L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

 

Istituzione Universitaria dei Concerti

I CONCERTI DELL’AULA MAGNA

75a Stagione 2019-20

ROBERTO PROSSEDA PIANOFORTE

DENTRO LE NOTE

Martedì 29 ottobre 2019 ore 20.30

Mozart Fantasia in do minore K 475 - Sonata in do minore K 457

Martedì 10 marzo 2020 ore 20.30

Chopin 3 Notturni op. 9 - Valzer op. 64 n. 1 e n. 2 - Ballata n. 4 op. 52

Ogni musica scritta è infinite musiche e l'interprete ce ne restituisce una: la sua o, meglio, quella che sente sua in un determinato momento del proprio percorso artistico. L'obiettivo di Roberto Prosseda è guidare l'ascoltatore a scoprire come un interprete, a partire dall'analisi del testo musicale e dalla sua contestualizzazione storica e stilistica, arriva a costruire la propria interpretazione. Ciascuna “lezione” prevede una prima parte di circa 40 minuti in cui il pianista illustrerà i brani in programma, con particolare attenzione alle soluzioni interpretative che scaturiscono dal testo musicale, e una seconda parte, dopo l'intervallo, nella quale vengono eseguiti per intero i brani precedentemente illustrati.

Ascoltare la musica è sempre un’emozione, ma entrare dentro la musica, guidati da un interprete che prima di suonarla ne spiega i segreti con le parole e gli esempi musicali, è un’esperienza molto più profonda e coinvolgente. Tanto più se la guida è un pianista che prima di mettere le dita sul pianoforte si pone sempre il problema di capire ciò che suona, andando oltre quel che si crede di sapere su un autore e che spesso non è che una serie di pigri luoghi comuni depositatisi come uno strato di polvere sullo spartito. Roberto Prosseda prima di incidere l’integrale delle Sonate di Mozart in sei CD per Decca è andato a consultare i manoscritti di quelle Sonate e – come racconta egli stesso - ha potuto osservare la grande quantità di segni di articolazione originali, che ha deciso di eseguire con attenzione, anche se la tradizione ci ha abituati a sonorità più morbide e a contorni più smussati. Ha pensato anche che andasse benissimo utilizzare un pianoforte moderno, ma accordato con il “temperamento Vallotti”, un sistema non equabile, molto diffuso all’epoca di Mozart, che enfatizza le differenze espressive e di colore tra le varie tonalità. La scelta di questa particolare accordatura, di rarissimo uso nel pianoforte moderno, rende l’incisione di Prosseda un unicum nella discografia pianistica mozartiana. Come si sarà capito, Prosseda ha molte cose da dire per aiutare a capire dall’interno la musica per pianoforte di Mozart. E, conoscendo l’acume e la chiarezza di cui è capace non solo quando suona ma anche quando parla, si può essere sicuri che questo viaggio “dentro la musica” di Mozart sarà una rivelazione.

Lo stesso accadrà nella seconda puntata di questo piccolo ciclo, quando Prosseda guiderà gli ascoltatori “dentro le note” di Chopin. Ogni ascoltatore potrebbe far sue queste parole di Prosseda: «La musica di Chopin mi ha dischiuso orizzonti poetici unici». Ma per l’interprete è un’operazione complessa e delicata capire e ottenere quel che chiede quel grande pianista-compositore, che conosceva e amava talmente il proprio strumento da valorizzare anche le minime sfumature del suo suono, che non sono dettagli ma diventano fondamentali. «Questi brani costituiscono per me un percorso interiore di grande bellezza e profondità», aggiunge Prosseda, che guiderà il pubblico a compiere quel percorso insieme a lui.

 

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I CONCERTI DELL’AULA MAGNA

75a Stagione 2019-20

BALLETTO DI ROMA

ARCAICO

Spettacolo in prima romana

Martedì 21 gennaio 2020 ore 20.30

Arcaico

Azioni coreografiche per cinque danzatori, pianoforte, percussioni e canto

Coreografie di Davide Bombana

Musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Katia Pesti pianoforte, contrabbasso e percussioni etniche

Gabin Dabirè voce e percussioni africane

Anna Manes assistente alle coreografie

Emanuele De Maria light design

Una produzione Balletto di Roma

In co-produzione con Fabbrica Europa

L’idea di Arcaico nasce e si sviluppa da una riflessione su mondi ancestrali che si incontrano e si fondono assieme, tra inevitabili contrasti e affinità. L’aspetto multidisciplinare della creazione è dato dal coinvolgimento di diverse sonorità musicali: il canto e, inevitabilmente, la danza. Con le composizioni eseguite dal vivo da Katia Pesti e la voce di Gabin Dabirè, Arcaico immerge lo spettatore in un rituale in cui si sondano valori e connessioni originarie alla base dell’esistenza e dei rapporti umani. Gli artisti coinvolti in scena insieme ai danzatori del Balletto di Roma offrono una musica sperimentale, seppur solida ed essenziale, incentrata sui vari timbri delle percussioni animate dalla poliedrica Katia Pesti insieme con l’esecuzione al pianoforte.

In uno spazio vuoto, se non fosse per la presenza di un pianoforte con altri strumenti percussivi adagiati al suolo, e in un tempo percepito fin da subito come denso, i danzatori emergono dall’ombra attraversando fisicamente il tessuto sonoro, fino a dar vita ad una danza solenne, simbolo d’inizio e insieme di transitorietà. Tra melodie sotterranee, rapidi istanti di abbandono e sensualità, momenti che mescolano armonia e irruenza, musica, danza e canto conducono verso luoghi misteriosi. La forte vitalità che ne risulta è costantemente nutrita dall’eterogeneità del gruppo e dalla mescolanza dei generi, che si scambiano a vicenda ricchezze e risonanze. Questo spettacolo assaggia mondi lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche. Una presenza fisica e sonora importante, quella dei danzatori e dei musicisti presenti in scena, che s’incontrano e “scontrano” dando vita ad un microcosmo fatto di ritmi, colori e segni insoliti. Metafora di un’apertura culturale ormai vacillante, Arcaico svela la fascinazione per un’indefinita origine, un’utopica, profonda, ancestrale armonia. È un lavoro che vuole forse servire da antidoto e protesta contro la crescente intolleranza, incomunicabilità e profonda paura alla base dei rapporti umani: un monito a ritrovare una dimenticata apertura e accettazione dell’altro.

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I CONCERTI DELL’AULA MAGNA

75a Stagione 2019-20

NOA

LETTERS TO BACH

Martedì 25 febbraio 2020 ore 20.30

Noa voce

Gil Dor chitarra

Cresciuta tra Yemen, Israele e Stati Uniti, Achinoam Nini in arte Noa, è una cantautrice, poeta, compositrice, percussionista, relatrice, attivista e madre di tre bambini. Si è formata artisticamente sotto la guida di Pat Metheny e Quincy Jones e ha condiviso il palco con leggende come Stevie Wonder, Andrea Bocelli e Sting. Insieme al suo storico collaboratore musicale Gil Dor, ha pubblicato 15 album e si è esibita nei luoghi più importanti e prestigiosi del mondo, compresa la Casa Bianca, e ha cantato per tre Papi.

Oltre che per la sua attività musicale, Noa è nota in Israele anche per essere la più importante sostenitrice culturale del dialogo e della convivenza tra israeliani e palestinesi.

Noa è una delle voci internazionali più emozionanti, un’artista unica capace di cambiare ed evolversi in ogni progetto, mantenendo sempre il suo tratto distintivo elegante e raffinato. Letters to Bach è il suo nuovo progetto discografico. In questo disco, prodotto dal leggendario Quincy Jones, Noa riprende dodici brani musicali di Johann Sebastian Bach. A questi brani originariamente solo strumentali Noa ha aggiunto suoi testi in inglese ed ebraico, scritti da lei stessa ed ispirati a temi diversi, dalla tecnologia alla religione, dal riscaldamento globale al femminismo, fino all’eutanasia, al conflitto israelo-palestinese e alle relazioni nell’era dei social media.

Insieme a lei è sul palcoscenico il chitarrista e arrangiatore Gil Dor.

 

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I CONCERTI DELL’AULA MAGNA

75a Stagione 2019-20

SILVIA COLASANTI

REQUIEM

Prima esecuzione romana

Martedì 21 aprile 2020 ore 20.30

Mariangela Gualtieri voce recitante

Monica Bacelli mezzosoprano

Massimiliano Pitocco bandoneon

International Opera Choir

Giovanni Mirabile maestro del coro

Orchestra del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento

Oleg Caetani direttore

Mozart Sinfonia n. 40 in sol minore K 550

Colasanti Requiem “Stringeranno nei pugni una cometa” per soli, coro e orchestra

In collaborazione con il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento

Il RequiemStringeranno nei pugni una cometaè un brano di ampie dimensioni composto da Silvia Colasanti su commissione del Festival di Spoleto nel 2017, come momento di riflessione e raccoglimento sul tema del terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 2016. Non è una musica liturgica, poiché i testi latini della Messa da Requiem dialogano qui con nuovi testi, scritti per l'occasione dalla poetessa Mariangela Gualtieri. «Forse solo musica e poesia – scrive Silvia Colsanti - possono avvicinarsi senza retorica a questa enorme massa di dolore, e tentare un atto vivificante». E aggiunge che questa sua opera vuole essere «un canto di congedo ai morti del terremoto, alle piccole e grandi ombre, il rifiuto di un’idea lugubre della Morte e di un Dio adirato, giudice, autoritario e punitivo. Ma anche un canto di speranza e di ringraziamento». Il lavoro ha una struttura oratoriale, con diversi personaggi, che come spiega ancora la compositrice romana sono «una cantante/Cuore ridotto in cenere, una voce recitante/La dubitante, il Coro di chi non dubita, il bandoneon/Respiro della terra». La cantante (Monica Bacelli) e la recitante (la stessa autrice delle poesie, Mariangela Gualtieri) dialogano con coro e orchestra o disegnano momenti intimi e lirici, che si alternano a situazioni corali e magmatiche. Infine sarà il bandoneon solista (Massimiliano Pitocco) a personificare un desiderio di rinascita, che è richiesta di perdono per la piccolezza umana e canto di ringraziamento alla terra e al cielo.

In occasione della prima esecuzione romana l’orchestra sarà formata da giovani musicisti, allievi del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, diretti da un grande ed esperto direttore, Oleg Caetani. Italo-russo sia di nascita (suo padre era il famoso direttore russo Igor Markevitch, sua madre la discendente di un’antica famiglia romana, di cui egli ha preso il cognome) che di studi (ha studiato direzione d’orchestra a Roma con Franco Ferrara, a Mosca con Kirill Kondrashin) la carriera artistica di Caetani si è svolta a livello mondiale: è salito sul podio delle migliori orchestre e dei più prestigiosi teatri, Scala di Milano, Mariinsky di San Pietroburgo, Royal Opera House di Londra e tanti altri.


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