L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Infine sulla valutazione dell’operato dei sovrintendenti, sarebbe auspicabile legare la loro remunerazione ai risultati artistico-economici (qualcosa di un po’ più complesso rispetto al solo risultato del conto esercizio, però, perché – come vedremo nelle prossime puntate – è straordinariamente facile far apparire e comparire perdite senza per questo ricorrere al falso in bilancio, ma mantenendosi in piena legalità e impunità) anche alla luce di un parziale e timido cambiamento dei criteri di ripartizione del contributo statale introdotti nel 2014 in conseguenza al comma 20 dell’art. 11 del Decreto Legge 8 agosto 2013 n. 91 (anche questo oggetto di futuri approfondimenti).
Ancora sulla trasparenza, un’ultima osservazione riguarda la pubblicazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio on line; sebbene non sia un obbligo, è un buon biglietto da visita per attrarre privati in odore di filantropia; infatti procedono tutti ad eccezione di Genova (che però pubblica i vecchi), la Scala (ferma all’esercizio 2012), Palermo e Trieste (questa la ragione per la quale le comparazioni qui svolte si fermano al 2012).
Infine rimane un ultimo aspetto da trattare, ossia cosa ne è dell’avanzo o disavanzo dell’esercizio: si iscrive a patrimonio. Tutte le fondazioni, al momento della loro trasformazione, sono state sottoposte ad una valutazione di stima del diritto illimitato di uso del teatro (formalmente di proprietà del Comune) e di tutte le immobilizzazioni materiali (dal patrimonio di bozzetti e figurini, alle suppellettili) nonché all’elargizione di un gruzzoletto “di dotazione”. Man mano che ad ogni anno si sommano debiti o si accendono mutui e prestiti la parte “netta” del patrimonio si assottiglia. L’assottigliamento a zero è impossibile perché, sebbene le fondazioni siano di diritto privato, non si applica il diritto fallimentare (al limite c’è la liquidazione) e inoltre il MiBAC nel 2010 diramò una nota in cui si dichiara “incedibile” il diritto d’uso del Teatro, per cui la soglia limite dell’assottigliamento è la condizione nella quale il patrimonio netto eguaglia tale riserva “indisponibile”. Se questo accade (e i casi dove questa soglia è superata sono tantissimi) occorre che qualcuno “ripatrimonializzi” (ossia prenda qualche immobile demaniale e lo regali al patrimonio della fondazione) o “ricapitalizzi” (ossia prenda qualche milione di euro e lo versi alla fondazione).

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Al 2012 sono stabili le situazioni patrimoniali di Palermo, Roma (diventata però straordinariamente critica nel 2013, a causa di un risultato economico negativo di 11 Mln€), Torino e Venezia. Nel 2013 il Petruzzelli arriva a patrimonio negativo ma è l’unica fondazione a non avere il diritto d’uso tra le immobilizzazioni immateriali. Sorprendentemente la Scala, nonostante gli ultimi esercizi tutti in forte perdita, non ha uno stato patrimoniale intaccato grazie ad una tradizione ormai consolidata secondo la quale, ad ogni chiusura di esercizio, la Camera di Commercio di Milano (Ente pubblico), assieme ad una fondazione bancaria, versa un contributo in conto patrimonio esattamente pari alla perdita registrata, e si tratta di versamenti consistenti!
Le situazioni più fortemente allarmanti sono quelle nelle quali, già in passato, si è provveduto alle capitalizzazioni più cospicue ossia Genova, Bologna, Napoli e il Maggio Musicale Fiorentino; la tabella seguente ne riassume gli apporti.

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Quindi, chiudendo l’anello sulla quantificazione dell’investimento sulle fondazioni lirico-sinfoniche, si rinvia al lettore la risposta. Buon Sant’Ambrogio a tutti.

 

NOTA di REDAZIONE

Tutti i dati presentati sono ricavati da documenti ufficiali. La redazione è naturalmente disponibile a ospitare un contraddittorio.


 

 

 
 
 

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