L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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PROGRAMMA

Niccolò Jommelli

(Aversa, 1714 – Napoli, 1774)

da “Sieben kleine KirchenKompositionen” per coro e b. c.

• Haec est domus domini

• Diffusa est gratia

• Locus iste

REQUIEM in Mib magg. per soli, coro, archi e b. c.

  1. Requiem (coro e soli)

  1. Kyrie (coro) – Christe (soli e coro) – Kyrie (coro)

  1. Dies irae (coro e soli)

  1. Salva me (soli e coro)

  1. Oro supplex (soli e coro)

  1. Pie Jesu (coro)

  1. Domine Jesu (coro) – Libera eas (coro) – Quam olim Abrahae (soli)

  1. Hostias (soli e coro)

  1. Sanctus (soli e coro)

  2. Hosanna (coro)

  1. Benedictus (Soprano solo)

  1. Agnus Dei (coro e soli)

  1. Dona eis requiem (soli e coro)

  1. Lux aeterna (coro) – Requiem aeternam (coro e soli)

Nel trecentesimo anniversario della nascita di Niccolò Jommelli, l'Ensemble giovanile della Pietà de’ Turchini e il Coro del Centro di Musica Antica di Napoli, diretti da Davide Troìa, omaggiano il compositore aversano con l'esecuzione del famoso Requiem e di altri brani di musica sacra corale della stessa penna, quali Haec est Domus Domini, antifona a quattro voci in do maggiore (Roma, 1750); Diffusa est gratia, graduale a quattro voci concertanti in sol maggiore (Roma, 1751) e Locus iste, graduale a cinque voci in do maggiore (Roma, 1752).

Il Requiem (Missa pro defunctis) in Mib Maggiore fu scritto da Jommelli per la morte di Maria Augusta Anna di Thurn und Taxis avvenuta il 1° febbraio 1756. Divenuta Duchessa di Württemberg dopo il matrimonio con Carlo Alessandro di Württemberg (1727) Maria Augusta era la madre del duca Carlo Eugenio di Württemberg che nel 1751 aveva dato spazio alle esecuzioni di Ezio e Didone di Jommelli nel teatro di Stoccarda. Durante quegli anni i rapporti di mecenatismo tra il duca e il compositore divennero abbastanza frequenti: Jommelli scrisse nel 1753 il pasticcio Fetonte per omaggiare il compleanno del duca; questi, dopo un viaggio a Roma,accolse la raccomandazione del cardinale Albani di assumere l'aversano per la direzione del Teatro di Stoccarda eleggendolo a Oberkapellmeister della corte di Stoccarda, non senza avergli prima commissionato un'opera (La clemenza di Tito). Fu durante questo periodo di ottimi rapporti con il duca, prima di una serie di incomprensioni che lo portarono a rompere con la corte e a ritornare in Italia, che venne composto il Requiem. L'atto compositivo avvenne molto probabilmente in tempi brevissimi, almeno se si fa fede a quanto riportato in un manoscritto copia "per uso del Real Cons[ervato]rio di S. M[ari]a della Pietà de' Torchini", datato 1781 e conservato presso la biblioteca del conservatorio di Napoli (I-Nc Mus. Relig. 981/1). Il manoscritto riporta: "Missa pro defunctis scritta in 3 giorni nel 1766 per la morte della madre del duca di Wittembergh 1766". L'anno errato è visibilmente corretto sul manoscritto in 1756.

Tra le pagine più fortunate di Jommelli - lo dimostrano sia la discografia recente che le numerose copie manoscritte della partitura, a volte rimaneggiata e implementata nell'organico e nei movimenti - il Requiem appare una sintesi musicale tra il gusto musicale partenopeo e quello tedesco, dettato anche dalla committenza, in un perfetto equilibrio tra tradizione ed innovazione dello stile personale.

Giacomo Sances


 

 

 
 
 

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