L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La storia della Scala

DOMENICA 31/12/2023

“Radiocorriere delle feste”
I messaggi dei Presidenti

Un appuntamento atteso, ogni anno, il 31 dicembre: il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica agli italiani. Accade dal 1960 e domenica 31 dicembre alle 17.45 su Rai Storia “Radiocorriere delle feste” propone una scelta

dai tradizionali discorsi di fine anno dei Presidenti della Repubblica trasmessi in Tv: da quello del 1960 di Giovanni Gronchi a quello del 2022 di Sergio Mattarella.

Passato e Presente
Il Teatro alla Scala di Milano

Progettato e costruito a tempo di record alla fine del ‘700, per volere dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa, il Teatro alla Scala, così chiamato perché sorto nell’area dell’ex chiesa di Santa Maria alla Scala, è stato molto più che il tempio del bel canto. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Carlotta Sorba a “Passato e Presente”, in onda domenica 31 dicembre alle 20.30 su Rai Storia. Nel corso dei suoi due secoli e mezzo di attività, è stata la più importante istituzione culturale del paese. Sul palco non si sono alternate solo le più importanti opere italiane, ma è andata in scena anche la storia d’Italia, dalle battaglie per il Risorgimento all’antifascismo, dalla ricostruzione dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale alla contestazione contro i privilegi dei più ricchi.

Binario cinema
“Il nemico alle porte” di Jean-Jacques Annaud

Un film che prende spunto da un episodio avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui però non si conosce del tutto la veridicità storica. È il film “Il nemico alle porte” - diretto da Jean-Jacques Annaud e ispirato al romanzo “Enemy at Gates: The Battle for Stalingrad” scritto da William Craig – in onda domenica 31 dicembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel ricchissimo cast, Jude Law, Rachel Weisz, Ed Harris, Joseph Fiennes, Bob Hoskins e Ron Perlman.

Stalingrado è stretta nella morsa nazista e ogni metro di terreno viene conteso armi in pugno. Il tiratore scelto Vassili Zaitsev abbatte uno dopo l'altro i tedeschi. Il commissario politico Danilov fa di lui un potente mezzo di propaganda. È l'eroe sovietico per eccellenza che non sbaglia un colpo. Un maggiore tedesco, König, decide di sfidarlo sul suo stesso terreno: la precisione nella mira. I due danno inizio a un inseguimento che porterà allo scontro finale.

LUNEDI’ 01/01/2024

Passato e presente
Roma e il faraone

Dopo la dominazione persiana, e quella greca di Alessandro il Grande, la terra del Nilo diventa una provincia dell’Impero Romano e le sue ricchezze contribuiscono alla grandezza di Roma, mentre, dopo la sconfitta di Azio, il popolo delle piramidi perderà del tutto la sua autonomia. Ma questa storia di conquista, culminata con l’annessione dell’Egitto a provincia romana, non è a senso unico. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 1° gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con la professoressa Patrizia Piacentini. Roma resta colpita dal fascino della terra dei faraoni e importa, oltre a notevoli quantità di grano e beni di lusso, anche l’eleganza dell’arte egizia. Ancora oggi ci sono tracce d’Egitto a Roma e in molte altre città, dove fiorivano tempi di Iside o di Serapide, culti sincretici di ispirazione egizia ed ellenistica. Roma conquista l’Egitto con l’esercito, con le strategie di Giulio Cesare e con l’abilità di Ottaviano. Ma l’Egitto, a sua volta, conquista Roma con Cleopatra, pericolosa e fatale, e il fascino misterioso della sua cultura millenaria.

Italia. Viaggio nella bellezza 
Le Capitali italiane della cultura

Cos’hanno in comune una piccola isola del Golfo di Napoli, dalla secolare tradizione marinara, e una località toscana, sede di un comune medievale? Una città del nord, fortemente votata all’industria, e un capoluogo del sud, crocevia di popoli e di culture? Sono state tutte “Capitali italiane della cultura”. Ne parla “Italia. Viaggio nella bellezza” in onda lunedì 1° gennaio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Il progetto nasce per riconoscere e premiare quella straordinaria ricchezza e diversità del territorio nazionale e allo stesso tempo stimolare una virtuosa competizione fra le città. Ma non è un semplice riconoscimento del valore dei monumenti, è un premio che va alla progettualità, alla capacità di un luogo di mettersi in gioco per creare opportunità di crescita attraverso la cultura.

Storie della Tv
La partenza (1926-1954)

I primi 50 anni della Televisione Italiana e la lunga preparazione al lancio della programmazione ufficiale, avviata il 3 gennaio 1954. L’ultima puntata di “Storie della TV”, con Aldo Grasso, in onda in prima visione lunedì 1° gennaio alle 22.10 su Rai Storia si torna ai “blocchi di partenza”.

Nel 1926 avviene la prima dimostrazione pubblica di un sistema di ripresa e trasmissione televisiva in Italia: è l’inizio di una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, che si concluderà con il fatidico 3 gennaio ’54. Testimoni della puntata sono Romana De Angelis Bertolotti, nipote dell’ingegnere Sergio Bertolotti, e Alessandro Banfi, nipote e omonimo dell’altro ingegnere che per primi organizzarono gli esperimenti televisivi nell’Eiar fascista e nella Rai del dopoguerra; Enrico Menduni, massmediologo e storico della radio italiana, che racconta il contesto di questi esperimenti nella storia della Radio italiana; Vito Molinari, uno dei registi del primo nucleo di lavoro della Televisione, che racconta la fase finale della sperimentazione della Televisione Rai, prima dell’avvio ufficiale dei programmi. Di Fabrizio Marini. Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

MARTEDI’ 02/01/2024

Passato e presente
Il rosso e il nero. La Francia della Restaurazione

Scritto in parallelo con lo svolgersi degli eventi della Rivoluzione di Luglio del 1830, Il Rosso e il Nero di Stendhal, oltre a narrare l’universo del giovane popolano, Julien Sorel, descrive la Francia post-rivoluzionaria e post-napoleonica soggiogata da una Restaurazione che ridà spazio agli alti ceti nobiliari, burocratici e clericali. A “Passato e Presente”, in onda martedì 2 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Alessandro Barbero, attraverso il capolavoro di Stendhal, ripercorrono la storia della Francia della Restaurazione dove, tra speranze tradite e nuovi equilibri, l’eredità di Napoleone è ancora viva e complessa. 

“5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”
Tè, caffè o cioccolato. La storia in tazza e tazzina

Una storia “in tazza e tazzina”: la racconta “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, la nuova serie Rai Cultura con Giorgio Zanchini in onda martedì 2 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Tè, caffè e cacao sono state merci all'origine della travolgente e al tempo stesso terribile avventura delle colonie europee. Una pagina di storia approfondita da Giorgio Zanchini con Massimo De Giuseppe, professore di Storia Contemporanea allo Iulm di Milano.

“La macchina delle immagini di Alfredo C.”
La storia degli italiani “dimenticati”

La storia degli italiani trattenuti in Albania dal regime comunista è quasi dimenticata, coperta dalla valanga di eventi che ha travolto centinaia di migliaia di connazionali in altri paesi. Una pagina di storia che rivive nello speciale “La macchina delle immagini di Alfredo C.”, firmato da Roland Sejko e prodotto da Luce-Cinecittà, in onda martedì 2 gennaio alle 22.10 su Rai Storia e disponibile su RaiPlay, introdotto e contestualizzato dal professor Alberto Basciani. Il documentario è stato presentato con successo alla Mostra del Cinema di Venezia e ha vinto il Nastro d’Argento 2022 per il Miglior Documentario.

Aprile 1939. L’Italia fascista occupa l’Albania. Migliaia di italiani, operai, coloni e tecnici, vengono trasferiti nel Paese. Novembre 1944, l’Albania è liberata. Il nuovo regime comunista chiude i confini e pone all’Italia decine di condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini. Nel 1945 in Albania si trovano trattenuti ancora 27.000 italiani tra reduci e civili. Tra di loro c’è anche un operatore cinematografico. Si chiama Alfredo C. – interpretato da Pietro De Silva – ed è un operatore della propaganda fascista che ha girato per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. Prima, per quasi un ventennio, ha immortalato la capillare macchina del regime. Ora, da un giorno all’altro, deve fare lo stesso, ma per un regime comunista. Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo C. rivede su una vecchia moviola quello che ha girato. La sua storia che è anche il suo film. E, forse, non solo il suo. “La chiave per raccontare – dice Roland Sejko - è arrivata, come spesso succede, per caso. Quando tra i documenti dell’Archivio Centrale d’Albania, in una richiesta di rimpatrio ho notato un nome che conoscevo: quello dell’operatore dell’Istituto Nazionale Luce in Albania, ora, in quelle carte, dipendente del Minculpop comunista. La sua storia, intrecciata giocoforza con le immagini e le storie di altri, dava l’occasione per elaborare alcuni temi: l’onnipresenza e le tecniche della propaganda, l’incombenza degli eventi storici sui destini personali, la responsabilità della folla e quella dei singoli. E una riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede. La sua storia, intrecciata giocoforza con le immagini e le storie di altri, dava l’occasione per elaborare alcuni temi: l’onnipresenza e le tecniche della propaganda, l’incombenza degli eventi storici sui destini personali, la responsabilità della folla e quella dei singoli. E una riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede”.

MERCOLEDI’ 03/01/2024

Buon compleanno Rai Tv

Un palinsesto per festeggiare i 70 anni del piccolo schermo

Settant’anni di tv firmata Rai. Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della prima trasmissione televisiva regolare, Rai Cultura dedica al “compleanno” del piccolo schermo targato Rai – con i suoi grandi protagonisti di ieri e di oggi - gran parte della programmazione di mercoledì 3 gennaio su Rai Storia. Ad aprire il palinsesto sono le “pillole” della tv sperimentale di “SettantaRai”, alle 00.30, e alle 7.30 “Storie della Tv” con Aldo Grasso racconta gli anni tra il 1926 e il 1954, a partire dalla prima dimostrazione pubblica di un sistema di ripresa e trasmissione televisiva in Italia che diede il via a una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale.

Alle 9.30, poi, “Dietro le quinte della tv” di Rinaldo Del Fabbro che – nel 1953 – documentò l’organizzazione della TV negli studi di Milano in vista dell’avvio ufficiale delle trasmissioni, mentre – a seguire - “Storie della Tv” racconta il primo decennio della Tv italiana, dal lancio e dall’affermazione come medium nazionale, sotto il segno delle linee impartite dalla Bbc, “informare-intrattenere-educare”. Alle 10.45, poi, il doc firmato da Ugo Zatterin “Tv dieci anni prima”, trasmesso in occasione dei primi 10 anni di trasmissioni, da cui prende il via anche la puntata di “Storie della Tv”, alle 12.00. Alle 13.00 ancora Zatterin con “Tv dieci anni dopo”, trasmesso nel 1964, l’anno del raggiungimento del quinto milionesimo abbonamento alla Tv.

Ai cambiamenti portati dalla riforma televisiva del 1975 - che introduce il pluralismo delle idee e la concorrenza interna delle reti e delle testate, oltre all’applicazione del colore e alla Terza Rete regionale - è dedicato “Storie della Tv”, alle 15, mentre “Rai54 – Questa è la Tv”, alle 16.00 è una “radiografia” del lavoro della Rai, datata 1973.

Alle 16.45 torna “Storie della tv” che si sofferma sul periodo post 1984, quando la Rai deve misurarsi, per la prima volta nella sua storia, con la concorrenza, in particolare con i network privati di Silvio Berlusconi.

E proprio la tv commerciale è il bersaglio della satira di “Indietro tutta”, scritta da Renzo Arbore e Ugo Porcelli, riproposta alle 17.45, e seguita dall’ultimo capitolo delle “Storie della Tv” che si sofferma sullo scenario degli anni 2000.

In serata, poi, a “Passato e Presente” - in onda alle 20.30 – Paolo Mieli e la professoressa Silvia Cassamagnaghi si sofferma in particolare sulla presenza delle donne all’interno della televisione, inizialmente limitato al ruolo di annunciatrice o di conduttrice, ma destinato a intensificarsi notevolmente, davanti e dietro le telecamere.

A chiudere la programmazione dedicata su Rai Storia una puntata speciale di “SettantaRai” che raccoglie tutte le “pillole” trasmesse quotidianamente dal 13 novembre per raccontare i mesi di sperimentazioni e prove che precedettero l’avvio ufficiale delle trasmissioni.

Passato e Presente
La Tv degli esordi e le donne

Il 3 gennaio 1954, dallo storico palazzo di corso Sempione di Milano, cominciano ufficialmente le regolari trasmissioni della Rai. La presenza delle donne all’interno della televisione, inizialmente limitato al ruolo di annunciatrice o di conduttrici, col tempo si intensificherà notevolmente, davanti e dietro le telecamere. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Silvia Cassamagnaghi a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 3 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Saranno sempre più numerose le donne autrici e registe. Il loro particolare punto di vista si rivelerà determinante nel raccontare la società italiana. Come quello di Liliana Cavani che prima di approdare al cinema, in soli cinque anni, dal 1961 al 1966, realizzerà oltre dieci programmi, spaziando dal documentario di montaggio sulla grande storia del Novecento alle inchieste sulle trasformazioni sociali, economiche e culturali del nostro Paese.

Io sono Venezia
La Serenissima nei secoli

Da Cassiodoro a Domenico Morosini, da Fantina al Carpaccio, da Marcantonio Bragadin ad Alexandre Promio: cento minuti per raccontare Venezia e la sua terra, Venezia e il suo mare, ma anche i personaggi che hanno contribuito a renderla – dalle origini alle soglie del Novecento - una città unica. Storie, protagonisti e luoghi che prendono vita in “Io sono Venezia” – lo speciale firmato da Davide Savelli, Massimiliano Griner, Marta La Licata, Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano, in onda con la seconda parte mercoledì 3 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Realizzato da Rai Cultura in 4K, con mezzi interni, lo speciale va alla scoperta di Venezia dando voce ad alcuni personaggi storici, interpretati da attori e attrici che testimoniano in prima persona le trasformazioni della città, in monologhi basati su memorie, diari e materiali di archivio. E accanto alle ricostruzioni – con gli interventi di storici ed esperti come Gherardo Ortalli, presidente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e consulente del progetto – ci sono anche le immagini della città contemporanea, delle sue attività e delle sue opere d’arte.

GIOVEDI’ 04/01/2024

Passato e presente
La montagna magica. La Germania di Thomas Mann

Quando esce “La Montagna Incantata”, nel 1924, Thomas Mann ha quasi 50 anni.  Ne sono passati 24 dalla pubblicazione del suo più grande successo editoriale, “I Buddenbrook”, e il mondo intorno a lui è completamente cambiato.  La Germania Guglielmina non esiste più.  Ne parlano Paolo Mieli e il professor Emilio Gentile a “Passato e Presente” in onda giovedì 4 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La nuova repubblica emersa dalle ceneri della grande guerra e dell’umiliante sconfitta tedesca sta facendo i conti con una crisi economica devastante e con la presenza di forze politiche sovversive, tra le quali sempre più pericolose appaiono quelle che incarnano il nazionalismo dell’estrema destra.  Mann, che nel 1914 si era unito al coro patriottico e aveva messo la sua penna ed il suo prestigio al servizio dello sforzo bellico tedesco, ha cominciato da tempo una revisione delle proprie posizioni politiche e culturali che lo porterà allo scontro aperto con il nazismo. “La Montagna Magica”, scritta tra il 1913 e il 1924 è, quindi, non solo un romanzo di formazione ma anche un grande affresco della società europea d’anteguerra e il racconto simbolico del travagliato percorso intellettuale del suo autore. 

Ad “a.C.d.C.” gli ultimi re guerrieri d'Europa
Venti di guerra

Quando il re Edoardo il Confessore muore senza un erede, la lotta per il trono di Inghilterra si scatena violenta. Un periodo cruciale della storia inglese ricostruito dalla serie “Gli ultimi re guerrieri d’Europa”, in onda per a.C.d.C. giovedì 4 gennaio alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.
Il conte Aroldo assume la corona, ma non è l’unico pretendente. In Normandia il duca Guglielmo, convinto di essere stato designato successore al trono dallo stesso Edoardo rivendica per sé la corona d’Inghilterra. Nel frattempo, il re vichingo Harald Hardrada di Norvegia sta allestendo una forza d’invasione. Molto presto l'Inghilterra sarà sotto attacco. 

A seguire, “a.C.d.C.” propone un viaggio tra gli edifici più simbolici del Medioevo nella serie“I costruttori di castelli”. Per innalzarli sono serviti pietra, legno, pochi strumenti e molti uomini. Come sono stati ideati, costruiti e governati?

VENERDÌ 05/01/2024

Passato e presente
L'imperatore Giuliano

Flavio Claudio Giuliano, della dinastia costantiniana, è stato imperatore solo dal 361 al 363 d. C. e la sua ascesa è stata tortuosa, minacciata da una successione violenta e controversa. A Parigi, mentre combatte contro gli Alemanni, viene acclamato Augusto dai suoi soldati e, con la contemporanea scomparsa di Costanzo II, rimane imperatore unico fino alla morte prematura, avvenuta durante una campagna militare in Persia. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Umberto Roberto a “Passato e Presente”, in onda venerdì 5 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Giuliano è un ottimo amministratore dello Stato: sebbene sia un restauratore dei valori antichi, governa da Milano prima e poi da Costantinopoli, capitale ufficiale dal 330, senza mai vedere Roma. Tanti lo conoscono con l’ingiurioso epiteto di Apostata, per il suo effimero tentativo di fermare la cristianizzazione dell’Impero Romano e restaurare la religione pagana. Ma le sfaccettature di questo imperatore dell’epoca tardo antica sono molteplici e restituiscono i colori di un’epoca viva e di un impero in trasformazione.

“L’occhio di vetro”
Un passato inatteso

Ferruccio, un ragazzo di quindici anni figlio di un eroe della Prima Guerra Mondiale, si ritrova a combattere tra le fila degli ultimi difensori della Repubblica di Salò. Ne scrive giorno per giorno, in un diario in cui racconta anche i destini delle due sorelle maggiori, Liliana e Maria Grazia, sposate rispettivamente a un fascista e ad un partigiano comunista. Il ragazzo è un vecchio zio del regista Duccio Chiarini che - guidato da quel diario - inizia una ricerca nel passato della sua famiglia. Nasce così “L’occhio di vetro” che Rai Cultura propone venerdì 5 gennaio alle 21.10 su Rai Storia, introdotto e contestualizzato dal professor Francesco Perfetti.

“Non ricordo il giorno in cui, bambino, venni a sapere che i miei nonni materni erano stati fascisti – dice il regista -, ma ricordo perfettamente il giorno in cui, ormai adolescente, mi resi conto di quello che ciò significava. Quel giorno la parola fascismo uscì dai libri di scuola e si frappose come nebbia tra me e le persone più amate, rendendo improvvisamente torbido tutto ciò che per anni era stato cristallino”.

“Quelli della scientifica”
Quando nacque la nuova sezione investigativa della polizia

Nell'Italia di fine Ottocento il nuovo Stato liberale deve fare i conti con nuove e piùpericolose forme di criminalità per gestire e garantire l'ordine pubblico, messo a dura prova anche dal regicidio di Re Umberto I. Il presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli sposa quindi il progetto di un giovane e talentuoso allievo di Cesare Lombroso, il medico Salvatore Ottolenghi, che punta a creare una nuova sezione investigativa nella Pubblica Sicurezza che sappia studiare e prevenire crimini efferati. Una storia ricostruita - con il contributo di storici dell’età contemporanea, di esperti appartenenti alla Polizia e attraverso le immagini dell’Archivio storico della Polizia di Stato - dallo Speciale “Quelli della scientifica”, in onda venerdì 5 gennaio alle 22.10 su Rai Storia.
Nel 1903, a Roma, viene istituito il primo corso di Polizia Scientifica, i cui insegnamenti coniugano la rigorosa conoscenza scientifica ad una spiccata propensione nello sperimentare e nell’ideare tecniche all’avanguardia e metodologie innovative che sono ancora oggi alla base del procedimento investigativo. Tra gli allievi di Salvatore Ottolenghi ci sono Giovanni Gasti, Umberto Ellero e Giuseppe Falco. Diventeranno una squadra vincente: Ottolenghi introduce il “Cartellino Segnaletico” che cataloga le persone grazie le foto, caratteristiche fisiche e impronte. Gasti crea il “Metodo Gasti” per le impronte digitali, utilizzato fino al 1997. Ellero progetta le “gemelle Ellero” per fotografare il reo contemporaneamente di lato e di fronte. Strumenti e tecniche che hanno la consacrazione definitiva il 22 marzo 1909: un cadavere ritrovato in un baule in una stanza a Roma. Attraverso rilievi e impronte si scoprirà che l’uomo senza nome si chiama Edmondo Tarantowicz, vittima di un regolamento di conti tra spie internazionali. E, grazie agli stessi metodi, verrà risolto un caso che nel 1911 fece molto scalpore: l’omicidio della nobildonna Giulia Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, uccisa dall’amante in una stanza d’albergo, a Roma. Ma la scientifica indagò anche sull’omicidio Matteotti, nel 1924, arrivando però a conclusioni assai poco gradite al regime fascista che chiese a Ottolenghi, invano, di dichiarare errati i suoi accertamenti.

SABATO 06/01/23

Passato e Presente
Lucrezia Borgia il destino di un nome

Jacopo Sannazzaro, Francesco Guicciardini, Victor Hugo, Gaetano Donizetti: si deve a loro e a molti altri la leggenda nera che avvolge la figura di Lucrezia Borgia. Il suo nome è assurto a personificazione della malvagità, della lussuria, dell’abiezione. Eppure, Lucrezia Borgia è tutt’altro. Una figura tratteggiata da Paolo Mieli e dalla professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli a “Passato e Presente”, in onda sabato 6 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. Basta leggere le cronache dei contemporanei che l’hanno conosciuta o le opere dei poeti e dei letterati come Pietro Bembo e Ludovico Ariosto che ne hanno celebrato la bellezza, la generosità, l’intelligenza. Lucrezia, nei primi anni alla corte romana del padre, papa Alessandro VI, è una pedina che viene mossa sullo scacchiere delle strategie matrimoniali per accrescere il lustro e il potere della casata. Poi, quando a ventidue anni sposa Alfonso d’Este e si trasferisce nel ducato di Ferrara, lontano dalle trame della famiglia Borgia, è una donna più consapevole, in grado di dimostrare spiccate doti politiche, amministrative e imprenditoriali. Una storia il cui filo rosso è la profonda devozione religiosa, che si intensificherà negli ultimi anni della sua breve vita.

Cinema Italia
“F.F.S.S. cioè: Che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?

Un film paradigmatico delle trovate e dello stile unico, fra demenziale e raffinato, che distinse il lavoro di autore e artista di Renzo Arbore e delle sue creature negli anni Ottanta: è “FF.SS. Cioè ‘Che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?’”, in onda sabato 6 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Il film si apre con un dialogo fra Arbore e De Crescenzo, che dopo aver dato scandalo con il “Pap’occhio” hanno il problema di trovare una sceneggiatura per il film successivo. Serve un miracolo di San Gennaro: e proprio a quel punto i due sono investiti da una pioggia di fogli che contiene lo script del nuovo film di Fellini, volati via dalla casa del maestro. La storia di Lucia Canaria, aspirante soubrette che da Napoli fa il giro d’Italia per trovare successo, è un contenitore irresistibile di gag e personaggi che, da Marenco a Riccardo Pazzaglia, da Frassica a Benigni, si sarebbero negli anni dopo stabiliti autonomamente nel mondo dello spettacolo e dell’arte del nostro Paese e non solo. Nel ruolo di loro stessi ci sono i volti di tutta la tv italiana dell’epoca: Maurizio Costanzo, Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Claudio Villa, e via dicendo. Allegria, disordine, un mondo dirompente e inimitabile che negli anni non ha perso un briciolo della sua originalità e modernità.

Documentari d’autore
Luigi Proietti detto Gigi

Icona del cinema e del teatro italiano, il ritratto di Gigi ad opera di un amico e collega, che si sofferma sull'uomo di spettacolo, grazie a ore e ore di materiale registrato. E’ il documentario di Edoardo Leo “Luigi Proietti detto Gigi” in onda sabato 6 gennaio alle 23 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.

Leo ha filmato Proietti in scena, nelle prove e nei camerini ed è da queste riprese che ha tratto il documentario, che riporta anche un'intervista con l'artista, l'ultima. Dopo aver scandagliato la sua carriera e i suoi lavori, alla ricerca di un filo conduttore, il regista ha intervistato le persone più care a Gigi: la famiglia, gli amici di sempre e i colleghi che hanno avuto l'onore di lavorare con lui come Renzo Arbore, Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann, Marco Giallini.

 

 

 


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