LA GIARA
Creazione in atto unico
liberamente ispirata all’omonima commedia di Luigi Pirandello
Musica di Alfredo Casella
Prima assoluta
Compagnia Zappalà Danza
Regia, coreografia, scene e luci Roberto Zappalà
Drammaturgia Nello Calabrò
Costumi Veronica Cornacchini eRoberto Zappalà
Assistente alla coreografia Ilenia Romano
Direttore d’orchestra Andrea Battistoni
ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO
Nuovo allestimento Scenario Pubblico /
Compagnia Zappalà Danza - Centro Nazionale di Produzione della Danza
(Spettacolo abbinato a Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni)
CAVALLERIA RUSTICANA
Melodramma in un atto
Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
dall’omonimo dramma di Giovanni Verga
Musica di Pietro Mascagni
Personaggi Interpreti
Santuzza, una giovane contadina mezzosoprano Daniela Barcellona; Cristina Melis*
Turiddu,un giovane contadino tenore Marco Berti; Francesco Anile*
Alfio, un carrettiere baritono Marco Vratogna; Gëzim Myshketa*
Lucia, madre di Turiddu contralto Elisabetta Fiorillo
Lola, moglie di Alfio mezzosoprano Clarissa Leonardi
Direttore d’orchestra Andrea Battistoni
Regia Gabriele Lavia
Scene e costumi Paolo Ventura
Luci Andrea Anfossi
Assistente alla regia Anna Maria Bruzzese
Maestro del coro Andrea Secchi
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO
Nuovo allestimento
(Spettacolo abbinato a La giara di Alfredo Casella / Compagnia Zappalà Danza)
Teatro Regio
Mercoledì 12 Giugno 2019ore 20
Giovedì 13 Giugno 2019*ore 20
Venerdì 14 Giugno 2019ore 20
Sabato 15 Giugno 2019*ore 20
Domenica 16 Giugno 2019ore 15
Martedì 18 Giugno 2019ore 20
Mercoledì 19 Giugno 2019*ore 15
Venerdì 21 Giugno 2019*ore 20
LA GIARA
di Alfredo Casella | Roberto Zappalà
«Quella bella giara nuova, pagata quattr’onze ballanti e sonanti, in attesa del posto da trovarle in cantina, fu allogata provvisoriamente nel palmento», narra Luigi Pirandello. Ed è lì, nel palmento, che capita il guaio: la giara enorme che avrebbe dovuto contenere olio d’oliva si spacca ancora prima di essere usata. È il fatto che scatena l’azione della novella che Pirandello scrisse nel 1906 (pubblicata nel 1909 sul Corriere della Sera) e dalla quale successivamente nel 1916 trasse un atto unico.
È quella storia che Alfredo Casella trasformò in balletto nel 1924 ed è ancora da lì che parte Roberto Zappalà per realizzare la coreografia in programma al Regio insieme a Cavalleria rusticana.
Ma non aspettatevi un semplice racconto folklorico. Immaginatevi piuttosto un pezzo di danza contemporanea dove le atmosfere e i temi vengono filtrati alla luce di una sensibilità molto più attuale.
Perché Roberto Zappalà è una figura faro del contemporaneo in Italia. Dopo una carriera come danzatore in diverse realtà italiane e straniere, Zappalà fonda la sua Compagnia nel 1990. Successivamente crea a Catania una struttura importante, Scenario Pubblico, che nel 2015 il Ministero per i Beni Culturali nomina Centro di Produzione Nazionale, come Aterballetto e la compagnia di Virgilio Sieni. Un riconoscimento paragonabile, per la prosa, ai Teatri Nazionali. E come ogni centro di produzione, la sua attività si articola in diversi settori: dal sostegno alla creatività emergente con l’istituzione del giovane Collettivo Modem alla coproduzione di nuovi progetti, alla ospitalità delle realtà di danza più interessanti e nuove.
In questi ventotto anni Zappalà ha realizzato una cinquantina di balletti, quasi tutti a serata intera, riunendo intorno a sé una Compagnia di agguerrita tecnica e forte sensibilità interpretativa. Nelle sue creazioni ha indagato a tutto campo temi universali, senza mai limitarsi nei confini della sua terra. Niente danza astratta però, ma un contemporaneo che rifugge dalla semplice narratività per trarre invece ispirazione da suggestioni forti. Ricorrendo a rock band contemporanee (I Lautari per I Am Beautiful, dove la statuaria di Rodin prende vita e si anima nei corpi dei suoi ballerini) o alla musica classica (Beethoven, Brahms, Schubert).
L’attività di Zappalà è molteplice e articolata e le sue creazioni seguono diversi filoni. Ecco Transiti Humanitatis, all’interno del quale si possono collocare Oratorio per Eva e La Nona (una versione per pianoforte e controtenore della Sinfonia n. 9 di Beethoven), il recente Liederduett. Oppure Re-mapping Sicily, dove spiccano il folklore (Instrument 1 con il ricorso al marranzano, lo scacciapensieri), la tragedia dei migranti (Naufragio con spettatore), la religiosità (A. Semu tutti devoti tutti?, sulla figura di Sant’Agata). Produzioni che ci portano molto lontano dalla banale illustrazione e trascinano l’attenzione dello spettatore nel cuore pulsante di questi argomenti.
Già nel 1924 La giara nasce in qualche modo con intenzioni d’avanguardia. Il balletto infatti è una commedia coreografica in un atto commissionata a Casella da Rolf de Maré per i suoi Ballets Suédois, una compagnia dalle scelte musicali e artistiche innovative, nata nel 1921 e che per pochi anni sottrasse ai Ballets Russes di Djagilev lo scettro di beniamina nel cuore della Parigi alla moda.
Il balletto e la suite successiva (op. 41 bis) ci raccontano della bellissima giara di Don Lollò Zirafa, che malauguratamente si spacca, e che Zi’ Dima ripara non soltanto con il suo mastice miracoloso, ma anche con i punti di metallo voluti da Don Lollò. Morale: Zi’ Dima, finito il lavoro, si trova prigioniero della giara, e mentre i contadini festeggiano il recluso, in uno scatto d’ira il padrone manda la giara a spaccarsi contro un albero, e questo permetterà all’orciaio di liberarsi.
Per la musica, Alfredo Casella fece ricorso al patrimonio popolare italiano e siciliano in particolare. Tutta la partitura è un susseguirsi di danze festose, come la tarantella. Le facili espressioni melodiche sono elaborate dal musicista con abilità e gusto. Alla composizione, per organico sinfonico normale, si aggiunge una canzone popolare per tenore solo, in cui si narra del rapimento di una fanciulla da parte dei pirati.
CAVALLERIA RUSTICANA
di Pietro Mascagni
L’annuncio del concorso bandito da Sonzogno “Per un’opera in un atto” l’aveva letto sul «Teatro Illustrato» del luglio 1888. Lui, Pietro Mascagni, viveva a Cerignola dove, per 100 lire al mese, dirigeva la Società Orchestrale (non la banda cittadina, come con sprezzo sostennero molti, anche D’Annunzio che lo definì “Il capobanda di Cerignola”). «Decisi subito per il dramma di Verga che io avevo ammirato sulla scena di prosa a Milano. Pregai il mio amico e concittadino Targioni-Tozzetti di farmi un libretto strettamente legato all’azione del Verga, aggiungendovi semplicemente qualche brano lirico per vestire la nudità della tragica vicenda. Io ricevevo i versi un po’ alla volta, ma le situazioni le avevo già tutte in mente: mi ero immedesimato nel dramma a tal punto che io lo sentivo dentro musicalmente. Composi l’opera in poco tempo, ma finita che l’ebbi, fui preso da un attimo di perplessità: avevo dato un’occhiata allo spartito del mio Ratcliff, e Cavalleria mi fece un altro effetto. Chiusi lo spartito in un cassetto e non volli più spedirlo. Fu mia moglie che, di soppiatto, prese lo spartito e corse a impostarlo». Tratta dall’omonimo dramma di Giovanni Verga (rappresentato per la prima volta al Teatro Carignano di Torino il 14 gennaio 1884, con Eleonora Duse come protagonista, è considerato il primo esempio di verismo teatrale italiano), Cavalleria rusticana vinse il concorso Sonzogno (primo premio 3000 lire) e venne rappresentata con uno straordinario successo il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma. Racconta Gemma Bellincioni, prima interprete di Santuzza: «Alla fine dell’opera gli spettatori parvero letteralmente impazziti, urlavano, agitavano i fazzoletti; nei corridoi la gente si abbracciava. Abbiamo un maestro! Viva il nuovo maestro italiano!». Alla Scala, l’anno successivo, ci furono 22 repliche, a Berlino in due anni venne eseguita 100 volte, ad Amburgo (tradotta in tedesco) venne diretta da Gustav Mahler.
Il motivo di un successo che non ha mai conosciuto soste lo ha spiegato sapientemente Rubens Tedeschi: «Il dramma di Turiddu e Santuzza ha una aggressiva verità che, ancor oggi, trascina suo malgrado lo spettatore più smaliziato. La molla infallibile è l’amore: non quello poetico od eroico dei personaggi romantici; ma un amore di carne, nutrito dal gran sole del Sud che matura il vino generoso, brucia la terra e il sangue. Turiddu ha un’unica idea nella mente e sul labbro: l’amore che lo acceca, che lo conduce a notte nella casa di Lola, che guida la mano al pugnale. Perciò il suo canto sbocca naturalmente nel grido, accoppiando l’estetica dell’urlo all’estetica del coltello».
ATTO UNICO
È il giorno di Pasqua. A sipario calato si ode la voce di Turiddu che canta una serenata a Lola. I due erano fidanzati, poi Turiddu era andato a fare il soldato, il bersagliere, e al suo ritorno ha trovato Lola sposata al ricco compar Alfio, un carrettiere. Santuzza, amante di Turiddu, sospetta che il ragazzo continui a vedere Lola, perché le hanno raccontato di averlo visto di notte, vicino alla casa di Lola mentre il marito era via; così va all’osteria di Mamma Lucia, la madre di Turiddu, per cercarlo. Mamma Lucia le dice che è andato a Francofonte a comprare del vino. La loro conversazione è interrotta dall’arrivo di compar Alfio, che si pavoneggia sulla piazza del paese con il suo bel carretto e il cavallo infiocchettato. Santuzza confessa a Mamma Lucia di essersi concessa a Turiddu, ma che Turiddu continua ad amare Lola. Lucia e gli altri paesani si recano in chiesa per la funzione pasquale. Arriva Turiddu e Santuzza gli fa una scenata di gelosia; egli respinge tutte le accuse ma proprio in quel momento passa Lola per entrare in chiesa e con fare provocatorio saluta i due. Turiddu respinge ancora una volta Santuzza ed entra anche lui in chiesa. Rimasta sola sulla piazza, Santuzza, ferita e amareggiata, incontra compar Alfio e gli racconta della tresca fra Turiddu e sua moglie. Il carrettiere giura di vendicarsi. Terminata la funzione, tutti escono dalla chiesa e Turiddu intona un brindisi, ma viene interrotto da compar Alfio, che rifiuta il suo vino. I due si abbracciano e Turiddu gli morde l’orecchio destro: il duello è deciso. Turiddu saluta un’ultima volta la madre chiedendole la sua benedizione, poi corre ad affrontare Alfio. Santuzza arriva all’osteria e abbraccia Lucia, quando si ode un urlo: «hanno ammazzato compare Turiddu».
LA GIARA | CAVALLERIA RUSTICANA
Prezzi dei biglietti
Recita del 12 giugno:€ 170 - 135 - 120 - 100 - 70 - 55
Recite del 14, 16, 18 e 22 giugno:€ 95 - 80 - 75 - 70 - 60 - 29
Recite del 13, 15 e 21 giugno: € 90 - 75 - 70 - 65 - 55 - 29
Recita del 19 giugno: € 60 - 55 - 50 - 45 - 40 - 29
Biglietti ridotti del 20% per gli under 30 edel 10% per gli over 65
(riduzioni non valide per la recita del 19 giugno)
18app: posto unico € 25 per la recita del 12 giugno (per l’eventuale accompagnatore è previsto un biglietto con uno sconto del 50%); condizioni valide fino a esaurimento dei posti riservati all’iniziativa
Un’ora prima degli spettacoli, eventuale vendita di posti con una riduzione del 20% sul prezzo intero
(riduzione non valida per la recita del 19 giugno)
Biglietteria e Informazioni
TEATRO REGIO
Piazza Castello, 215 - 10124 Torino
Tel. 011.8815.1 - Fax 011.8815.214
Biglietteria Teatro Regio
Tel. 011.8815.241/242
Fax 011.8815.601 - biglietteria@teatroregio.torino.it
Orario di apertura:
da martedì a venerdì: 10.30-18
sabato: 10.30-16
un’ora prima degli spettacoli
Informazioni
Piazza Castello 215 (Ingresso uffici) - Tel. 011.8815.557 - info@teatroregio.torino.it
www.teatroregio.torino.it
Vendita on line: www.vivaticket.it
Vendita telefonica con carta di credito: tel. 011.8815.270
Orario del servizio: da lunedì a venerdì 9-12
Carte ammesse: Visa e Mastercard
Altre Biglietterie
INFOPIEMONTE - TORINOCULTURA
Via Garibaldi 2 - Torino. Orario di apertura: da lunedì a domenica 9-17.30
Info: Numero verde 800.329329
Pagamenti consentiti: carte di credito e bancomat
VIVATICKET
Vendita diretta presso gli oltre 600 punti convenzionati in Italia. Elenco completo su www.vivaticket.it
Vendita on line su www.vivaticket.it
Vendita telefonica con carta di credito - Tel. 892.234
Per chiamate dall’estero: +39.041.2719035
da lunedì a venerdì ore 9-19; sabato ore 9-14