L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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RICREAZIONI MUSICALI

L’arte strumentale napoletana all’alba dell’età borbonica

12 ottobre 2018 - 20:45

Chiesa di San Michele, Varignano, Arco (TN)

Il link al sito ufficiale

 

Interpreti:

Orchestra da camera Ensemble Arco Antiqua

Guido Trebo, direttore

Introduce l’evento: Romano Turrini

 

La locandina

I luoghi

Credits: Arco Antiqua a.p.s.c.

Programma:

Alessandro Scarlatti (1660-1725)

Concerto per Flauto in Fa maggiore [IAS 284]

Francesco Mancini (1672-1737)

Sonata XIX in Mi minore

manoscritti 34-39 della Biblioteca del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli

Nicola Porpora (1686-1768)

Sinfonia nr. 4 in Re Maggiore

Sinfonie da Camera Op.2, Prima edizione, B. Fortier, Londra 1736, RISM A/I: P 5118

Johann Adolph Hasse (1699-1783)

Concerto per Oboe o Flauto Trav. Solo in Fa maggiore

manoscritto della Musik- och teaterbiblioteket di Stoccolma (Svezia), RISM: 190018454

Percorso culturale gastronomico:

Strudel salato con verdure. Curato dalla Signora Annamaria e dallo Chef Bruno Pederzolli e dallo staff del Rooms and Breakfast “da Gianni” di Chiarano di Arco (TN), Paolo e Ivano Negri.

Biografie

Orchestra da camera Arco Antiqua

L’ensemble vocale e strumentale “Arco Antiqua”, nato nel 2014, si occupa di esecuzioni musicali storicamente informate. Il gruppo è composto da brillanti giovani musicisti, provenienti da tutta Europa, che si sono specializzati in musica antica presso le più importanti accademie europee come la Schola Cantorum Basiliensis, la Musikhochschule di Trossingen, i dipartimenti di musica antica del Conservatorio di Vicenza e del Conservatorio di Venezia. I componenti dell’ensemble hanno alle spalle diverse incisioni discografiche (per etichette importanti come Bongiovanni, Bottega Discantica e Tactus), registrazioni radiofoniche e televisive.

Guido Trebo - direttore

Diplomato in canto presso il Conservatorio F.A. Bonporti di Riva del Garda si è poi laureato col massimo dei voti in Canto Rinascimentale e Barocco presso il Conservatorio di Vicenza. Finalista e premiato in vari concorsi lirici come l'"Anselmo Colzani" di Budrio, il "Lauri Volpi" di Latina e l'"Adolfo Tirindelli" di Conegliano decide di dedicarsi all'interpretazione del repertorio barocco. Trebo ha cantato e recitato, interpretando ruoli principali, nei più prestigiosi teatri italiani come l'Ariston di San Remo, il Bagaglino e il Teatro Olimpico di Roma, il Teatro di Verdura di Palermo, il Teatro Nuovo e il Teatro San Babila di Milano, il Donizetti di Bergamo, il Coccia di Novara, il Teatro Sociale di Trento ecc.. Diretto da importanti direttori d'orchestra come P. Borgonovo e C. Hogwood. Ha inciso per Bongiovanni, Anima, Velut Luna e Rainbow Classic. Ha partecipato a trasmissioni radiofoniche per la Radio Vaticana e per la WNYC di New York. Nel 2014 fonda e dirige l'Ensemble Arco Antiqua, gruppo di strumentisti specializzati in esecuzioni storicamente informate, affrontando il repertorio dal Cinquecento alla seconda metà del Settecento.

Note di sala

La musica in epoca borbonica

Quando Carlo Sebastiano di Borbone (1716-1788) entrò a Napoli, nel 1734, assumendo il titolo di Neapolis rex, trovò una tradizione musicale di altissimo livello. Fondata nel Cinquecento, grazie all’istituzione dei suoi quattro conservatòri (Santa Maria di Loreto, Pietà dei Turchini, Poveri di Gesù Cristo e Sant’Onofrio) la “Scuola Napoletana” era un riferimento accademico a cui tutto il mondo musicale occidentale guardava con interesse e ammirazione. L’Opera napoletana era già attiva da più di un secolo al Teatro dei Fiorenti e al San Bartolomeo, quando, nel 1737, Carlo di Borbone decise di dotare la città di quello che sarebbe diventato uno dei più importanti teatri dell’occidente: il Real Teatro di San Carlo, attivo tutt’ora e cuore ancora oggi della vita musicale partenopea.

La qualità della musica napoletana era altissima, nel Settecento la città divenne tappa obbligata di quanti volevano cimentarsi nell’arte dei suoni e il nuovo teatro divenne presto il palcoscenico privilegiato di tutti i più grandi compositori dell’epoca. La selezione era molto rigorosa: Sarro, Leo, Porpora, Hasse, Jommelli, Galuppi, Piccinni, Haendel, J.C. Bach ebbero la grande opportunità di vedervi eseguiti i propri lavori mentre, ad esempio, a Mozart riuscì solo di entrare come spettatore nel 1778.

Accanto all’attività teatrale erano attive in città altre prestigiose istituzioni musicali come le varie cappelle legate alle istituzioni religiose e la Cappella Reale, che ebbe maestri di grandissimo valore come Alessandro Scarlatti (a cui è stato attribuito il Concerto per Flauto ed archi in Fa maggiore che ascolteremo in apertura del nostro evento) e Francesco Mancini, che succedette a Scarlatti nel 1725 ma fu costretto a terminare il suo incarico nel 1735, l’anno successivo alla proclamazione di Carlo a re di Napoli, a causa di un ictus che lo portò a morire due anni più tardi. Di Mancini ascolteremo una Sonata in mi minore, conservata in una splendida raccolta manoscritta di 24 brani per flauto ed archi di autori diversi catalogata presso la biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella. La musica che ascolteremo si pone stilisticamente nel periodo di transizione che parte dalla musica di Scarlatti per arrivare a quella dei compositori della generazione successiva alla sua, quelli che hanno il merito di aver diffuso la musica napoletana in tutt’Europa e che ascolteremo nella seconda metà del concerto di stasera.

Il napoletano Nicola Porpora e l’amburghese Johann Adolph Hasse sono esempi paradigmatici della fortuna internazionale della musica partenopea. Basta anche solo una rapida occhiata alla biografia di questi due artisti per cogliere la loro caratura internazionale. Se Porpora fu attivo a Dresda, Londra, Venezia, Vienna; Hasse si spostò dalle rive dell’Elba al golfo di Napoli per perfezionarsi come compositore presso Porpora stesso e il vecchio Alessandro Scarlatti, che, colpito dalla modestia e dagli sguardi del giovane, lo prese gratuitamente sotto la propria tutela musicale.

La sinfonia da Camera nr. 4 in re maggiore di Porpora appartiene al periodo londinese dell’autore, quando la sua presenza in città come direttore dell’Opera della Nobiltà mese in crisi seriamente le attività di Haendel, anche grazie alla straordinaria presenza di due castrati di notevole bravura come il Senesino, al secolo Francesco Bernardi (1686-1758) e il Farinelli, Nicola Broschi (1705-1782).

Quando nel 1736 Porpora decise di allontanarsi da Londra per stabilirsi a Venezia venne sostituito alla guida dell’Opera of Nobility da Johann Hasse. Così facendo si riaccese la disputa con Handel e con la Royal Academy of Music, che traduceva in ambito musicale la rivalità tra Giorgio II di Gran Bretagna e il Principe di Galles Federico di Hannover. La contesa continuò fino al 1737, con perdite e vittorie da entrambe le parti, terminando con il collasso finanziario dell’opera italiana. Di Hasse potremo ascoltare questa sera il Concerto per Oboe o Flauto traverso solo in fa maggiore, conservato in un manoscritto datato 1740 custodito in Germania, presso la biblioteca di Darmstadt.


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