L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Made in USA

 di Stefano Ceccarelli

L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia porta in scena un’antologia di musica ‘classica’ statunitense, cioè di autori nati o residenti negli Stati Uniti. Si apre con il Concerto in fa di George Gershwin, si prosegue con il Divertimento per orchestra di Leonard Bernstein e si chiude con la Sinfonia in tre movimenti di Igor Stravinskij. Il concerto di Gershwin è eseguito da un ispirato Jean-Yves Thibaudet; a dirigere le maestranze dell’Accademia è Gianandrea Noseda.

ROMA, 1 dicembre 2022 – Il nazionalismo europeo ha dato linfa vitale a tanta musica pregevole, che ha teso a riscoprire le radici sonore di un dato territorio; ha, però, anche determinato l’insorgere di ideologie che hanno portato a notevoli mali e sofferenze nel corso del Novecento. Una delle più palpabili conseguenze del radicarsi al potere di tali ideologie fu, certamente, l’emorragia emigratoria che pervase buona parte dell’Europa: coloro che non si conformavano all’idea di nazione dovevano essere allontanati o eliminati. In questo, gli Stati Uniti costituirono un porto franco per quanti volessero fuggire. La situazione era tutt’altro che rosea anche lì, ma almeno le possibilità erano decisamente maggiori.

Il concerto di questa sera non fa che dimostrarlo. Vengono presentate al pubblico le opere di tre compositori, due appartenenti a famiglie di origine ebraica ed uno russo. Il titolo, Made in USA, risulta, in tal senso, quasi fuorviante: e il fascino è proprio qui. Alla testa dell’orchestra dell’Accademia c’è Gianandrea Noseda. Si inizia con il Concerto in fa per pianoforte e orchestra di George Gershwin. Autore poliedrico, dalla facile vena, Gershwin presenta la sua firma più autentica nella miscela effervescente di stili musicali, anch’essi immigrati in America ed evolutisi in loco: il jazz ed il blues, in particolare. Il concerto, quindi, sprigiona un’energia dirompente fin dall’Allegro. Alla tastiera siede Jean-Yves Thibaudet, artista eclettico e poliedrico, noto per la sua versatilità e la delicata sensibilità pianistica. Thibaudet si trasferisce con l’animo dalle raffinate rive del Rodano francese fino all’America più folk: le sue mani scorrono rapide ed incisive fra i ritmi swing del jazz, mescolandoli con la melodiosità quasi straniante del blues. L’orchestra suona ottimamente e Noseda imprime l’opportuna agogica, muovendosi in una scrittura travolgente. L’Andante con moto si ricorda soprattutto per gli assoli evocativi della tromba in sordina, che echeggiano il clarinetto della Rapsodia in blue; su un velo orchestrale Thibaudet fraseggia con calore, esaltando l’atmosfera blues. Il concerto si chiude con il rutilante Allegro Agitato, pezzo di bravura dove interprete e direttore si destreggiano in giochi percussivi che accumulano e scaricano ritmo in strutture quasi circolari. Gli applausi attestano il gradimento del pubblico.

Nel secondo tempo, Noseda apre con il Divertimento per orchestra di Leonard Bernstein. Compositore affine a Gershwin non solo per le comuni origini ebraiche ma anche per una concezione della musica spettacolare ed attraente, Bernstein costruisce un breve divertimento orchestrale che ha il suo maggior fascino nella contrapposizione del carattere fra le varie parti. Al Bernstein più ispirato appartengono “Waltz”, “Mazurka” e “Samba”, ritmi reinterpretati dal compositore con quel carattere irresistibile per la danza che caratterizza la facile vena di Bernstein. Evocativo il “Blues”, enigmatico “Sphinxes”, rielaborazione di una sequenza atonale. Il pezzo si chiude con una marcia che è una parodia di celebri temi del genere, come la Marcia di Radetzky: si tratta di ironia, comunque, non di animo dissacrante. Noseda legge la partitura con ordine e precisione; tali sono, del resto, le sue caratteristiche principali. La serata si chiude con la Sinfonia in tre movimenti di Igor Stravinskij. Russo di origine, ben presto emigrato e diventato cittadino del mondo, Stravinskij è un simbolo della modernità del Novecento. La Sinfonia in tre movimenti è ispirata agli eventi della Seconda Guerra Mondiale. L’orchestrazione presenta, infatti, passaggi che ritmicamente incalzano e quasi travolgono, come quelli del I (Allegro) e III movimento (Con moto). Armonicamente seducente l’Andante, che trova nelle parti dell’arpa concertante momenti di lirismo che non è mai romanticamente abbandonato, semmai velato da una seducente incertezza armonica. Ancora, Noseda trova la quadra della partitura. Il concerto si chiude fra gli applausi.


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