L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Il futuro della Lirica e del Festival Mascagni

l’incontro a Livorno con il Presidente nazionale di Assolirica Roberto Abbondanza

Livorno. C’è un futuro per il canto lirico italiano e per chi fa di quest’arte una professione appassionante quanto difficile: lo ha sostenuto il Presidente nazionale di Assolirica Roberto Abbondanza, intervenendo a Livorno presso l’Hotel Universal ad un tavolo pubblico per favorire una riflessione sulle istanze di un comparto che tanto ha sofferto nel lungo periodo di lockdown pandemico e che lamenta da troppo tempo gravi insufficienze di tutela e sviluppo. “La candidatura del canto lirico italiano a patrimonio immateriale dell’umanità presso l’ UNESCO – ha dichiarato – è stata adottata lo scorso 29 marzo e il suo riconoscimento farebbe di questo bene un volano straordinario per lo sviluppo di tutto il settore oltre a rappresentare un obbligo per lo Stato affinché si adoperi fattivamente per la sua tutela e valorizzazione”.

Un auspicio forte, ma che ha bisogno di “adeguati mezzi normativi per far sì che questa eccellenza artistica che da secoli porta la lingua e la cultura italiana nel mondo sia riconosciuta e salvaguardata per il suo valore nelle forme idonee a farle superare i punti di criticità”. E le sofferenze sono risultate tangibili e severe nella loro realtà in questi ultimi anni per cantanti, direttori d'orchestra, registi, scenografi, costumisti, coreografi, light designer, tutti coloro che in generale sono liberi professionisti del settore lirico e oggi trovano in Assolirica un punto di riferimento e coordinamento per un settore che è consapevole di quanto forte possa essere la ricaduta culturale ma anche economica della lirica nel nostro paese: “Ho assistito ieri con grande piacere alla prima rappresentazione di Cavalleria rusticana sulla Terrazza Mascagni a Livorno – ha proseguito Abbondanza – ed ho molto apprezzata l’idea di proporre questo capolavoro di Mascagni in un luogo così fortemente simbolico come il lungomare della sua città natale, con un cast artistico che comprendeva professionisti e nuove generazioni di interpreti per un Festival come quello da voi dedicato a Mascagni, che ha avuto il coraggio di partire tre anni fa proprio nel momento di maggiore criticità, assumendo una scommessa che ritengo vincente perché capace, tra l’altro, di una forte iniziativa a favore della formazione collegata al palcoscenico”.

Numerosi gli interventi, moderati da Paolo Noseda, responsabile dei rapporti internazionali del Mascagni Festival: “C’è stato nella nostra azione un lavoro a favore di un nuovo pubblico – ha affermato Mario Menicagli, Direttore della Fondazione Teatro Goldoni al cui interno opera come dipartimento il Mascagni Festival – senza timori nel proporre contaminazioni tra generi e forme di spettacolo capaci di raggiungere e parlare alle nuove generazioni. Lo abbiamo sperimentato in un momento di emergenza anche con lo streaming, passando in pochi mesi da meno di cento ad oltre duemila iscritti sul nostro canale youtube con decine di migliaia di visualizzazioni e nella stagione teatrale, coniugando ad esempio, l’ascolto della musica classica con nuove espressioni della danza”.

“Ha ragione il Presidente Abbondanza e lo abbiamo sperimentato con il nostro Mascagni Festival – ha argomentato il Direttore artistico del Festival Marco Voleri – con un’azione articolata che comprende un cartellone con oltre venti eventi, un’Accademia di alto perfezionamento dedicata alla musica verista, un concorso internazionale specifico su questo particolare repertorio, iniziative per le scuole ed ulteriori segmenti di attività artistiche che si svolgono anche fuori dai confini regionali e nazionali. Tutte attività dinamiche per la città che creano indotto e tornano a reddito in senso ampio. Da questi presupposti e con questi risultati – ha proseguito Voleri – abbiamo bisogno ora di disegnare un futuro sostenibile e di sviluppo per il Festival e sappiamo di non essere soli: c’è il sostegno di Assolirica, importante punto di riferimento per chi fa questo lavoro, c’è l’Amministrazione comunale che in questi tre anni ha investito un milione di euro complessivi in questo progetto; manca ancora, ma dovrà esserci, un finanziamento speciale per i Festival di genere come il nostro da parte dello Stato, che ha assunto un impegno in questo senso che però ha necessità di azioni concrete ed attuative”.

Una richiesta che ha trovato nel Sindaco della città di Livorno e Presidente della Fondazione Goldoni Luca Salvetti un immediato sostegno “convinto – come ha sottolineato nel suo intervento – che così facendo si lavori sulla bellezza e per la bellezza di un territorio, sul valore di una storia che è artistica e culturale, che parla di personaggi formidabili come sono stati Pietro Mascagni ed Amedeo Modigliani, ma coinvolge subito il paesaggio di cui sono espressione e di chi lo vive. Ora ci vuole un segnale di riconoscimento verso una città come la nostra che non solo non si è seduta e fermata a causa della crisi, ma che ha deciso di rilanciare ed investire risorse come quelle ricordate per il Festival, i due milioni per la mostra dedicata a Modigliani e più recentemente 1,9 milioni per l’Ippodromo Caprilli. C’è un modello Livorno – ha concluso – che funziona ma va aiutato in un percorso che tocca veramente tutti”.

A parere del Senatore Andrea Marcucci che è stato anche Sottosegretario ai Beni culturali, il Festival Mascagni ha colmato una lacuna e traduce in realtà alcune opportunità utili per le azioni culturali future. Marcucci si è anche soffermato sulla necessità di una legge di supporto dello Stato per aiutare i festival meritevoli come il vostro e le città di cui sono espressione, favorendo un finanziamento costante nel tempo che consenta programmazione e lungimiranza di azione.

E con questi propositi, venerdì sera calerà il sipario sulla terza edizione del Mascagni Festival con l’evento conclusivo che vedrà protagonista la Banda Musicale della Marina Militare: “Saremo ancora sulla Terrazza Mascagni, vicinissimi all’Accademia, l’Università del mare da sempre orgoglio e vanto di Livorno e del nostro Paese – aggiunge in proposito Voleri – con la splendida nave Palinuro testimone formidabile delle antiche tradizioni della marineria italiana che ci saluterà dal largo con l’ammaina bandiera e la sua suggestiva illuminazione con il tricolore, per ricordarci quanto importanti e connesse tra loro siano le bellezze e le professioni legate alla cultura ed al paesaggio di cui l’Italia è ricca e conosciuta nel mondo”.


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