L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La danza della crudeltà

di Isabella Ferrara

Al Teatro Bellini L'uomo più crudele del mondo con Lino Guanciale, Francesco Montanari, testo e regia Davide Sacco, invita a riflettere sulla natura umana.

NAPOLI, 2 maggio 2023 - Un uomo molto conosciuto, considerato il più crudele del mondo, proprietario della più grande azienda di armi d’Europa (Lino Guanciale) sta per essere intervistato da un giornalista non conosciuto, di una testata locale di scarsa diffusione (Francesco Monatanari). Sembra questa la storia da raccontare, un uomo da smascherare posto di fronte alla sua crudeltà e alle sue azioni. Ed ecco che inizia come una danza. Una provocazione continua al pensiero, all’azione, all’introspezione, alla verità su se stessi e al coraggio di ammetterla e accettarla con le sue conseguenze. La scena è in penombra, niente musica, poche note iniziali e poi alla fine ‘il ballo’. Qualche luce quasi accecante, come durante un interrogatorio fumoso, dove alcol e dolore si danno reciproca forza; vergogna e crudeltà si scambiano di posto; senso della vita e umanità si nascondono fra mazzette di soldi.

Un’intervista sul come fuggire da un luogo non serva a fuggire da se stessi, sul quando chiudersi in una stanza spoglia non serva a cancellare i ricordi. E sono quelli del dolore che più ci lavorano nella testa e dentro l’anima, ininterrottamente come in una fabbrica, una che produca armi, quelle che ogni giorno uccidono speranze, gioie, futuro, persone.

Per contraddire, per capire, per ricordare ci sono la filosofia, la religione, la letteratura, le immagini. Ma per decidere, per scegliere, per agire, cosa ci serve? Freddezza, crudeltà, dolore o amore?

In una bella scenografia semplice ed evocativa, i colori e le luci accolgono lo spettatore in un thriller, in uno scambio continuo fra gli attori di modi, di personalità, di gesti, di dubbi e decisioni; uno scambio fra il più crudele e la brava persona. Più studiato l’uno, padrone di una scena costruita ad arte, più sprovveduto l’altro, colto di sorpresa. Si dipana così un testo molto intenso che va alla ricerca, per poi incontrarlo, dell’umano, della sua essenza, delle sue estreme conseguenze. Sorprende, conduce su tracce accennate e risvolti imprevisti, conforta poco e colpisce duro. E mentre ti costringe a pensare, a riflettere, non consente un giudizio, non c’è tempo né spazio, perché la musica finisce, la danza dei personaggi, dei corpi e dei ricordi ha liberato l’umano, l’uomo, la causa e la conseguenza, rendendo così l’attimo e la sua rivelazione inevitabili.

Isabella Ferrara


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.