L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Passione e morte 

 di Luis Gutiérrez

Debutta con successo in Messico l'opera di Kaija Saariaho ispirata al trovatore Jaufré Rudel e al suo infelice amore a distanza per la Contessa di Tripoli.

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Città del Messico, 4 aprile 2019 - La Compañía Nacional de Ópera del INBAL si è fregiata di un successo nel presentare per la prima volta in Messico, e in America latina, L’amour de loin, fino a oggi l'opera più apprezzata per la qualità della musica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, del libretto di Amin Malouf, e per la quantità di produzioni date in soli vent'anni, quattordici fino alla presente.

Il libretto di Maalouf proviene dalla leggenda del trovatore provenzale Jaufré Rudel de Blaye che partì per le crociate nel 1147 per unirsi alla Contessa di Tripoli,  Clémence, di cui si era innamorato a distanza, senza averla mai vista, solo per aver uito pellegrini provenienti da Antiochia parlare di lei. Durante il viaggio, si ammalò e giunse a Tripoli in tempo per morire fra le braccia di Clémence. La condessa ordinò che lo sepellissero con onore nel convento nel quale aveva deciso allora di ritirarsi, per l'insopportabile dolore causato dalla morte di Rudel.

Petrarca e vari altri autori trattarono il tema letterario. La narrazione fu anche l'ispirazione dell'opera La leyenda de Rudel del compositore messicano Ricardo Castro, del 1906.

Maalouf raccoglie il testimone e realizza un bellissimo poema, che Saariaho utilizza e rispetta, componendo un autentico dramma per musica. La musica richiede una grande orchestra, comprendente elementi elettronici e, frequentemente, il coro in funzione strumentale. Anche se parlare di melodie liriche è certamente un esecizio sterile, la musica è realmente drammatica per la creazione di consistenze orchestrali che sviluppano una musica di qualità. Gli strumenti a percussione hanno un ruolo assai rilevante nei ritmi cangianti che "dipingono" due fondali, quello provenzale e quello del mondo arabo.

L'opera si dipana in cinque atti. Il primo si colloca nel sud est della Francia, in cui Rudel appare stanco di una vita di piacere. Aspira a un amore lontano e differente, benché sappia che non lo soddisferà mai e i suoi compagni si burlino di lui. Tuttavia, un pellegrino d'oltremare afferma che la donna esiste e che l'ha conosciuta. Jaufré è ossessionato da costei.

“Pellegrin, qu’s-tu fait de moi?

Tu más donné le goût de la source lointaine

A laquelle jamais

Je ne pourrai me désaltérer.”

("Pellegrino, cosa mi hai fatto?

Mi hai offerto il gusto di una fonte lontana

in cui giammai

potrò dissetarmi.")

Il secondo atto si svolge nella cittadella di Tripoli. Giunge il pellegrino che torna dall'Oriente e dice a Clémence che in Francia c'è un principe che la celebra nelle sue canzoni, chiamandola il suo "amor lontano". Ella si irrita sul momento, per poi calmarsi e sognare questo innamorato straniero e lontano, chiedendosi se ella stessa meriti tale sentimento. 

“Troubadour, je ne suis belle

Que dans le miroir de tes mots”

(Trovador, io non son bella

che nello specchio delle tue parole)

Nel terzo atto abbiamo due scene. Nella prima, il pellegrino, nuovamente a Blaye, vede Jaufré e gli confida che la dama sa che lui canta di lei. Rudel decide di andare a conoscerla. Nella seconda, Clémence preferisce che il rapporto rimanga a distanza. Per evitare di soffrire non vuole vivere sperando. 

Il quarto atto si svolge durante il viaggio di Rudel, che si mostra impaziente, ma allo stesso tempo timoroso di unirsi al suo "amore lontano". Lamenta la fretta della partenza, per la quale si ammala sempre più, fino ad arrivare moribondo a Tripoli. 

“Pourquoi fallait-il que je tende la main vers le fruit?

Pourquoi fallait-il que je m’approche de l’etoile incandescente?”

("Perché ho dovuto tendere la mano verso il frutto?

perchè ho dovuto avvicinarmi alla stella incandescente?]

Nel quinto atto l'imbarcazione attracca, il pellegrino dice alla contessa che Rudel è assai malato e chiede vederla. el barco atraca, el peregrino dice a la condesa que Rudel está muy enfermo y pide verla. In barella portano il trovatore incosciente alla cittadella; ella gli solleva lo spirito e così Jaufré si riprende un poco. La vicnanza accelera la passione, si abbracciano e promettono di amarsi, ma Rudel muore. Clémence si considera colpevole della sua morte e decide di ritirarsi in covento. Infine la Contessa sta pregando, già in convento, ma le sue parole sono ambigue e non sappiamo se le riferisce a sé, al Dio irraggiugibile o al suo "amore lontano".

Seigneur, Seigneur, c’est toi l’amour,

C’est toi l’amour de loin…”

(Signore, Signore, sei tu l'amore,

sei tu l'amore lontano…)

La produzione di Mauricio García Lozano ha messo in evidenza l'erotismo e la passione del poema. Il lato sinistro della scena, disegnata da Jorge Ballina, rappresenta il mondo del trovatore, mentre il destro quello della Contessa. Gli spazi, non solo i paesi dei personaggi ma anche l'onnipresente mare, sono raffigurati con una serie di quinte verticali. La coppia si colloca su piattaforme diverse, che si allontanano o avvicinano nel corso del dramma. Le luci, a cura di Víctor Zapatero e Rafael Mendoza, sono fondamentali per sviluppare efficacemente le vicende. I costumi, di Mario Martín del Río, sono semplici e atemporali; in ogni caso il trucco di Maricela Estrada fa sì che il pellegrino, un mezzosoprano, sia colui che più si trasforma, con la barba che adorna - si fa per dire - il suo viso.

C'è un solo elemento d'attrezzeria, la barca che separa gli amanti. Per la maggior parte del tempo, questa barca si mantiene perpendicolare al pubblico; tuttavia, durante la traversata del quarto atto si solleva e si colloca di fronte alla platea, lasciando vedere il fondo dello stesso colore, rosso, del corpo. Ciò sembra mostrare al pubblico una grande vagina in cui Rudel, sdraiato sul fondo ma visto come verticale, si ammala fino a cadere in stato d'incoscienza. È la pulsione erotica a far sì che Rudel muoia? Non posso non ricordare il titolo del saggio di Marcuse: Eros e Tanatos.

Già ho detto qualcosa della musica, ora dirò degli interpreti. Il baritono finlandese Jaakko Kortekangas impersona Rudel. Buona la sua recitazione, ma la voce mi ha ricordato il cosiddetto “latrato di Bayreuth”. Chi mi ha affascinato è stato il soprano Agnieszka Sławińska, interprete di Clémence con una resa teatrale convincente e una bella voce cristallina. Il mezzosoprano messicano Carla López-Speziale è stato all'altezza della situazione, nonostante il trucco. L'unico appunto che posso muovere ai cantanti in generale è una dizione francese piuttosto carente. Da notare, a mio parere, che le tessiture si mantengano in un registro che non "offenda l'udito", specialmente nel caso delle donne, rispetto alle scritture estremamente acute amate da altri compositori contemporanei d'opera. 

Il Coro del Teatro de Bellas Artes, preparato in questa occasione da Luis Manuel Sánchez e Cara Tasher, ha offerto una prova eccellente. A proposito, il coro è stato sempre collocato dietro le quinte, il che non ha impedito quest'ottimo risultato. L'orchestra del Teatro de Bellas Artes è stato nondimeno eccellente. Il risultato musicale, più che soddisfacente, si deve al lavoro accurato di José Areán, lavoro che deve essere stato assai impegnativo e credo abbia richiesto un lungo studio. 

Prima di concludere, devo chiedere indulgenza per essermi dilungato sul soggetto dell'opera; mi giustifica la sua poca notorietà, al meno in Messico, che avrebbe reso meno chiara la mia recensione della recita. Almeno così credo. 

In definitiva, un'esperienza che ha soddisfatto e anche superato le mie aspettative. 


 

 

 
 
 

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