L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Se sei felice, batti le mani

 di Isabella Ferrara

Anche se solo per poche ore, la comicità spensierata ma non banale né volgare di Vincenzo Salemme regala una serata gioiosa di applausi e risate.

NAPOLI, Esprimere la felicità battendo le mani, come nella filastrocca infantile che torna alla mente agli applausi, alle risate, alla felicità sfiorata per qualche ora, con lo spettacolo Sogni e bisogni, scritto e diretto da Vincenzo Salemme e in scena al teatro Diana di Napoli dal 4 febbraio al 15 marzo 2015, con una nuova squadra comica composta da Nicola Acunzo , Domenico Aria, Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Susy Del Giudice, Andrea Di Maria, Antonio Guerriero, Raffaella Nocerino.

La vicenda ruota intorno al personaggio Rocco Pellecchia e il suo organo sessuale, che si stacca materialmente dal corpo del "titolare" diventando uomo egli stesso e rivendicando autonomia e una vita meno grigia e monotona; un futuro più dinamico e coraggioso in cui lui, “tronchetto della felicità”, non sia più sottoutilizzato. L’intreccio è complicato da altri personaggi, quali un ispettore di polizia, i portieri dello stabile, la moglie di Rocco, la suocera…

La felicità non sarà una risata, non sarà un applauso per una battuta ben orchestrata e ben recitata, non sarà un’ora e quarantacinque di sketch veloci ed esilaranti, ma può andar molto vicino a tutto questo.

A dimostrarlo una variegata e affollata platea, un pubblico di età diverse con in comune il desiderio e la voglia di divertirsi.

Esigenze soddisfatte appieno dalla bravura di tutti gli attori e dalla classe di Salemme che, senza alcuna volgarità, con battute semplici, gestualità mirate all’effetto comico, e mimica anche spontanea ed improvvisata, ha condotto, recitando da protagonista, uno spettacolo intelligente, divertente, familiare ma non banale, su argomenti vissuti e conosciuti da tutti, eppure originali per la spontaneità del racconto e la stupefatta consapevolezza di cosa sia la vita, di quali siano le difficoltà da affrontare, e di come possa valere sempre un sorriso, e ancor di più una risata, per rinfrancarsi e ripartire.

Se è vero che non si può fuggire se stessi, come Seneca sentenziò, e non si possono lasciare fuori dal teatro problemi e preoccupazioni, è anche vero che si può ridere spensierati e sorridere portandosi a casa la sensazione di aver condiviso e di aver imparato qualcosa in più. E quanto è difficile ottenere tanto, e per di più a teatro, dove messaggini, informazioni globali, selfie, foto e video, sono per un po’ inutili e davvero superflue.

Sia Salemme sia la sua squadra sono stati generosi nelle esibizioni, non si sono risparmiati mai, non hanno sottovalutato l’effetto di alcun gesto, di alcuna parola, e hanno ottenuto fragorose risate difficili da interrompere.

Risultato raggiunto, successo ottenuto.

E Salemme ha chiuso ringraziando il suo pubblico per il coraggio di uscire di casa, comprare un biglietto e andare a teatro. Anche noi lo ringraziamo perché continua a credere che ciò sia possibile e ci scommette ancora, con una risata in tasca e un sorriso nella manica.


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