L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Primo romanticismo secondo Spotti

di Giuseppe Guggino

Un impegnativo concerto con Die Erste Walpurgisnacht di Mendelssohn e la Symphonie Fantastique di Berlioz vede un travolgente Michele Spotti sul podio dei non sempre trascinanti e facilmente trascinabili complessi del Teatro Massimo di Palermo.

Palermo, 12 settembre 2022 - La ripresa delle attività dopo la pausa estiva al Massimo di Palermo è all’insegna dell’alfa e omega del sinfonismo romantico europeo, con due concerti ravvicinati nell’ambito della stessa settimana, dedicati rispettivamente a Mendelssohn/Berlioz e alla Sinfonia n. 4 – denominata per l’appunto “Romantica” – di Anton Bruckner.

Partiture emblematiche quanto mai divergenti quelle proposte nei due programmi, distanziate di neanche un cinquantennio nella storia della musica, se non altro contrapposte sul piano estetico fra musica a programma e musica assoluta, affidate a bacchette parimenti disparate per estrazione e carriera. Se in Bruckner si avrà il piacere di ascoltare l’eclettico Kent Nagano, nel primo concerto il Massimo di Palermo punta su Michele Spotti, direttore emergente tra i più interessanti fra gli under 30 di oggi, di estrazione prevalentemente operistica. Cosa che gli gioca certamente a favore nel dominare la grande varietà di registri, dal solenne al dionisiaco, che alberga nella Erste Walpurgisnacht mendelssohniana e nel saper tenere in pugno orchestra, coro e solisti, nella non comoda e rinunciataria cifra interpretativa adottata, indubbiamente febbrile, esuberante, autenticamente romantica. Sebbene John Chest sia impegnato nella cantata profana di Mendelssohn sia nella parte baritonale del sacerdote che in quella più grave della wächter, si rivela cantante di razza, dall’emissione ben salda su tutta la gamma, che gli consente di concentrarsi sul controllo delle dinamiche e sul testo, con perizia si direbbe liederistica. Il giovanissimo Antonio Mandrillo affronta i suoi due momenti solistici in maniera persuasiva, forte di un timbro tenorile di grande pregio a cui risulta ancora perfettibile la ricerca di varietà espressiva nelle sfumature. Nella scrittura contraltile della alte Frau, infine,Irene Savignano si disimpegna molto puntualmente. Nonostante le sollecitazioni dal podio, in cui Spotti si spende senza risparmio di energie, la prova un poco sottotono del Coro sembra risentire già della partenza di Ciro Visco, avvicendatosi col secondo maestro Salvatore Punturo, già storico preparatore delle voci bianche del Massimo, a cui vanno gli auguri di buon lavoro.

Buona intesa sembra intavolarsi con l’orchestra, anche nella seconda parte del concerto, interamente occupata dalla Symphonie Fantastique di Berlioz, almeno con le sezioni dei legni e degli ottoni, che dimostrano buona duttilità ed una certa elasticità, rispondendo con solerzia al gesto sempre preciso e alla mimica talvolta ipertrofica di Spotti; viceversa la sezione degli archi, in debito di compattezza specie nei tempi lenti, pare visibilmente meno scattante nell’articolazione del suono, almeno fino al Sabba conclusivo, che trascina l’esito della serata in un convinto consenso di pubblico. L’appuntamento è per questa sera, con l’atteso Kent Nagano in Bruckner.


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