L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Agli estremi della parabola beethoveniana

di Giuseppe Guggino

A chiusura della stagione degli Amici della musica di Palermo il Trio Metamorphosi porta a compimento l’integrale dei trii di Beethoven con un’appendice dedicata ad una selezione di sei Schottische Lieder dall’op. 108 con la simpatica partecipazione di Monica Bacelli.

Palermo, 17 aprile 2023 - Ultimo appuntamento di una riuscita stagione, per gli Amici della musica di Palermo il Trio Metamorphosi porta a termine al Politeama Garibaldi il percorso integrale fra le composizioni beethoveniane per trio pianoforte-violino-violoncello, già oggetto da parte della stessa formazione di una pregevole integrale discografica per Decca.

L’impaginato di questo ultimo concerto, in due tempi, prevede nella prima parte il Trio op. 1 no. 1 – importante composizione in quattro movimenti cui spetta l’impegnativo onere di inaugurare “ufficialmente” il catalogo beethoveniano – preceduto dal Trio giovanile WoO 38 in tre movimenti e dall’Allegretto Hess 48. Mauro Loguercio, prima di imbracciare il validamente violino, introduce all’ascolto i pezzi, alternandosi con Francesco Pepicelli, pianista dal suono brillante, ancorché non sempre inappuntabile per precisione nello sviluppo della cristallina scrittura del primo Beethoven. Non parla, ma fa suonare – e con grande morbidezza – il suo violoncello l’altro Pepicelli, Angelo, in composizioni nelle quali il rilievo accordato a questo strumento tanto nelle esposizioni quanto negli sviluppi tematici risulta progressivamente sempre più ampio.

L’intervallo proietta l’ascoltatore verso la maturità del catalogo beethoveniano, con l’Allegretto non incluso del catalogo “ufficiale”, breve lavoro privato a tinte pastello dedicato all’adolescente Maximiliane (Maxe) Brentano, futura dedicataria otto anni dopo della trentesima sonata per pianoforte op. 109.

L’ingresso in sala di Monica Bacelli fa virare la temperatura del pomeriggio dall’orizzonte pacificato del breve Allegretto all’atmosfera estremamente varia che si respira fra le canzoni popolari scozzesi dell’op. 108, composte fra il 1818 e il 1822. Rotto il ghiaccio con bacchico Come fill, fill, my good Fellow!, è poi la volta dell’espressivo Sunset su versi di Walter Scott, prima che la Bacelli ceda una strofa del canzonatorio Music, love and wine ad ogni membro del Trio Metamorphosi. Concludono la selezione The lovely lass of Inverness e Bonnie laddy, highland laddie con cui il mezzosoprano emiliano coniuga sensibilità alla sua ben nota simpatia. Sicuro il successo di pubblico a cui sono concessi a mo’ di bis due fra le oltre quattrocento canzoni scozzesi di Haydn, corpus commerciale da cui discende anche la produzione di folk-songs beethoveniane.


 

 

 
 
 

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