L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Gli artisti lirici e il Maggio Fiorentino

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera del presidente di Assolirica relativa alle recenti vicende legate alle spese della sovrintendenza del Maggio Musicale Fiorentino. Rimaniamo come sempre disponibili a ospitare un eventuale contraddittorio.

Assolirica, l’Associazione Nazionale degli Artisti della lirica, segue con preoccupazione e sdegno la vicenda relativa alle spese del Sovrintendente del Maggio Musicale Alexander Pereira.
 
Non è nostro compito entrare nel merito della vicenda, già ampiamente evidenziata dai mezzi di stampa e anche oggetto di inchiesta da parte della Procura della Corte dei Conti su esposto di un gruppo di appassionati spettatori del teatro.
Sarà la Commissione Consiliare e l’autorità giudiziaria a chiarire se ci sono stati illeciti e quali.
 
Per parte nostra, in quanto unica associazione nazionale di artisti lirici, riteniamo nostro dovere imprescindibile segnalare alla vostra attenzione diverse situazioni in atto al Maggio Musicale che riguardano strettamente gli artisti lirici.
 
1) La situazione dei pagamenti dei compensi degli artisti.
Dopo un periodo di relativa puntualità, a partire dalla amministrazione Pereira il saldo dei compensi per molti artisti è sempre più ritardata. Un’attesa minima di 5 mesi è oramai la norma, ma nel caso di alcune produzioni e soprattutto di artisti meno rinomati si arriva fino ad un’attesa di 9 mesi.
Ricordiamo che gli artisti lirici sono state una delle categorie più colpite dalla recente pandemia, privati del lavoro per almeno due anni. Tutti anticipano di tasca propria le spese per viaggio e soggiorno a Firenze, senza poter poi riscuotere il proprio compenso, le cui scadenze di pagamento sono peraltro previste contrattualmente e puntualmente disattese.
Perché tanta disinvoltura in opinabili spese e non altrettanta attenzione al rispetto delle norme contrattuali?
 
2) Sfruttamento dei giovani dell’Accademia.
L’Accademia del Maggio, lungi dal rappresentare un luogo per preparare a ruoli importanti, risulta esser diventata oramai un serbatoio da cui pescare per coprire ruoli da comprimari a bassissimo prezzo, al limite dello sfruttamento.
Per non parlare del sottile ricatto a cui sono sottoposti molti artisti, costretti ad accettare compensi continuamente trattati al ribasso pur di esibirsi, con la minaccia di non essere più chiamati nel caso si richieda un compenso adeguato o il saldo del cachet nei termini previsti dal contratto.
E’ questo il modo di avviare al debutto le giovani generazioni o di sostenere gli artisti lirici, già duramente colpiti dalla pandemia?
 
3) Diminuzione abbonati, scarse vendite, sale vuote.
Con la nuova Sovrintendenza risulta anche una netta disaffezione di tanti abbonati e appassionati. Più volte sia in Sala grande che nella più piccola Sala Mehta si è vista la platea desolatamente vuota, persino in occasione di eventi di richiamo artistico importante.
In più di un’occasione, al fine di riempire la sala, risulta inoltre che siano stati regalati centinaia di biglietti, senza peraltro riuscire nell’intento. E’ questo il modo di rilanciare un Teatro, che rappresenta un fiore all’occhiello della città e dovrebbe essere luogo di aggregazione e richiamo per la società fiorentina e i tanti turisti che frequentano la città?
 
Ci piacerebbe che, oltre alle giuste domande sulle spese del Sovrintendente Pereira (che ricordiamo riceve un compenso superiore a quello del Presidente della Repubblica italiana) gli si chiedesse conto anche di queste criticità da noi evidenziate.
 
Sicuri della vostra attenzione porgiamo cordiali saluti,

Roberto Abbondanza

Presidente di Assolirica

 

 


 

 

 
 
 

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