L’Ape musicale

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ALBERTO PONTI

Per quanto riguarda i concerti cui ho avuto modo di assistere a Torino, sia di persona sia in streaming, direi che in genere, a fronte di un'offerta che, per gli inevitabili strascichi della pandemia, è stata senz'altro minore rispetto al passato (ma superiore al nefasto 2020!), la qualità è stata molto alta.

Mi riferisco al programma dell'Orchestra Sinfonica Nazionale e di MITO Settembre Musica.

La stagione del Regio mi è parsa finora molto di ripiego con qualche spettacolo estivo 'fatto in casa' di livello abbastanza routinario nella bellissima cornice dell'Arsenale (ma era importante rimettere in moto la macchina) e un paio di buoni concerti in autunno, soprattutto quelli diretti da Hartmut Haenchen (Brahms corale e Terza di Bruckner) e da Gianandrea Noseda (Schumann, ancora Brahms con il Canto delle Parche, e a mio parere la più bella tra le sinfonie di Dvorak vale a dire la Settima in re minore). Un plauso agli organizzatori per aver proposto un'opera rarissima e di estremo impegno come l'oratorio La vita nuova di Ermanno Wolf-Ferrari sotto la bacchetta di Renzetti. La stagione vera e propria del Regio entrerà nel vivo, salvo complicazioni si spera gestibili, a breve e promette di essere di alto livello. Vedremo!

Tra i concerti dell'OSN Rai emergono su tutti Daniele Gatti con la meditata integrale della quattro sinfonie di Schumann, in attesa tra pochi giorni della sua Nona di Bruckner, e del direttore emerito Fabio Luisi, a cui è stato affidata una direi storica serata d'apertura ad ottobre con la Fantastica di Berlioz e il Concerto per violino di Sibelius suonato da Hilary Hahn. Aspettiamo con piacere il ritorno di Luisi nei prossimi mesi con tre programmi sulla carta ben impaginati: il contemporaneo Panfili, la Quarta di Bruckner (autore che per fortuna si ascolta con sempre maggior frequenza!), Beethoven, Dvorak, Chopin e Aus Italien di Richard Strauss.

Tra le conferme Robert Trevino, nominato direttore ospite principale, con una spettacolare Quarta di Cajkovskij ascoltata di recente. È dal punto di vista della resa timbrica uno dei migliori direttori sulla piazza mondiale ed è quindi a suo agio nello sfolgorante repertorio tardoromantico e del secondo Ottocento e del Novecento storico. Se saprà confermarsi in autori finora da lui meno frequentati come la grande triade Haydn, Mozart (sinfonico e operistico) e Beethoven, che un musicista ambizioso non può non affrontare, sarà un protagonista di primo piano per molti decenni a venire. Anche Trevino ritornerà presto sul podio dell'auditorium Toscanini, con tre concerti di seguito a marzo: accanto a nomi a lui congeniali come Cajkovskij (Manfred), Webern, Elgar (la grandiosa prima Sinfonia), sarà a fianco dell'attesa venuta di Hélène Grimaud nel Concerto di Schumann. Farà anche un'interessante incursione nel contemporaneo interpretando Brett Dean e Fabio Nieder per Rai Nuova Musica.

Conferma, e non è una novità, per Ivo Pogorelich ascoltato a MITO nei sei Momenti musicali di Schumann e nello Chopin della terza Sonata e della Fantasia op. 49. Con gli anni il suo pianismo si è fatto meno irruento e più sfaccettato nelle minime sfumature, in grado di far percepire nuovi aspetti di pagine molto note.

Tra le scoperte, infine, il pianista francese Lucas Debargue, ospite ancora a MITO con un non facile ma affascinante impaginato tutto dedicato a Gabriel Faurè (poco frequentato nei grandi concerti ma nella musica pianistica e da camera è uno dei massimi autori di ogni epoca) e il violoncellista franco-tedesco Nicolas Altstaedt applaudito di recente alla Rai con un'intensa esecuzione di Schelomo di Ernest Bloch.


 

 

 
 
 

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