L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

LE CHIAVI DEL PARADISO

il ritorno alla grazia di Dio

14 ottobre 2018 - 19:00

Chiesa di San Pietro a Ceniga, Dro (TN)

LINK al sito ufficiale

Interpreti:

Aurelio Schiavoni, controtenore in registro di contralto

Orchestra da camera Ensemble Arco Antiqua

Guido Trebo, direttore

Introduce la serata: Romano Turrini

La locandina

I luoghi

Credits: Arco Antiqua a.p.s.c.

Programma:

Johann Adolph Hasse (1699-1783)

Quando Jesus est in corde, Mottetto per voce, archi, continuo

Sächsische Landesbibliothek, Dresden (D-Dl): Mus.2477-E-37,3

Giuseppe Porsile (1680-1750)

Sinfonia nr. 1 in re maggiore

Allegro assai |Adagio e piano | Prestissimo | Menuetto, Allegro

Sächsische Landesbibliothek, Dresden (D-Dl): Mus.2196

Francesco Durante (1684-1755)

Confitebor, a voce sola di contralto in re

Bibliothèque nationale de France, Musique (F-Pn D-3647.4)

Percorso culturale gastronomico:

Crema di patate calda con crostoni di pane. Curato dalla Signora Annamaria e dallo Chef Bruno Pederzolli e dallo staff del Rooms and Breakfast “da Gianni” di Chiarano di Arco (TN), Paolo e Ivano Negri.

biografie

Aurelio Schiavoni – controtenore in registro di contralto

Diplomato col massimo dei voti e la lode al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari sia in Pianoforte sotto la guida del M° Emanuele Arciuli, che in Canto sotto la guida della Prof.ssa Katia Angeloni, ha proseguito gli studi tecnico-interpretativi vocali col M° Michael Aspinall, con la Prof.ssa Gloria Banditelli e col M° William Matteuzzi. Ha conseguito il Biennio Accademico di II livello in Canto Rinascimentale e Barocco col massimo dei voti e la lode sotto la guida delle Prof.sse Patrizia Vaccari e Gloria Banditelli presso il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza. Ha inoltre frequentato l’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti” di Martina Franca durante la quale ha approfondito lo studio tecnico (Sherman Lowe, Paola Pittaluga) e del repertorio lirico (Lella Cuberli, Stefania Bonfadelli, Vittorio Terranova, Sherman Lowe) e barocco (Roberta Mameli, Sonia Prina, Antonio Greco). Il suo repertorio spazia dal rinascimento al barocco, al classicismo ma anche alla riscoperta delle composizioni scritte per castrato o en travesti del romanticismo italiano (Vaccaj, Zingarelli, Nicolini, Morlacchi, ecc.) oltre che alla musica contemporanea, liederistica e cameristica. Membro di vari ensemble antichi e non, nel 2007 ha svolto attività di corista e solista presso il Salzburger Bachchor e St.-Peters-Stiftung (Salisburgo, Austria). Ha collaborato al “Progetto inediti abruzzesi” cantando in prima esecuzione assoluta anche per il Convegno Internazionale di Musicologia tenutosi presso l’Istituto Nazionale Tostiano di Ortona, le arie inedite del compositore Matteo Capranica. Ha debuttato con l’opera “La finta cameriera” di G. Latilla per il ‘Festival Latilla’ di Casamassima (Bari) nel ruolo di Filindo ed ha interpretato il ruolo di Alceste/Demetrio nell’opera Il Demetrio di Leonardo Leo in prima esecuzione in tempi oderni. Inoltre è stato Eneo nell’opera La Lotta d’Ercole con Acheloo di A. Steffani all’interno del 40° Festival della Valle d’Itria sempre in prima esecuzione. E’ stato contralto solista nel Dixit Dominus di Handel diretto da Christopher Hogwood, nel atus Vir di Vivaldi diretto da Roy Goodman, nella Cantata dell’Ascensione BWV11 di J. S. Bach diretto da A. Bernardini, nel Gloria e nel Magnificat di Vivaldi diretto di R. Alessandrini. E’ risultato vincitore di vari concorsi nazionali ed internazionali tra cui: 1° premio al V Concorso di Canto Barocco “Francesco Maria Ruspoli” – Vignanello (VT), 1° premio al VI Concorso di Canto Barocco “Francesco Provenzale” (NA), 1° premio assoluto al I Concorso “Città dei Sassi” – Matera (Claudio Desderi presidente e Patrizia Ciofi membro di giuria). Premio “Maria Moriconi Mattii” al Concorso “Città di Montegiorgio” (AP)Inoltre è risultato anche finalista al III Internationaler Gesangswettbewerb für Barockoper Pietro Antonio Cesti (Innsbruck) e al II Concours de Chant Baroque de Froville (Francia) e semifinalista al Handel Singing Competition 2011 (Londra).In giugno e settembre 2010 è stato contralto solista nel Vespro della Beata Vergine di G. B. Pergolesi rispettivamente all’interno del Ravenna Festival e del MITO Festival a Torino. Ha interpretato la Voce di Dio nell’oratorio Caino, ovvero il primo omicidio di A. Scarlatti sotto la direzione di R. Alessanrini con il quale ha anche partecipato ad una registrazione con musiche di C. Monteverdi. Ha inciso in qualità di solista il “Laudate pueri” di N. Porpora per Radio Vaticana e il “Vespro della Beata Vergine” di G. B. Pergolesi per la Paragon (pubblicazione con la rivista Amadeus) e le Cantate Italiane di A. Steffani per la Brilliant.Lo scorso febbrario ha interpretato il ruolo di Arnalta ne l’incoronazione di Poppea di C. Monteverdi sotto la direzione di R. Alessandrini presso la prestigiosa Carnegie Hall di New York ed il ruolo di Egaro nel Teuzzone di Vivaldi sotto la direzione di J. Savall al Gran Teatro del Liceu di Barcellona. Inoltre è laureato in Matematica presso l’Università degli Studi di Lecce.

Orchestra da camera Arco Antiqua

L’ensemble vocale e strumentale “Arco Antiqua”, nato nel 2014, si occupa di esecuzioni musicali storicamente informate. Il gruppo è composto da brillanti giovani musicisti, provenienti da tutta Europa, che si sono specializzati in musica antica presso le più importanti accademie europee come la Schola Cantorum Basiliensis, la Musikhochschule di Trossingen, i dipartimenti di musica antica del Conservatorio di Vicenza e del Conservatorio di Venezia. I componenti dell’ensemble hanno alle spalle diverse incisioni discografiche (per etichette importanti come Bongiovanni, Bottega Discantica e Tactus), registrazioni radiofoniche e televisive.

Guido Trebo - direttore

Diplomato in canto presso il Conservatorio F.A. Bonporti di Riva del Garda si è poi laureato col massimo dei voti in Canto Rinascimentale e Barocco presso il Conservatorio di Vicenza. Finalista e premiato in vari concorsi lirici come l'"Anselmo Colzani" di Budrio, il "Lauri Volpi" di Latina e l'"Adolfo Tirindelli" di Conegliano decide di dedicarsi all'interpretazione del repertorio barocco. Trebo ha cantato e recitato, interpretando ruoli principali, nei più prestigiosi teatri italiani come l'Ariston di San Remo, il Bagaglino e il Teatro Olimpico di Roma, il Teatro di Verdura di Palermo, il Teatro Nuovo e il Teatro San Babila di Milano, il Donizetti di Bergamo, il Coccia di Novara, il Teatro Sociale di Trento ecc.. Diretto da importanti direttori d'orchestra come P. Borgonovo e C. Hogwood. Ha inciso per Bongiovanni, Anima, Velut Luna e Rainbow Classic. Ha partecipato a trasmissioni radiofoniche per la Radio Vaticana e per la WNYC di New York. Nel 2014 fonda e dirige l'Ensemble Arco Antiqua, gruppo di strumentisti specializzati in esecuzioni storicamente informate, affrontando il repertorio dal Cinquecento alla seconda metà del Settecento.

Note di sala

La speranza del ritorno

Cogliendo la preziosa occasione offerta dall’inaugurazione proprio stamattina del percorso espositivo legato ad una delle pagine più dolorose per il popolo del Basso Sarca, l’esodo imposto dalle autorità austriache all’entrata in guerra dell’Italia, abbiamo dedicato l’ultimo concerto del nostro festival al tema del ritorno.

Alla fine del mese di maggio 1915 fu emanato l’ordine di evacuazione per le popolazioni dell’Alto Garda e Ledro. Di li a poco il Sommolago sarebbe diventato zona di guerra tra austriaci e italiani. I profughi furono ammassati su treni e spediti frettolosamente verso il Brennero per poi essere smistati nelle varie destinazioni. Le cifre relative a quest’operazione sono impressionanti, si parla di circa 75.000 trentini divisi tra Austria Inferiore, Boemia, Moravia e Salisburghese. Famiglie distrutte, gli uomini in età compresa tra 15 e 50 anni furono mandati ai servizi complementari o a combattere sul fronte Russo mentre madri, bambini e vecchi si videro costretti a vivere di stenti nelle baracche di legno di Mittendorf e Braunau. Il governo austriaco cercò di limitare i danni assegnando ai profughi un sussidio che arrivò ad ammontare a 2 corone, oltre alla fornitura di indumenti, calzature e biancheria. Questo purtroppo non bastava, il continuo rincararsi dei generi alimentari costringeva i profughi alla fame, ben presto la popolazione stremata iniziò ad ammalarsi e a decine morirono a causa del freddo e della malnutrizione.

La situazione durò fino al 1918 quando, con la comunicazione definitiva del piano dei rientri del 23 dicembre, i trentini poterono ritornare nei loro territori d’origine. Al rientro i profughi si dovettero misurare con una situazione estremamente disagevole: le case erano state saccheggiate e distrutte mentre le campagne erano state gravemente danneggiate. Tuttavia la popolazione non si perse d’animo e nel giro di pochi mesi, orgogliosamente, seppe trovare le forze per riparare gli edifici e tornare alla vita di tutti i giorni.

E’ alla forza e alla fede di queste persone che ci siamo ispirati per progettare questo concerto. Il titolo “Le chiavi del Paradiso” è una metafora, prendendo spunto dal Santo a cui questa splendida chiesa è dedicata vogliamo riflettere sul coraggio, la speranza, l’amore per la propria terra che ha permesso agli sfollati del Basso Sarca di tornare nel loro paradiso, il Sommolago, e di ricostruirlo con tenacia dopo gli orrori della guerra.

Presenteremo due mottetti, composizioni in lingua latina, e una sinfonia di autori che possiamo ascrivere alla scuola napoletana (Hasse, nato ad Amburgo, ebbe modo di studiare nella città del Vesuvio con Porpora e Scarlatti) e che hanno avuto diversi contatti con l’ambiente viennese. I testi dei mottetti ci invitano a ritrovare la luce divina, consolatrice delle pene terrene e a lasciarci guidare dalla virtù, confidando nella divina misericordia. In particolare il brano che conclude la serata, “Confitebor tibi Domine”, tratto dal salmo 111, elogia l’uomo retto che in virtù della sua giustezza ottiene la sua felicità. Mi piace pensare che nei momenti di maggiore sconforto, durante l’esodo o nei primi mesi del ritorno a casa, i profughi del Basso Sarca abbiano potuto trovare conforto in queste meravigliose parole che ci invitano ad essere misericordiosi, pietosi e giusti anche nei momenti più bui.

 


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