L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Arte e storia in tv

 

DOMENICA 07/08/2022  

RAI 3  Storia delle nostre città  Agrigento - Il gioiello della magna Grecia  

Il gioiello della Magna Grecia: Agrigento. Vallate, colline, imponenti monumenti e templi antichi, quasi tutti risalenti al periodo in cui la Grecia e il Sud Italia erano il centro del mondo. Una storia raccontata da “Storia delle nostre città”, in onda domenica 7 agosto alle 11 su Rai 3. Agrigento è la città dell'eterna bellezza e di un fascino millenario immutato nel tempo. Questa è infatti la terra che accoglie da 2.500 anni la superba magia della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più famosi e più belli di tutto il pianeta, inserito nella lista dell’UNESCO dal 1997. La valle, splendido scrigno di incredibili edifici monumentali, è una meravigliosa testimonianza storica di quella culla della civiltà che risponde al nome di Magna Grecia e dei successivi periodi che hanno continuato a vederla protagonista. Gli imponenti templi dorici, le agorà, le necropoli pagane e cristiane e la fitta rete di acquedotti sotterranei, costituiscono la ricchezza di un sito che si estende su circa 1300 ettari e che racconta una storia millenaria iniziata nel VI sec. a.C. con la fondazione dell’antica colonia greca di Akragas. La città raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C., quando diventò una delle città più grandi e potenti del Mediterraneo, prima del declino avviato del conflitto con Cartagine. Nel corso delle guerre puniche venne conquistata dai Romani, che latinizzarono il nome in Agrigentum. Successivamente cadde sotto il dominio arabo e nel 1089 fu conquistata dai Normanni, che la ribattezzarono Girgenti, nome che mantenne sino al 1927 assunse il nome attuale. Il centro storico di Agrigento, individuabile sulla sommità occidentale della collina dell'antica Girgenti, risale all'età medioevale e conserva ancora oggi chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari di pregevole fattura. Nel centro storico sono custodite significative testimonianze dell'arte arabo-normanna, tra cui in particolare la cattedrale di San Gerlando, il Palazzo Steri sede del seminario, il palazzo vescovile, la Basilica di Santa Maria dei Greci ed il complesso monumentale di Santo Spirito e le porte della cinta muraria. 

Le storie di Passato e Presente. L’Italia e la mafia 

La mafia è un fenomeno criminale presente in Italia sin dalla nascita dello Stato Unitario. Ma la percezione che ne hanno avuto gli italiani si è molto modificata con il passare del tempo. In “Le storie di Passato e Presente”, in onda domenica 7 agosto alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli propone una ricostruzione cronologica del processo di disvelamento del fenomeno mafioso, del quale si possono individuare almeno tre passaggi storici cruciali: il primo, che viene sviluppato dal prof. Giovanni De Luna, può essere collocato all’inizio degli anni ’60, quando la “narrazione” della mafia subisce una trasformazione da fenomeno prevalentemente siciliano a problema di portata nazionale e globale, destando l’interesse della televisione e della politica. 

Un secondo passaggio storico, esaminato dal professor Alberto Melloni, avviene all’inizio degli anni ’80, quando in concomitanza con la “seconda guerra di mafia” anche la Chiesa, che fino a quel momento non si era espressa in termini espliciti contro i mafiosi, prende posizione in maniera netta attraverso figure apicali del clero. Il professor Salvatore Lupo, infine, fa luce sugli scenari successivi alle stragi del 1992 di Capaci e via D’Amelio che sconvolgono l’opinione pubblica italiana e internazionale e determinano una mobilitazione popolare massiccia e duratura contro il fenomeno mafioso che ancora oggi permane fortemente nella nostra società.  

BINARIO CINEMA. Miracolo a Sant'Anna 

Toscana, 1944. Quattro americani, appartenenti a una divisione dell’esercito Usa formata interamente da soldati di colore, rimangono bloccati, al di là delle linee nemiche, in un piccolo paese dell’Appennino, dopo che uno di loro ha messo a rischio la propria vita per salvare quella di un bambino del posto. Tratto dall'omonimo romanzo di James McBride, il film è ispirato all’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, dove i tedeschi delle SS il 12 agosto del 1944 uccisero 560 persone dando poi fuoco ai loro cadaveri. “Miracolo a Sant'Anna”, di Spike Lee, è proposto domenica 7 agosto alle 21.10 su Rai Storia per “Binario Cinema”.  

LUNEDI’ 08/08/2022    

Passato e Presente Il Medioevo non esiste (con il prof. Alessandro Barbero) 

Il medioevo, l’età di mezzo, è stata tramandata come un’epoca buia, cupa, brutale e superstiziosa, tanto che per gli anglosassoni è la “dark age” e in italiano il termine medioevo è spesso utilizzato come sinonimo di arretratezza e ignoranza. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 8 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Alessandro Barbero “smontano” i luoghi comuni su questa epoca, raccontandone l’origine.  

In realtà, tra l’XI e il XIV secolo, l’Europa vive una fase di espansione e di grande vivacità, sia culturale che economica. La distorsione dei fatti comincia con il Rinascimento, che, mentre afferma se stesso, contesta ciò che lo ha preceduto. Il passo decisivo verso una visione deformata del medioevo viene però compiuto dalla storiografia protestante, che, denunciando la corruzione nella gestione del potere durante i secoli della dominazione papale, ne emette una condanna totale. I pensatori illuministi non faranno altro che riprendere, stigmatizzandoli, questi temi per esaltare la nuova epoca della ragione, consolidando così un giudizio sommario e negativo, ancora oggi duro a morire. 

È l’Italia, bellezza! Veneto – Emilia-Romagna – Marche  

Venezia, città incantata capace di affascinare i visitatori di ogni epoca. Riparte dalla Serenissima la terza puntata di “È l’Italia, bellezza!”, il programma di Rai Cultura condotto da Francesca Fialdini, in onda lunedì 8 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Una città simbolo della cultura europea che nel secolo dell’Illuminismo, pur senza più possedere il potere commerciale e militare del passato, raggiunse il suo apice di capitale dell’eleganza, del piacere e della mondanità internazionale. Ma è nell’Ottocento, sotto la spinta rinnovatrice di Napoleone, che la città lagunare si avvia a cambiare pelle per entrare nell’epoca della modernità. Il Complesso di Santa Maria della Carità viene totalmente ridisegnato, stravolgendo l’originaria struttura palladiana del convento e interrando i canali circostanti, per fondare una cittadella dedicata alla bellezza: l’Accademia Reale di belle arti di Venezia con la Galleria dell’Accademia, mirabolante scrigno che conserva i tesori dell’arte veneta, dal Tintoretto a Tiziano, dal Giorgione al Canaletto, dal Carpaccio al Veronese. Il viaggio di Francesca si sposta poi in Emilia-Romagna, al cospetto di un autentico capolavoro dell’architettura medievale. Il Duomo di Modena è uno dei maggiori monumenti dell’arte romanica, riconosciuto nel 1997 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco, assieme alla torre Ghirlandina e all’adiacente Piazza Grande. La chiesa madre dedicata a Santa Maria Assunta venne fondata quasi mille anni fa, nel 1099, nel sito del sepolcro di San Geminiano, patrono della città, a testimonianza dei valori religiosi e culturali della nuova comunità nascente. Una perfetta sintesi fra la cultura antica e la nuova arte lombarda, capace di far diventare la cattedrale modenese un modello di stile per tanti altri edifici della civiltà romanica. Perché Modena, già allora, era una città di grandi artigiani, artisti e maestranze capaci di dare vita a opere di eterno splendore. È ancora un luogo del sacro e del silenzio ad accogliere, nelle Marche, il viaggio di Francesca tra le bellezze d’Italia: l'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, in provincia di Macerata. Ancora oggi è considerato il più importante edificio monastico della regione, caratterizzato da uno stile che documenta la transizione dal romanico al gotico e rispecchia in pieno la laboriosità dell’ordine cistercense. Un fervore, quello benedettino, capace non solo di erigere opere architettoniche esemplari, ma anche di modificare la natura e il paesaggio. Seguendo la regola di San Benedetto dell’ora et labora, i monaci che dal 1142 abitarono nell’abbazia hanno saputo intervenire profondamente anche sul territorio circostante, modellando con il proprio lavoro il dolce paesaggio che ancora oggi accoglie il viaggiatore che attraversa le Marche. 

MARTEDI’ 09/08/2022 

Passato e Presente. Enemy aliens – Nemici in terra straniera   

Allo scoppio della Prima guerra mondiale emerge la questione degli stranieri residenti in terra nemica: tutti quei civili originari di paesi dello schieramento opposto, che si trovano improvvisamente nella condizione di Enemy Aliens: nemici in Patria, soggetti dai quali guardarsi e, potenzialmente, difendersi. Ne parlano la professoressa Daniela Caglioti e Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda martedì 9 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Per affrontare questo problema gli Stati, sia europei che extra-europei, adottano una serie di provvedimenti che vanno dal semplice controllo, alla confisca dei beni, fino alla detenzione e all’internamento in appositi campi di concentramento. Una pratica che continua, assumendo forme coercitive ancora più drammatiche, anche nel secondo conflitto mondiale, mentre risultano vani gli sforzi per approvare una convenzione che metta gli Enemy Aliens al riparo da violenze e persecuzioni.  

La bussola e la clessidra. La battaglia di Okinawa   

Da una parte centottantamila soldati americani e una potente flotta di navi e aerei, dall’altra centoventimila guerrieri giapponesi, disposti a tutto. Grazie a delle immagini di archivio straordinarie il prof. Alessandro Barbero ci porta nel cuore di uno dei conflitti più sanguinosi della Seconda guerra mondiale, la battaglia di Okinawa raccontata nel doc in onda martedì 9 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Ottantadue giorni di combattimenti feroci che hanno trasformato una piccola isola del Pacifico, Okinawa, in un inferno di fuoco e piombo.  

Il Segno delle Donne. Fernanda Gattinoni  

Durante la Seconda guerra mondiale, andando totalmente controcorrente, con grande coraggio, Fernanda Gattinoni, una delle prime creative della moda, apre il suo magnifico atelier di 850 metri quadri, staccandosi definitivamente dalla moda francese imperante fino a quel momento, creando una moda del tutto italiana. È lei - alla quale dà voce e volto Elisabetta De Palo nella conversazione “impossibile” con Elena Stancanelli – la protagonista dell’appuntamento con la serie “Il segno delle donne”, in onda martedì 9 agosto alle 22.10 su Rai Storia.  

Madame Gattinoni, come amava essere chiamata, è l’essenza stessa di eleganza, dedizione al lavoro, generosità e umanità, con i suoi collaboratori e con le sue clienti, che ameranno non solo i suoi abiti da sogno, ma anche la donna. Fernanda Gattinoni stringe amicizia con le grandi star del cinema; Ingrid Bergman, Anna Magnani, Roberto Rossellini, Audrey Hepburn, con cui condivide segreti, amori e paure. La “Hollywood sul Tevere” la decreta una diva fra le dive, anzi sopra le dive e la sua determinazione e dedizione al lavoro, fisseranno nella storia la Maison Gattinoni. “Il Segno delle Donne” è una co-produzione Anele e Rai Storia, realizzata da Anele. Prodotta da Gloria Giorgianni. Coordinamento editoriale Rai Alfonso Notari. Delegato di produzione Rai Serena Valeri. Soggetto di Gloria Giorgianni, Massimo Favia e Andrea Martelli. Sceneggiature di Giorgia Colli (Fernanda Gattinoni, Colette Rosselli), Flaminia Padua (Angela e Luciana Giussani, Carina Massone Negrone), Federica Tuzi (Liala, Alida Valli), con la consulenza storica di Silvia Salvatici. Regia di Marco Spagnoli, Gisella Gobbi, Mario Vitale. 

MERCOLEDI’ 10/08/2022   

Passato e Presente  Lo smemorato di Collegno con la Prof.ssa L. Roscioni  

Lo “Smemorato di Collegno”, è il nome che, nel 1927, la stampa affibbia a un uomo rinchiuso da un anno nel famoso manicomio del paese vicino a Torino. Un personaggio ricordato da Paolo Mieli con la professoressa Lisa Roscioni a Passato e presente, in onda mercoledì 10 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Come molti, nell’Italia del primo dopoguerra, dice di non ricordare nulla della propria identità, né del proprio passato. La Grande Guerra è finita da meno di dieci anni e i dispersi, o i reduci colpiti da amnesie non mancano. Ma il caso dello Smemorato riempie le cronache e divide l’opinione pubblica dell’epoca. Dopo la pubblicazione della sua foto nella rubrica sugli scomparsi di un settimanale a larghissima tiratura nazionale, infatti, due donne lo rivendicano come marito e padre dei loro figli. E mentre, con una di esse, lo Smemorato si costruisce una nuova vita, inizia il caso giudiziario che più di ogni altro appassiona l’Italia del Ventennio. Smemorato vittima della guerra, o fedifrago truffatore? Una vicenda intricata che vede sullo sfondo gli imbarazzi del Regime fascista e del Vaticano, negli anni che precedono il Concordato tra Stato e Chiesa.  

Storie della TV   La Tv di Ettore Bernabei

La figura di uno dei dirigenti più importanti della storia del Servizio Pubblico, e la stagione televisiva a cavallo degli anni 60 e 70.  Chiamato al ruolo dal presidente del Consiglio Amintore Fanfani alla fine del 1960 (prendendo servizio il 5 gennaio del ’61), Ettore Bernabei guiderà il timone dell’azienda per un’intera era geologica, che si chiude il 13 settembre 1974. Tredici anni in cui cambia il volto dell’Italia, e della sua Televisione, medium che diventa la stella polare di un Paese. Basti pensare che dal 1960 al 1970 si passa da 2 a 10 milioni di famiglie abbonate, e la platea si allarga fino a 30 milioni di spettatori. Numeri a parte, è la lunga stagione dell’età dell’oro della RAI TV: dall’invenzione di Tv7 alla genesi dei grandi sceneggiati e dei sontuosi varietà, delle collaborazioni d’eccellenza con Roberto Rossellini, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni (solo per citarne alcuni) e del gotha culturale nazionale e internazionale. Bernabei ha cambiato il volto alla Rai dal punto di vista produttivo e televisivo, imprimendo quella fortissima identità culturale ancora presente nelle grandi occasioni quotidiane del servizio pubblico. La tv di Ettore Bernabei è al centro dell’episodio con “Storie della TV”, serie realizzata con la partecipazione e la consulenza di Aldo Grasso, e in onda mercoledì 10 agosto alle ore 21.10 su Rai Storia.  

’14-’18: LA GRANDE GUERRA CENTO ANNI DOPO  L’attacco: la guerra ha inizio  

La mattina del 4 agosto 1914 le truppe tedesche passano la frontiera del Belgio. È l’inizio del primo conflitto mondiale che raggiungerà in un lampo il cuore dell’Europa, rappresentato dalla Francia. Lo racconta “’14 – ’18. La Grande Guerra 100 anni dopo”, presentata da Paolo Mieli, con la conduzione di Carlo Lucarelli e la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi, in onda mercoledì 10 agosto alle 22.10 su Rai Storia. 

L'attacco, deciso seguendo il piano Schlieffen, avviene violando la neutralità del Belgio e scatenando in tal modo l’intervento della Gran Bretagna. L’armata tedesca, che secondo i piani avrebbe dovuto raggiungere e annientare Parigi in sei settimane, il 7 settembre viene fermata in un feroce combattimento sulla Marna. La guerra lampo voluta dai tedeschi lascia il posto alla lunga e logorante guerra di posizione. 

GIOVEDI’ 11/08/2022 

Italiani  Giuseppe Di Vittorio 

Da bracciante poverissimo e semianalfabeta nella Puglia dei primi anni del Novecento, a fondatore del più grande sindacato dell’Italia democratica, deputato all’Assemblea Costituente, esponente di spicco del Pci nel dopoguerra, presidente della Federazione Sindacale Mondiale. Una vita, quella di Giuseppe Di Vittorio, avventurosa e intensa, che spesso sfiora i confini del mito, senza però mai perdere di vista i valori più preziosi: il lavoro e la democrazia.  

In occasione del 130° anniversario della sua nascita, il doc che ritrae Giuseppe Di Vittorio andrà in onda per il ciclo “Italiani” giovedì 11 agosto alle 17 su Rai Storia. 

Come ricorda Pietro Ingrao in un’intervista del 1987 “è stato il simbolo di tutta un’Italia oppressa che si alzava in piedi e che poneva il problema del suo riscatto e della sua emancipazione”. Sempre schierato dalla parte dei lavoratori, dei ceti sociali più deboli, Di Vittorio ha dato un grande contribuito alla ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra: non va dimenticato il suo impegno nella stesura della Carta costituzionale, ancora oggi tra le più avanzate al mondo in materia di riconoscimento e di garanzia dei diritti sociali. Il grande senso di responsabilità nazionale che in lui sempre prevale, anche nei momenti tragici della giovane repubblica italiana alla fine degli anni Quaranta. 

Ripercorriamo la vita di Giuseppe Di Vittorio in questa puntata del programma Italiani, attraverso il racconto di Adolfo Pepe, direttore scientifico della Fondazione Di Vittorio e Michele Pistillo, biografo del sindacalista pugliese, i ricordi di Emanuele Macaluso e i contributi di Fabrizio Loreto, studioso di storia dei movimenti sindacali e Francesco Giasi, vicedirettore della Fondazione Istituto Gramsci. Una preziosa testimonianza viene dall’ascolto di alcuni stralci dei comizi: arriva fino a noi la forza dell’oratoria di Di Vittorio, la capacità di “rivolgersi a tutti come se parlasse a ciascuno”,  “di parlare al cuore della gente”,  ai braccianti di Cerignola, agli impiegati di Roma e Milano, agli operai delle fabbriche di Torino così come agli intellettuali spagnoli in fuga dal regime franchista, come prova la lettura di un commovente discorso del 1936 pronunciato durante l’assedio di Madrid. 

Passato e Presente  La legione straniera (con il prof. Ernesto Galli Della Loggia)  

Nata nel 1831 per volontà del re Luigi Filippo, che doveva sostenere la campagna d’Algeria appena iniziata, la Legione straniera è un corpo speciale dell'esercito francese che arruola volontari di ogni nazionalità. Chi diventa legionario abbandona tutto e, all’occorrenza, persino l’identità. La Legione diventa così un riparo per molti avventurieri, perseguitati politici di ogni credo, criminali in fuga. Una caratteristica che ha fatto del legionario una figura romantica, che ha alimentato l’immaginario di tanto cinema e tanta letteratura. La legione straniera è al centro dell’appuntamento con Passato e presente in onda giovedì 11 agosto alle ore 13:15 e alle ore 20:30 su rai Storia. Nella realtà, quella della Legione Straniera è una storia lunga e controversa, piena di battaglie all’ultimo sangue e di atti di eroismo, ma anche macchiata da gravi episodi di violenza su civili e nemici. Ridimensionata per volere di De Gaulle dopo il coinvolgimento del 1° Reggimento Straniero Paracadutisti nel golpe in Algeria del 1961, la Legione è oggi un corpo scelto per le missioni dell’esercito francese nel mondo. Paolo Mieli ne ricostruisce la storia insieme al professor Ernesto Galli della Loggia. 

a.C.d.C. 
1590-1643 Per la fede e per il trono. Alle origini dell’Europa moderna   
Un re protestante e L’amore, non la guerra 

Enrico IV: è il nuovo re di Francia, ma è un protestante e sono in molti ad opporsi alla sua incoronazione. Le truppe del re cingono d’assedio Parigi, riducendo gli abitanti alla fame, ma non ha la forza militare per sconfiggere l’opposizione, organizzata nella Lega Cattolica. È solo dopo cinque anni di sanguinosi scontri, e dopo la sofferta conversione al Cattolicesimo che Enrico può essere finalmente incoronato nella cattedrale di Chartres. È “1590-1643 Per la fede e per il trono. Alle origini dell’Europa moderna” introdotta da Alessandro Barbero per il ciclo “a.C.d.C”, da giovedì 11 agosto alle ore 21.10 su Rai Storia.  A seguire, l’episodio “L’amore, non la guerra”: dal 1594 Enrico IV è finalmente il legittimo re di Francia, e può dedicare le sue energie a risollevare un regno devastato da trent’anni di guerra civile, incoraggiando la produzione interna, agevolando i commerci e rinnovando le vie di comunicazione. Per evitare altri conflitti, con l’editto di Nantes, Enrico IV riconosce ogni francese, quale che sia la sua religione, come suddito fedele del regno. Enrico ha bisogno di un erede al trono, e dopo la morte della sua favorita, Gabrielle d’Estrées, accetta di sposare Maria de’ Medici, che darà alla luce Luigi XIII. 

VENERDÌ 12/08/2022 

Passato e Presente  Alberto Sordi l’italiano  

Il 15 giugno 1920, a Trastevere, nel cuore di Roma, nasceva l’italiano per eccellenza: Alberto Sordi. Sin dai suoi esordi in teatro e alla radio, l’attore, regista, doppiatore, autore, ha portato alla ribalta l’uomo comune, coi suoi tanti vizi e le sue poche virtù, colto nella sua prosaica autenticità. Ad Alberto Sordi, l’italiano, è dedicato “Passato e Presente”, in onda venerdì 12 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio, con Paolo Mieli, la professoressa Barbara Bracco. 

Nella sua lunghissima carriera cinematografica, che conta quasi duecento film, Alberto Sordi ha dato vita a personaggi che hanno raccontato l’Italia uscita dal secondo conflitto mondiale, alle prese con la ricostruzione e poi col miracolo economico, fino alla crisi degli anni Settanta. Ancora oggi, il suo contributo alla costruzione della maschera dell’italiano resta indelebile nella memoria collettiva.   

I mondi di ieri 

Negli anni Sessanta e Settanta, il mondo appariva diviso fra Occidente capitalista e Oriente comunista; l’avvento della società dei consumi di massa e la critica ai valori tradizionali delle società occidentali costituiscono la cornice all’interno della quale sempre più intellettuali e artisti si muovevano alla ricerca di nuovi riferimenti e nuove ispirazioni, al di fuori dei propri consueti spazi di riferimento. L’India, o almeno, l’idea dell’India che l’immaginario occidentale aveva costruito nel corso dei secoli, ha rappresentato, in quegli anni, l’approdo per molti spiriti assetati di assoluto e di nuove risposte. Nasce in questo contesto Appunti per un film sull’India (1967) di Pier Paolo Pasolini. Si tratta di un documentario che raccoglie reportage d’inchiesta e suggestioni visive per un film che non verrà mai girato. I temi sono quelli cari allo sguardo e alla sensibilità pasoliniana: la spiritualità e la fame di un paese in via di sviluppo, con le sue spinte contraddittorie verso l’industrializzazione e il progresso e un antico cuore di tradizioni in evoluzione. A “I mondi di ieri” in onda  venerdì 12 agosto alle 21.10 su Rai Storia, Edoardo Camurri ne parlerà in studio con la scrittrice Dacia Maraini, una delle amiche più strette di Pier Paolo Pasolini, e il professor Raffaele Torella, indologo e docente emerito di Lingua e letteratura sanscrita all’Università La Sapienza di Roma. 

Inferno nei mari  Il lungo viaggio 

Dicembre 1944. Un comandante di U-Boot tedesco compie un viaggio di una lunghezza senza precedenti per attaccare una spedizione alleata al largo delle coste dell'Australia. La mattina di Natale, l'equipaggio di una nave mercantile reagisce e riesce a neutralizzare un siluro destinato alla nave, ma l'U-Boot vira per assestare un altro colpo: possono resistere fino all'arrivo dei soccorsi? E’ la storia al centro di “Inferno nei mari”, in onda venerdì 12 agosto alle 22.10 su Rai Storia. 

SABATO 13/08/22 

Le storie di Passato e Presente Garibaldi e il Risorgimento italiano 

Il Risorgimento italiano attraverso Giuseppe Garibaldi, uno scrittore d’eccezione, testimone delle imprese garibaldine, Alexandre Dumas, e la moglie e compagna d’avventura dell’eroe dei due mondi, Anita Garibaldi.  Lo racconta l’appuntamento con “Le storie di Passato e Presente” in onda sabato 13 agosto alle 20.30 su Rai Storia. 

Il primo capitolo è dedicato all’eroe più mitico e più celebrato del Risorgimento italiano: Garibaldi, l’artefice dell’impresa dei Mille, i volontari sbarcati sulle coste della Sicilia che riescono a sconfiggere l’esercito borbonico e a conquistare tutto il sud Italia. 

Un garibaldino d’eccezione è il grande scrittore francese Alexandre Dumas, sincero attivista democratico e grande ammiratore del Generale. Dumas partecipa attivamente all’impresa dei Mille, a cui dà il suo personale contributo e su cui scriverà un libro subito dopo. Al rapporto tra il grande scrittore francese e Garibaldi è dedicata la seconda parte del nostro racconto. 

Infine, parleremo di Anita Garibaldi, che all’eroe del Risorgimento, conosciuto in Sud America, dedica la vita. Anita muore molto giovane, dopo avergli dato quattro figli. Accanto al mito di Garibaldi, la memoria degli italiani conserva uno spazio anche per lei. 

Cinema Italia L’accabadora

Cagliari, anni '40. La giovane Annetta ha ereditato la segreta arte di sua madre: è l'Accabadora, colei che dispensa la buona morte nell'arcaico mondo sardo. Ma il vento dei cambiamenti sociali portato dalla Seconda guerra mondiale le faranno superare lo stigma della sua condizione, attraverso la via dell'amore. Tratto dal romanzo di Michela Murgia, di, Enrico Pau, con Donatella Finocchiaro, Barry Ward, Carolina Crescentini, Sara Serraiocco, Anita Kravos, “L’Accabadora” andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia” sabato 13 agosto alle 21.10 su Rai Storia.  

Documentari d’autore Talking about trees – 1^ VISIONE 

Ibrahim, Soliman, Manar e Altayeb sono tra i pochi primi sudanesi ad aver avuto l'opportunità di studiare cinema nella Repubblica Democratica Tedesca, nell'URSS e in Egitto tra gli anni Sessanta e Settanta. Dopo quindici anni di distanza e di esilio, i quattro, componenti del Sudanese Film Group, si riuniscono per realizzare il loro sogno: rendere il cinema una realtà di nuovo attiva in Sudan e permettere a tutti i connazionali di vedere dei film. Lo fanno attraversando le strade con un camioncino per proiettare film e ispirare amore per il grande schermo, con il desiderio di riprendere anche a realizzare dei film. La loro frenetica ricerca di immagini permette di ricostruire un ritratto del Sudan, paese fatto di bellezza e orrore allo stesso tempo. Di Suhaib Gasmelbari, “talking about trees” andrà in onda in prima visione sabato 13 agosto alle 22.50 su Rai Storia. 


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