L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Sorrisi e poesia

 di Suzanne Daumann

 

Immersa in un musicalissimo mondo di fiaba, appassionata di lettura e circondata da presenze fatate secondo la regia di Manu Lalli, La Cenerentola di Rossini interpretata da una splendida Teresa Iervolino conquista il Teatro del Maggio Musicale.

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FIRENZE, 9 novembre 2018 - Il Teatro del Maggio Musicale onora la memoria di Gioachino Rossini, scomparso centocinquanta anni fa, con una nuova produzione della sua Cenerentola. Allestita da Manu Lalli, è piena di spirito e fascino fin dall'ouverture, in cui vediamo Angelina assorta nella lettura di un grosso libro. Si trova nela sala del palazzo di Don Magnifico,  di fronte un camino dove arde il fuoco. Ai lati, verso il proscenio, vediamo le stanze da toilette delle sorellastre. La scenografia di Roberta Lazzeri è classica e magnifica, con qualche tocco personale , come le pile di libri sovradimensionati nel salone, a sottolineare l'importanza della lettura per Angelina. Fin dalla sinfonia, dunque, dall'attacco dei fiati Angelina scuote la testa, tende l'orecchio, avverte evidente l'annuncio del suo destino.  Uno degli aspetti più degni di nota di questo allestimento è la sua musicalità: ogni movimento viene direttamente dalla musica, molti sono gli elementi coreografici; in effetti, un gruppo di danzatrici in un fatato azzurro interviene spesso per conferire una dimensione realmente fiabesca allo spettacolo. Lasciano una scintillante polvere magica nei momenti incantati; danzano, con ombrelli bianchi, la scena della tempesta; alla fine, se ne vanno con valigie e fagotti - Angelina non ha più bisogno delle sue amiche immaginarie. Oltre alle danzatrici - e danzatori negli interventi dei cavalieri di Don Ramiro - sono tutti i personaggi, nei loro movimenti, a seguire parimenti il ritmo della musica. Il meraviglioso senso ritmico di Rossini, sorretto con brio e finezza da Giuseppe Grazioli (sentito anni fa ad Angers e indimenticabile) e dall’Orchestra del Maggio Musicale, diviene così visibile. Si sorride di gioia quando Don Magnifico e Dandini s’affrontano nel loro duo del secondo atto, si guardano, guardano altrove... sempre a ritmo di musica. Si sorride assa, si ride apertamente, ci si commuove anche, c'è tutto stasera, tutto funziona. I costumi di Gianna Poli sono ssai graziosi ed eloquenti: Don Magnifico, Clorinda et Tisbe, come il seguito di Don Ramiro, sono in rosso, boreaux e bianco, mentre Cenerentola porta prima un abito color sabbia, per poi apparire in veste da ballo nera e infine in bianco. Don Ramiro è in uniforme da ufficiale e Dandini in pamtaloni bianchi, camicia aperta, gilet sabbia.

Angelina è interpretata dalla meravigliosa Teresa Iervolino, dalla voce ampia e agile. In effetti, la sua maestria nelle acrobazie vocali rossiniane è tale da far pensare alla Cenerentola di Lucia Valentini Terrani. Notevole anche il Dandini di Christian Senn, baritono sensibile dal timbro caldo. È anche assai divertente, come tutti gli altri personaggi buffi. Il Don Magnifico di Luca Dall’Amico è magnificamente ridicolo e le due sorellastre, Eleonora Bellocci Clorinda e Ana Victoria Pitts Tisbe, sono acide, esuberanti, comiche e anche un po' commuoventi. Nei panni di Don Ramiro abbiamo avuto questa sera il tenore Diego Godoy, voce piuttorsto metallica, attore pieno di spirito. Ugo Guagliardo è un Alidoro un po'è sbiadito, che non si impone nella memoria. Forse le fate danzanti gli hanno un po' rubato la scena? Forse la squadra tutta composta da donne che ha curato la messa in scena ha voluto reintrodurre l'elemento femminile dominante in Perault? La zucca fa pure la sua apparizione, in braccio a una giovanissima fatina - una traccia in questa direzione? Sono speculazioni futili, ma ci si può chiedere perché la matrigna e la fata madrina siano state rimpiazzate da figure maschili. Si guarda ad Alidoro, Don Ramiro e Dandino e si pensa a Freud e alle sue tre istanze - e si abbandonano tali elucubrazioni di frotne al gioioso divertimento di Rossini e dei suoi interpreti per questa serata.

Sì, una gran bella serata, una produzione pienamente riuscita da cui si esce con passo danzante, cuore leggero e testa piena di melodie.


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