L’Ape musicale

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La stagione della IUC a Roma

Dai bizantini ai contemporanei

 

72a Stagione 2016-17

Da una melodia medioevale bizantina a nove compositori contemporanei: la stagione della IUC abbraccia tutto l'arco cronologico della musica e tanti generi diversi, perché i muri tra le varie epoche e tra i diversi tipi di musica sono caduti.

La classica non può non essere la solida base di ogni stagione di musica da camera, ma verranno proposti anche nuovi tipi di performance, che sfuggono ad ogni etichetta predefinita, come Mahler remixedo Drumming di Reich in sincrono con le immagini del videomapping.

Il protagonista del concerto inaugurale sarà Martin Fröst, star internazionale del clarinetto.

Ma anche altri strumenti sono rappresentati dai più grandi virtuosi attuali: il violino da Pinchas Zukerman, il flauto da Emmanuel Pahud, la tromba da Sergej Nakariakov, la viola da Yuri Bashmet, la chitarra da Pepe Romero, il violoncello da Mario Brunello e la fisarmonica da Richard Galliano.

Si ascolteranno anche tre grandi virtuosi del pianoforte di tre continenti diversi e alcuni dei migliori esponenti delle varie generazioni di pianisti italiani.

Inoltre una selezione di eccellenti orchestre da camera d'Europa e d'America.

Naturalmente la IUC resta fedele alla sua vocazione: la promozione dei giovani interpreti e la formazione del giovane pubblico, cui sono riservati speciali serie di concerti.

Sfogliando il programma si scoprono tante altre preziose proposte, come un ciclo di concerti dedicato agli ultimi anni di Schubert e una Maratona Bartók con i sei Quartetti eseguiti in un unico pomeriggio.

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La 72ª stagione della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti ha una partenza fulminante, preludio a trentadue concerti, calcolando solo quelli in abbonamento: ogni singolo concerto ha qualche peculiarità che lo rende un'esperienza unica e coinvolgente e tutti insieme offrono una panoramica viva e varia dell'attuale scena musicale internazionale.

"Finché non avrete ascoltato Martin Fröst, non avrete veramente ascoltato il clarinetto" (The Times). "Fröst esibisce un virtuosismo e una musicalità superiore ad ogni altro clarinettista - e forse a ogni altro strumentista - che io ricordi" (New York Times). È il clarinettista svedese ad inaugurare l'11 ottobre la serie dei concerti del martedì, insieme a una delle migliori orchestre da camera europee, la AmsterdamSinfonietta. Fröst non conosce confini tra i vari generi musicali, suona con le più prestigiose orchestre così come con gruppi folk e spesso collabora con compositori, coreografi e registi, dando vita a performance che vanno oltre il tradizionale formato del concerto classico. All'Aula Magna si presenta con un programma dal classico al klezmer, che ricalca in parte il suo più recente cd, Roots.

Quattro giorni dopo un altro celebre solista dà il via ai concerti del sabato: è Pinchas Zukerman, uno dei più insigni violinisti dei nostri giorni, che da quattro decenni meraviglia il pubblico con il livello indefettibilmente altissimo delle sue esecuzioni, caratterizzate da tecnica infallibile e stile nobile ed elegante, premiate da ben ventuno candidature e due vittorie ai Grammy Awards. Torna a Roma dopo molti anni, insieme alla Camerata Salzburg, un’altra orchestra da camera famosa a livello mondiale. Naturalmente al centro del loro concerto è la musica del più celebre figlio di Salisburgo, protagonista anche del terzo appuntamento della stagione, intitolato "Mittente: Wolfgang Amadé Mozart". In questo spettacolo di musica e parole, Tullio Solenghiguiderà il pubblico nel mondo di uno dei più inafferrabili geni della storia della musica, leggendo con la sua sapiente ironia e la sua prorompente personalità alcune delle più significative lettere di Mozart, che offrono una vera istantanea della vita privata del compositore, colto nella sua intimità. Alle espressioni colorite e anche triviali, che abbondano in tali lettere, si alternerà con uno spiazzante contrasto l'esecuzione da parte del Trio d'Archi di Firenze di uno degli ultimi sublimi capolavori di Mozart, il Trio K 563.

Il concerto successivo segna il debutto a Roma di Chloe Mun, che, vincendo sia il Concorso di Ginevra che l’ultima edizione del Busoni di Bolzano, sembra avviata a ricalcare la strada di Martha Argerich, che si aggiudicò anche lei entrambi questi premi. Col suo concerto inizia una succosa rassegna pianistica, il cui secondo appuntamento è col franco-canadese Louis Lortie, che ha conquistato il pubblico di quattro continenti per la sua originalità interpretativa: "una combinazione di spontaneità e maturità, che solo i grandi pianisti hanno" (The Times). Poco dopo sarà la volta di Michele Campanella uno dei più grandi pianisti italiani degli ultimi decenni, chela IUC vuole festeggiare in vista della duplice ricorrenza dei cinquant'anni di carriera e del settantesimo compleanno. Questa rassegna pianistica prosegue a gennaio con Lilya Zilberstein, una grande rappresentante della straordinaria scuola russa scelta da Abbado per registrare i Concerti di Rachmaninov. In primavera tre concerti consecutivi, concentrati in dieci giorni, offriranno un panorama sulla scuola pianistica italiana, con interpreti di tre diverse generazioni. Mariangela Vacatello, premiata giovanissima in grandi concorsi internazionali e ormai lanciata in una luminosa carriera concertistica, sarà l'alfiere della generazione più giovane. A rappresentare la generazione di mezzo sarà Pietro De Maria, che, dopo il successo mondiale della sua integrale discografica di Chopin, sta ora incidendo Bach, di cui eseguirà all'Aula Magna il più monumentale capolavoro per tastiera, le Variazioni Goldberg. In conclusione due indiscussi protagonisti della scena musicale degli ultimi decenni: sono, ovviamente, Bruno Canino e Antonio Ballista, che festeggiano i sessant'anni da quando diedero vita a un duo pianistico divenuto celebre a livello internazionale. Per aprire il loro concerto non potevano scegliere un brano più idoneo del Rondò di Schubert intitolato "Notre amitié est invariable".

Se si dovesse indicare l'autore protagonista di questa stagione, sarebbe senza dubbio Schubert, la cui musica è presente in molti dei concerti in programma. In particolare tre concerti tra la fine di novembre e i primi di dicembre si concentreranno su alcuni capolavori dei suoi ultimi anni. Il primo è affidato al Belcea Quartet, una delle più interessanti formazioni quartettistiche del nostro tempo, "un gruppo di classe mondiale" (The Guardian). Un posto tra i migliori tenori del mondo nel campo della musica da camera spetta indubbiamente al tedesco ChristophPrégardien, che con le sue incisioni di Schubert e degli altri romantici ha vinto i più importanti premi internazionali: dunque sarà l'interprete ideale di Winterreise, il ciclo di 24 Lieder scritto dal compositore viennese negli ultimi giorni della sua breve vita. La violinistaPatriciaKopatchinskaja - celebre per il suo virtuosismo e le sue interpretazioni ricche di temperamento, trascinanti e coinvolgenti, ma anche per l'abitudine di suonare scalza, che la fa sentire più libera e naturale - presenta un suo progetto intitolato "Death and the Maiden". Il programma è imperniato sul Quartetto "La morte e la fanciulla" di Schubert, eseguito in una trascrizione per orchestra d'archi e alternato a musiche di altre epoche, da una melodia sacra medioevale bizantina a due pezzi contemporanei di György Kurtág, che esprimono, ognuna in modo diverso, le emozioni e le idee suscitate dal pensiero della morte: terrore, minaccia, ansietà ma anche attrazione e consolazione. Con la violinista moldava suona la Saint Paul Chamber Orchestra, un'orchestra da camera americana di altissimo livello, vincitrice di un Grammy per la migliore esecuzione cameristica.

Dunque un approccio diverso e nuovo a grandi autori del passato come Schubert, ma grande attenzione anche agli sviluppi della musica contemporanea. Quest'anno sono nove i compositori viventi in programma all'Aula Magna: Steve Reich, György Kurtág, Alexander Campkin, Nico Muhly, Andrew Lloyd Webber, Enrico Pieranunzi, Silvia Colasanti, Salvatore Sciarrino e Richard Galliano. A novembre l’omaggio a Steve Reich per i suoi ottant'anni, con un concerto interamente dedicato all’esecuzione da parte dell'Ensemble Ars Ludi di Drumming, una delle sue composizioni più note e importanti, che non viene eseguita a Roma nella sua versione integrale dal 1993. È considerata l’opera che diede inizio al minimalismo e per afferrarne tutta la portata è illuminante un approccio che abbracci l'arte minimalista nella sua interezza e che di conseguenza non prescinda dall'elemento visuale. Quindi l’esecuzione di Drumming sarà immersa in un ambiente visuale originale, creato con le tecniche del videomapping che trasformerà e darà vita alle pareti dell’Aula Magna. Questa performance è una prima assoluta, mentre è una prima romana"Mahler Remixed", un concerto-spettacolo che ignora i canoni tradizionali e si fa gioco dei confini tra i vari generi.Christian Fennesz, live electronics e chitarra, dà con questo remix un contributo alla riconsiderazione dell’opera di Mahler: prende le sue composizioni, le disseziona e le ricompone con i mezzi e il sound dell'elaborazione elettronica, creando qualcosa di completamente nuovo e irriconoscibile, che apparentemente non ha più nulla in comune con l'originale. Non una dissacrazione ma il riconoscimento della modernità di Mahler. Alla performance sono abbinate le immagini di Lillevan, ben noto artista visuale, cofondatore del gruppo berlinese Rechenzentrum.

La IUC è stata la prima delle grandi istituzioni musicali a introdurre, vari decenni fa, il jazz nelle proprie stagioni. Anche quest’anno il jazz non manca ed è rappresentato da alcuni musicisti italiani ben noti e ammirati anche all'estero. Il primo di questi concerti, in prima romana, promette di avere un trascinante impatto sonoro, bluesy ed elettrico, con rimandi rhythm and blues alla contemporaneità. Ne saranno protagonisti Blue Moka, una band "made in Italy" ma capace fin dalle prime note di trasportare l'ascoltatore nei meandri del sound newyorkese, e FabrizioBosso, che con la sua tromba si è ormai affermato in campo internazionale.Il secondo appuntamento col jazz è dedicato interamente a George Gershwin, di cui ricorre nel 2017 l'ottantesimo anniversario della morte. A dedicargli questo omaggio sono tre dei migliori jazzisti italiani, che, come Gershwin, hanno spesso operato all'intersezione tra classica e jazz: al pianoforte EnricoPieranunzi, ambasciatore del jazz italiano nel mondo, al violino suo fratello Gabriele Pieranunzi, "spalla" dell'orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, e al clarinetto GabrieleMirabassi, capace di stupefacenti virtuosismi.

Facendo un salto indietro di qualche secolo, ampio spazio è dedicato alla musica antica e barocca. I TallisScholars diretti da PeterPhillips eseguonoalcuni meravigliosi capolavori della polifonia sacra italiana tra Cinquecento e Seicento, firmati da tre geni quali Palestrina, Gesualdo e Monteverdi: a quest'ultimo, in occasione dei quattrocentocinquanta anni dalla nascita, è dedicata un'ampia parte del concerto. Tra questi grandi autori del passato s'inseriscono due composizioni (una in prima italiana, l'altra in prima romana) dell'inglese Alexander Campkin e dell'americano Nico Muhly, che reinterpretano con linguaggio moderno l'antica tradizione della musica corale sacra: in particolare il Miserere di Campkin è ispirato a quello famosissimo di Allegri, che lo precede immediatamente nel programma dei Tallis.

Al più grande dei compositori dell'età barocca, Johann Sebastian Bach, è dedicato il concerto della ZefiroBaroque Orchestra- vincitrice nel 2016 del Premio "Franco Abbiati" della Critica musicale italiana come migliore gruppo da camera - e di Alfredo Bernardini, direttore e oboe solista, che eseguiranno tra l'altro una Sinfonia dall'Oratorio di Natale, ben intonata al clima prenatalizio. Enrico Bronzi e Vittorio Ghielmi sosterranno le ragioni dei loro strumenti (rispettivamente il violoncello e la viola da gamba) in una sfida tra l'antica e aristocratica viola da gamba e il “moderno” violoncello, un parvenu nella musica dell'Ancien Régime, giunto in Francia dall'Italia. Questo frizzante concerto-spettacolo è intitolato "La Défense de la Basse de Viole, contre les prétentions du Violoncelle" e prende spunto da un testo in chiave comica del 1740 dell'avvocato parigino Hubert Le Blanc. Dopo qualche settimana il concerto di Giuliano Carmignola – che ha inciso con Abbado l'integrale dei Concerti di Mozart - e di Mario Brunello - amatissima star internazionale del violoncello - sembra emettere la sentenza di quel processo fittizio: infatti non solo l'italiano Vivaldi ma anche il francese Leclair mettono da parte la viola da gamba per dedicarsi con entusiasmo a comporre per il violino e il violoncello.

Il concerto de I Musici - che proseguono la prestigiosa tradizione del gruppo romano protagonista della "Vivaldi renaissance" - è anch'esso dedicato in gran parte al barocco, ma in più vede la partecipazione di Sergej Nakariakov, definito "il Paganini della tromba": non è un'esagerazione, infatti con la sua tromba può gareggiare in agilità, cantabilità e delicatezza di sfumature con il violino. Non è dunque un caso che esegua - oltre a brani di Arban e Bach - una trascrizione del Concerto in re minore per violino di Mendelssohn.

Uno dei punti di forza di questa stagione della IUC è proprio la presenza di una grande varietà di strumenti solisti rappresentati dai più illustri virtuosi di oggi, quali Pepe Romero & Los Romeros, la famiglia di chitarristi spagnoli nota come "the Royal Family of the Guitar", Emmanuel Pahud, definito "il flautista del ventunesimo secolo" per antonomasia, che torna in Aula Magna dopo l'enorme successo dello scorso anno, e Richard Galliano, considerato il più grande fisarmonicista dei nostri giorni, con un programma molto vario che comprende trascrizioni di Mozart e tanghi di Piazzolla, accompagnato dall'Orchestra Camerata Ducale diretta da GuidoRimonda.

Anche per quanto riguarda la viola il cartellone della IUC può fregiarsi del più illustre virtuoso attuale, il russo Yuri Bashmet, che con una scelta controcorrente dedica il suo concerto al 100° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre: il programma non ha però alcun carattere retorico e celebrativo e presenta opere dei principali compositori russi del Novecento, oltre ad un brano scritto da Silvia Colasanti espressamente per Bashmet, in prima esecuzione a Roma. Insieme a Bashmet suonano ISolisti di Mosca, la straordinaria orchestra da camera da lui fondata e diretta.

Il panorama dei grandi solisti continua con il tenore Ian Bostridge, interprete di culto del Lied e della musica vocale da camera. Eseguirà Façade, un entertainment musicale originalissimo e ricco di humor, basato su liriche della poetessa Edith Sitwell: William Walton, uno dei maggiori compositori inglesi del Novecento, lo scrisse a soli ventuno anni, nel 1923, ottenendo quello che si definisce un succès de scandale. La graffiante e assai complessa parte strumentale è affidata ai solisti di Roma Sinfonietta.

Da sottolineare la conclusione della memorabile esecuzione da parte del Quartetto di Cremona del ciclo completo dei Quartetti per archi di Beethoven, iniziato tre anni fa. Gli fa da pendant l'esecuzione del più importante ciclo di Quartetti del ventesimo secolo, quello di Bartók, eseguito interamente in un'unica giornata, nel corso di una “Maratona Bartók” affidata all'ungherese Kelemen Quartet, vincitore del Premio "Paolo Borciani" e definito dalla stampa americana "il più elettrizzante quartetto per archi che si ricordi in tempi recenti".

La IUC pone sempre grande attenzione ad avvicinare i giovani alla musica e dedica in particolare agli studenti gli incontri Musica PourParler, che registrano spesso il sold out in Aula Magna. Il primo ospite di questo ciclo è il Quintetto di fiati PentEliós con un programma a cavallo di periodi diversi, da Mozart a Barber; i successivi concerti sono quelli di Blue Moka featuring Fabrizio Bosso,che offrirà un "Viaggio nel mondo del jazz", e quello dell'Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia, che invita il pubblico a Broadway con "The Symphonic Musical".

L’attività musicale della IUC è itinerante: oltre ai concerti in Aula Magna, anche quest’anno non mancheranno, in primavera, i tradizionali concerti nelle scuole, formula ormai consolidata dalla IUC sin dagli anni ’70, ma continuamente rinnovata.

Proseguirà la collaborazione della IUC al Festival "Un organo per Roma", ideato da Giorgio Carnini in collaborazione anche con Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Accademia Filarmonica Romana e Camerata Italica. Il festival si svolge nella Sala Accademica del conservatorio romano e intende favorire la diffusione della musica per organo, anche tramite nuove composizioni commissionate ad alcuni musicisti italiani.

Last but not least due novità. La prima, Note in Biblioteca,è una nuova serie di concerti, realizzati in collaborazione con il Sistema Biblioteche del Comune di Roma e con il Conservatorio Santa Cecilia, da cui provengono i giovani interpreti, alcuni già affermati a livello internazionale. I concerti saranno introdotti da guide all’ascolto affidate agli specializzandi di musicologia della Sapienza coordinati dal prof. Antonio Rostagno. L'altra novità è una serie di concerti a Montalto di Castro, in collaborazione con l'AssociazioneRoma Sinfonietta, che aggiungerà un ulteriore tassello al mosaico culturale della cittadina del viterbese con una programmazione concertistica multiforme sia per gli organici che per il repertorio, nella suggestiva cornice del Complesso Monumentale San Sisto.

www.concertiiuc.it

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