L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Valore e propaganda

 di Giuliana Dal Piaz

Robert Lapage mette in scena una spendida produzione del Coriolano di Shakespeare che evidenzia l'attualità del testo, il rapporto fra valori politici autentici e manipolazione delle masse tramite i mezzi di comunicazione.

Stratford, 10 luglio - Il famoso regista canadese Robert Lepage rivisita il dramma shakespeariano in chiave contemporanea: è “Shakespeare ai tempi del Twitter” – come intitola il proprio commento alla produzione il Direttore della Facoltà di Teatro e Musica della Queen’s University di Kingston, il Prof. Craig Walker.

La prima notevole caratteristica di questa sorprendente realizzazione è che il testo del Bardo non viene stravolto, ma solo visualizzato e trasposto in un contesto moderno, che rende la storia dell’eroico generale della prima repubblica romana ancora affascinante per il pubblico di oggi.

Con un uso incredibile del mezzo audiovisivo, Lepage fa di questa produzione teatrale una sorta di film: a parte le ovvie scritte che indicano regolarmente l’Atto del dramma e il luogo dell’azione, vi sono schermi trasparenti che sovrastano il palcoscenico, aggiungendovi l’immagine a 360º dei personaggi che agiscono in scena. Questi, a un certo punto, affidano brani del testo a uno scambio di messaggi whatsapp, mentre le voci dei Cittadini che protestano e discutono sono prevalentemente fuori campo, trasmesse per telefono o da notiziarî televisivi. Pannelli scorrono a scoprire via via solo delle sezioni di palcoscenico con ambienti diversi: la “base operativa” dei due tribuni vista come un ufficio di sindacalisti, o quella dei generali Cominio e Coriolano come un ufficio-tenda di campagna, mentre il palcoscenico appare nella sua interezza solo in alcuni momenti: le notizie della televisione al bar; il banchetto che festeggia la candidatura di Coriolano a Console, poi non ratificata; la scena a casa di Coriolano, quando Volumnia spinge il figlio a cercare l’appoggio del popolo per la sua nomina a Console (che diventa poi un’esilarante campagna porta-a-porta); l’incontro tra Volumnia e i tribuni al ristorante; la scena decisiva dell’incontro tra Coriolano e la famiglia, che lo ferma alle porte di Roma e ne determina la fine... Tutto fila scorrevole, con il pubblico costantemente agganciato al veloce ed estremamente “visivo” svolgersi dell’azione: la fuga di Coriolano messo al bando dal popolo di Roma avviene al volante di una vecchia auto dietro alla quale scorre turbinoso il paesaggio!

L’accento è posto – come inteso dallo stesso Shakespeare, nell’accurato esame che fa attraverso le sue opere delle varie forme di potere – sulle contraddizioni psicologiche del personaggio principale, coraggioso fino all’incoscienza, ambizioso, sprezzante nei confronti delle masse, in quanto facilmente manipolate dalle voci dei tribuni (che non agiscono certo per il loro bene ma solo per i proprî personali interessi di potere), e pertanto indegne delle decisioni che la nuova repubblica affida loro. Allo stesso tempo Coriolano appare a tratti un adolescente immaturo, incapace di controllare il proprio temperamento irruente, a sua volta manipolato da una madre fortemente dominatrice. Va anche detto che è uno dei pochi, se non l’unico, protagonista shakespeariano a cui l’autore non dà un monologo che ne permetta l’introspezione...

La novità dell’impostazione è il riflettore acceso sull’importanza dei media moderni che “diventano” il messaggio e trasformano il contesto, rammentandoci costantemente la nostra attualità politica. “Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi”, scriveva Bertolt Brecht: le masse sono immature, e infanzia e adolescenza hanno sempre bisogno di eroi. Ancora nel suo commento alla produzione, Craig Walker scrive: “Perché esistano eroi popolari, c’è bisogno di una massa popolare che si affida loro con sufficiente abbandono e una visione univoca di quelle che sono le virtù eroiche [...] Il problema della gente comune, sembra implicare Shakespeare, è il suo essere insensibile al ‘valore’ che si presenta privo di un fascino superficiale, e troppo facile da trasformare in plebaglia per mano di manipolatori senza scrupoli”.

Incredibile il regista ma certamente straordinarî gli interpreti: André Sills, un Caio Marzio Coriolano, irruente, inflessibile, emotivo, e fragile; Lucy Peacock, Volumnia che domina scena familiare e politica con la stessa forza, in un rapporto madre-figlio vagamente edipico; Tom McCamus, un Menenio Agrippa “dottor sottile”, aristocratico disincantato e amico leale, ma disposto a sottoscrivere il cambiamento che ha luogo nella società romana dopo la caduta dei Tarquinî; Graham Abbey, Tullo Aufidio ambiguo, ammiratore confesso del suo nemico e condottiero insicuro delle truppe volsce: qui Lepage risolve a suo modo il dilemma, facendo sì che non sia l’esercito dei Volsci a uccidere Coriolano quando questi lo arresta alle porte di Roma e della conquista sperata, ma che lo faccia Johnathan Sousa, bravo come luogotenente-amante di Aufidio, per difendere il proprio capo; e i due tribuni della plebe, Tom Rooney (Sicinio), e Stephen Ouimette (Giunio Bruto), entrambi ottimi nel loro ruolo di sobillatori intriganti. Convincenti gli attori nei ruoli minori (Cominio; Virgilia; Messaggero/Badante; Valeria/Donna Sorda, ecc.), così come il giovanissimo Eli McCready-Branch, in scena il 10 luglio nella parte del figlio di Coriolano.

Foto di scena di David Hou

 

CORIOLANUS, di William Shakespeare. Stratford Festival 2018. Avon Theatre, Stratford, dal 22 giugno al 20 ottobre 2018.

Produzione dello Stratford Festival in collaborazione con EX MACHINA. Regia e scenografia: Robert Lepage. Costumi: Mara Gotter. Luci: Laurent Routhier. Musica e direzione suono: Antoine Bédard. Immagini: Pedro Pires. Combattimento in scena: John Stead.

Personaggi e interpreti in ordine alfabetico:

Aufidio, generale dei Volsci – Graham Abbey

Conduttore televisivo/popolano – Wayne Best

Cominio, generale romano – Michael Blake

Vecchio senatore – David Collins

Gentildonna/popolana – Martha Farrell

Cameriere/popolano – Farhang Ghajar

Virgilia, moglie di Coriolano – Alexis Gordon

Menenio Agrippa – Tom McCamus

Caio Marzio figlio – Eli McCready-Branch

Barista/giornalista – Nick Nahwegahbow

Giunio Bruto, tribuno – Stephen Ouimette

Volumnia, madre di Coriolano – Lucy Peacock

Sicinio Veluto, tribuno – Tom Rooney

Caio Marzio Coriolano – André Sills

Luogotenente di Aufidio – Johnathan Sousa

Messaggero/badante – Emilio Vieira

Valeria/Donna sorda – Brigit Wilson


 

 

 
 
 

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