L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Crescendo di tastiere

di Vincenza Caserta

Quattro concerti bachiani in un crescendo d'organico per la data finale della stagione Malipiero Concerti.

Liedolo di San Zenone (TV), 29 luglio 2023 - La terra degli Ezzelin diventa nella frazione di Liedolo un preziosissimo palcoscenico: così la sera del 29 luglio l'appuntamento interamente dedicato al sommo Johann Sebastian Bach chiude la stagione di Malipiero Concerti. La scelta del programma è interessantissima e singolare: nella Chiesa di S. Lorenzo, sull’altare ci sono ben quattro clavicembali ad anticipare già quale sarà il momento più particolare. L’intero concerto si prospetta già come un climax, ma già a partire dal primo brano il pubblico resta incantato. Il solista Roberto Loreggian si presenta senza dubbio come uno di quegli artisti che sanno ammaliare chi li ascolta perché, nel rigore della forma, la caratteristica che spicca nelle sue interpretazioni è data dal saper cogliere quel senso di grandiosa umanità contenuta tra le pagine di Bach, nascosta tra trame complesse di un serrato contrappunto. Se poi l’orchestra è quella della Asolo Chamber (a parti reali) e composta da musicisti eccellenti e solidi come Myriam Dal Don ed Enzo Ligresti al violino, Silvestro Favero alla viola, Ludovico Armellini al violoncello e Patrizia Pedon al contrabbasso, diretti da Valter Favero, il risultato è davvero magico. Nel Concerto in re minore per clavicembalo ed orchestra n. 1 BWV 1052, l’atmosfera si colora immediatamente di un virtuosismo unito all’aura di mistero più enigmatico. Già nella prima frase Loreggian assume le sembianze di un narratore che, come il vate Tiresia, annuncia profeticamente il mistero e la bellezza di Bach. I segreti del compositore di Lipsia vengono svelati da Loreggian con una musicalità semplice e travolgente, capace di regalare un piglio vivace e sicuro a tutta la narrazione. I tasselli del dialogo serrato e intenso con l’Asolo Chamber appaiono un po' per volta, la tensione di questo re minore trova sempre risposte vigili dall’orchestra d’archi, in sintonia perfetta con il solista. La raffinata energia che Favero e la Asolo Chamber riescono a trasmettere è sorprendente, così come i pronti cambi di colore che si fondono con la parte clavicembalistica, particolarmente ardua per il funambolismo alla tastiera. È un Bach moderno e visionario, che, pur rimanendo fedele all’impostazione filologica, riesce a trasmettere un'idea di contrappunto come il compositore mezzo più preciso per dar vita ai fitti contrasti che albergano nell’animo umano. La cadenza, in cui Loreggian fa coesistere virtuosismo e poesia, non delude le aspettative. Impeto e ricerca si uniscono, non solo nell’espressione sonora, che ricalca pienamente la “teoria degli affetti”, diventando parte sostanziale dell’essenza più spirituale di queste pagine. Le ombre spettrali che avvolgono l’Adagio non sono presagi funesti, ma appaiono come il canto di una creatura gigantesca che si confronta con la voce più flebile, ma non meno intensa, del solista, che regge le fila della sintassi musicale. La brillantezza del suono assieme a una visione globale rende l’ultimo movimento del concerto il punto d’incontro tra i momenti tempestosi e l’echeggiare profondamente malinconico del tema. E’ un’interpretazione che rende l’idea della lotta tra forma e sostanza, ma che trasforma in un linguaggio accessibile e umano contenuti di così grande profondità.

Il Concerto in do minore BWV 1062 per due clavicembali ed orchestra ha come solisti Roberto Loreggian e Valter Favero (in doppia veste, anche direttore). Le trame sonore non sono meno incisive e l’interpretazione contiene sia suono cristallino sia ottimo dialogo tra i due solisti e l’orchestra. D’impatto denso e spedito l’Allegro iniziale, all’insegna di un piglio più discorsivo risulta invece il secondo movimento. Favero e Loreggian creano una perfetta armonia nella sintesi del loro pensiero musicale, preferendo un andamento non eccessivamente lento e lasciando spazio a un’interessante elaborazione del discorso bachiano, ravvivata da abbellimenti brillanti. Bilanciati nelle sonorità con il resto dell’orchestra, i due solisti non perdono mai la chiarezza nell’esporre il fraseggio nelle varie sezioni. Nel Concerto in re minore per tre clavicembali BWV 1063, con solisti Roberto Loreggian, Francesca Borraccesi e Costanza Leuzzi, le sonorità dei tre strumenti creano una vera e propria danza in comunione con gli archi. I movimenti veloci conservano mistero ed inquietudine, mentre le distese sonore più luminose dominano nel tempo lento. I passaggi in stile fugato diventano momenti alti e d’intensità commovente nella simbiosi d’idee tra i musicisti. Il Concerto in la minore per quattro clavicembali BWV 1065, con solisti Loreggian, Favero, Borraccesi e Leuzzi è tra i momenti più incisivi sia per la particolarità dell'organico con quattro clavicembali solisti, sia per la sintonia ipnotica con cui prende vita il dialogo tra tutti gli strumenti. Questa volta la vena malinconica espressa da Bach si avvicina alla danza, resa vivace con l’espansione sonora che evidenzia la morbidezza dell’orchestra nel preparare l’ambientazione su cui si animeranno i quattro solisti. Tutto è immerso in una prospettiva teatrale, dominata da coinvolgente dinamismo, in cui è da sottolineare la grande capacità dell’orchestra nello sfruttare tutte le possibilità di una scrittura ricca di progressioni, particolarmente convincente nell’ultimo movimento del concerto.

Applausi scroscianti e bis con il terzo tempo del Concerto BWV 1065, pubblico in piedi ad acclamare gli artisti.

Vincenza Caserta


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