L’Ape musicale

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Manon Lescaut a Torino

MANON LESCAUT

di Giacomo Puccini

Otto chiamate alla ribalta per il compositore, un successo trionfale: Teatro Regio di Torino, 1 febbraio 1893, Manon Lescaut consacra il trentacinquenne Giacomo Puccini, alla sua terza opera, autore di successo. La gestazione dell’opera non era stata delle più facili, bisognava evitare il confronto con la Manondi Massenet («Massenet la sentirà da francese, con le ciprie e i minuetti. Io la sentirò all’italiana, con passione disperata», aveva scritto Puccini), tratta dallo stesso libro, Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut dell’abbé Antoine François Prévost. Bisognava trovare un buon libretto, ma Puccini non era mai soddisfatto e il lavoro passava da un poeta all’altro, così l’elenco degli autori è sorprendentemente lungo: Ruggero Leoncavallo, Marco Praga, Domenico Oliva, Luigi Illica, Giuseppe Giacosa, persino Giulio Ricordi e lo stesso Puccini. La critica applaude il suo sapiente uso dell’orchestra e la sua capacità di delineare i personaggi; nel novembre 1893 Gustav Mahler dirigerà la prima tedesca dell’opera. Nel 1959 Fedele D'Amico scrisse: «Manon Lescaut è il nostro Tristano. Un Tristanoistintivo, non problematico, senza implicazioni cosmiche, formato ridotto; precisamente quel tipo di Tristanoche l’opera italiana poteva produrre».

ATTO I

Seconda metà del secolo XVIII. Ad Amiens arriva la diligenza da Arras e il giovane studente Renato Des Grieux è colpito dalla bellezza della giovane Manon Lescaut; viaggiano con lei il fratello Lescaut, sergente delle guardie reali, e il vecchio Geronte di Ravoir, tesoriere generale. Des Grieux si presenta alla ragazza la quale, mestamente, gli confida che sta andando a Parigi, dove per volere del padre dovrà entrare in convento. Geronte ha invitato a cena Lescaut, quindi dà ordine all’oste di preparare una carrozza con due cavalli veloci sul retro dell’osteria, perché vuole raggiungere Parigi con la giovane appena arrivata. Edmondo, uno studente amico di Des Grieux, ha udito tutto e svela il piano del rapimento all’amico. Mentre Lescaut è intento a giocare a carte con gli altri avventori, Des Grieux dichiara il suo amore a Manon e le chiede di fuggire con lui perché Geronte ha intenzione di rapirla; la ragazza accetta e i due fuggono sulla carrozza preparata dall’oste. Geronte fa chiamare Manon, ma Edmondo gli indica che i due stanno fuggendo. Pieno di rabbia, Geronte chiama Lescaut, ma il sergente lo tranquillizza: Manon non ama la miseria, a Parigi sarà facile ritrovarla e offrirle un palazzo per lasciare l’amore di uno studente squattrinato.

ATTO II

Manon vive nel palazzo di Geronte: truccatori, maestri di ballo, musici, sono tutti al suo servizio, ma la ragazza si annoia ed è triste perché pensa ai baci appassionati di Des Grieux. Lescaut la consola: Des Grieux non l’ha dimenticata, adesso fa il baro e quando avrà un po’ di soldi tornerà tra le braccia di Manon. Geronte è pronto per una passeggiata e ordina la lettiga; Manon deve ancora finire di abbigliarsi e in camera arriva Des Grieux, che le rimprovera d’averlo abbandonato: la ragazza lo abbraccia dichiarandogli tutto il suo amore. Geronte li scopre, Manon lo prende in giro: la giovinezza e la bellezza di Des Grieux non possono essere paragonate alla sua vecchiaia! I due si apprestano a scappare ma arrivano le guardie chiamate da Geronte, che ha denunciato Manon come prostituta. La ragazza viene arrestata.

ATTO III

Al porto di Le Havre sta per partire la nave che porterà in America le prostitute condannate. Lescaut ha corrotto un soldato ma non riesce a liberare Manon. Des Grieux, disperato, implora il capitano della nave di far partire anche lui; viene accettato come mozzo e si imbarca insieme a Manon.

ATTO IV

Un landa sterminata ai confini del territorio di New Orleans. Des Grieux e Manon sono fuggiti dalla colonia penale. Manon, febbricitante, rievoca il suo passato e muore tra le braccia di Des Grieux, professandogli un’ultima volta tutto il suo amore


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