L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

In viaggio con la musica

 di Giuliana Dal Piaz

La Tafelmusik Baroque Orchestra porta il suo nuovo Tales of two Cities: the Leipzig-Damasco Coffee House [leggi la recensione] in tournée negli Stati Uniti. Abbiamo incontrato il suo direttore artistico e musicale Elisa Citterio poco prima della partenza.

The Tale of two citiesera stato presentato solo tre anni fa. Cosa ti ha fatto decidere di ripresentarlo?

I programmi firmati da Alison Mackay rappresentano una vena pulsante dell’attività di Tafelmusik. Sia il pubblico di Toronto sia quello internazionale accolgono con entusiasmo questo approccio all’esperienza concertistica, vissuta come un viaggio che approfondisce temi sociali particolarmente sentiti o interessanti a livello storico. Tafelmusik ha registrato un dvd con questo programma e, visto l’ottimo successo ottenuto, abbiamo scelto di riproporlo al nostro pubblico in attesa di un nuovo progetto.

A me sono parsi notevoli i cambiamenti apportati: è esatto?

I cambiamenti maggiori hanno riguardato  gli aspetti musicali del programma. Ogni direttore interpreta le musiche che esegue in maniera differente ed è questo ciò che rende interessante riascoltare gli stessi brani sotto “bacchette” diverse.  Abbiamo limato alcuni movimenti scenici e alcune connessioni musicali con il testo, per rendere ancora più fluido il susseguirsi di testo e musica.

Qual è stata la nuova impostazione che hai voluto dare allo spettacolo?  

Essendo cittadina italiana, tendo a sottolineare la teatralità di qualunque tipo di performance; inoltre ho cercato di far aderire i tempi musicali al testo secondo la mia idea espressiva. 

Nella tournée statunitense, oltre alla Pennsylvania, ci sono solo due università del Colorado e due città della California. Mi pare che siano in genere luoghi particolarmente ben disposti verso l'immigrazione. È per questo che vi hanno invitato?

Anche Penn State, in Pennsylvania, la prima data del tour, è un’Università. Sicuramente questo programma aiuta a riflettere sull’importanza storica e culturale che l’immigrazione e la commistione di generi hanno dall’albore dei tempi. La scelta di questo programma da parte dei promotori indica certamente apertura mentale e lungimiranza su quello che oggi è un tema sociale particolamente delicato.

Non è davvero uno spettacolo di protesta, ma solo una proposta particolarmente bella e colta che parla della lungimiranza illuministica: vi aspettate comunque delle critiche o reazioni negative al riguardo?

Mi aspetto un forte impatto emotivo e partecipazione da parte del pubblico che finora ha accolto ogni serata con “standing ovations” e urla di gioia. Porto sulle spalle anni meravigliosi di opera cantata e suonata in uno dei più bei teatri al mondo. Tutte le volte che la musica accompagna, descrive ed enfatizza parole, testi, poesie e gesti scenici, io sento che il cerchio si chiude. Senza nulla togliere ad esecuzioni puramente strumentali, auguro lunga vita anche a questo genere di programmi che uniscono più arti e culture insieme. 

Grazie, Elisa, per la tua disponibilità nonostante la partenza imminente! Auguri per una magnifica tournée!

 


 

 

 
 
 

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