Michieletto e Mariotti per Sigismondo
Rai5, giovedì 09/08/2018 - 21:15
Rai5, sabato 11/08/2018 - 10:44
Rai5, domenica 12/08/2018 - 17:51
L’omaggio a Gioachino Rossini nel 150esimo anniversario della scomparsa prosegue con il secondo appuntamento del ciclo operistico che Rai Cultura dedica al Rossini Opera Festival nel mese di agosto. Giovedì 9 agosto alle 21.15 sarà trasmesso su Rai5 “Sigismondo”, il dramma per musica in due atti rappresentato per la prima volta alla Fenice di Venezia nel 1814. Produzione andata in scena a Pesaro nel 2010 per l’inaugurazione della 31esima edizione del festival, lo spettacolo firmato dal regista pluripremiato Damiano Michieletto – con le scenografie di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e il light design di Alessandro Carletti – si avvale della direzione musicale di uno specialista del repertorio rossiniano come Michele Mariotti. Protagonisti sul palco il mezzosoprano Daniela Barcellona, ancora una volta interprete di uno dei ruoli en travesti per i quali è nota nel mondo, ossia quello di Sigismondo; il basso Andrea Concetti nel doppio ruolo di Ulderico e Zenovito; il soprano Olga Peretyatko come Aldimira; il tenore Antonino Siragusa come Ladislao; il soprano Manuela Bisceglie e il tenore Enea Scala rispettivamente nei panni di Anagilda e Radoski. L’Orchestra e il Coro sono quelli del Teatro Comunale di Bologna. Nella musica di “Sigismondo” si riconoscono le caratteristiche di un’opera spartiacque, in bilico tra l’apollinea compostezza di “Tancredi” e la repentina svolta che Rossini imprime alla tecnica melodrammaturgica in “Elisabetta, regina d’Inghilterra”, prima prova del periodo napoletano. Il libretto di Giuseppe Foppa, ispirato alla stessa leggenda medievale cui si rifece Robert Schumann per la sua “Genoveva”, ha forti influenze ossianiche e shakespeariane e sviluppa una complicata vicenda a forti tinte, che si gioca tutta sullo stretto crinale che separa la realtà dal sogno. La reggia di Sigismondo, ossessionato dalle allucinazioni e afflitto da una follia visionaria paragonabile a quella dell’Assur di “Semiramide”, si trasforma nella lettura di Michieletto nella corsia di un manicomio. «”Sigismondo” – spiega il regista – è la storia di un uomo che è impazzito e reso schizofrenico per un passato irrisolto. Il senso di colpa e l’ossessione di essere un omicida, per aver ucciso ingiustamente sua moglie, lo hanno portato alla pazzia. La sua vicenda è una graduale, lenta e dolorosa guarigione, fino a recuperare il senso della realtà. Sigismondo alla fine del primo atto esce dal manicomio per ritornare a governare, ma non sarà così facile. I suoi fantasmi lo inseguono, e il dramma passato diventa l’ossessione anche di tutti gli altri personaggi, i quali devono fare i conti con una realtà indecifrabile, sempre sull’orlo della follia».