L’Ape musicale

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purtimiro 2017

Torna il Barocco con Purtimiro

TORNA PURTIMIRO

IL FESTIVAL BAROCCO DI RINALDO ALESSANDRINI.

TANTO BACH, PERGOLESI, VIVALDI,

STRADELLA, CALDARA, MONTEVERDI

E DUE INTERMEZZI BUFFI

Dal 29 settembre al 15 ottobre 2017 la seconda edizione del festival barocco al Teatro Rossini di Lugo con la direzione musicale di Rinaldo Alessandrini: in programma dieci eventi dei quali due dedicati alla rilettura del genio di Johann Sebastian Bach (Variazioni Goldberg e musiche per il violino).

Poi i geni musicali di Pergolesi, Stradella, Vivaldi, Caldara e Monteverdi. E rarità assolute: l'opera “La Filli” di Giovanni Cesare Netti e il dittico buffo con “Fidalba e Artabano” di Giovanni Alberto Ristori e “Serpilla e Bacocco” di Giuseppe Maria Orlandini.

Oltre a Rinaldo Alessandrini e al suo Concerto Italiano, anche Antonio Florio con la Cappella Neapolitana, Andrea Buccarella e l'Abchordis Ensemble, Pino De Vittorio, Sara Mingardo, Enrico Gatti e Carlo Vistoli.

BOLOGNA, 19 aprile 2017 – Archiviata con grande successo di pubblico e critica la prima edizione del festival barocco PURTIMIRO al Teatro Rossini di Lugo, fortemente voluto dall'amministrazione lughese per celebrare i trent'anni della riapertura in epoca moderna del Rossini avvenuta il 3 dicembre 1986, ecco la seconda edizione 2017, sempre sotto la direzione musicale di quel grande musicista e studioso del periodo barocco che risponde al nome di Rinaldo Alessandrini. Clavicembalista, musicologo, direttore, ammirato internazionalmente quale interprete di riferimento per la musica del Sei-Settecento, Rinaldo Alessandrini ha intrapreso nel 2016 l’incarico di direttore musicale del festival con il proposito di fare di Lugo un centro di eccellenza per la presentazione, e in alcuni casi per la riscoperta, di perle del repertorio operistico italiano del tempo.

E ciò soprattutto con il proposito di valorizzare al massimo la miracolosa acustica e la suggestiva ambientazione del Teatro Rossini stesso, restituito all’antico splendore originale, con l’esecuzione di opere e musiche in concerto più o meno coeve rispetto al teatro, o comunque coerenti con le sue davvero rare caratteristiche.

È così nato il 3 dicembre scorso PURTIMIRO, un titolo suggestivo che si rifà ad una delle melodie più celebri dell'intera opera barocca, quel duetto “Pur ti miro, pur ti godo” che compare alla fine dell'opera L'incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi. Una citazione esplicita che evoca lo spirito dell'intero festival, ma anche un velato omaggio all'arte del suo direttore musicale, Rinaldo Alessandrini, universalmente considerato come uno dei maggiori interpreti al mondo della musica di Monteverdi.

Romano, classe 1960, clavicembalista e leader di numerosi ensemble dedicati al repertorio rinascimentale e barocco, insieme al Concerto Italiano – gruppo da lui fondato – Rinaldo Alessandrini ha infatti rivoluzionato l'interpretazione della musica vocale italiana del Seicento, ricevendo universale plauso da parte del pubblico e della critica di tutto il mondo.

Purtimiro 2017 apre con Johann Sebastian Bach e chiude con Monteverdi, due autori fondamentali nella sua carriera interpretativa: proprio di Bach e Monteverdi sono le sue ultime due fatiche discografiche per la raffinata etichetta francese Naïve. Ed esattamente venti anni dopo che Alessandrini aveva licenziato la sua rivoluzionaria lettura dell'Arte della Fuga di Bach - un'incisione ormai storica che ha vinto premi e ricevuto riconoscimenti internazionali - eccolo tornare all'amatissimo Bach con una nuovissima lettura delle celebri Variazioni Goldberg nel concerto inaugurale del 29 settembre al Teatro Rossini, che prende il titolo “Variations on Variations” e sottotitolo “Le Variazioni Goldberg di Bach come non si sono mai sentite”. Si tratta infatti della prima esecuzione della sua nuova trascrizione per archi e cembalo dell'immenso capolavoro reso celebre dalle interpretazioni pianistiche di Glenn Gould.

E un “altro” Bach è in programma il 14 ottobre alle 20.30: un “Crossdressing Bach” che vedrà il celebre clavicembalista romano suonare in duo con un campione assoluto del barocco qual è il violinista Enrico Gatti. Insieme i due rileggeranno a modo loro pagine originariamente nate per altri strumenti ma da Bach stesso trascritte in forme alternative. Una prassi molto comune all'epoca, con la quale si davano vestiti diversi alle stesse note.

Sabato 30 settembre sempre alle 20.30 sarà poi la volta di un'assoluta rarità operistica di un compositore barocco di origine pugliese, tanto grande quanto poco conosciuto: Giovanni Cesare Netti, nato a Putignano di Bari nel 1649 e morto a Napoli nel 1686 a 36 anni. Di Netti, che fu prolifico autore di cantate e musiche liturgiche, si potrà ascoltare in forma di concerto l'opera “La Filli”, raro esempio di commedia pastorale di scuola napoletana in cui protagonisti sono due coppie di giovani amanti le cui storie d'amore di intrecciano con inevitabili travestimenti, equivoci e colpi di scena.

A riportare in vita questo autentico gioiello operistico di Netti, che dal 1680 ricoprì l'ambito ruolo di Maestro di Cappella al Tesoro di San Gennaro al Duomo di Napoli, sarà il massimo campione della renaissance musicale del barocco napoletano, il direttore e musicologo Antonio Florio alla testa della sua Cappella Neapolitana. Complesso quest'ultimo con cui prosegue il suo cammino di ricerca e di approfondimento intrapreso oltre trent'anni or sono con la Cappella della Pietà de' Turchini. Gli interpreti vocali saranno i soprani Federica Pagliuca (Filli) e Leslie Visco (Rosetta), il mezzosoprano Daniela Salvo (Berillo) e il tenore Rosario Totaro (Tirsi).

E ancora a Florio è affidato il terzo evento in cartellone a Purtimiro 2017, domenica 1 ottobre alle ore 16, col concerto dal titolo “Buffo sotto il Vesuvio” (L'età d'oro della commedia per musica napoletana, musiche di Provenzale, Marchitelli, De Majo, Faggioli, Sarro, Vinci, Mancini, Avitrano, Paisiello, Grillo e Barbella) con la partecipazione straordinaria diPino De Vittorio, il grande attore-cantante che meglio di chiunque altro ha saputo interpretare e riproporre ai nostri giorni quella stagione straordinaria del passato, grazie alla perfetta intesa col complesso della Cappella Neapolitana di Antonio Florio, specializzato nel repertorio barocco napoletano. Comicità e melanconia, ironia e travestimenti, improvvisazione e languore oltre all'impareggiabile abilità nel magnetizzare il pubblico numeroso (e rumoroso!) dell’epoca: queste erano alcune caratteristiche dei primi buffi napoletani, personalità pirotecniche che sfiorano il mito, condividendo la grande stagione dei castrati e delle canterine.

Da Napoli a Venezia il passo sarà brevissimo al festival Purtimiro 2017: sempre domenica 1 ottobre al Teatro Rossini alle 20.30 è in programma il concerto “Il prete rosso all'opera” con Rinaldo Alessandrini alla testa del Concerto Italiano: il prete rosso è ovviamente il veneziano Antonio Vivaldi, del quale si potranno ascoltare arie e cantate dalla voce straordinaria di Sara Mingardo, considerata uno dei più grandi contralti al mondo, che a Purtimiro porterà tutto il fascino della sua incredibile voce di velluto, con cui illuminerà arie dalle opere L'incoronazione di Dario, Armida al campo d'Egitto, L'Olimpiade e la Cantata “Cessate, omai cessate”.

Altro grande genio del barocco è stato Alessandro Stradella (1639-1682), immenso autore di opere, musica strumentale e liturgica, la cui vita leggendaria ha forse

offuscato il valore musicale: condusse una vita piuttosto licenziosa che lo costrinse a fuggire spesso da mariti gelosi, fino all'episodio più grave, quello di aver concupito a Venezia la giovane moglie di un nobile che alle sue cure musicali l'aveva affidata. Il nobile scoperta la tresca, assunse alcuni sicari per uccidere i due amanti.

La leggenda vuole che i primi sicari non ottemperarono al loro dovere ammaliati dalla potenza della sua musica. Portarono al termine il compito alcuni mesi più tardi altri due sicari, aiutati dal padre di lei. “Ecco amore ch'altero risplende” è il titolo della ricca antologia di Sinfonie e Madrigali di Stradella in programma al Teatro Rossini venerdì 6 ottobre, con Rinaldo Alessandrini sul podio del Concerto Italiano.

Evento clou del festival è la messinscena di un cosiddetto “dittico buffo” in programma sabato 7 ottobre alle 20.30 con replica domenica 15 ottobre alle ore 16: due rari intermezzi in musica che a suo tempo conobbero un enorme successo in tutta Europa. Parliamo di “Fidalba e Artabano” del compositore di origine bolognese Giovanni Alberto Ristori (1692-1753) che descrive la corte serrata e forse vana di un giovane toscano nei confronti di un'attraente donna di Alba solo attratta dal denaro e dai lustrini e che a Purtimiro sarà eseguita per la prima volta in epoca moderna; e “Serpilla e Bacocco”, ovvero “Il marito giocatore e la moglie bacchettona”, del prolifico compositore fiorentino Giuseppe Maria Orlandini (1676-1760), in cui si narra dei bisticci fra moglie e marito: lui un incallito giocatore d'azzardo (e pure baro), lei un po' bacchettona ed esasperata dalle sue continue perdite al gioco. Alterne vicende, tappa in tribunale e riconciliazione finale.

A mettere in scena i due intermezzi buffi è stato chiamato un grande nome del teatro italiano, Walter Le Moli, classe 1947, molto attivo sia all'opera (Teatro San Carlo di Napoli, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Mariinskij di San Pietroburgo) che nel teatro di prosa, già direttore artistico del Teatro Stabile di Torino e del Teatro Greco di Siracusa, fondatore e fra i principali animatori del Teatro Due di Parma. Il mezzosoprano Daniela Pini, il soprano Lavinia Bini e il baritono buffo Filippo Morace saranno gli interpreti. In buca il Concerto Italiano, sul podio Rinaldo Alessandrini.

Domenica 8 ottobre alle 16 il “big” barocco di turno sarà invece Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), l'immortale autore dello Stabat Mater e delle due Salve Regina. Capolavori assoluti che verranno eseguiti nel concerto dal titolo “Virgo Virginum Praeclara” (l'incanto del canto nelle melodie sacre del musico di Jesi). Interpreti il controtenore Carlo Vistoli, il soprano Lucia Martín Cartón e l'Abchordis Ensemble diretto dal clavicembalista Andrea Buccarella. Direttore e gruppo (di formazione internazionale e con sede a Basilea) sono considerati fra i migliori interpreti dell'ultima generazione della prassi esecutiva su strumenti originali e sono reduci dal grande successo di critica del loro primo album “Stabat Mater” (con musiche di Manna, Santangelo e Sellitto) registrato in Svizzera nella Chiesa di San Pantaleone nell'ottobre 2014 per la prestigiosa etichetta tedesca Deutsche Harmonia Mundi del gruppo Sony.

Purtimiro 2017 prosegue venerdì 13 ottobre sempre al Teatro Rossini con la riproposizione per la prima volta in epoca moderna dello splendido oratorio “La Morte d'Abel” (1732) di Antonio Caldara (1670-1736), altro grandissimo autore barocco molto rivalutato dal pubblico e dalla musicologia, nato a Venezia e divenuto compositore di corte a Vienna dove finì i suoi anni in gloria. A interpretare questo imponente oratorio di Caldara scritto a Vienna nel 1732 per il castrato Farinelli sullo splendido libretto di Pietro Metastasio sarà il direttore musicale di Purtimiro Rinaldo Alessandrini col suo gruppo-emanazione Concerto Italiano.

Ultimo genio della musica in cartellone a Purtimiro 2017 (domenica 15 ottobre alle 20.30, subito dopo l'unica replica del dittico buffo delle ore 16) e musicista culto per Rinaldo Alessandrini il grande Claudio Monteverdi, di cui si celebra in tutto il mondo il 450esimo anniversario della nascita. “Dalla prima alla seconda pratica” è il titolo del concerto da lui diretto, cioè una formidabile antologia dai primi otto libri di Madrigali che allude al trattato teorico che mai vide la luce ma che in una lettera del 1633 così Monteverdi descrive: “Il titolo del libro sarà questo: Melodia, overo la seconda pratica musicale. Seconda (intendo io) considerata in ordine alla moderna, prima in ordine all'antica... Divido il libro in tre parti rispondenti alle tre parti della Melodia, nella prima discorro intorno all'oratione nella seconda intorno all'armonia, nella terza intorno alla parte Ritmica”.

“Perché il madrigale e le opere rimaste di Monteverdi riescono a risvegliare i nostri sensi al pari delle opere di Verdi, Bizet o Puccini?” si chiede Alessandrini nel suo libro “Monteverdiana” del 2006. “La spiegazione è nel fatto che Monteverdi fu un vero rivoluzionario – scrive Alessandrini – : non inventò nuove forme in verità, ma le modificò in un modo mai visto prima, rendendole capaci di effetti inediti e fortemente coinvolgenti per l'ascoltatore”. E conclude “Ma la musica di Monteverdi vuole essere scoperta e riscoperta, sfugge alle regole e incanta con l'imprevisto. Cercate di creare una particolare attitudine all'ascolto della sua musica, fatto allo stesso tempo di passività e vigile sensibilità: lasciatevi trafiggere dalle dissonanze, stordire dalla bellezza timbrica, vivete la passione. Monteverdi dà la possibilità alla vita di tutti quelli che lo ascoltano d'imitare l'arte e toccare con mano la bellezza”.

Biglietti da 7 a 32 euro in vendita dal 6 maggio sul sito www.vivaticket.it.

Programma: www.purtimiro.it


 

 

 
 
 

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