, il Gran Teatro del Liceu di Barcelona, l’Ópera de La Coruña, il Teatro Arriaga di Bilbao e il Teatro de la Zarzuela di Madrid. Il suo allestimento dei Vespri siciliani al Regio di Torino, che ha inaugurato le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è entrato nella classifica dei Top Ten Musical Events del 2011 per la rivista “Musical America”. Sua anche la regia dello spettacolo per il bicentenario della prima del Barbiere di Siviglia, allestito nel 2016 all’Opera di Roma e trasmesso in diretta su Rai 5. Ha inaugurato il Rossini Opera Festival nel 2013 con Ciro in Babilonia, nel 2014 con LItaliana inAlgeri e nel 2016 conIl turco in Italia.

Tra i suoi lavori più recenti: Idomeneo diretto da Fabio Biondi al Palau de les Arts, Unballo in maschera al Teatro Bol’šoj di Mosca eManon Lescaut al San Carlo di Napoli.Nel 2017 ha firmato una nuova produzione di Tamerlano, la sua prima regia per la Scala, a cui è seguita quella di Don Pasquale, diretta da Riccardo Chailly, nel marzo 2018; mentre la produzione di Aida sempre nell’anno in corso alla Sydney Opera House ha dato inizio a una prossima lunga collaborazione con il teatro australiano. Con Adriana Lecouvreur ha inaugurato la stagione dell’Opéra de Monte-Carlo del 2017-18 ed è stato insignito del Prix de la Critique de l’Europe Francophone.

Nel 2016 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. È Direttore artistico di Prodea Group.

Nel 2017 crea e firma la regia per la Royal Opera House Muscat (Oman) di The Ope-ra!, il primo musical sull’opera. L’11 ottobre 2018 è uscito il suo primo romanzo scritto a quattro mani con Rosa Mogliasso: 1791. Mozart e il violino di Lucifero.

Giò Forma

Scenografi

Studio di designer, artisti e architetti guidato da Cristiana Picco, Florian Boje e Claudio Santucci, è nato nel 1998 a Milano e spazia dal teatro d’opera ai grandi eventi nazionali e internazionali, occupandosi di mostre, musica, musei e moda.

Tra i lavori più importanti realizzati dallo studio, l’Albero della Vita e Palazzo Italia per Expo 2015, oltre ai grandi concerti per Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Jovanotti, la struttura architettonica del palco per la messa celebrata da Papa Francesco a Monza nel 2017 e il Padiglione Cartier per la design week 2018 a Milano.

Lo studio è anche autore del progetto della Leosphere, una gigantesca sfera percorribile, al tempo stesso museo dinamico e monumento teatrale, per celebrare il 45° anniversario del gemellaggio tra Chicago e Milano (2018).

Le opere liriche realizzate in collaborazione con Davide Livermore comprendono Otello a Valencia,Norma a Madrid,Falstaff a São Paulo eThe Opera! alla RoyalOpera House di Muscat (Oman), Tamerlano e Don Pasquale alla Scala. La collaborazione continua nella stagione 2017-2018 con Manon Lescaut al Teatro di San Carlo di Napoli, Adriana Lecouvreur all’Opéra de Monte-Carlo, Un ballo in maschera al Teatro Bol’šoj di Mosca,Aida e la “Trilogia Tudor” di Donizetti alla Sydney Opera House.

Claudio Santucci, Cristiana Picco e Florian Boje.

Gianluca Falaschi

Costumista

Nato a Roma, lavora per il teatro, lirico e di prosa, e per il cinema.

Debutta nella lirica firmando i costumi del Trittico di Puccini per la regia di Cristina Pezzoli. L’incontro con Davide Livermore avviene in occasione dell’allestimento del Don Giovanni, titolo inaugurale della stagione 2005-06 del Carlo Felice di Genova, opera chesegna l’inizio di un felice sodalizio proseguito con La fille du régiment al Verdi di Trieste, L’Italia del destino di Luca Mosca in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino, L’italiana in Algeri,Il turco in Italia eCiro di Babilonia al Rossini Opera Festival di Pesaro,per quest’ultimo titolo vince il Premio Abbiati 2013 per i migliori costumi.

Tra le altre opere realizzate in collaborazione con Livermore: Falstaff al Municipal di San Paolo, Carmen e Tosca a Genova, Il barbiere di Siviglia al Teatro dell’Opera di Roma nel bicentenario della prima esecuzione del titolo rossiniano e Tamerlano alla Scala. E poi ancora Adriana Lecouvreur, che ha inaugurato la stagione 2017-18 dell’Opéra de Monte-Carlo, e Aida all’Opera House di Sidney (luglio 2018).

Tra le varie produzioni a cui ha collaborato, suoi i costumi della Donna serpente di Casella per la regia di Arturo Cirillo al Teatro Regio di Torino; di Lucia di Lammermoor al Carlo Felice e in Oman con la regia di Dario Argento; Roberto Devereux e Maria Stuarda dirette da Alfonso Antoniozzi ancora a Genova; Miseria e nobiltà di Marco Tutino, lavoro tratto dalla commedia di Edoardo Scarpetta, debutto assoluto per la regia di Rosetta Cucchi; Cardillac di Paul Hindemith con la regia di Valerio Binasco al Maggio Musicale Fiorentino.In Germania debutta con Perelà, uomo di fumo di Pascal Dusapin, regia di Lydia Steier, segnalato dalla rivista “Opernwelt” per i migliori costumi della stagione 2015. Sempre per la Steier realizza i costumi del recente Les Troyens di Berlioz alla Semperoper di Dresda, Armide di Gluck allo Staatstheater di Mainz eAlcina di Händel al Teatro di Basilea; anche perquesti titoli è stato menzionato da “Opernwelt” come miglior costumista del 2017.

Per la danza nel 2012 realizza le scene e i costumi del Mago di Oz, coreografia di Francesco Ventriglia allestita al Royal Ballet della Nuova Zelanda.

E' docente di Costume presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico a Roma.

Antonio Castro

Light designer

Nato a Cambil, in Andalusia, ha iniziato la sua carriera di light designer dopo aver studiato ingegneria elettrica e aver lavorato come tecnico luci presso il Teatro Cánovas di Málaga. Dopo la laurea, ha prestato la sua collaborazione come tecnico luci presso diverse compagnie teatrali e in seguito ha lavorato come light designer per spettacoli di teatro e di danza e concerti dal vivo. Ha collaborato con la Escuela de Arte Dramática, con il Conservatorio di Danza di Málaga e con Escénica, il Centro di Studi scenici dell’Andalusia. Dal 2006 lavora come light designer in residenza per il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, dove ha potuto collaborare con light designer quali Laurent Castaingt, Albert Faura, Peter van Praet, Bruno Poet, Felice Ross e Eduardo Bravo, e con registi quali Pier’Alli, Henning Brockhaus, Carlos Saura, Jonathan Miller e Davide Livermore, oltre che con compagnie come La Fura dels Baus o La Veronal. Ha firmato le luci, tra l’altro, per The Telephone,Amelia al ballo,Le nozze di Figaro,Dido and Aeneas,Così fan tutte,L’incoronazione di Dario,Juditha triumphans,Lucio Silla,Café Kafka,Norma,Idomeneo eLa forza del destino. Il suo lavoro perLa forza del destino è statopremiato nel 2014 con il Premio Campoamor nella categoria “miglior spettacolo d’opera in Spagna”.

Al Teatro alla Scala ha realizzato le luci di Tamerlano nella produzione di Davide Livermore.

D-WOK

Video design

E' una società di entertainment design che sviluppa creatività visiva, format innovativi per eventi e sistemi esclusivi di video design per grandi show e live.

Crea e sviluppa performance interattive, show, e nuove tecnologie per l’entertainment.

Scenografie virtuali e videomappate hanno permesso di innovare il concetto di scena attraverso l’utilizzo del video e delle tecnologie per l’entertainment.

La collaborazione con Davide Livermore nel mondo dell’opera lirica, grazie alla direzione creativa di Paolo Gep Cucco, ha cambiato profondamente la percezione dello spazio scenico.

L’utilizzo della tecnologia unita al senso cinematografico delle riprese ha permesso di creare Aida, la prima opera con scenografia digitale in movimento, per l’Opera House di Sydney, o un grande videomapping sulle Terme di Caracalla per Labohème dell’Opera di Roma, o ancora ambienti virtuali per Un ballo in maschera al Teatro Bol’šoj, per Tamerlano e Don Pasquale al Teatro alla Scala, e per decine di altre produzioni in giro per il mondo.

www.d-wok.it


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