L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Sempreverdi

Teatro Regio di Parma
30 e 31 ottobre 2014, ore 20.00

La danza torna in scena al Festival Verdi con la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, protagonista, giovedì 30 e venerdì 31 ottobre 2014 alle ore 20.00 al Teatro Regio di Parma, di Sempreverdi. Tre i titoli che compongono il programma della serata: Serenade di George Balanchine su musica di Pëtr Il'ič Čajkovskij, Gymnopédies di Roland Petit su musica di Eric Satie e Le quattro stagioni, divertissement da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi, creato per il Festival Verdi da Frédéric Olivieri, Direttore della Scuola di Ballo e del Dipartimento Danza dell’Accademia.

Con il progetto Giovani al Festival, realizzato grazie al sostegno di Fondazione Cariparma, speciale riduzione del 75% sul prezzo dei biglietti per gli spettatori da 16 a 30 anni.

Il Festival Verdi è realizzato grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il sostegno di Comune di Busseto, Reggio Parma Festival, Ascom Confcommercio Parma, Camera di Commercio di Parma, Fondazione Monte di Parma. Major partner Fondazione Cariparma. Main partner Cariparma Crédit Agricole. Partner per gli eventi speciali Iren Emilia, Chiesi Farmaceutici. Partner Barilla, Unione Parmense degli Industriali. Media partner Mediaset. Tour operator partner Parma incoming. Sponsor Morris, Mutti, Overmach, Parmalat, Sicim, Buongiorno!, Conad, Illa, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Nestlé, Antica Gelateria del Corso, Fidenza Village, S. Polo Lamiere, Carpenè Malvolti. Sponsor tecnici Carebo Auto Hub, IGP Decaux, Milosped, Macrocoop, Blank design for living, Living divani.

Il Teatro Regio di Parma ringrazia inoltre Luca Barilla e tutti gli imprenditori che hanno voluto personalmente sostenere il Festival Verdi 2014.

In allegato: SempreVerdi, presentazione di Valentina Bonelli; La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma tel. 0521 203999 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.festivalverdi.it

Immagini disponibili su www.pinterest.com/teatroregio9


ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

La Scuola di Ballo costituisce una delle eccellenze della proposta didattica dell’Accademia Teatro alla Scala, nata nel 2001 come Fondazione e oggi presieduta da Pier Andrea Chevallard e diretta da Luisa Vinci.

Articolata in quattro dipartimenti - Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management -, presenta un’offerta formativa molto ampia, che copre tutti i profili professionali legati al teatro musicale. Oltre 1.000 gli allievi, 500 circa per i corsi professionali, 500 per workshop, seminari e laboratori.

L’attività pratica, “sul campo”, è parte integrante del percorso didattico: concerti, spettacoli, mostre nell’ambito di festival prestigiosi e nei più importanti teatri, in Italia e all’estero, costituiscono, infatti, occasioni fondamentali per sperimentare le competenze acquisite e per vivere in prima persona significative esperienze professionali.

LA SCUOLA DI BALLO. 200 ANNI DI STORIA

Il cuore del Dipartimento Danza, diretto oggi da Frédéric Olivieri, è costituito dalla Scuola di Ballo, fondata nel 1813 dall'impresario FrancescoBenedetto Ricci. Chiamata "Imperial Regia Accademia" fino alla caduta di Napoleone, la Scuola ha visto succedersi alla propria guida prestigiosi maestri e celebri ballerine.

Il più grande maestro e direttore dell'Ottocento è Carlo Blasis, approdato alla Scuola nel 1838 e rimasto a dirigerla fino al 1850; la prima donna direttrice èCaterina Beretta, fra il 1902 e il 1908. I terribili eventi della Grande Guerra impongono la chiusura della Scuolanel 1917. È Arturo Toscanini a caldeggiarne fortemente la riapertura nel 1921, affidando la direzione alla danzatrice russa Olga Preobrajenska. Ma èEnrico Cecchetti a lasciare negli anni Venti un'impronta incancellabile. Grande ballerino e didatta, dirige la Scuola dal 1925 al 1928. Gli succedefino al 1932 Cia Fornaroli, prima ballerina della Scala; seguono Ettorina Mazzucchelli (1932-1950) sotto la cui guida si iscriverà nel 1946 Carla Fracci e l'ingleseEsmée Bulnes (1951-1967). Elide Bonagiunta dirige la scuola fino al 1972, cui segueJohn Field, ex direttore del Royal Ballet di Londra e già direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Field lascia nel giugno del 1974 e incaricata della direzione è Anna Maria Prina, già allieva della Scuola e poi solista del Corpo di Ballo scaligero. Dal gennaio 1998 la Scuola, dopo 185 anni di vita in Teatro, si trasferisce in una nuova sede, dotata di attrezzature e materiali all’avanguardia. Dal 2006 ne è alla guida Frédéric Olivieri, direttore artistico del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala dal 2002 al 2007. Oggi gli allievi sono 180.

La Scuola scaligera, che ha una durata di otto anni, consente di ottenere un diploma dalla duplice specializzazione in danza classico-accademica e danza moderno-contemporanea, che garantisce l’acquisizione di un ampio repertorio, come ormai richiesto dalle grandi compagnie internazionali di Balletto.

Nel corso dell’attività didattica, gli allievi vengono chiamati a partecipare ai più importanti titoli della stagione del Teatro alla Scala. Negli ultimi anni, si sono intensificati incontri e masterclass con coreografi e danzatori di fama internazionale come Davide Bombana, John Clifford, Paul Dennis, Vladimir Derevianko, Nanette Glushak, Cynthia Harvey, Patricia Neary, Angelin Preljocaj, Pompea Santoro, Suki Schorer, Victor Ullate, Francesco Ventriglia, Aaron Watkin. Inoltre, l’eccezionale concessione alla scuola delle più note coreografie di maestri del Novecento e di oggi, come George Balanchine (Serenade,Theme and Variations,Who cares?), Maurice Béjart (Gaîté parisienne suite), Mats Ek (La Bella Addormentata), William Forsythe (The Vertiginous Thrill of Exactitude), Jiří Kylián (Symphony in D, Evening Songs), Roland Petit (Gymnopédie), Angelin Preljocaj (Larmes blanches), ha ulteriormente arricchito la già profonda e rigorosa preparazione degli allievi.

Innumerevoli gli ex allievi che hanno contribuito a tenere altissimo il nome della Scuola di Ballo nel mondo: solo da Carla Fracci, Liliana Cosi, Roberto Fascilla, Luciana Savignano, Oriella Dorella, Paola Cantalupo, Marco Pierin, Alessandra Ferri, ai più giovani Roberto Bolle, Sabrina Brazzo, Alessio Carbone, Mara Galeazzi, Gilda Gelati, Massimo Murru e Marta Romagna.


SEMPREVERDI

Presentazione di Valentina Bonelli

Per il suo omaggio al Festival Verdi la Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala presenta con SempreVerdi un programma che pone l’accento sulle scelte musicali dei coreografi autori dei tre titoli.

Tratte dall’opera Les Vêpres siciliennes, le danze delle Quattro stagioni che danno il titolo alla nuova creazione di Frédéric Olivieri hanno il pregio di recuperare l’originale destinazione ballettistica del divertissement verdiano, tradizionale nel grand-opéra francese, purtroppo espunta negli odierni allestimenti. A coreografare il balletto delle Vêpres siciliennes che debuttarono all’Opéra di Parigi nel 1855 fosse il maître de ballet Lucien Petipa, leggendario danseur noble romantico, fratello del coreografo Marius: che il gioco di rimandi sia voluto o casuale, Olivieri spiega di aver scelto i quattro movimenti per l’accesa bellezza e la felice musicalità espresse da Verdi, ideali per presentare l’entusiasmante giovinezza degli allievi della scuola. Una trentina all’incirca, iscritti agli ultimi quattro corsi, dunque di un’età compresa tra i 14 e i 18 anni, orgogliosi di esibire perizia tecnica e carattere artistico su pagine musicali perfette per inanellare ensembles, pas de trois o variazioni.

Serenade di George Balanchine è un’altra prova di maturità per gli allievi, e soprattutto per le allieve, degli ultimi due corsi. In realtà Balanchine aveva composto questo balletto – oggi tra i suoi titoli più celebri, riservato alle migliori

compagnie – per gli studenti che nel 1934 iniziò a formare negli Stati Uniti alla sua School of American Ballet. La dimensione coreografica sviluppatasi da una classe di danza si coglie ancora nelle file regolari o diagonali in cui si dispongono le ballerine. Lo stesso coreografo, nel suo libro “101 Stories of the Great Ballets”, raccontò che alcuni imprevisti quotidiani come l’irrompere di una ballerina in ritardo alla lezione o la caduta e il pianto sconsolato di un’altra gli erano serviti da spunti creativi. Per il resto – confidò in una famosa intervista – si era lasciato guidare dal compositore prediletto, Čajkovskij, evocativo di nostalgie imperiali: la sua Serenata per archi bastava a riempire di senso il proprio balletto, di cui disse: “La sola storia è la storia della musica: una serenata, una danza se preferite, alla luce della luna.”

Al calligrafismo simbolico delle Gymnopédies di Erik Satie, Roland Petit oppose con l’eccentricità che gli era propria un pas de deux dal fascino sontuoso. L’aveva pensato nel 1987 per la musa di un’epoca, la ballerina francese Dominique Khalfouni, nello splendore della maturità artistica quando impersonò la divina della danza nel balletto à pièces Ma Pavlova. Sembrerebbe dunque difficile immaginare una fanciulla in fiore nel ruolo della protagonista, emblema della femminilità sbocciata all’apparire in tutù lungo bianco e guanti da sera neri, misteriosa e inquietante com’era forse solo la Morte in giallo del Jeune homme esistenzialista. Ma interpretata da un’allieva della Scuola di ballo, audace e sicura tra le braccia di un giovanissimo partner, la figura femminile di Gymnopédie acquista inaspettatamente una malìa che lo sguardo ardente della giovinezza riesce a rendere profonda. Il coreografo francese, pigmalione di tante giovani, incantevoli ballerine, ne sarebbe orgoglioso.


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