L’Ape musicale

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La Cappella musicale di S. Petronio

Dopo la sua fondazione, voluta da Eugenio IV, che emanò una bolla nel 1436, la Cappella Musicale di S. Petronio si affermò nel giro di un secolo come una delle principali isti­tu­zioni felsinee. Collaborò spesso col Con­certo Palatino, la cui sede era geografica­mente vicina alla Basilica; essi rap­presentano i due organismi musicali meglio organizzati e più prestigiosi del Me­dioevo bolognese. Inol­tre, entrambi erano economi­camente su­bordi­nati alla Signoria cittadina.

Questo duali­smo, però, non fu sem­pre caratte­rizzato da una pa­cifica armonia, tutt’altro: spesso portò ad attriti per l’egemonia.

Le fonti stipendiali sono fondamentali per ri­cavare notizie atti­nenti all’argomento in esame; purtroppo, quelle risalenti ai primi de­cenni successivi alla fondazione della Cap­pella Musicale sono in­complete. Successiva­mente (precisamente all’inizio del XVI se­colo) ci imbattiamo in­vece in esempi di ze­lante metodicità. Nel 1436 era già pre­sente un nucleo vocale, costituito da ventiquattro chierici e alcuni cappellani. Era inoltre presente una scuola musicale, de­te­nuta dal maestro del coro. Col passare del tempo si ricorse a cori­sti professionisti, che all’inizio semplicemente sostenevano il com­plesso originario, poi sostituirono defini­tiva­mente i cappellani, ma non i chierici.

Ulteriori fonti storiche di grande rilevanza sono le cosiddette suppliche di musicisti alla Fabbriceria (ente che provvede alla conserva­zione e mantenimento dei beni dei luoghi sa­cri) di S. Petronio: trattasi di istanze scritte con cui essi ri­chiedevano all’Assunteria una concessione. Il più delle volte si soleva inter­pellare l’amministrazione petroniana per esortarla ad assegnare i posti di lavoro rimasti scoperti. Le suppliche (o memoriali), per la loro stessa natura, ci permettono di conoscere meglio i musicisti dell’epoca, sono importanti per rac­cogliere dati anagrafici, essendo do­cumenti pubblici, ma autobiografici. Abbiamo diversi esempi in cui si richiedeva esplicita­mente di vincere il concorso per la carica di professionista uffi­ciale della Cappella, nonché istanze di sti­pendi e denaro.


 

 

 
 
 

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