Il maestro e il violino
di Roberta Pedrotti
Salvatore Accardo: Masterclass in Cremona
musiche di Bach, Beethoven, Sarasate, Szymanowski
con Lucia Luque e Laura Marzadori (vol. 1), Francesca Dego e Fabrizio Falasca (vol. 2), Kim Da Min e Caterina Demetz (vol. 3)
Registrato a Cremona, Accademia Walter Stauffer, marzo 2012 (vol. 1), aprile 2011 (vol. 2), marzo 2012 (vol. 3)
3 DVD Dynamic: 33693 (2012), 33737 (2012), 33763 (2013)
Che le lezioni di un grande interprete siano un riferimento per chiunque pratichi uno strumento – sia da studente sia già da professionista – come per l'amatore è un dato di fatto indiscutibile, e il solo nome di Salvatore Accardo rende questa serie di tre DVD, per sei sessioni complessive, preziosa per ogni violinista, aspirante tale, o cultore dell'archetto, praticato o ammirato soltanto.
Scorrere i nomi degli allievi, poi, accresce lo sfizio, perché possiamo goderci in vesti di brillanti studentesse anche Laura Marzadori, oggi a venticinque anni fresca vincitrice del concorso come spalla dell'orchestra della Scala, o Francesca Dego, altro astro nascente del violino classe '89.
C'è, infine l'interesse di un programma di tutto rispetto scandagliato di lezione in lezione: Bach con la Chaconne; Beethoven con la sonata n.3 op 12 in Mi Bemolle Maggiore, con la n. 9 op. 47 Kreutzer e la n. 5 op. 24 Primavera; Sarasate con la Fantasia su Carmen; Szymanowski con Notturno e Tarantella op. 28.
Su questi dati oggettivi sembra perfino superfluo soffermarsi, però, al di là dei nomi, della fama, del repertorio, questi filmati testimoniano qualcosa di più profondo: la figura del maestro, l'incontro fra generazioni di artisti, lo scambio di idee ed esperienze, l'ars e la τέχνη (tekhne), l'aspetto artigianale del lavoro minuzioso e quotidiano, degli insegnamenti che si tramandano dai padri ai figli.
Tutto è là: guardate Accardo dare indicazioni sulla postura, svelare ora piccoli trucchi e segreti, ora spiegare che l'unico modo per concludere una sonata particolarmente impegnativa senza affanno è abituarsi caparbiamente a eseguirla ininterrottamente più volte di seguito nell'esercizio quotidiano, cosicché la performance in concerto risulti quasi un momento di riposo. Allenamento, anche fisico, tecnica, e tutto quel patrimonio interpretativo, di accorgimenti stilistici, possibilità di fraseggio, libertà e rigore che solo possono essere tramandati con l'esempio, con il rapporto diretto e costruttivo.
Questo è il senso della tradizione, un consegnare, tradere, alle nuove generazioni un sapere anche extratestuale, perfino extraverbale, un bagaglio di sensazioni ed esperienze che non vengono infuse in soggetti passivi, ma messe in circolo dialettico da artista ad artista, da persona a persona, rielaborate di volta in volta, vissute, scambiate, anche. Perché la comunicazione non è a senso unico e l'individualità, l'alterità, l'esperienza dell'allievo, del giovane, può essere ancora di stimolo al maestro, al saggio.
Osservare questi concetti astratti e ideali realizzarsi fisicamente nel rapporto maestro-allievo instaurato da Accardo, un rapporto affettuoso e nel contempo di profondo rispetto, da collega a collega, da artista ad artista, è profondamente eloquente. Si tocca quasi con mano la cultura materiale dello strumento, delle sue caratteristiche concrete, tangibili, della relazione dell'oggetto con il corpo umano.
L'artigianato del liutaio, l'anatomia del violinista, l'esercizio costante sono tutt'uno con lo spirito, con l'interpretazione, con il soffio vitale infuso al testo scritto. E, anche in questo caso, la consistenza oggettiva, materica, della partitura, del rispetto per la sua concreta essenza trova nel dialogo fra sensibilità ed esperienze, quella dimensione immateriale di competenze tramandate, di sensibilità in evoluzione, di studi critici e d'intuizioni personali che consentono il passaggio dalla carta alla vibrazione dell'aria nel tempo, dall'oggetto all'arte.
Ecco il mestiere del musicista dietro le quinte: profondamente fisico, concreto, richiede dedizione quotidiana, e nel contempo curiosità, apertura mentale, riflessione continua, cultura e intelligenza.
Le lezioni di un maestro possono parlare anche al di là della disciplina in questione, perché ogni vera arte, presuppone una tecnica, una materia, una fisicità oggettiva, presuppone competenze specifiche, ma apre i suoi confini anche ad ambiti diversi, offre stimoli e metafore a ogni attività del pensiero e della creatività umana: "omnes disciplinas inter se coniunctionem rerum et communicationem habere" (Tutte le discipline hanno fra loro connessioni ed elementi in comune), "disciplina uti corpus unum ex his membris est composita" (l'educazione è come un unico corpo composto da membra diverse) ricordava Vitruvio nel De Architectura.
I DVD sono sottotitolati in inglese, giapponese, cinese e coreano, le lezioni si svolgono per lo più in italiano, con qualche frase in francese rivolta al coreano Kim Da Min.