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Anna Lecouvreur

di Gustavo Gabriel Otero

Grande successo per Anna Netrebko, con un cast all'altezza, un'ottima concertazione e una produzione di qualità.

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PARIGI, 19 gennaio 2023 - Grande trionfo di Anna Netrebko in questa ripresa di Adriana Lecouvreur in cui si sono combinati una bacchetta di altissimo livello, un cast omogeneo e una messa in scena di grande qualità. Non è facile scrivere qualcosa di nuovo sul grande soprano russo e sulla realizzazione dei suoi personaggi. Adriana Lecouvreur permette ad Anna Netrebko di esibire e dimostrare la sua perfezione vocale e la sua credibilità attoriale. Fin dal suo ingresso con "Io son l'umile ancella", cantata con un fiato travolgente, tempi larghi, pienezza di sfumature e con un'emozione che si è trasferita dal palcoscenico al pubblico, la Netrebko è stata un'Adriana di altissima qualità. Piena di vitalità nel primo atto, la drammaticità della sua voce aumenta man mano che lo spettacolo procede. Il suo scontro con la Principessa di Bouillon è stato da antologia, la sua recitazione di Fedra è stata impressionante con tragica solennità e senza affettazione, l'atto finale è stato straziante con un "Poveri fiori" da ricordare e una scena della morte agghiacciante. Naturalmente le caratteristiche del personaggio le danno la possibilità di mostrare la sua musicalità senza cedimenti, di travolgere con i suoi acuti, di affascinare con il suo fraseggio immacolato e di godere del suo bel timbro perfettamente riconoscibile. Ha anche accresciuto la sua densità nel registro grave, che suona più naturale. 

Ottimo il lavoro di Jader Bignamini nella direzione orchestrale, che ha fatto emergere tutta la bellezza della partitura, facendola crescere in coerenza musicale e dando perfetto spazio ai solisti per brillare, evidenziando sia i momenti lirici che quelli drammatici. La risposta dei professori d'orchestra è stata di prim'ordine per completare lettura di eccellenza.

Adriana Lecouvreur non è nulla senza una diva che la incarni, ma non è nulla senza una squadra all'altezza che la accompagni. E in questo caso Anna Netrebko l'ha avuta.
Yusif Eyvazov è un tenore affidabile e sicuro che ha proposto un Maurizio pieno di eroismo e allo stesso tempo caldo e innamorato. Attualmente credibile e molto corretto, ha mostrato un ottimo volume, voce ampia, notevole per emissione e acuti potenti. Non è una novità che il suo colore sia poco attraente e forse un po' nasale, ma adempie perfettamente al suo ruolo e non delude in nessun momento.
Ekaterina Semenchuk è stata una straordinaria Principessa di Bouillon. Canto omogeneo e ampio, proiezione perfetta, registro basso potente, credibilità scenica e intensità drammatica perfettamente dosata. Una rivale della Netrebko sul palcoscenico al suo livello.
Il Michonnet di Ambrogio Maestri, una gloria del canto italiano, era un lusso. Fraseggio ammirevole, dizione e intenzioni perfette, voce potente e ben timbrata in tutta la gamma.

Sava Vemić ha servito molto bene il Principe de Bouillon e la voce del tenore Leonardo Cortellazzi (l'Abbé de Chazeuil) è parsa molto interessante. Il quartetto di artisti della Comédie formato da Alejandro Baliñas Vieites (Quinault), Nicholas Jones (Poisson), Ilanah Lobel-Torres (Jouvenot) e Marine Chagnon (Dangeville) era equilibrato.
Se-Jin Hwang (maggiordomo) e il Coro, in questa occasione diretto da Alessandro di Stefano, sono stati entrambi corretti nelle loro brevi parti.

Se ci riferiamo a David McVicar, sappiamo che troveremo facilmente una messa in scena rispettosa nel tempo e nello spazio indicati da libretto e tradizione e di ottima fattura generale. Questo è il caso di Adriana, che ha già girato i palcoscenici di tutto il mondo, è stato proiettato dal vivo nei cinema ed è anche disponibile in DVD. L'azione si svolge in modo coerente, non ci sono momenti vuoti e l'idea della presenza permanente di un palco nel palco è elemento distintivo di questa produzione. I costumi di Brigitte Reiffenstuel sono impeccabili, le coreografie di Andrew George bellissime, la cornice scenica di Charles Edwards perfetta e funzionale.


Anna Lecouvreur

por Gustavo Gabriel Otero

PARIGI, 19 gennaio 2023 - Gran triunfo de Anna Netrebko en esta reposición de Adriana Lecouvreur en la que se conjugaron una batuta de gran nivel, un elenco parejo y sin fisuras y una puesta en escena de gran calidad.

No es fácil escribir alguna novedad sobre la gran soprano rusa y la composición de sus personajes. Adriana Lecouvreur le permite a Anna Netrebko mostrar y demostrar su perfección vocal y su credibilidad actoral. Ya desde su ingreso con ‘Io son l’umile ancella’ cantada con un fiato apabullante, tiempos largos, plenitud de matices y con una emoción que se trasladó del escenario al público, Netrebko fue una Adriana de altísima calidad. Plena de vitalidad en el primer acto, el drama se va incrementando en su voz a medida que transcurre la representación. Antológico su duelo con la Princesa de Bouillon, impactante en el recitado de Fedra con solemnidad trágica y sin afectaciones, desgarradora en el acto final con un ‘Poveri fiori’ de antología y una escena de la muerte escalofriante. Naturalmente la composición del personaje la da la posibilidad de mostrar su musicalidad sin fisuras, de apabullar con sus agudos, de enamorar con su fraseo inmaculado, y de disfrutar de su hermoso timbre perfectamente reconocible. Ha también crecido en densidad en el registro grave que suena más natural.

Gran trabajo de Jader Bignamini en la dirección orquestal, haciendo relucir toda la belleza de la partitura, haciéndola crecer en coherencia musical y dando perfecto lugar a los solistas para su lucimiento, resaltando tanto los momentos líricos como los dramáticos. La respuesta de los profesores de la orquesta fue de primer nivel para redondear una versión musical de excelencia.

Adriana Lecouvreur no es tal sin una diva que la encarne pero no es nada sin un equipo de primera línea que la acompañe. Y en este caso Anna Netrebko lo tuvo.

Yusif Eyvasov es un tenor confiable y seguro que compuso un Maurizio pleno de heroísmo y a su vez cálido y enamorado. Actoralmente creíble y muy correcto, mostró muy buen volumen, registro amplio, notable entrega y agudo poderoso. No es novedad que su color es poco atractivo y quizás algo nasal pero cumple con su cometido en forma perfecta y no defrauda en ningún momento.

Ekaterina Semenchuk fue una extraordinaria Princesa de Bouillon. Registro homogéneo y amplio, proyección perfecta, graves poderosos, credibilidad escénica e intensidad dramática perfectamente dosificada. Una rival de Netrebko en la escena a su altura.

Un lujo el Michonnet de Ambrogio Maestri, una gloria del canto italiano. Fraseo admirable, dicción e intencionalidades perfectas, voz poderosa y bien timbrada en toda la extensión del registro.

Muy bien servido el Principe de Boullon de Sava Vemić, y muy interesante la voz del tenor Leonardo Cortellazzi (el Abate de Chazeuil). Equilibrado el cuarteto de artistas de la Comedie formado por Alejandro Baliñas Vieites (Quinault), Nicholas Jones (Poisson), Ilanah Lobel-Torres (Jouvenot) y Marine Chagnon (Dangeville).

Correctos en sus breves artes tanto Se-Jin Hwang (mayordomo), como el Coro en esta ocasión dirigido por Alessandro di Stefano.

Si nos referimos a David McVicar sabemos que nos vamos a encontrar con una puesta en escena respetuosa en tiempo y espacio de muy buena factura general. Es el caso de esta Adriana que ya recorrió los escenarios del mundo, se ofreció en los cines en directo y hasta se encuentra disponible en DVD. La acción se desarrolla coherente, no hay momentos vacíos y la idea de la presencia permanente de un escenario dentro del escenario una marca registrada de esta versión. De perfecto estilo los trajes de Brigitte Reiffenstuel, bella la coreografía de Andrew George, perfecto y funcional el marco escénico de Charles Edwards


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