L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Da Traiano a Seveso

DOMENICA 04/07/2021

Telegiornale della Storia - 4 luglio 1776

Nella ricorrenza dei 200 anni della ratifica della Dichiarazione di indipendenza delle 13 colonie atlantiche dalla Gran Bretagna, si rivivono, come se fosse un fatto di attualità, le notizie principali della Rivoluzione americana in uno speciale “Tg della Storia”, a cura di Arrigo Petacco (1976). Nei diversi servizi, saranno protagonisti i volti noti del giornalismo italiano (da Tito Stagno, a Sandro Paternostro, a Paolo Fraiese, allo stesso Petacco) che riperorreranno le tappe che hanno portato alla fondazione degli Stati Uniti d'America. “Telegiornale della Storia - 4 Luglio 1776” andrà in onda domenica 4 luglio alle 9.30 e in replica alle 19.00 su Rai Storia.

E pluribus unum. Storia dei presidenti americani

Nascita di una nazione pt. 1

Ci sono stati momenti di crisi nella storia degli Usa, spesso superati grazie all’opera del primo cittadino, il presidente degli Stati Uniti. In 230 anni si sono succeduti alla guida del Paese 45 presidenti, l’ultimo è Joe Biden. Alcuni hanno segnato un’epoca come, nel XX secolo, Franklin Delano Roosevelt e Ronald Reagan, altri avrebbero potuto farlo se la loro vita non fosse stata spezzata prematuramente: è il caso di John Fitzgerald Kennedy. Altri ancora sono stati dimenticati. Ma come si è evoluta nel tempo questa figura così importante e quali sono stati i grandi presidenti che si sono distinti per le loro azioni politiche? La storia degli Stati Uniti attraverso i suoi presidenti è raccontata da “E pluribus unum. Storia dei presidenti americani”, il programma in due puntate di Lucia Annunziata (che lo conduce), Gianluca Miligi, Marco Orlanducci, Giorgio Taschini, regia di Fedora Sasso, in onda domenica 4 luglio dalle 15.00 su Rai Storia. Dai padri fondatori - che firmano la Dichiarazione d'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1776 e successivamente scrivono la Costituzione - al primo Presidente, George Washington, generale e comandante in capo dell'esercito americano durante la guerra. E poi Thomas Jefferson, spirito illuminista, che di quella storica dichiarazione è stato il principale autore. E ancora, durante la guerra civile, il momento di maggiore crisi nella storia della democrazia americana, la figura di Abraham Lincoln. Fino a Woodrow Wilson, il Presidente che porta il Paese nella Prima guerra mondiale. Gli Stati Uniti reciteranno da allora un ruolo di primissimo piano sulla scena internazionale: è nato il "secolo americano". Con il commento degli storici Ferdinando Fasce e Massimo Teodori e l’intervista all’ex Primo Ministro e giudice della Corte costituzionale Giuliano Amato.

Il secolo americano pt. 2

Alla fine della Grande guerra gli Stati Uniti diventano a pieno titolo una potenza politica ed economica a livello mondiale. Sono gli anni delle presidenze che vanno da Warren Harding fino a Herbert Hoover, gli anni Ruggenti, che si interrompono bruscamente a causa della crisi economica del 1929. Sarà il presidente successivo, Franklin Delano Roosevelt, a portare l’America fuori dalla crisi economica, ma anche a rompere il tradizionale isolazionismo entrando nel secondo conflitto mondiale per sconfiggere i nazisti. Conclusa e vinta la guerra, gli Stati Uniti diventano la prima potenza economica e militare. Da quel momento il presidente degli Stati Uniti diventa sempre più decisivo nelle scelte politiche ed economiche a livello globale e comandante in capo per vincere le sfide lanciate dall’Unione sovietica. Un braccio di ferro, chiamato Guerra fredda che va da Harry Truman fino a Ronald Reagan, che definiva l’Unione Sovietica l’impero del male; da Eisenhower fino a Nixon, per sconfiggere le forze comuniste in Corea e Vietnam. Dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti si ritrovano a essere la prima e unica potenza mondiale senza un vero avversario. Lo scacchiere geopolitico, fino a quel momento regolato dalla guerra fredda e dallo scontro tra America e Unione Sovietica, si destabilizza, come in Iraq, dove nel 1991 George H. Bush decide di intervenire contro Saddam Hussein nella prima guerra del golfo. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, il presidente George W. Bush conduce una lotta contro il terrorismo di matrice islamica che lo porterà in guerra contro L’Afghanistan e l’Iraq, portando a una destabilizzazione dell’intero Medioriente che coinvolgerà anche le presidenze dei suoi successori. La seconda e ultima parte di “E pluribus unum” andrà in onda domenica 4 luglio alle 16.00 su Rai Storia.

Passato e Presente. Salvatore Giuliano il bandito di Montelepre

Sicilia, 1° maggio 1947: a Portella della Ginestra si riuniscono comunisti e socialisti del luogo, forti del risultato politico ottenuto nelle precedenti elezioni politiche. Si ritrovano con le loro famiglie, donne e bambini per celebrare la Festa del Lavoro. Anche Salvatore Giuliano è lì con la sua banda. I criminali hanno fucili, pistole e una mitragliatrice pesante puntata sul pianoro sottostante. A un cenno del loro capo, aprono il fuoco sulla popolazione inerme. È una strage. Vengono assassinate 11 persone e ferite molte altre. Salvatore Giuliano, detto Turiddu, inizia la sua attività criminale nel settembre 1943, uccidendo un carabiniere che lo prova ad arrestare. Passa così da essere un piccolo contrabbandiere di grano a un vero bandito. Il suo nome e la sua ferocia in poco tempo incutono timore in tutta l’area di Montelepre. Nel 1945 entra a far parte dell’Evis, Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia, ottenendo il grado di colonnello e iniziando a combattere una dura guerriglia contro le forze dell’ordine. Dopo una caccia all’uomo durata molti anni nel 1949, viene creato il CFRB, Corpo forze repressione banditismo, grazie al quale si riesce a stringere il cerchio intorno al bandito. A Salvatore Giuliano, il bandito di Montelepre, è dedicato l’appuntamento con “Passato e Presente”, in onda domenica 4 luglio alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli il professor Salvatore Lupo.

Binario Cinema. Il giovane favoloso

Pellicola del 2014, firmata da Mario Martone, “Il giovane favoloso” racconta la vita di Giacomo Leopardi, sin dalla sua infanzia. Bambino intelligentissimo, passa la maggior parte del tempo nella vasta biblioteca di famiglia. Il padre, il conte Monaldo è un uomo autoritario e severo. Giacomo tenta la fuga da Recanati il 29 luglio 1819 ma sarà scoperto da padre che lo ricondurrà a casa. Tra le figure centrali della sua vita Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere a cui poi dedicherà “A Silvia”, e la cui morte lo turberà profondamente. Compiuti i 24 anni riesce finalmente a lasciarsi alle spalle le mura paterne: si trasferisce a Firenze dall’amico napoletano Antonio Ranieri. Le condizioni di salute del giovane Leopardi, precarie sin dai primissimi anni di vita peggiorano di giorno in giorno. La malattia che lo affligge non gli impedirà di invaghirsi di Fanny Targioni-Tozzetti, dama fiorentina che però non lo ricambia. Da Firenze, a causa delle condizioni economiche di entrambi, i due giovani si trasferiscono a Napoli, e poi, allo scoppio del colera, in una villa in campagna, dove Leopardi comporrà “La ginestra”. Con Elio Germano, Michele Riondino, Isabella Ragonese, Massimo Popolizio, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Sandro Lombardi, Anna Mouglalis, “Il giovane favoloso” andrà in onda domenica 4 luglio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario Cinema”.

LUNEDI’ 05/07/2021

Italiani. Ruggero Orlando, l’uomo di mondo

Il 5 luglio 1907 nasceva Ruggero Orlando, giornalista e corrispondente della radio e della televisione italiana dal 1938 agli anni ‘80, uno dei volti e delle voci più popolari della storia Rai. Un personaggio che Rai Cultura ricorda con il documentario di Enrico Salvatori “Ruggero Orlando, l'uomo di mondo”, in onda lunedì 5 luglio alle 17.00 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”.

A ricordare la sua vita, il figlio Raffaello, che ha reso disponibile gli archivi e gli oggetti personali del padre, a cominciare dalla macchina da scrivere, restaurata per l’occasione. I giornalisti Gianni Bisiach (storico inviato Rai), Furio Colombo (corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa), Fabiano Fabiani (direttore del Tg dal 1966 al ‘69), Jas Gawronski (corrispondente a New York dal 1967 al ‘79), Lucio Manisco (corrispondente de Il Messaggero da New York dal 1953 al 1984) e la regista Maria Bosio, assistente di Ruggero Orlando dal 1968 al ’70, ricordano invece episodi della vita professionale di Ruggero Orlando, e sul come svolgeva il su “giornalismo parlato”. Ugo Intini e il direttore scientifico della Fondazione Nenni, Antonio Tedesco, inoltre, racconteranno alcuni aspetti inediti della militanza socialista di Ruggero Orlando, cominciata clandestinamente negli anni della Guerra.

Per la radio, Orlando è corrispondente da Londra, negli ultimi anni dell'Impero britannico, durante lo scatenarsi degli eventi bellici e del difficile dopoguerra, e sono anni per trasformare il cronista Ruggero Orlando in un esperto di politica internazionale. Per la televisione, è corrispondente da New York, 'Nuova York' come suole dire, da purista della lingua quale è. Arriva il 26 novembre 1954, quando è in corso la preparazione l'ingresso dell'Italia nelle Nazioni Unite (ratificato il 15 dicembre 1955), e New York sta diventando la 'capitale del mondo'. Per 17 anni, fino alla primavera 1972, Ruggero Orlando è il principale corrispondente per i servizi giornalistici RAI dagli Stati Uniti: con i suoi gesti e la erre moscia diventa 'personaggio', ma è riconosciuto da tutti, colleghi e pubblico, come un giornalista 'di razza', tra le poche firme autorevoli del 'giornalismo parlato'. Attraversa, con le sue corrispondenze quotidiane, l’America di Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon, racconta gli Stati Uniti negli anni della guerra fredda, del Vietnam, della segregazione razziale e delle missioni Nasa. L’apice della celebrità Ruggero Orlando la raggiunge proprio la sera del 20 luglio 1969, con il celebre “battibecco” con il collega Tito Stagno, sul momento preciso dell’allunaggio del modulo Lem della missione Apollo 11. Dopo il pensionamento dalla Rai, Ruggero Orlando è deputato durante la sesta legislatura (1972-1976) per il Psi, firmando 37 leggi. Contrario alla riforma Rai, rientrerà in televisione come commentatore per il neonato Tg2, diretto da Andrea Barbato. Un provvedimento sui 'raggiunti limiti di età lo estromette dal notiziario nel 1979, ma compare sul piccolo schermo in qualità di conduttore. Dopo aver pubblicato la sua autobiografia nel 1990, muore a Roma a 87 anni, il 18 aprile 1994.

Passato e Presente. Il medioevo fantastico (con il prof. Tommaso Di Carpegna)

Il Medioevo, l’età senza nome. Un’era di mezzo - lunga mille anni - tra l’antico e il moderno. Per gli illuministi si tratta di: “secoli bui”; per i romantici, invece, più che un periodo storico, il medioevo è un luogo dell’anima. Delle diverse interpretazioni del medioevo e del suo uso simbolico nelle epoche successive, Paolo Mieli parla con il professor Tommaso di Carpegna a “Passato e Presente”, in onda lunedì 5 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20:30 su Rai Storia Nei primi decenni dell’Ottocento il medievalismo si sovrappone infatti al movimento romantico stesso, mentre nell’Italia risorgimentale e post-unitaria il richiamo al medioevo è funzionale alla creazione di una cultura nazionale. L’uso strumentale di questo periodo storico continua anche durante il XX secolo: fascismo e nazismo se ne appropriano per sfruttarne simboli e suggestioni. Ma il fascino del medioevo resiste ancora oggi e diventa ambientazione privilegiata per film, libri e serie televisive di successo.

Cronache dall’impero. Traiano: l’impero universale

Traiano, primo imperatore nato fuori dall’Italia, in Spagna, porta l’energia delle province a Roma e, inseguendo la visione di un impero universale, porta i domini romani alla loro massima espansione. Il foro di Traiano, la colonna Traiana, i mercati traianei e il porto di Ostia Antica fanno da sfondo al racconto della vita dell’optimus princeps, il migliore dei principi. Appuntamento con Cronache dall’Impero e Cristoforo Gorno lunedì 5 luglio alle 21.10 su Rai Storia.

Cronache dal Medioevo. Federico e la Chiesa: cronaca di un duello

Per chi lo ammirava, Federico II di Svevia, Re di Sicilia, Imperatore del Sacro Romano Impero, era lo "stupor mundi", lo stupore del mondo, per i Papi che lo hanno combattuto era la bestia dell'Apocalisse, l'Anticristo da combattere con ogni mezzo: il “duello” tra Federico II di Svevia e la Chiesa è al centro di questo appuntamento con “Cronache dal Medioevo”, realizzato con la consulenza storica di Tommaso di Carpegna Falconieri, in onda lunedì 5 luglio alle 21.40 su Rai Storia. Il racconto di questo scontro durato decenni, affidato alla sapiente e consolidata narrazione di Cristoforo Gorno, si snoda tra i castelli di Federico, ossia Melfi, Barletta e Castel del Monte, e tra crociate, scomuniche, battaglie, e una lotta diplomatica piena di colpi bassi.

Italia. Viaggio nella bellezza

Dal falso al Fake. La falsificazione e l’arte contemporanea.

Da un lato la falsificazione che, stando ai numeri, è un vero e proprio flagello del mercato contemporaneo dell’arte. Nel 2018, solo in Italia, oltre 1200 sono state le opere sequestrate per un valore economico di oltre 400 milioni di euro. Dall’altro, però, la stessa arte contemporanea che ci costringe sempre di più a ripensare la distinzione tra vero e falso. Nel ‘900, orinatoi, escrementi, tagli e quadrati neri hanno cominciato a scuotere le consuetudini dell’arte e a minare i concetti classici di autenticità, originalità, unicità e artisticità. E oggi? A che punto siamo? Il tema della falsificazione nell’epoca del fake è al centro dell’ultima puntata della serie “Italia: viaggio nella bellezza”, un viaggio storico e concettuale nel mondo del falso nell’arte, in onda lunedì 5 luglio alle 22.10 su Rai Storia. Nell’epoca di internet, il fake è ormai dilagato in tutti i settori: informazione, politica, scienza. Come reagiscono gli artisti a tutto questo? Quale modo migliore di denunciare la realtà falsificata di oggi, se non producendo opere che si propongono esse stesse come manifeste falsificazioni? Un viaggio tra le pratiche artistiche di frontiera come il reenactement, il citazionismo, l’appropriazionismo, e le riflessioni di quegli artisti che cercano di trasformare il falso in arte e in critica della società contemporanea. Intervengono Tommaso Casini, storico dell’arte, Professore Associato di “Museologia” presso la IULM di Milano,

Laura Lombardi, storico dell’arte, insegna Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Brera, Simona Chiodo, filosofa dell’arte, Ordinario di Estetica al Politecnico di Milano.

Questo ciclo de “Italia: viaggio nella bellezza” è stato ideato da Eugenio Farioli Vecchioli, scritto con Roberto Fagiolo, Massimiliano Griner, Stefano Di Gioacchino, Keti Riccardi, Maura Calefati, Alessandro Varchetta, Lucrezia Lo Bianco, Agostino Pozzi; consulenza di Francesca Barbi Marinetti, regia di Eva Frerè, filmati di Marzia Marzolla, Antonio Masiello, a cura di Vitilde d’Onofrio, Paola Principato, produttore esecutivo Sabrina Destito.

MARTEDI’ 06/07/2021

Passato e Presente. La rivoluzione messicana

Negli anni Dieci del XX secolo, in Messico, le contraddizioni politiche, economiche e sociali esplodono. Borghesi, operai e contadini non possono più sopportare l’oppressione e la miseria che da oltre trent’anni il regime di Porfirio Diaz impone loro. Un intero Paese è pronto ad insorgere. A guidarlo è il liberale Francisco Ignacio Madero, che, il 7 ottobre 1910, lancia l’insurrezione. È il primo atto di una rivoluzione lunga 10 anni, che infiamma e a trasforma il paese. Scenario caotico e cruento, la rivoluzione messicana è anche un’epopea popolata da figure leggendarie: da Pancho Villa a Emiliano Zapata, fino al giornalista statunitense John Reed, che ne ha cantato le gesta. Epopea che sarà analizzata e approfondita da Paolo Mieli e dal professor Massimo De Giuseppe a “Passato e Presente”, in onda martedì 6 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Vittorio Occorsio, il coraggio di andare avanti

È il 10 luglio del 1976 quando, in via Mogadiscio, nel quartiere africano di Roma, il magistrato Vittorio Occorsio viene crivellato da trenta colpi di arma da fuoco. A ucciderlo il neofascista ordinovista Pierluigi Concutelli. Solo un mese prima a Genova le Brigate Rosse avevano ucciso il Procuratore generale di Genova Francesco Coco. L’Italia è sotto scacco dei movimenti extra parlamentari insoddisfatti delle politiche conservatrici democristiane. In questo contesto il documentario racconta la vita e la forza di un magistrato come Vittorio Occorsio che per primo intuì le trame eversive che si nascondevano dietro alcuni movimenti politici di estrema destra, in particolare Ordine Nuovo. Di Massimo Favia, “Vittorio Occorsio, il coraggio di andare avanti” andrà in onda martedì 6 luglio alle 21.10 su Rai Storia.

Maxi. Il grande processo alla mafia. I protagonisti

La Rai ha contribuito al racconto del Maxiprocesso, seguendo giorno per giorno l'intero dibattimento, e registrando tutte le 1400 ore della durata del processo. Un lavoro che oggi è testimonianza visiva della prima grande vittoria dello Stato contro la mafia. La Rai affittò una palazzina di fronte l'aula bunker che divenne la redazione del gruppo di lavoro che si occupò soltanto del Maxi, con la registrazione delle udienze, i collegamenti coi telegiornali, i servizi per i Tg locali e nazionali. I giornalisti Rai furono testimoni dei grandi interrogatori dei pentiti Buscetta e Contorno, dei drammatici confronti tra Calò e Buscetta, delle deposizioni dei parenti delle vittime, della lunga lettura della sentenza. Oggi, più di 30 anni dopo, rievocano il loro stato d'animo e quello della città di Palermo, ricordano episodi tragici e grotteschi, sottolineano l'impegno dei giudici e dei pubblici ministeri. A raccontare come la Rai lavorò in quei due anni, dal primo giorno il 10 febbraio 1986 al momento della sentenza, il 16 dicembre 1987, sono i giornalisti Nino Rizzo Nervo, Salvatore Cusimano, Gianfranco D'Anna, Bianca Cordaro e Piero Marrazzo, il regista Aldo Sarullo, e l'operatore Giuseppe Di Lorenzo, protagonisti di allora, e della puntata di “Maxi. Il grande processo alla mafia” in onda su Rai Storia martedì 6 luglio alle 22.10.

MERCOLEDI’ 07/07/2021

Passato e Presente. La dittatura argentina di Videla (con la prof.ssa Benedetta Calandra)

Il 24 marzo 1976, con un colpo di stato militare, il generale Jorge Videla conquista il potere in Argentina e, sospesa la Costituzione, instaura un regime di terrore che colpisce ogni forma di dissenso. Oppositori politici, intellettuali e studenti, o semplici simpatizzanti di sinistra vengono sequestrati e fatti sparire senza pietà. I desaparecidos torturati e uccisi durante il regime di Videla saranno più di 30.000. Le madri degli scomparsi s’incontrano a Plaza de Mayo, nel centro di Buenos Aires, e in breve tempo diventano il principale gruppo di opposizione al regime. Deposto Videla nel 1981 per mano del generale Viola, la dittatura si sfalda definitivamente nel 1983, dopo la sconfitta argentina alle Falkland. Il nuovo presidente, eletto con libere elezioni, Raul Alfonsin, eredita un paese sul lastrico. Anche il percorso della giustizia sarà lungo e tortuoso: i generali condannati per violazione dei diritti umani nei processi degli anni ’80 torneranno in libertà grazie all’indulto voluto dal presidente Menem nel 1989, e bisognerà aspettare il 2003, perché la giustizia riprenda il suo corso. La dittatura argentina di Videla sarà raccontata dalla professoressa Benedetta Calandra e da Paolo Mieli nell’appuntamento con Passato e Presente in onda mercoledì 7 luglio alle 13.15 e alle 20.30 su Rai Storia.

Storie della TV. Enzo Tortora, inventore di format

Enzo Tortora è passato alla storia per il clamoroso errore giudiziario di cui è stato vittima. Ma Tortora è stato, prima e soprattutto, un grandissimo presentatore e autore televisivo. Un uomo che, con la sua cultura e la sua ironia, ha lasciato un segno indelebile in 30 anni di televisione italiana. Enzo Tortora, l’inventore di format, è al centro dell’appuntamento con “Storie della tv”, in onda mercoledì 7 luglio alle 21.10 su Rai Storia. Intervengono Enza Sampò, Lino Patruno, Bruno Voglino, Peppo Sacchi (Telebiella), Wally Giambelli (Antenna 3 Lombardia), Pippo Baudo e Renzo Arbore.

La guerra segreta. I Leoni di Giuda (ep.1)

Dal Maggio 1940 fino al giugno 1944 L’Europa fu invasa dai nazisti. Mentre l’Armata Rossa affrontava il Terzo Reich ad Est, l’Inghilterra e i suoi alleati bloccavano l’apertura di un fronte occidentale. Churchill intanto tentava di placare la rabbia di Stalin iniziando un bombardamento a tappeto sulla Germania. Gli alleati intrapresero una guerra altrettanto mortale sul campo.

Questa è la storia delle operazioni e delle persone che hanno condotto la guerra segreta e hanno dato alle fiamme l'Europa. Questa è la storia raccontata da “La guerra segreta” in onda su Rai Storia, da mercoledì 7 luglio alle 22.10 su Rai Storia.

1942. L’esercito britannico è bloccato nel deserto nordafricano con l'Afrika Korps di Erwin Rommel. Lo Special Interrogation Group era costituito da circa 40 ebrei palestinesi di lingua tedesca che avevano il difficilissimo e delicato compito di infiltrarsi nelle linee nemiche per estorcere informazioni e compiere atti di sabotaggio. Per portare a termine il loro obiettivo, catturarono due soldati dell'Afrika Corps tra cui un certo Herbert Bruekner, allora ventenne. I palestinesi ebrei non si fidarono mai di lui. Il tempo darà loro ragione.

GIOVEDI’ 08/07/2021

Passato e Presente.Maria José, la regina di maggio

Maria José, figlia del re del Belgio Alberto, ha 23 anni quando, l’8 gennaio 1930, alla cappella Paolina del Quirinale, sposa l’erede al trono d’Italia, Umberto di Savoia. Un evento sontuoso che celebra l’alleanza tra due importanti “corone cattoliche” d’Europa. Maria José ama profondamente l’Italia. Abituata a frequentare circoli intellettuali e ad interessarsi di politica e attualità, non accetta di restare in disparte. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Francesco Perfetti a “Passato e Presente”, in onda giovedì 8 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su rai Storia. Quando, durante la guerra, la situazione del paese si fa sempre più grave, cerca in ogni modo di arrivare alla pace e di salvare la monarchia. Il 9 maggio 1946, quando Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto. Maria Josè diventa finalmente regina, ma solo per un mese. Il 6 giugno, dopo la vittoria del fronte repubblicano al referendum, è costretta a partire col marito per l’esilio, dove si dedicherà agli studi storici pubblicando numerosi volumi.

a.C.d.C. Il grande viaggio dei vichinghi. Una buona terra

I Vichinghi trascorrono periodi sempre più lunghi nelle zone di razzia ed i sovrani carolingi si trovano più volte costretti a pagare dei riscatti per evitare i saccheggi. Progressivamente i Vichinghi si integrano nella società carolingia adottando i costumi locali. Convertendosi al Cristianesimo le élites vichinghe hanno l’opportunità di migliorare i rapporti commerciali e diplomatici sia con i carolingi sia con i re anglosassoni in Inghilterra. Nel 911 il carismatico capo vichingo Rollone assume il titolo di duca di Normandia. L’integrazione è un fatto compiuto, ed è al centro dell’appuntamento con “Il grande viaggio dei Vichinghi”, in onda per “a.C.d.C.”, il ciclo introdotto come di consueto da Alessandro Barbero, e in onda giovedì 8 luglio alle 21.10 su Rai Storia.

a.C.d.C. Il grande viaggio dei vichinghi. L'ultima battaglia

Si conclude oggi il viaggio di Alessandro Barbero alla scoperta dei Vichinghi per il ciclo a.C.d.C: l’epico finale andrà in onda giovedì 8 luglio alle 22.10 su Rai Storia. Dopo la morte del re Edoardo il Confessore nel 1066 si apre in Inghilterra la lotta per la successione. Il duca di Normandia, Guglielmo, discendente di Rollone, può vantare dei diritti sul trono. L’arazzo di Bayeux è una straordinaria testimonianza delle operazioni militari – la preparazione, il viaggio, la battaglia – attraverso le quali i Normanni di Guglielmo sconfiggono ad Hastings i Sassoni di Aroldo ed assumono il controllo sull’Inghilterra.

VENERDI’ 09/07/2021

Passato e Presente. Il disastro di Seveso

Il 10 luglio 1976 una densa nube tossica contenente diossina fuoriesce dallo stabilimento Icmesa di Meda, a 30 chilometri da Milano, e si dirige verso Seveso. Per una settimana la stampa tace. Ma le piante cominciano a seccarsi, gli animali a morire e i bambini a mostrare gravi eruzioni cutanee. La zona viene evacuata, gli abitanti isolati e monitorati. Alle donne in gravidanza viene concessa la possibilità dell’aborto terapeutico. Le autorità non sanno come reagire. È la prima volta che un centro abitato di tali dimensioni viene contaminato dalla diossina. Paolo Mieli e la professoressa Silvia Cassamagnaghi ripercorrono il disastro di Seveso a “Passato e Presente”, in onda venerdì 9 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nell’Italia colpita dalla crisi economica, mondo politico e opinione pubblica si spaccano sia sul progetto di bonifica che sul diritto all’aborto, fino a mettere a repentaglio gli equilibri del compromesso storico.  Accanto alla tragedia, però, il disastro di Seveso rappresenta un punto di svolta nelle coscienze degli italiani e del mondo intero rispetto ai rischi ambientali causati da un’industrializzazione indiscriminata. Si comincerà, dopo Seveso, a parlare di ecologia e di sviluppo armonico del territorio.

Inferno nei mari. Il guerriero ferito (pt.1)

Nella Seconda guerra mondiale, sia l'Asse che gli Alleati impiegano una spietata guerra sottomarina per mettere in ginocchio i loro nemici: prendono di mira le rotte commerciali, per distruggere le forniture alimentari e militari. Durante la Guerra Fredda, il controllo è più sottile a causa della reale minaccia nucleare: monitorare ciò che sta facendo l'altra parte è fondamentale e Stati Uniti e Unione Sovietica usano l’“invisibilità” dei sottomarini per spiare e riportare informazioni o per condurre missioni segrete, nel tentativo di cambiare l'equilibrio di potere globale. Torna la serie che racconta gli eventi più emozionanti della guerra sottomarina della Seconda guerra mondiale e della Guerra Fredda: “Inferno nei mari” andrà in onda da venerdì 9 luglio alle 21.10 su Rai Storia.

Maggio 1942. Durante la sua quarta missione di pattugliamento nel Pacifico, sia bombe di profondità che ordigni sganciati da aerei nemici danneggiano un sommergibile americano e bloccano gli alettoni di prua, costringendo il battello a rischiare la sua integrità immergendosi a grandi profondità. Un siluro armato si inceppa nel tubo di lancio e il farmacista di bordo è costretto a eseguire un intervento chirurgico di emergenza nei pressi di una base giapponese. Questa è la storia della USS Silversides.

’14-’18: la grande guerra cento anni dopo. Il viale del tramonto dell’impero ottomano

Dei quattro imperi che scompariranno durante la Prima Guerra Mondiale, il primo a disintegrarsi è l’Impero Ottomano, alleato di Germania e Austria - Ungheria. È una storia tumultuosa e piena di capovolgimenti di fronte raccontata da “’14-’18: la grande guerra cento anni dopo” - la serie di Rai Cultura presentata da Paolo Mieli, con la conduzione di Carlo Lucarelli e con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi – in onda venerdì 9 luglio alle 22.10 su Rai Storia. Tutto comincia con lo sbarco anglo-francese nella Penisola di Gallipoli, in Turchia, nell’aprile del 1915. La spedizione incontra un’accanita resistenza turca e gli anglo-francesi sono costretti a ritirarsi. L’Impero Ottomano è però attraversato da una profonda crisi interna, l’ascesa dei Giovani Turchi e le spinte indipendentiste culminano nella rivolta araba e nell’avventura esotica di Lawrence d’Arabia.

SABATO 10/07/2021 

Seveso e Laura Conti, e il sequestro di Terrazzano del 1956

Seveso e Laura Conti, e il sequestro Terrazzano del 1956: personaggi e avvenimenti ripercorsi da “SeDici Storie”, in onda sabato 10 luglio alle 12.00 su Rai Storia.

IL MONDO VISTO DA LAURA

SeDici Storie racconta la figura di Laura Conti, medico milanese, ambientalista, scrittrice e appassionata divulgatrice di tematiche ecologiche e di salvaguardia dell’ambiente. 

Quest’anno avrebbe compiuto cento anni, è scomparsa nel 1993 e ha vissuto una vita di impegno politico e civile. 

Militante fin da giovanissima nelle fila del PCI, nel 1944 viene arrestata durante una riunione con altri studenti antifascisti della facoltà di medicina e resterà prigioniera per un anno in un campo di concentramento tedesco. Specializzata in traumatologia, ha lavorato a lungo per l’Inail ed è stata consigliera regionale per la regione Lombardia durante gli anni del disastro di Seveso, dando un grande contributo durante la gestione della contaminazione da diossina, la prima grande emergenza ambientale che l’Italia ha vissuto. Ha pubblicato 26 libri tra saggi e romanzi e girato centinaia di scuole per spiegare ai ragazzi come funzionano il corpo umano ed il nostro ecosistema. 

Conti è tra i fondatori di Legambiente ed è stata anche deputata e membro della commissione agricoltura dal 1987. 

Una pensatrice libera e spesso controcorrente che credeva in un ambientalismo scientifico e mai ideologico.   

La raccontano la sociologa del Centre National de la Recherche Scientifique in Francia, Laura Centemeri, la giornalista Barbara Bonomi Romagnoli e l’ambientalista Massimo Serafini.  

SANTE ZENNARO: eroe a Terrazzano

Quella di Sante Zennaro è una storia che risale al 10 ottobre del 1956, un fatto che non aveva precedenti nella storia italiana: il sequestro di 94 bimbi e 3 maestre della scuola elementare di Terrazzano, una frazione di Rho alle porte di Milano. 

A ricostruire i fatti sono due degli ex alunni della scuola, Renata De Angeli ed Enrico Mantegazza ripresi dalle cineprese della Rai che quel giorno hanno filmato i momenti decisivi delle sei ore di terrore vissute da un’intera comunità alle prese con i due giovani disagiati che chiedevano denaro ed incolumità minacciando di far esplodere l’edificio. 

La finestra della piccola scuola diventa il diaframma tra la follia dei due fratelli Arturo ed Egidio Santato e la piazza del paese che reclama i suoi figli innocenti. 

La sera del 10 ottobre il telegiornale nazionale della Rai racconterà la vicenda con la cronaca di Elio Sparano come se fosse una vera diretta televisiva. 

<I bambini sono tutti salvi!> Grida un carabiniere alle 16.55, ma a terra rimane un cadavere, quello di Sante Zennaro, un ragazzo di 22 anni originario del Polesine che, in un momento di distrazione dei malviventi, si è introdotto nell’aula del sequestro con una scala da fienile. Un fuoco incrociato tra la polizia e i due aguzzini ha stroncato quel moto di coraggio, quel giovane che voleva intervenire prima che la situazione precipitasse. 

Un gesto istintivo e generoso premiato con la medaglia d’oro al valore civile. Una memoria che dura ancora oggi grazie alle immagini in pellicola, le foto dell’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo e i racconti dei protagonisti.  

Passato e Presente. Masaniello e la rivolta di Napoli

Si chiamava Tommaso Aniello D'Amalfi, ma è passato alla storia come Masaniello, reso famoso nel 1647 dalla rivolta del popolo di Napoli contro il sistema fiscale, introdotto dalla monarchia spagnola degli Asburgo. Un sistema di tasse iniquo che scaricava su gran parte del popolo il peso di guerre sempre più lunghe e costose. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Vittoria Fiorelli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda sabato 10 luglio alle 20.30 su Rai Storia. Nei dieci giorni di luglio che vedono la città di Napoli messa a ferro e a fuoco dai rivoltosi e dal 'popolo civile', il giovane e scaltro pescivendolo Masaniello assurge a ruolo di capo militare per il coordinamento delle azioni in città. Ma presto il capopopolo entra in conflitto con la corrente borghese e moderata della rivolta, capeggiata dal giurista Giulio Genoino. Masaniello cade vittima di un attentato il 16 luglio 1647. Anche a causa della tragica fine il mito di Masaniello, pescatore e Re di Napoli, si diffonde subito in Europa e anche nei secoli successivi incarna l'archetipo delle rivolte popolari.

Cinema Italia. Le amiche

Le storie di Clelia, Rosetta, Nene e Momina si incrociano nella pellicola firmata da Michelangelo Antonioni, e liberamente tratta dal romanzo “Tra donne sole” di Cesare Pavese.

Clelia, diventata modista in un’importante casa di moda di Roma, viene inviata a Torino per aprire una filiale. In città avrà modo di fare la conoscenza di Rosetta, che ha tentato il suicidio a causa della sua infelice storia d’amore con Lorenzo, sposato con Nene, apprezzata ceramista, e di Momina, ragazza ricca che conduce una vita oziosa e agiata. Con Eleonora Rossi Drago e Gabriele Ferzetti, Valentina Cortese, Yvonne Furneaux, Madeleine Fischer, Franco Fabrizi, Anna Maria Pancani, “Le amiche”, Leone d'argento alla 16ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, andrà in onda sabato 10 luglio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.

Documentari d’autore. Bello di mamma

Storie di alcuni "mammoni", quarantenni che vivono ancora con i genitori. Nato dall'osservazione di molti coetanei della regista, un quadro ironico, ma senza sconti, di molti suoi connazionali. Di Giorgia Farina, “Bello di mamma” andrà in onda sabato 10 luglio alle 22.50 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.