L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

L'enigma degli opposti

 di Roberta Pedrotti

N. Rota

Boccaccio '70; Sinfonie 1,2,3; Allegro danzante; Elegia

Giuseppe Grazioli, direttore

Silvio Rossomando, sassofono contralto

Luca Stocco, oboe

Carlotta Lusa, pianoforte

Orchestra Sinfonica di Milano, Giuseppe Verdi

Coro di Voci Bianche de laVerdi

Maria Teresa Tramontini, maestro del coro

2CD Decca, 481 6746, 2017

Prosegue l'integrale delle opere strumentali di Nino Rota registrate dalla Decca con i complessi dell'Orchestra Verdi di Milano diretti da Giuseppe Grazioli. Opera meritoria, per un autore che – per popolarità cinematografica, familiarità innata e immediatezza d'ascolto – par troppo spesso di conoscere più di quanto effettivamente non sia e non meriterebbe.

Basterebbe pensare al motivetto “Bevete più latte” contenuto nel brano che apre questo cofanetto, la suite dall'episodio Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio '70. Quante volte avremo sentito voci infantili intonare quella specie di jingle pubblicitario, sia nel contesto del film sia in qualche programma televisivo o radiofonico? Riascoltiamolo ora, contestualizzato in una suite sinfonica, e scopriamo come Rota sappia fare un uso straordinario, modernissimo, spietato, della musica “di consumo” del XX secolo, come sappia trasformare questo oggetto musicale ostentatamente gioioso e innocente in un'ossessione inquietante. Si sviluppano intorno a questo tema e in questo tema variazioni che lo trasformano perfino in un flusso orchestrale cupo e compatto, in odore di tardo romanticismo. E quest'ampio respiro sa astrarsi con sapienza e gusto del gioco in nuove allusioni a musiche popolari, al jazz, alla canzone. Rota è abilissimo nel gestire la dimensione minima, quasi infantile, l'iterazione del dettaglio, così come la forma sinfonica a pieno organico, senza cedere mai al manierismo funzionale all'occasione pratica (sia concerto, sia musica di scena o per il cinema), al contrario, riesce a ribaltare le situazioni e le apparenze: maestro di straniamento, fa con dissimulata quanto acuta lucidità, del manierismo stesso oggetto e strumento di elaborazione e critica.

A un primo livello d'approccio, non si può dire che le sue Sinfonie (si ascolti l'intensissimo Adagio con moto della Terza) non siano degli ottimi esempi di musica neoclassica o tardoromantica, ispirati, felici nell'invenzione, sicuri e sapienti nello sviluppo. Eppure, in Nino Rota, si ha sempre la sensazione che ci sia un velo d'ambiguità, o forse una serie di veli da scoprire, che una lacrima o un sorriso si nascondano dove meno ce li aspettiamo, che il pathos sia analizzato con distacco e l'ironia vissuta con passione. C'è un enigma in questa musica, un enigma che unisce l'impegno sinfonico alla canzoncina che rimbomba nella testa del Dottor Antonio.

Nel suo essere una creatura fondamentalmente musicale, pare che Nino Rota riesca a porsi contemporaneamente nel tempo e al di fuori del tempo, condensare stili e linguaggi senza cesure, ma a seconda, semplicemente della necessità del discorso, entrare materialmente nella contingenza oggettiva e travalicarla con uno spirito quasi trascendente.

Lo si evince anche nell'incedere nervoso e snervato, avvolgente e sdegnoso del Valzer di Pupe, sempre da Boccaccio '70, pervaso da una certa qual decadente ironia non inferiore al surreale gioco lattiero caseario dell'arcinoto pezzo d'apertura.

Come sempre la dedizione di Giuseppe Grazioli è una garanzia per la qualità e la cura di queste interpretazioni dei pregevoli artisti dell'orchestra verdi di Milano. Il progetto proesegue e mantiene alta la qualità e la motivazione. Non si può, davvero, chieder di più.


 

 

 
 
 

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