I teatri sono aperti, e vogliono continuare a esserlo
Allarme dell’Associazione Nazionale Fondazioni lirico-sinfoniche (ANFOLS) per le ricadute dell’emergenza sanitaria sui teatri d’opera.
Nel 2021 minori incassi per oltre 60 milioni. Necessari adeguati interventi economici che permettano di proseguire le attività e la missione di servizio pubblico.
La decisione del Governo di non prevedere ulteriori misure restrittive rispetto alle capienze dei teatri, confermando la possibilità per le Regioni di concedere deroghe rispetto al limite dei 200 posti al chiuso, è stata accolta con soddisfazione dall’Associazione Nazionale Fondazioni lirico-sinfoniche convocata ieri pomeriggio in urgenza per discutere la situazione generale del comparto.
“Tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche italiane sono impegnate dalla fine del lockdown in una ripartenza nel segno della responsabilità nei confronti del pubblico, dei dipendenti e degli artisti scritturati” – afferma Francesco Giambrone, presidente dell’ANFOLS. “I teatri d’opera sono aperti – prosegue – “vogliono continuare a restare aperti e sono luoghi sicuri in cui, grazie alla rigorosa applicazione di tutti i protocolli, si stanno garantendo in tutta Italia le misure di sicurezza previste per prevenire il contagio anche nelle situazioni in cui si sono registrati dei casi. In questi mesi post lockdown sia il pubblico sia i lavoratori hanno mostrato alto senso di responsabilità nel rispettare tutte le norme e le attività si sono svolte in totale sicurezza. Resta tuttavia un problema gravissimo di sostenibilità delle nostre attività. Tutte le Fondazioni si stanno confrontando con una riduzione delle capienze assai significativa che supera il 50 per cento dei posti e questo comporta un drammatico crollo dei ricavi da botteghino, parte fondamentale degli equilibri di bilancio”.
Anche nel caso in cui le deroghe regionali dovessero aumentare la capienza dei teatri da 200 a 500 o più posti, l’introito da biglietteria resterebbe così ridotto da non permettere ad essi la sostenibilità e soprattutto una programmazione certa. Da una prima valutazione di Anfols, relativa alle 12 Fondazioni liriche aderenti, i mancati ricavi, considerando solo il botteghino, ammonteranno nel 2021 a oltre 60 milioni di euro. A questo si aggiunge il fatto che anche nel 2020 la situazione è difficile in considerazione delle minori risorse complessive che il comparto ha ricevuto dallo Stato.
Ed è proprio lo scenario futuro a destare le maggiori preoccupazioni: “Oggi – dichiara il vicepresidente dell’ANFOLS Fulvio Macciardi - nessuna delle dodici Fondazioni lirico-sinfoniche italiane è nelle condizioni di presentare nei tempi previsti un bilancio di previsione 2021 né di annunciare la Stagione. Senza un intervento economico e risorse aggiuntive per l’anno in corso e per il 2021 mancano le condizioni minime per proseguire le attività in condizioni di stabilità”.
“E’ per questa ragione che – conclude il presidente Francesco Giambrone - mentre eravamo certi dell’impegno del Ministro Franceschini per evitare ulteriori misure restrittive sulle capienze e confermiamo l’apprezzamento per gli interventi che il Governo ha fin qui adottato, facciamo appello affinché vengano previsti adeguati interventi economici che ci mettano nelle condizioni di proseguire le nostre attività, confermando il nostro ruolo di servizio pubblico che dà lavoro a migliaia di persone e l’importanza fondamentale delle attività culturali e di spettacolo nelle strategie di ripartenza del Paese”.