Capodanno con RaiStoria
DOMENICA 29/12/2024
Benedetto XVI: un rivoluzionario incompreso
A due anni dalla scomparsa di Papa Emerito Benedetto XVI, il 31 dicembre 2022, Rai Cultura ripropone lo speciale “Benedetto XVI un rivoluzionario incompreso”, firmato da Antonia Pillosio, in onda domenica 29 dicembre alle 9.30 e in replica martedì 31 dicembre alle 15.00 su Rai Storia. Per capire il papato di Joseph Ratzinger il racconto parte dal gesto rivoluzionario delle sue dimissioni, a lungo meditate e annunciate dopo l’inizio dell’anno della fede. Perché Benedetto XVI fece un simile annuncio l’11 febbraio, Giorno della Memoria della Vergine Maria a Lourdes, dedicato dalla Chiesa ai malati? Perché in una riunione di routine di cardinali? E perché la decisione di ritirarsi a vivere nel monastero di clausura all’interno del Vaticano? Nel documentario, che utilizza anche materiale delle Teche Rai, ne parlano gli storici Elio Guerriero, Andrea Riccardi e Don Roberto Regoli, dai vaticanisti Andrea Tornielli e Sandro Magister, dai Cardinali Gerard Ludwig Muller e Gianfranco Ravasi, da Padre Federico Lombardi e Antonio Paolucci. Con la sua rinuncia Benedetto XVI affida al successore Francesco l’eredità del suo impulso riformatore. Ma nel documentario c’è anche il “vecchio” Joseph Ratzinger, brillante teologo, professore in quattro università tedesche, Arcivescovo di Monaco e per 23 anni è Prefetto della Congregazione per la Fede, prima di diventare Papa Benedetto XVI. Al documentario hanno collaborato la Kto, télévision cattolique, il Cortile dei Gentili, il Centro Televisivo Vaticano, la Biblioteca Ratzinger e la Fondazione Joseph Ratzinger Benedetto XVI, l’Archivio de L’Osservatore Romano mettendo a disposizione diverso materiale preso dai loro archivi.
O' Rey: l'uomo e la leggenda
Il ricordo di Pelè a due anni dalla scomparsa
“È brasiliano, non ha ancora 19 anni, è forse il migliore giocatore di calcio al mondo” si apre così lo speciale di Antonella Zechini “O’Rey: l’uomo e la leggenda” dedicato a Pelé e riproposto da Rai Cultura domenica 29 dicembre alle 18.15 su Rai Storia a due anni dalla scomparsa del grande campione. Al secolo si chiamava Edson Arantes do Nascimento, ma è sempre stato chiamato Pelé. E lui, in un’intervista, dice: “…non ho mai saputo perché mi hanno affibbiato questo soprannome, ma sono convinto mi porti fortuna”. Lo speciale segue la vita e la carriera di un grande artista del calcio, attraverso le immagini delle Teche Rai. Riemergono, così racconti di sport e di vita, ed interviste a Pelé, a partire dai suoi esordi nel Santos passando attraverso le tre coppe del mondo vinte con la nazionale del Brasile. Tra le "chicche" del programma, la prima apparizione di Pelè alla tv italiana, nel Musichiere del 1958, con Mario Riva, in occasione dei Mondiali di Svezia, in cui O' Rey sollevò la coppa per la prima volta.
Passato e presente
Giotto, la scoperta religiosa della realtà
Fu tra gli artisti più celebri e rivoluzionari della storia dell'arte, ma sul suo conto ci sono pochissime certezze storiche a partire dal suo vero nome, dal suo volto, da luogo e data di nascita. E’ il paradosso di Giotto, l’uomo che traghettò l’arte italiana dal Medioevo all’età moderna. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 29 dicembre alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Lucio Villari. La nascita di Giotto è fissata per convenzione nel 1267, probabilmente nella campagna fiorentina del Mugello, ma con un forte legame alla città di Firenze. Le testimonianze più importanti del suo lavoro, che raccontano molto dell'atmosfera religiosa del tempo, sono nella Basilica superiore di Assisi dove Giotto traduce in affreschi le leggende sulla vita di San Francesco, narrate da Bonaventura di Bagnoregio nella biografia ufficiale del santo del 1266. Altra opera monumentale sono gli affreschi dalle Cappella degli Scrovegni a Padova, dove Giotto dipinge storie che attingono all'Antico Testamento, descrivono la riconciliazione di Dio con l'umanità e il percorso che l'uomo deve compiere per poter sperare nella salvezza.
Binario cinema
Stanlio e Ollio
Nel 1953, ormai lontani gli anni d’oro, Stan Laurel e Oliver Hardy, invecchiati e con problemi di salute, partono per una tournée teatrale in Inghilterra. I due artisti hanno però ancora la capacità di divertirsi sul palco e di saper intrattenere gli spettatori che, alla fine, premiano il loro lavoro. Il viaggio nel Regno Unito costituirà una grande occasione per rinsaldare la loro amicizia, messa a dura prova dal peggiorare della salute di Oliver. È la trama di “Stanlio e Ollio”, il film di Jon S. Baird del 2018, adattamento cinematografico del libro “Laurel & Hardy A British tour” di A.J. Marriot, in onda domenica 29 dicembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, John C. Reilly, Steve Coogan e Shirley Henderson.
LUNEDI’ 30/12/2024
Passato e presente
Abelardo ed Eloisa, lettere tra amore e filosofia
L’epistolario di Eloisa e Abelardo racconta una storia d’amore consumatasi a Parigi all’inizio del XII secolo, un’epoca di rinascita demografica, economica e culturale che muta il volto dell’Europa e ne ridisegna gli orizzonti. A "Passato e Presente", in onda lunedì 30 dicembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Alessandro Barbero.
Nella passione irresistibile della giovane e promettente allieva e del maestro acclamato della scuola di Notre Dame, la letteratura successiva ha cercato contenuti e significati che non le appartengono, il teatro e il cinema del Novecento hanno ravvisato anacronistiche battaglie per i diritti e le aspirazioni che si affermano nell’età contemporanea, ma le lettere che i due protagonisti si scambiano in età matura restituiscono l’autenticità di una vicenda dolorosa in cui sentimenti, filosofia e fede si intrecciano indissolubilmente.
Cronache eroiche
Garibaldi. I Mille e dopo
Prosegue il racconto di Cristoforo Gorno di Giuseppe Garibaldi e della sua epopea a “Cronache eroiche” in onda lunedì 30 dicembre alle 21.10 in prima visionesu Rai Storia con il secondo e ultimo appuntamento. Garibaldi è l’eroe italiano per eccellenza. È un eroe reale che compete coi più eroici personaggi dei romanzi. Italiano non lo è per nascita, è suddito francese, ma lo diventa, e diventa il massimo apostolo dell’Unità nazionale. In questa seconda puntata Cristoforo Gorno conclude il racconto, fino alle ultime avventure in Francia e al ritiro volontario.
a.C.d.C.
L'invenzione del lusso alla francese
Quando la Francia “inventò” il lusso e ne fece merce da esportazione: lo racconta “L'invenzione del lusso alla francese”, in onda lunedì 30 dicembre alle 21.45 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. A fine Settecento, la Francia si specializzò in quell’“industria del lusso” che ancora oggi vanta numerosi primati, come le porcellane di Sèvres, gli specchi di Saint-Gobain, le sete di Lione, i merletti di Alençon. Tutti articoli di lusso che sono la testimonianza dell'abilità e del gusto francesi sul finire del XVIII secolo. Ma solo un secolo prima, le casse del regno di Luigi XIV erano senza soldi. Il bilancio militare e una crisi economica avevano svuotato le casse del governo e i sudditi del re avevano un disperato bisogno di lavoro. Lo sviluppo di industrie esclusive fu la straordinaria strategia del Re Sole per affrontare queste difficoltà. Ma già nel XVII secolo, ogni fornitore di specialità straniere, dalla Cina a Venezia, custodiva con cura i propri preziosi segreti commerciali. E ci sono voluti spionaggio, rapimenti e corruzione, sponsorizzati dallo Stato, per portare la Francia all'apice del mercato europeo dei beni di lusso. Attraverso archivi, rievocazioni e interviste a esperti, il documentario va alle origini di questa nuova industria in termini storici, economici, scientifici e culturali.
Cronache di terra e di mare
Andrea Doria. Genova e il suo principe
Genova è il punto di partenza e di arrivo dell’ascesa di Andrea Doria, da giovanissimo soldato di ventura, orfano e senza mezzi, a signore di fatto di quella città che, con lui, torna a essere una potenza economica di primo piano. Genova e il suo principe sono al centro dell’ultimo appuntamento con Cristoforo Gorno e con “Cronache di terra e di mare”, in onda lunedì 30 dicembre alle 22.45 su Rai Storia.
MARTEDI’ 31/12/2024
Radiocorriere delle feste
I messaggi dei Presidenti della Repubblica
I Messaggi di fine anno dei Presidenti della Repubblica sono al centro di questo appuntamento speciale con il “Radiocorriere delle feste” in onda martedì 31 dicembre alle 18.45 su Rai Storia. Da quello di Giovanni Gronchi, il 31 dicembre 1960 a Giuseppe Saragat il 31 dicembre 1968; da quello di Giovanni Leone, il 31 dicembre 1977 a Sandro Pertini il 31 dicembre 1979; da quelli di Francesco Cossiga, del 1986 e del 1988; da quello di Oscar Luigi Scalfaro del 1993 a Carlo Azeglio Ciampi, il 31 dicembre 2000; da quello di Giorgio Napolitano, il 31 dicembre 2007 per concludere con quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 31 dicembre 2023.
Passato e Presente
Bellissime, la storia di Miss Italia
Nel 1939, alla vigilia dell’entrata in guerra del nostro paese, il pubblicitario e pioniere del marketing Dino Villani inventa, con l’amico Cesare Zavattini, il concorso fotografico “Cinquemila lire per un sorriso”. Sono gli albori di Missi Italia: lo raccontano Paolo Mieli e la storica Fiamma Lussana a “Passato e Presente, in onda venerdì 30 dicembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il concorso sponsorizza un dentifricio, e per partecipare basta inviare una foto del proprio volto sorridente. Alle cinquemila lire in titoli di Stato si aggiungono altri doni, come una pelliccia di visone, un corredo completo, una cucina a gas, sei paia di calze di seta. Il concorso riprende nell’immediato dopoguerra col nuovo titolo “Miss Italia – La Bella Italiana” e si svolge a Stresa, sul Lago Maggiore, nelle sale del Grand Hotel des îles Borromées. Nella giuria ci sono Arrigo Benedetti, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Cesare Zavattini, il pittore Carlo Carrà. Nell’edizione del 1947 vince Lucia Bosè, commessa di pasticceria. Fra le partecipanti al concorso ci sono quelle che diventeranno le più note attrici italiane degli anni Cinquanta e Sessanta come Silvana Pampanini, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Eleonora Rossi Drago, Sofia Loren. Per molte ragazze, l’America dei consumi e del benessere e il cinema di Hollywood rappresentano sogni che si realizzano. Che siano casalinghe, segretarie, maestre, commesse o dattilografe, la bellezza può spalancare loro le porte della felicità, e dell’indipendenza. Nell’Italia degli anni ’50 il concorso di Miss Italia accende il dibattito pubblico: il democristiano Bortolo Galletto presenta un disegno di legge che mette al bando i concorsi di bellezza, ritenuti spettacoli immorali e scandalosi. Nascono competizioni alternative: la Democrazia Cristiana promuove La Donna Ideale, il Partito Comunista premia la Stellina dell’Unità e Miss Vie Nuove. Con il miracolo economico la bellezza diventa una professione attorno a cui ruotano investimenti pubblicitari e affari, sul modello americano.
Io sono Venezia
Venezia e la sua terra. Venezia e il suo mare. Ma anche i personaggi che hanno contribuito a renderla – nei secoli - una città unica. Storie e luoghi che prendono vita in “Io sono Venezia” – lo speciale firmato da Davide Savelli, Massimiliano Griner, Marta La Licata, Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano – in onda in due appuntamenti martedì 31 dicembre e martedì 7 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Realizzato da Rai Cultura in 4K, con mezzi interni, lo speciale va alla scoperta di Venezia dando voce ad alcuni personaggi storici, interpretati da attori e attrici che testimoniano in prima persona le trasformazioni della città, in monologhi basati su memorie, diari e materiali di archivio. E accanto alle ricostruzioni – con gli interventi di storici ed esperti come Gherardo Ortalli, consulente del progetto – ci sono anche le immagini della città contemporanea, delle sue attività e delle sue opere d’arte.
Il racconto parte dalle origini, quando la città ancora non esisteva e, sulle acque della laguna, il funzionario reale Cassiodoro narra delle popolazioni che iniziano a popolare la zona, mentre il Doge Pietro II Orseolo rievoca le prime mosse espansionistiche, quando lo stendardo di San Marco comincia a campeggiare sull’Adriatico e poi sul Mediterraneo orientale con le Crociate, che non sono solo contro i musulmani, ma anche contro i bizantini. Fino al saccheggio di Costantinopoli, che Domenico Morosini racconta attraverso il ricordo del “furto” dei quattro cavalli in lega bronzea che ornano la facciata della Basilica di San Marco. L’epoca dei mercanti veneziani, del loro coraggio e della loro intraprendenza è, invece, introdotta da Fantina, figlia di Marco Polo, che fa luce sulla condizione femminile del periodo.
Il pittore Vittore Carpaccio, poi, fa rivivere il periodo del grande splendore rinascimentale veneziano e di una città che diventa meta dei più grandi artisti e centro pulsante di commercio, potere, e libertà. Libertà come quella di Veronica Franco, poetessa e cortigiana, che sfida le consuetudini del tempo, o – nel campo dell’imprenditoria artistica – del letterato e stampatore Francesco Sansovino. La Repubblica, intanto, è in perenne lotta con i turchi, tra vittorie e sconfitte. E gesti di coraggio, come quello di Girolamo Polidori, che a Istanbul recupera le spoglie di Marcantonio Bragadin, eroe dell’assedio di Famagosta, spellato vivo dai turchi.
Lontano dalle armi, intanto, nelle calli veneziane comincia a diffondersi la musica di Antonio Vivaldi, che dona alla Serenissima, in una fase di progressiva decadenza, un tocco di leggerezza. Sulla città aleggia un senso di declino e tutti sembrano immaginarsi una “propria” Venezia, come fa il Canaletto. La Rivoluzione francese è alle porte e presto si traduce in dominazione napoleonica. E’ la fine della Serenissima Repubblica e Antonio Canova sarà chiamato a vestire i panni di “monument man” per recuperare il bottino napoleonico, a Parigi. Dopo il crollo di Bonaparte, Venezia non sarà più indipendente, passando dagli Asburgo ai Savoia, alla Repubblica italiana. Il racconto si conclude affacciandosi alla contemporaneità, scandita dall’avvento della cinematografia. L’ultimo protagonista di “Io sono Venezia” è Alexandre Promio, cineoperatore Lumière che nel 1896, sul Canal Grande, realizza il primo “movimento di macchina” della storia della cinematografia.
1939 – 1945. La Seconda guerra mondiale
L'Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale
Alle porte del 2025, anno nel quale ricorrono gli ottant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale (2 settembre 1945), Rai Cultura ripropone la serie “1939 – 1945. La Seconda guerra mondiale”, in onda ogni martedì dal 31 dicembre alle 22.00 su Rai Storia. Venti puntate per raccontare la storia della Seconda guerra mondiale dall’invasione della Polonia fino alla Liberazione e al crollo del nazifascismo.
La serie è presentata da Paolo Mieli e narrata da Carlo Lucarelli, con analisi e approfondimenti di storici scelti a seconda del tema trattato. Un racconto per immagini con materiali di repertorio “restaurati” in alta definizione ed edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con rare interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi. Il percorso tematico, dalla politica e la diplomazia alle alleanze e al contesto internazionale, si alterna al racconto della guerra, con le grandi battaglie, le nuove armi, le strategie militari e la resistenza di chi si oppone con ogni mezzo a Hitler e Mussolini. Al centro della prima puntata, gli episodi che hanno preceduto lo scoppio del secondo conflitto mondiale: il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo e la revisione del Trattato di Versailles sono alla base dell’ideologia nazista. Una volta conquistato il potere, nel gennaio 1933, Hitler persegue la sua politica di potenza e di predominio tedesco sull’Europa. Il servizio di leva tedesco (marzo 1935), le leggi razziali di Norimberga (settembre 1935) e quelle italiane (1938), l’occupazione militare della Renania (marzo 1936), la nascita dell’Asse Roma-Berlino e il viaggio di Mussolini in Germania (1936-1937), la guerra di Spagna (1936-1939), l’Anschluss (marzo 1938), la questione dei Sudeti (ottobre 1938) e la Conferenza di Monaco, il protettorato di Boemia e Moravia (marzo 1939) sono le tappe che porteranno all’invasione della Polonia (settembre 1939) e allo scoppio della seconda guerra mondiale. Tra i consulenti della serie, gli storici Giovanni Sabbatucci, Nicola Labanca, Lutz Klinkhammer.
MERCOLEDI’ 01/01/2025
Passato e Presente
Lorenzo il Magnifico, luci e ombre
Il destino di Lorenzo de’ Medici, divenuto celebre come “il Magnifico”, è preannunciato dal ritratto giovanile che, tra il 1459 e il 1462, Benozzo Gozzoli esegue nell’affresco della cavalcata dei Magi all’interno della cappella del palazzo mediceo di Via Larga, a Firenze. Il giovane rampollo della famiglia più in vista della città è al centro del dipinto in abiti cavallereschi e in sella a un destriero. Un personaggio analizzato da Paolo Mieli e dal professor Franco Cardini a “Passato e Presente”, nel giorno dell’anniversario della sua nascita, mercoledì 1° gennaio alle 8.45 e alle 14.15 su Rai Storia. Lorenzo, poi, compare una seconda volta, in una posizione più defilata, tra i personaggi del seguito: qui il pittore lo raffigura realisticamente, nei suoi dieci anni. Un’età precoce che non impedisce a suo nonno Cosimo e a suo padre Piero di fare grandi progetti per lui. Lorenzo sarà il futuro capo della famiglia, dei suoi affari, e di Firenze: banchiere, uomo politico, mecenate, poeta e scrittore, lascerà un segno indelebile nella storia come l’incarnazione più completa del principe umanista.
Omaggio a Giorgio Gaber
Il ricordo di Rai Cultura a ventidue anni dalla scomparsa
Un canta autore o un canta-attore, un intellettuale “collettivo”, un anticonformista. Oppure, l’“Adorno del Giambellino” secondo il critico Enzo Golino, o il “Filosofo ignorante” secondo se stesso, con ironia. La realtà è che Giorgio Gaber sfugge a qualunque definizione. Nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, il 1° gennaio 2003, lo speciale di Rai Cultura “Giorgio Gaber” - in onda mercoledì 1° gennaio alle 12.00 su Rai Storia per “Italiani” - racconta le storie del signor G. attraverso tre generazioni. Quella di Giorgio Casellato, suo arrangiatore e organizzatore e Ombretta Colli, l’amore di una vita; quella della figlia Dalia Gaberscik e quella del nipote Lorenzo Luporini, 22 anni. A questi si aggiungono i contributi di Paolo Dal Bon, presidente della Fondazione Gaber, di Paolo Rossi e di Walter Veltroni.
Gaber si forma con il jazz, suona il rock’n’roll quando pochi in Italia lo fanno e, all’apice della popolarità e del successo televisivo, molla tutto e si dedica al teatro, anzi crea un genere nuovo: il Teatro-canzone, ispirato ai récital francesi, a quel Brel che tanto ammirava. L’anno di svolta è il 1970: in tournée con Mina, viene visto sul palco da Paolo Grassi e Giorgio Strehler che gli propongono di scrivere uno spettacolo tutto suo per il Piccolo di Milano. “Il Signor G” debutta al Teatro San Rocco di Seregno il 28 ottobre 1970 e dal gennaio del 1971 è al Piccolo Teatro di via Rovelli di Milano. C’è una presenza che lo accompagna senza mai mostrarsi, un pittore e poeta di Viareggio conosciuto in un bar milanese alla fine degli anni 50. E’ Sandro Luporini. Con lui nasce un’amicizia profonda e un sodalizio artistico totale. Sandro è l’altra metà di Gaber, da “Barbera e champagne” a “Io se fossi dio”. Gaber negli anni ‘70 conquista il pubblico, soprattutto giovane, teatro per teatro. I ragazzi - quelli del Movimento - vanno ai suoi spettacoli per vedere “che cosa ha da dirci oggi”. L’idillio finisce col decennio. Con “Polli d’allevamento” il pubblico fischia in sala, Gaber è contestato, troppo scomodo anche per i contestatori. Una pausa di riflessione e si ricomincia nel 1981 con “Anni affollati”. Gaber si dedica al teatro solo di prosa: per un’unica stagione (82/83) con Mariangela Melato ne “La storia di Alessandro e Maria”, con “Parlami d’amore Mariù” (87/88), dove la presenza delle canzoni si fa scarna, con “Il Grigio”, monologo in due atti del 1988-89. Infine, con un’intensa attività teatrale che va dalla scrittura di testi per Ombretta Colli alla messa in scena di “Aspettando Godot” insieme agli amici Enzo Jannacci e a Paolo Rossi, fino alla direzione artistica nel 1989 del Teatro Goldoni a Venezia. L’ultima sua apparizione è nel programma di Adriano Celentano del 2001: insieme a Dario Fo, Jannacci, Antonio Albanese e lo stesso Celentano, i 5 cantano “Ho visto un re”. E’ stanco, affaticato dalla malattia, canta da seduto. Ma vuole cantare.
Passato e Presente
La Roma dei gladiatori
Nell’antica Roma, i giochi gladiatori rappresentano un fenomeno di notevole interesse sociale. Nascono probabilmente da un rituale funerario, ma con il tempo si perde il senso del sacro che doveva animare i primi combattimenti. Il seguito di pubblico è incredibile e intorno ai gladiatori si muove un proficuo giro d’affari. Un fenomeno analizzato da Paolo Mieli con il professor Umberto Roberto a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda mercoledì 1° gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. In epoca imperiale, i giochi gladiatori entrano a far parte del culto dell’imperatore che rappresenta un elemento di unità e di romanizzazione molto potente. Arene e anfiteatri vengono costruiti in tutto l’Impero. Dopo il grande successo dei Giochi il loro declino sarà dovuto a diverse cause, tra le quali il cambiamento della mentalità avvenuto con l’affermazione del Cristianesimo, ma soprattutto la mancanza delle risorse economiche che avevano fatto grande la Roma dei Cesari.
Storie della TV
La partenza (1926-1954)
I primi cinque decenni della Televisione della Rai, nel ruolo di servizio pubblico attraverso i programmi, i personaggi, i dati e le date che hanno segnato la vita della Tv italiana e dell’Italia: dal lancio e dall’affermazione come medium nazionale, sotto il segno delle linee impartite dalla Bbc, “informare-intrattenere-educare”, alla riforma Rai nel ’75, che porta al pluralismo, al colore, e alla Terza Rete regionale. Un racconto a “Storie della Tv”, la serie di Rai Cultura con la collaborazione di Aldo Grasso, riproposta da mercoledì 1° gennaio alle 21.10 e in replica venerdì 3 gennaio - 1954 inizio ufficiale TV Rai – alle 7.30 su Rai Storia.
Ogni puntata affronta dieci anni di storia della TV, da un compleanno all’altro: si parte da domenica 3 gennaio 1954, il fatidico giorno dell’inizio ufficiale della TV italiana, e si arriva al decennale del 1964, poi al ventennale del 1974, al trentennale del 1984, al quarantennale del 1994 per finire al 3 gennaio 2004, giorno del cinquantenario della TV, festeggiato in pompa magna.
Nel 1926 avviene la prima dimostrazione pubblica di un sistema di ripresa e trasmissione televisiva in Italia: è l’inizio di una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, che si concluderà con il fatidico 3 gennaio ’54. Testimoni della puntata sono Romana De Angelis Bertolotti, nipote dell’ingegnere Sergio Bertolotti, e Alessandro Banfi, nipote e omonimo dell’altro ingegnere che per primi organizzarono gli esperimenti televisivi nell’Eiar fascista e nella Rai del dopoguerra; Enrico Menduni, massmediologo e storico della radio italiana, che racconta il contesto di questi esperimenti nella storia della Radio italiana; Vito Molinari, uno dei registi del primo nucleo di lavoro della Televisione, che racconta la fase finale della sperimentazione della Televisione Rai, prima dell’avvio ufficiale dei programmi. Di Fabrizio Marini. Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.
GIOVEDI’ 02/01/2025
Omaggio a Fausto Coppi
Il ricordo di Rai Cultura a sessantacinque anni dalla scomparsa
Il 24 luglio 1949 Fausto Coppi entra nella leggenda: è il primo italiano a vincere il Tour del France, dopo aver vinto anche il Giro d’Italia. A sessantacinque anni dalla sua scomparsa, il 2 gennaio 1960, Rai Cultura ricorda l’uomo e il campione proponendone il ritratto in “Italiani”, in onda giovedì 2 gennaio alle 12.00 su Rai Storia. Lo Speciale ne ripercorre la vita, intrecciando vicende storiche e racconto biografico, anche nelle pagine meno conosciute e con alcuni aneddoti, tra i quali il suo avventuroso ritorno a casa nel 1945. Coppi nasce a Castellania, Alessandria, il 15 settembre 1919: giovane garzone, a quindici anni compra la sua prima bicicletta. Diventa campione giovanissimo. A soli vent’anni, infatti, vince il suo primo Giro d’Italia: è il 9 giugno 1940, il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Coppi viene arruolato e trasferito in Africa: fatto prigioniero dagli Inglesi, trascorre quasi due anni in campi di prigionia. Riesce a rientrare in Italia, a Napoli, solo alla fine del 1944. Appena finita la guerra, parte in bicicletta da Caserta, verso casa: percorre oltre 800 km fino a raggiungere la sua Castellania. Nel 1946, in un Paese distrutto, riparte il Giro d’Italia: comincia allora la mitica rivalità con Gino Bartali. Nel 1949 la consacrazione: Coppi è il primo ciclista ad aggiudicarsi Giro e Tour de France nello stesso anno ed è ormai per tutti il “Campionissimo”. Collezionerà tante vittorie nelle classiche, nelle corse a tappe e il titolo di Campione del mondo su strada a Lugano. Importanti i primi anni ’50 anche nella sua vita privata: a 28 anni muore l’amato fratello Serse, anche lui ciclista, durante una gara. Si separa dalla moglie, con cui aveva avuto una figlia, e inizia una relazione con Giulia Occhini, la “dama bianca”. Il fatto suscita grande scandalo e problemi giudiziari. Dalla loro unione, nel 1955, nasce il figlio Faustino. A fine 1959 Coppi viene invitato a partecipare a una gara in Africa. Qui contrae la malaria. Torna in Italia, ma la malattia, non diagnosticata, lo porta rapidamente alla morte il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni.
Passato e Presente
Alberto Sordi, l'italiano
Il 15 giugno 1920, a Trastevere, nel cuore di Roma, nasceva l’italiano per eccellenza: Alberto Sordi. Sin dai suoi esordi in teatro e alla radio, l’attore, regista, doppiatore, autore, ha portato alla ribalta l’uomo comune, coi suoi tanti vizi e le sue poche virtù, colto nella sua prosaica autenticità. Ad Alberto Sordi, l’italiano, è dedicato “Passato e Presente”, in onda giovedì 2 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio, con Paolo Mieli, la professoressa Barbara Bracco.
Nella sua lunghissima carriera cinematografica, che conta quasi duecento film, Alberto Sordi ha dato vita a personaggi che hanno raccontato l’Italia uscita dal secondo conflitto mondiale, alle prese con la ricostruzione e poi col miracolo economico, fino alla crisi degli anni Settanta. Ancora oggi, il suo contributo alla costruzione della maschera dell’italiano resta indelebile nella memoria collettiva.
Italic, carattere italiano
Caterina dè Medici alla corte di Francia
Da Firenze al regno di Francia: “Italic, carattere italiano”, il format originale prodotto da Rai Cultura e Stand by me, in onda giovedì 2 gennaio alle 21.10 su Rai Storia propone "Caterina de’ Medici, Regina in Francia" a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 5 gennaio 1589. Dallo studio virtuale, ispirato a una cupola rinascimentale in costruzione, Giorgio Zanchini, narratore e guida del racconto, ripercorre la strada di Caterina de Medici, nata nella Firenze dei Medici e diventata sovrana di Francia. Un regno durato oltre quarant’anni, difeso con spregiudicatezza e determinazione a tal punto che Caterina è stata dipinta per secoli da storici e scrittori come una sovrana spietata e senza scrupoli. Le è stata attribuita persino la responsabilità di uno degli eventi più tragici della sua epoca, il massacro della notte di San Bartolomeo. In realtà Caterina, divenuta regina in un Paese che non era il suo, era una donna intelligente, curiosa, molto più abile e istruita di tanti suoi contemporanei uomini. Regina nera o innovatrice? Si cercherà di scoprirlo seguendo l’avventura che l’ha portata a diventare una figura chiave della storia del XVI secolo. A corredare il racconto di Zanchini, servizi originali realizzati tra l’Italia e la Francia, che raccontano i luoghi e i paesaggi attraversati da Caterina e schede divulgative con materiali di repertorio, fotografico e audiovisivo, provenienti da archivi italiani e internazionali con ricostruzioni d’epoca ed estratti di documentari e serie televisive.
Ospiti d’eccezione e interviste in studio con esperti completano il racconto: Marcello Simonetta (docente di Storia europea e Teoria politica a Parigi e documentarista), Lia Celi (giornalista e scrittrice), Elena Valeri (docente Università di Roma La Sapienza), Florence Mangin (Ambasciatrice di Francia presso la Santa Sede) e Giovanna Botteri (Corrispondente Rai dalla Francia).
VENERDÌ 03/01/2025
Omaggio a Gino Cervi
Il ricordo di Rai Cultura a cinquant’anni dalla scomparsa
A cinquant’anni dalla scomparsa di Gino Cervi, avvenuta il 3 gennaio 1974, Rai Cultura ricorda l’attore, doppiatore e conduttore radiofonico riproponendo, venerdì 3 gennaio alle 8.15 e in replica alle 18.30 su Rai Storia, la trasmissione "Il Musichiere, ospiti d'onore: Gino Cervi" con la regia di Antonello Falqui del 7 giugno 1958. Mario Riva lo intervista sulle sue esperienze e partecipazioni in commedie musicali, sulla sua capacità canora, sulle origini bolognesi. Cervi partecipa alla puntata in veste di concorrente per beneficenza.
Buon compleanno Rai TV
Il 3 gennaio 1954 il via ufficiale alle trasmissioni di Rai TV. In occasione di tale ricorrenza, Rai Cultura venerdì 3 gennaio propone una programmazione dedicata su Rai Storia.Si inizia alle 7.30 con la prima puntata dell’edizione di Storie della TV dedicata al racconto dei primi cinque decenni della televisione Rai. Nel primo appuntamento, spazio alla “partenza” e agli anni di sperimentazione che dal 1926 condurranno al fatidico 3 gennaio 1954. Si prosegue alle 13.15 con “Questa è la Tv”, un doc a colori datato 1973, scritto da Giorgio Vecchietti e diretto da Velio Baldassarre che illustra i vari aspetti organizzativi dell’azienda Rai. Alle 16.00, “Dietro le quinte della TV”, anno 1954, un documentario di Edmondo Fabbri, che illustra l’organizzazione della TV negli studi di Milano in vista dell’avvio ufficiale delle trasmissioni. A seguire, alle 16.15, lo Speciale “SettantaRai”, un racconto dei mesi di sperimentazioni e prove che precedettero il 3 gennaio ’54. Si chiude alle 18.00 in prima visione, sempre su Rai Storia, con “Rai, una grande storia italiana” lo speciale, con Simona Vanni, che racconta i momenti salienti della storia radiotelevisiva: gli albori della tv, le cronache dei più importanti fatti, le imprese sportive, le scoperte scientifiche, le fiction di maggior successo, i programmi di intrattenimento più iconici.
Omaggio a Sergio Leone
Il ricordo di Rai Cultura a novantasei anni dalla nascita
Il 3 gennaio 1929 nasce Sergio Leone. Per rendere omaggio al grande regista, a novantasei anni dalla nascita, Rai Cultura ripropone, venerdì 3 gennaio alle 12.00 su Rai Storia, una delle puntate della storica trasmissione condotta da Gianni Minà “La stagione dei blitz (Un programma innovativo rivisitato 30 anni dopo)”. In questo appuntamento veniva riproposta la settima puntata di Blitz, in diretta dagli Studi di Cinecittà in cui Sergio Leone stava girando "C'era una volta in America". Minà incontra e intervista in puntata, tra gli altri, anche Robert De Niro, Federico Fellini e Giulietta Masina.
Passato e Presente
Eleonora di Toledo, patrona e "fattoressa"
Un ritratto di Eleonora di Toledo, un personaggio poco indagato dalla storiografia moderna, ma che fu un esempio di emancipazione per tutte le donne del Rinascimento. Lo propongono Paolo Mieli e la professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli a “Passato e Presente”, in onda venerdì 3 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nel 1539, a soli 17 anni Eleonora di Toledo si unisce in matrimonio con Cosimo I De Medici. L’unione è proposta dall’imperatore Carlo V di Spagna: un legame che avrebbe sancito l’alleanza fra gli Asburgo e i Medici, e fra l’impero e Firenze. Grazie all’alleanza matrimoniale con la casata dei Toledo, Cosimo riesce a legittimare il proprio potere. Ma, al di là della politica matrimoniale, il ruolo che Eleonora ha nelle dinamiche decisionali e nella gestione della politica ducale è fondamentale per la costruzione dello stato mediceo. La giovane “spagnola” è emancipata, indipendente, colta, ma non solo, la sua straordinaria capacità imprenditoriale le consentirà di guidare le imprese del marito nella creazione del Ducato di Toscana, contribuendo alla sua gloria in completa autonomia nel panorama politico generale. Eleonora imprimerà un segno importante nella città fiorentina e diventerà un’icona della moda, inaugurando con il suo stile un nuovo canone internazionale per le donne del Cinquecento.
Le ragazze
Da Ottavia Piccolo alla fotografa Tiziana Luxardo
Franca Re Dionigi, una Ragazza degli anni ’40, aprirà la puntata di “Le Ragazze”, il programma con Francesca Fialdini, in onda venerdì 3 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Franca nata a Milano nel 1929, a 10 anni impara a fare l’elettricista nel negozio di suo padre in Corso Garibaldi. Gli anni della guerra sono terribili ma ancora di più lo sono le continue partenze del padre, vissute dalla piccola Franca come ripetuti abbandoni. Diventata adulta, questo trauma getta un’ombra sulle sue storie d’amore: la paura di essere lasciata la spinge ad essere sempre lei ad abbandonare per prima e così non si sposerà mai. L’amore però non le manca, grazie al suo legame con la madre e soprattutto con la sorella Marisa, al suo fianco in negozio fino alla sua morte. Miope sin da bambina, Franca ha perso progressivamente la vista e da un anno è completamente cieca, ma questa condizione non ha scalfito la sua inesauribile vitalità. Tutte le mattine apre il negozio e vende materiale elettrico ai suoi affezionati clienti.
Sarà poi la volta di due Ragazze degli anni ‘60. Tra le più grandi attrici italiane, in 60 anni di carriera tra teatro e cinema Ottavia Piccolo ha lavorato con grandi registi come Strehler, Ronconi, Bolognini, Tessari e Avati. Ha recitato con Alain Delon, Vittorio Gassman, Vittorio De Sica, Massimo Ranieri, Adriano Celentano e Paolo Villaggio, è stata premiata come migliore attrice femminile al Festival di Cannes, ha vinto un Nastro d’Argento, un David Speciale e un Globo d’oro come miglior attrice rivelazione. Figlia unica di un maresciallo dei carabinieri, aveva solo undici anni quando la madre, appassionata di teatro, la porta ad un provino dove viene scelta come la protagonista di "Anna dei miracoli" di William Gibson, per la regia di Luigi Squarzina. La sua vita da quel momento cambierà per sempre. A intrecciarsi al suo racconto è la storia di Rosella Orlandi, prima e ultima pescatrice del Lago di Garda. Nata in una famiglia di pescatori, inizia sin da bambina a imparare il mestiere e tutti i segreti del lago, sotto la guida del padre. È un mestiere duro e difficile, non a caso quasi sempre maschile, ma questo non l’ha mai fermata e anzi l’ha aiutata ad affrontare le avversità che la vita gli mette davanti da subito. Resta vedova per ben due volte e cresce da sola la sua unica figlia, Angela, ma Rosella non si arrende mai e trova sempre la forza per ritornare a gettare le reti. Lo farà, da sola, per tanti anni ancora.
Seguono due Ragazze degli anni ‘70. Tiziana Luxardo è una fotografa erede della dinastia dei Luxardo. La storia della famiglia inizia come una leggenda. Il nonno di Tiziana attraversa l’oceano per fare fortuna con una piantagione di caffè in Brasile, lì nascono il padre di Tiziana, Aldo, e i suoi fratelli Elio ed Elda. Quando ritornano a Roma, dopo aver fatto fortuna nelle Americhe, aprono lo studio fotografico che diventerà leggendario, lo "Studio Luxardo". Un luogo che accoglie le icone nazionali e internazionali del momento, modelle, donne affascinanti, attori e attrici. Un pregiudizio del padre nei confronti delle donne della famiglia, ritenute meno capaci degli uomini, segna profondamente Tiziana, che viene tenuta per anni a distanza dalla sua vocazione naturale, la fotografia. L’incontro con Gil Cagné, famoso truccatore, che crede in lei diventando suo amico e mentore, segna un punto di svolta. È proprio lui a suggerirle di cimentarsi nella fotografia di nudi maschili, un’esperienza che la rende celebre.
La sua storia è intrecciata con quella di Luigia Vecchiet, in arte Luisa Sax, nata a Milano nel 1956. I genitori lavorano tutto il giorno e non riescono ad occuparsi di lei che, quindi, viene affidata alle cure della nonna, che vive in Friuli. Quando finalmente torna a Milano la sua vita cambia. La mamma le lascia grande libertà. È una ragazza precoce, vuole vivere il clima che si respira in quegli anni, la libertà sessuale e il modo di vestire spregiudicato. Durante un viaggio in Tunisia subisce una violenza sessuale, e la voglia di avvicinarsi ad un universo femminile più accogliente e che lei sente meno pericoloso la portano ad aderire al movimento lesbico separatista. In quel periodo fonda il primo gruppo Punk Rock Italiano di sole donne, le Clito, entrate nella storia per aver detto "no" al grande Federico Fellini, che le aveva scelte per "La Città delle Donne".
In questa puntata Francesca Fialdini incontrerà, infine, lo scrittore e sceneggiatore Giancarlo De Cataldo.
SABATO 04/01/2025
Omaggio a Pino Daniele
Il ricordo di Rai Cultura a dieci anni dalla scomparsa
“Masaniello é turnato”: a dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, Rai Cultura lo ricorda riproponendo, sabato 4 gennaio alle 17.45 su Rai Storia, “Nero Napoletano”, programma di musica e società di Ezio Zefferi e di Giuseppe Marrazzo del 1979, nella quale si analizzano quattro diversi momenti tra musica di protesta e la realtà sociale. Protagonista di questo appuntamento è Pino Daniele: intervistato nella sua Napoli (Napule è addore e' mare/ Napule è na' carta sporca/E nisciuno se ne importa), racconta la sua città, il suo amore per la musica, il suo tentativo di mescolare il blues alla musica napoletana.
Passato e Presente
L'Italia di Totò
Antonio, principe de Curtis, in arte, Totò. Il più grande attore comico del cinema e del teatro italiano attraversa con la sua maschera inconfondibile oltre cinquant’anni di storia nazionale: dalla Prima guerra mondiale, agli anni della ricostruzione e del boom economico. All’Italia di Totò è dedicato “Passato e Presente” in onda sabato 4 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. Ospite di Paolo Mieli, il professor Emilio Gentile. Artista popolare e allo stesso tempo profondamente complesso, l’attore napoletano è stato capace di cogliere e rappresentare i cambiamenti epocali della cultura e della società italiana, che hanno ridisegnato il volto del nostro Paese.
Cinema Italia
Ratataplan
Nella Milano fine anni '70, l'ingegner Colombo, giovale geniale e creativo, passa le sue giornate lavorando come barista in un chiosco, facendo spettacolini in campagna con alcuni abitanti del suo condominio, e sognando di conquistare una bella ballerina. Di Maurizio Nichetti, con Maurizio Nichetti, Angela Finocchiaro, Edy Angelillo, Lidia Biondi, “Ratataplan” andrà in onda sabato 4 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.