L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Suoni di Natura

di Vincenza Caserta

Musiche di Vivaldi e Nicola Piovani per i Solisti Veneti e Massimo Mercelli slìolista al flauto.

PADOVA, 12 luglio 2023 - Piazza Eremitani a Padova nella calda sera del 12 luglio è ancora dolcemente accarezzata dagli ultimi raggi di sole e se a questo aggiungiamo il delicato e continuo canto delle cicale, nascoste tra gli imponenti sprazzi di verde che circondano la piazza. Non possiamo non sentirci catturati dalla natura, che come una sirena ammaliatrice rivendica la sua presenza tra i blocchi severi della città. Proprio la natura diventa protagonista in questo singolare concerto che affianca autori vissuti a distanza di tre secoli: Vivaldi e Piovani, noto al grande pubblico per aver creato la colonna sonora (vincitrice del Premio Oscar) del celebre film La vita è bella. Il fil rouge che unisce queste due figure segna uno spirito di continuità ed incuriosisce comprendere quale sia il disegno che Carella e Piovani presenteranno al pubblico assieme ai Solisti Veneti e al flautista Massimo Mercelli.

Vivaldi segna l’inizio del viaggio nella natura, diretto dalla solida bacchetta di Giuliano Carella, a partire dal Concerto in fa maggiore Op 10 n. 1 Tempesta di mare per flauto, archi e basso continuo. L’interpretazione proposta da Carella ne privilegia la chiarezza descrittiva. Il solista Massimo Mercelli, con candida sicurezza, dà voce a quella natura a tratti tempestosa che si snoda coraggiosamente nella scrittura vivaldiana. Non mancano momenti di raccoglimento in cui trovano spazio anche accenti dal carattere introspettivo. Ogni elemento in questi tre concerti dell’Op 10 di Vivaldi presenta uno scenario diverso e si connota per il contenuto di musica a programma non meno suggestivo di quello delle Stagioni. Il Concerto in sol minore Op 10 n. 2 La Notte sin dal suo severo incipit pare avvolgere sotto una scura coltre ogni aspetto della natura, sopita ma non silente, che risponde nella parte affidata al flauto. Tutto si colora di una grazia che sospende il tempo nel trillo del solista. Anche il Concerto in re maggiore Op 10 n. 3 ha il carattere maestoso della natura imponente. Questa volta il flauto sembra ricordare il coraggio di un usignolo, immerso nel paesaggio incantato per poi cedere la parola a un’orchestra che richiama tutti i suoni della natura, ora come voci distinte ora come echi lontani. Momento toccante quello in cui si articola il dialogo a tre fra flauto, clavicembalo e violoncello, interessanti i giochi di contrapposizione con i violini.

Speculare la struttura dei concerti di Nicola Piovani ispirati a quelli vivaldiani. Sul podio cambio di bacchetta per i Solisti Veneti, diretti questa volta dallo stesso compositore. L’idea della natura è leitmotiv, è musica d’effetto in cui la chiave moderna è segnata immediatamente dall’organico con la presenza del pianoforte al posto del clavicembalo e l'aggiunta delle percussioni. Il flauto di Mercelli è in primo piano e mette in evidenza tutte le caratteristiche del solista, in primis la delicata chiarezza espressiva. Le sonorità del primo Concerto Tsunami sono cangianti, l’Orchestra dei Solisti veneti è perfettamente a suo agio in questa nuova partitura appositamente che ricorda, per certi aspetti, Prokof'ev. La visione di Piovani appare disincantata, dipinge una natura con i tratti della kalokagathìa, secondo cui il bello coincide necessariamente con il buono, ma allo stesso tempo contempla l'aspetto imprevedibile e non sempre benevolo che sovrasta l'uomo. Ogni elemento della partitura diventa quindi simbolico e la voce sicura del flauto, accompagnata dal caldo sostegno degli archi, presenta piccoli ed importanti elementi. Questi spesso mascherati, entrando talvolta in punta di piedi, e mimetizzandosi tra i vari temi, indicando una nuova via da percorrere. Nel Concerto Eclissi di Luna il flauto illumina con limpidezza ed emerge sul dialogo fra violini e viole. Il carattere onomatopeico dello strumento solista appare evidente nel terzo concerto, La Tortorella, in cui la natura prende parola, direttamente, senza intermediari: è una descrizione attenta quella in cui Piovani trasporta i suoi ascoltatori, fatta di tempi sospesi, in un contesto che con Vivaldi ha in comune l’idea che la musica possa avere quella vis descrittiva in cui la flessuosità del suono si trasforma in ricerca profonda ed interiore. Ogni dialogo si articola con scioltezza in un continuo divenire che, giocando tra le parti d’orchestra, sembra suggerire “panta rei”, tutto scorre. Sorpresa interessante nella cadenza finale del Concerto La Tortorella, con l’accenno alla canzone “Je cherche la Titine”, legata alle immagini cinematografiche di Charlie Chaplin in Tempi moderni.

Con bis generosi Carella ed i Solisti veneti omaggiano Piovani attraverso i suoi celebri brani Buongiorno, Principessa e La vita è bella. Acclamato dal pubblico, anche il compositore concede un fuori programma riproponendo l’ultimo movimento della Tortorella. Pubblico estasiato, applausi da Oscar.


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