L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Archi in cattedrale

di Vincenza Caserta

L'Asolo Chamber Orchestra spazia da Boccherini a Dvorak a Mendelssohn.

Asolo 10 giugno 2023 - La Rocca di Asolo è già avvolta tra le scure coltri notturne di un’insolita serata piovosa in questo 10 giugno bizzarro mentre il centro del Borgo, intorno alla storica Cattedrale, è animato da un vivace brusio. Varcata la soglia, prevale un silenzio mistico: il concerto della Asolo Chamber Orchestra sta per iniziare. Già si respira arte osservando la pala di Lorenzo Lotto e quella di Jacopo Da Ponte, entrambe dedicate all’Assunta, mentre due imponenti statue di angeli in marmo di Carrara, opera di Pasino Canova, (nonno del più celebre Antonio), conferiscono ancor più solennità nei pressi dell’altare.

A inaugurare la serata è Boccherini, con il Concerto in sol maggiore per violoncello ed archi G. 480, solista Giuseppe Barutti assieme all'orchestra formata da Carlo Lazari, Francesco Comisso, Enzo Ligresti e Glauco Bertagnin ai violini, Silvestro Favero alla viola e Patrizia Pedron al contrabbasso sotto la direzione di Valter Favero. Il violoncello di Barutti è immediatamente immerso in una cantabilità che unisce spigliatezza audace alla chiarezza dei passaggi più impegnativi, sin da subito si intreccia un dialogo di ampio respiro con i violini di Lazari e Ligresti. Valter Favero coinvolge l’orchestra con fresca spontaneità offrendo spunti poetici che Barutti coglie senza perdere incisività.

Nella Passacaglia di Handel/Halvorsen il severo tema iniziale viene immediatamente colorito da un’interpretazione fantasiosa e sorprendente: il percorso proposto da Enzo Ligresti al violino e Giuseppe Barutti al violoncello trova spunti sempre diversi in ogni variazione, integrandosi perfettamente con l’orchestra in una narrazione musicale articolata con disinvoltura. È un vorticoso immergere gli ascoltatori in un Handel dai colori vivaci e dal carattere giocoso, quasi teatrale: il tema sembra divenire un pretesto per far vivere in musica emozioni differenti che animano il pubblico in un’improvvisa esplosione di applausi.

La serata vede poi l’intervento del Coro di voci bianche di Asolo diretto da Laura Basso. Le ventuno giovanissime che formano il coro animano di dolcezza i brani proposti assieme con l'Asolo Chamber Orchestra, a partire da un delicato “Panis Angelicus” di Cesar Franck. Segue il canto tradizionale “Santa Lucia”, dalle atmosfere cullanti. L’Asolo Chamber Orchestra prosegue con la Romanza in fa minore Op 11 di Dvorak con Carlo Lazari che, violino solista, propone un tema dalle sembianze belcantistiche, privilegiando con limpidezza e senza artifizi la semplicità come sinonimo di bellezza. Anche nei momenti in cui predomina il pathos più accorato, la sintonia di pensiero tra Lazari e l'orchestra riesce a sottolineare spunti poetici talore malinconici.

Brano finale, il Concerto per violino ed archi in re minore di Mendelssohn MWV 03 con solista Francesco Comisso;la densità dell'orchestra questa volta è profonda ed in contrasto immediato con il solista Appare docilmente il tema della viola, mentre un virtuosismo ben dosato di Comisso richiama la brillantezza del (più celebre) Concerto in mi minore dello stesso autore. La sorpresa è ben bilanciata con la proposta di interessanti atmosfere sull’orlo di un pathos sempre latente che riesce poi a sfociare ben articolato nella cadenza. Suoni sospesi e rarefatti diventano la sintesi dell’Andante, in cui con circolarità si sviluppano le idee tra il solista e l’orchestra, quasi con reminiscenze beethoveniane. Le cadenze sono un misto di spigliatezza e virtuosismo leggero mentre la cantabilità riecheggia fino all’ultimo soffio nel tremolo del violoncello. Finale incisivo e ricco di freschezza interpretativa. Pubblico entusiasta ed applausi fragorosi.

Vincenza Caserta


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