L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Aperia, l’incanto nel Giardino Inglese

L'Aperia è un luogo incantato della Reggia di Caserta che sorge alla sommità della collina boschiva del Parco, all'ingresso del Giardino Inglese. Attraversando i larghi viali costeggiati da una ricca vegetazione di cactacee e sempreverdi si arriva in questa struttura ad emiciclo di stile neoclassico il cui impianto originario risale all'epoca di costruzione della Reggia. Luigi Vanvitelli la concepì probabilmente come bacino artificiale di raccolta delle acque per fronteggiare eventuali imprevisti ma non fu mai ultimata. Questa cisterna, quasi sicuramente, costituiva un altro esempio di sofisticata ingegneria idraulica, così come l'Acquedotto Carolino. Con l'avvento dei francesi ci furono diverse modifiche ed interventi che investirono il complesso, tra cui anche la sezione della cisterna.

L'ambiente venne trasformato in un allevamento di api per la produzione del miele da qui la denominazione Aperia. Lo spazio fu inoltre arricchito dalla scultura di Tommaso Solari raffigurante Cerere, realizzata nel 1761 su volontà dello stesso Vanvitelli ma mai installata. Nell'antica muratura destinata al contenimento delle acque fu praticato un tunnel a sezione circolare che consente di accedere all'emiciclo con una soluzione scenografica orientaleggiante.

All'interno della cavea sono stati restaurati i poggi in muratura che ospitano la vaseria, la collezione di piante in vaso recentemente ricostituita ai lati della statua settecentesca rappresentante la Flora; sui contrafforti tufacei sono state impiantate rose Banksiae e altre varietà sarmentose dai colori tenui, per ricordare lo speciale spazio destinato alla coltivazione di rose e fiori. Attualmente l'Aperia, dopo il restauro della Regione Campania, è un teatro all'aperto ed ospita concerti e spettacoli.

 

La Cappella Palatina

Dal vestibolo superiore, di fronte al vano dello Scalone d’onore della Reggia di Caserta si accede alla Cappella Palatina, inaugurata alla presenza di Ferdinando IV nel Natale del 1784. La Cappella ha subito gravi danni a seguito dei bombardamenti del 24 settembre del 1943; sono andate irrimediabilmente perdute opere di inestimabile valore, arredi sacri e dipinti come La Nascita della Vergine di S. Conca o la Presentazione della Vergine al Tempio di R. Mengs. La Cappella Palatina, progettata dal Vanvitelli anche per elementi decorativi, è di certo l'ambiente della Reggia che più di ogni altro mostra una chiara analogia con il modello francese di Versailles, per espressa volontà del re, come si evince del resto dalla configurazione a galleria della sala, scandita da un colonnato impostato su di un lato stilobate. Ricca di marmi pregiati, la Cappella è coperta da una volta a botte impreziosita da motivi a cassettoni esagonali, e rosoni dorati; alla base della volta sono visibili figure di putti reggenti festoni, scolpiti da Gaetano Salomone. Sui lati della sala si aprono le gallerie superiori ravvivate dalla presenza di balaustre in marmo di Carrara e di Dragoni, da colonne binate di ordine corinzio in marmo di Mondragone e da ampie finestre. Questi ambienti erano riservati agli alti dignitari e alle dame di corte; sopra l'ingresso è invece la tribuna reale con semicolonne in giallo di Castronuovo e specchiature di marmo di Mondragone. Nell'abside semicircolare si può ammirare l'altare in stucco, il quale differisce visibilmente da quello previsto dal progetto vanvitelliano. Secondo il progetto iniziale l'altare doveva essere realizzato nel Laboratorio delle Pietre Dure di Napoli, simile ad un'urna antica di marmo, impreziosita da pietre di agata e bronzi dorati, sormontata da un tabernacolo ornato di lapislazzuli, legni impietriti, corniole, agate e diaspri. Sull'altare è ubicata un'imponente pala d'altare raffigurante l'Immacolata Concezione di Giuseppe Bonito

 

Il Belvedere di San Leucio

San Leucio, oggi località di Caserta (posta a 3,5 km a nord ovest della città), prende il nome da una chiesetta longobarda situata sulla sommità dell’omonimo colle. Gli Acquaviva, principi di Caserta, alla metà del ‘500, vi costruirono un castello, adibito a casino di caccia e restaurato poco più tardi da Francesco Collecini, chiamato “Belvedere” per la vista panoramica sulle campagne, il Vesuvio e Capri.

L'utopia di Re Ferdinando di dar vita ad una comunità autonoma (chiamata appunto Ferdinandopoli) lascia a Caserta il Belvedere di San Leucio, i suoi appartamenti reali, il giardino all'italiana e l'annesso Museo della Seta, dove è possibile visitare i macchinari del Settecento con i quali si tesseva la seta diventata famosa in tutto il mondo tanto da arrivare ad arredare la Casa Bianca, Buckingham Palace e il Palazzo del Quirinale. La Real Colonia di San Leucio fu costituita nel 1778, su progetto dell'architetto Francesco Collecini e la comunità che la abitò osservava uno statuto apposito del 1789 che stabiliva leggi e regole emanate proprio per loro. Alla fabbrica della seta voluta dal Re Ferdinando lavoravano le maestranze locali a cui si aggiunsero anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui usufruivano i lavoratori delle seterie. Le abitazioni furono progettate tenendo presente tutte le regole urbanistiche dell'epoca per far sì che durassero nel tempo e fin dall'inizio furono dotate di acqua corrente e servizi igienici. Le donne ricevevano una dote dal Re per sposare un appartenente della colonia, anche se a disposizione di tutti vi era una cassa comune "di carità", dove ognuno versava una parte dei propri guadagni. Si trattò di un esperimento sociale, nell'età dei lumi, di assoluta avanguardia nel mondo, un modello di giustizia e di equità sociale raro nelle nazioni del XVIII secolo e non più ripetuto così genuinamente nemmeno nelle successive rivoluzioni francese e marxista.

Ferdinando IV preferiva San Leucio in modo particolare e vi organizzava spesso battute di caccia e feste condivise con la stessa popolazione della colonia.

Il progetto di San Leucio si interruppe a causa della rivoluzione del 1799, della discesa di Napoleone Bonaparte  in Italia e della nascita della Repubblica Partenopea, tuttavia, durante il governo francese di Gioacchino Murat, protrattosi dal 1808 al 1815, San Leucio ebbe comunque un ulteriore sviluppo industriale.

 


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.